L’archeologia tra passato, presente e futuro
a cura di Paolo Gelsomini
Ogni paesaggio archeologico è sempre un’interpretazione contemporanea del passato. Anche quelli che appaiono come puri reperti o paesaggi antichi non si presentano mai come erano effettivamente, ma come sono stati modificati nel corso del tempo e nel presente.
Nelle diverse interpretazioni, perciò, ricorre in varia misura il rischio di un’idealizzazione dei luoghi archeologici, la quale, in certe fasi storiche, si è perfino cristallizzata in un’ideologia del passato. In nome di una malintesa conservazione, talvolta, si è perseguita una sorta di sacralizzazione dei reperti che ha comportato la formazione di spazi separati dal contesto urbano, tanto nel centro, come nella periferia.
Tali fraintendimenti si possono superare solo con un’attenta ricerca della prossimità dell’antico, intesa sia in senso temporale, come elaborazione di una relazione con la contemporaneità, sia in senso spaziale, come progettazione di una connessione con l’urbanità.
La contemporaneità dell’antico oggi è contrassegnata, in modo perentorio e unilaterale, dall’immagine di via dei Fori Imperiali. Nonostante il nome esibito, però, la strada impedisce la piena rivelazione dei Fori, anzi li ingabbia in invasi che sembrano i crolli del pavimento della città moderna.
Essa viene presentata ancora oggi come un elemento di connessione tra il sistema urbano e il patrimonio monumentale, ma nella realtà ha sancito la separazione tra loro, poiché l’impronta automobilistica ha impoverito tutte le altre relazioni tra le persone e i luoghi.
Oltretutto, la sua struttura imponente, sovradimensionata e ormai inutile alla viabilità, nonostante le ampie campagne di scavo, occulta ancora alcuni settori dell’area archeologica e nasconde le relazioni tra i Fori, in particolare tra Cesare e Traiano e tra Nerva e Tempio della Pace.
La sua magniloquenza conferisce una forte immagine unitaria, ma riduce la complessità e la varietà del sistema monumentale e urbano. Il Colosseo, inoltre, mantiene ancora in parte il ruolo di spartitraffico. La viabilità circostante pone ai margini alcuni luoghi di grande valore come il Colle Oppio e il Celio, e così via.
L’obiettivo è consentire il godimento dei Fori come centri della civitas, crocevia delle relazioni urbane, luoghi vitali non musealizzati, ma forniti di adeguati servizi, di efficaci sussidi informativi, conoscitivi e didattici e di sistemi di sicurezza.
Non sfugge a nessuno che a tal fine è necessario, rispetto agli attuali standard, un salto di qualità nella gestione, nella cura, nella tutela e nella vigilanza dei siti. L’esperimento della fruizione libera della via Sacra e del Foro Romano, condotto prima e dopo il Giubileo del 2000, può suggerire sia le criticità da risolvere sia le soluzioni da adottare in vista della messa a punto di un nuovo modello gestionale all’altezza degli obiettivi proposti. Oltre il vecchio approccio basato sul controllo dei custodi, le nuove tecnologie consentono di approntare moderni sistemi di vigilanza e di sicurezza.
Negli ultimi trenta anni, la conoscenza della città antica è cresciuta grazie ai numerosi scavi archeologici realizzati in diverse fasi e soprattutto durante l’amministrazione Rutelli. Viene da sé che quelli ulteriori apporteranno senz’altro nuove scoperte, riportando alla luce i reperti ancora sepolti sotto la via dei Fori Imperiali. È possibile restituire la visione integrale del foro di Traiano, di Augusto, di Cesare, di Nerva e del Templum Pacis e di mostrare, nel contempo, le testimonianze più significative delle fasi tardoantica, altomedievale, medievale, rinascimentale e barocca.
Dal “Rapporto sul centro archeologico monumentale di Roma (CArMe)” di Walter Tocci
Dall’introduzione del rapporto di Walter Tocci pubblicato sul sito del Comune il 6 10 23) – scarica il documento completo
Il programma è intitolato al “Centro Archeologico Monumentale di Roma”, secondo l’espressione utilizzata dal vigente Piano Regolatore Generale (PRG). Con essa si indica il complesso sistema urbano caratterizzato non solo dai Fori, ma da tutti i monumenti e i siti archeologici compresi nella vasta area delimitata da piazza Venezia, Colle Oppio, piazzale Numa Pompilio e piazza Bocca della Verità.
La definizione può essere ben riassunta dal suadente acronimo CArMe. Nell’età arcaica il carme era un componimento poetico che in alcuni casi accompagnava i riti propiziatori per le imprese più ardite. Si spera che il nome possa essere di buon auspicio anche per la riuscita del programma.
La proposta elaborata in questo Rapporto si articola in due distinti momenti pianificatori.
Il Piano Strategico è lo strumento che regola la trasformazione di lungo periodo dell’area archeologica in profonda relazione con il sistema urbano. I suoi contenuti sono proposti nel testo seguente al fine di avviare un ampio dibattito destinato a coinvolgere gli esperti delle varie discipline scientifiche, le istituzioni, le università, le accademie internazionali, le associazioni culturali, la cittadinanza attiva e l’intera opinione pubblica.
Il Programma Operativo, invece, individua le opere realizzabili in una limitata fase temporale al fine di ottenere risultati efficaci e parziali, ma in grado di mettere alla prova gli obiettivi della strategia generale.
Il Primo Programma Operativo, riassunto in Appendice, coglie l’occasione dei finanziamenti disponibili per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (da ora PNRR) e per il Giubileo, ma va oltre le scadenze di questi programmi nazionali, utilizzando anche le risorse ordinarie del bilancio comunale.
Esso prevede di realizzare le opere nel triennio 2025-7 con l’intento di migliorare la qualità urbana e monumentale e, nel contempo, di rivelare ai cittadini la logica della trasformazione successiva. Tali opere costituiscono le invarianti del Piano Strategico, e non solo non ne pregiudicano le scelte pianificatorie, ma ne rendono credibile l’attuazione, alimentando la fiducia sulla possibilità di progettare il futuro del Centro Archeologico Monumentale
Sarà il Piano Strategico a definire i contenuti e i tempi dei successivi Programmi Operativi, per i quali sono già previsti alcuni finanziamenti nel progetto per l’Expo
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21 marzo 2024
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
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MATERIALI
DPCM GIUBILEO 8 giugno 2023
CONCORSO Passeggiata archeologica centrale (dal sito npa.competitionarchitecturenetwork.it
CArMe (dal sito di Roma Capitale, 6 ottobre 2023)
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