LA GIUNTA RAGGI UN ANNO DOPO: in partenza l’attuazione della Deliberazione AC 129/2014 “Roma verso rifiuti zero”
a cura di Zero Waste Lazio
Premessa
Nel 2011, per sopperire alla carenza di programmazione e di indirizzo della gestione dei rifiuti urbani, Zero Waste Lazio ha elaborato una Proposta di Delibera di iniziativa popolare recante in oggetto “Indirizzi al Sindaco e alla Giunta Capitolina per l’avvio del percorso verso rifiuti zero con l’introduzione di un programma di gestione dei rifiuti urbani e dei servizi di decoro e igiene urbana tra cui la raccolta differenziata porta a porta spinta dei rifiuti solidi urbani”.
La Proposta, accompagnata da circa undicimila firme, è stata depositata presso il Comune di Roma, Il 6 giugno 2012.
Per il suo esame, è stato istituito un Tavolo Tecnico composto da una delegazione comunale, da due dirigenti delegati AMA e da una delegazione Zero Waste Lazio che ha elaborato la Delibera di Giunta Comunale adottata il 16 dicembre2014 come Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 129/2014.
La Deliberazione, che si articola in quindici punti qualificanti, rappresenta la pietra miliare del percorso “Roma verso Rifiuti Zero”, per espressa dichiarazione contenuta nell’ultimo comma dell’art. 15, laddove stabilisce: “A decorrere dalla data di adozione del presente provvedimento, tutti gli atti di Roma Capitale che verranno eventualmente adottati in materia di gestione di rifiuti urbani dovranno tenere conto dei criteri generali contenuti nel presente atto di indirizzo.”
In particolare, l’attivazione di quindici Osservatori municipali e di un Osservatorio centrale comunale prevista dalla Deliberazione, rappresenta un percorso veramente partecipato e diretto tra cittadini, Roma Capitale ed AMA. In posizione paritaria, sia per numero, sia per assenza di gerarchia, i cittadini potranno confrontarsi con figure professionali interne ed esterne all’Amministrazione capitolina ed all’AMA e con esponenti politici/amministrativi in tempo reale ed in fase decisionale.
Da questo confronto innovativo trarrà sicuro beneficio l’Amministrazione Capitolina che, attraverso la conoscenza delle esperienze territoriali, sarà posta in grado di monitorare la città con le sue carenze e con le sue risorse e di pianificare gli interventi. I cittadini, a loro volta, potranno verificare se e come saranno attuati gli impegni presi dall’Amministrazione e dall’AMA.
La Deliberazione AC n. 129/2014 ha di fatto legittimato il percorso di iniziativa popolare promosso da Zero Waste Lazio nel 2011 che ha fornito a Roma Capitale l’unica opportunità ( ad ora recepita) di uscire da un lungo percorso commissariale e da una gestione monopolistica del gruppo Cerroni che è culminata con la condanna della Corte di giustizia europea per la gestione della mega discarica di Malagrotta, quale simbolo di una efferata scelta trentennale di delega a sversare i rifiuti indifferenziati della città in una enorme cava, da parte della classe politica di turno di destra o di sinistra.
La sua approvazione non ha però visto un fattivo impegno da parte della giunta Marino nella sua opportuna divulgazione alla città e soprattutto nella predisposizione ed approvazione del previsto Regolamento attuativo per la partecipazione popolare, dato che la portata di questa grande “rivoluzione civile e pacifica” non ha nessuna chance di successo e di radicamento se non diventa patrimonio culturale dei cittadini e non un semplice processo tecnologico gestito dall’alto.
COSA CI HANNO DETTO
Il programma elettorale di Virginia Raggi ha posto i Rifiuti al secondo posto tra gli “11 passi per portare a Roma il cambiamento di cui ha bisogno”, prevedendo radicali cambiamenti rispetto alla precedente “gestione dei materiali di scarto…, promuovendo la prevenzione della produzione dei rifiuti, favorendo la raccolta differenziata attraverso la progressiva estensione della raccolta domiciliare, unico sistema che permette la Tariffazione Puntuale… massimizzando il recupero di materia a discapito dello smaltimento in discarica e dell’incenerimento. Sarà quindi prioritario costruire impianti di compostaggio, isole ecologiche, riconvertire gli impianti esistenti al recupero di materia e programmare una corretta manutenzione dell’intero parco impiantistico presente”.
L’enunciato si pone dunque con tutte le migliori intenzioni per attuare un programma idoneo a risolvere il problema dei rifiuti scongiurando il ricorso a Discariche e Inceneritori, ricorrendo ad un “Piano di efficientamento di AMA S.p.a.”
Le Linee programmatiche 2016-2021 della Giunta Raggi per il Governo di Roma Capitale hanno dedicato ancora grande spazio alla sostenibilità ambientale, focalizzando l’attenzione sui molteplici aspetti del ciclo dei rifiuti, dalla riduzione della produzione di rifiuti alla proiezione verso l’Economia Circolare.
Le linee programmatiche entrano nel merito ed implementano quanto enunciato in campagna elettorale, prendendo in considerazione tutte le fasi del ciclo, a partire dal programma di prevenzione da inserire nella didattica di base, fino al potenziamento imprescindibile – ed al decentramento ove possibile – di tutta l’impiantistica, considerando la necessità di sostenere la potenzialità di AMA S.p.a. al fine di incrementare la qualità dei rifiuti raccolti, mettendo a regime le buone pratiche, incoraggiando la crescita di un indotto controllato…
COSA HANNO FATTO
La giunta Raggi ha caratterizzato la sua attività, durante la gestione dell’assessore Paola Muraro portatrice di una visione “dirigistica e tecnocratica”, con una impronta di voluto disinteresse verso l’attuazione di questa deliberazione erroneamente attribuita alla giunta precedente, ostentando nel programma di governo rappresentato nella delibera programmatica di giunta una analisi limitata e distorta della reale situazione romana, ignorando il confronto con la cittadinanza attiva al di fuori del suo cerchio politico.
Il cambio di passo posto in essere dall’attuale assessore Giuseppina Montanari è stato subito evidente, oltre che rapido nell’interesse ad accettare il confronto per uscire dall’isolamento culturale precedente, salvo che le decisioni attuative non sono state altrettanto rapide dei suoi annunci verbali.
Il dato oggettivo di riferimento è che la commissione ambiente capitolina, da noi sollecitata per una audizione sull’attuazione della Deliberazione AC 129/2014, ha risposto solo dopo nove mesi ed a seguito del preliminare e positivo incontro in febbraio con l’assessore Montanari, la quale in quella occasione ci aveva preannunciato una “immediata” memoria di giunta per l’attuazione della Deliberazione che è arrivata però solo dopo tre mesi.
Nel frattempo la nostra iniziativa dell’autunno scorso, con la proposta di avviare un “percorso sperimentale” di Osservatori Municipali “verso rifiuti zero” in attesa del Regolamento comunale, ha visto la sua piena attuazione nel Municipio Roma Centro ed un interesse concreto nei Municipi Roma II – Roma VII – Roma IX – Roma XIV con cui sono state condotte audizioni in commissioni consiliari che dovrebbero a breve dare il loro risultato concreto per l’avvio del medesimo percorso sperimentale.
A distanza di una anno registriamo comunque la piena condivisione della giunta Raggi dei contenuti della Deliberazione AC 129/2014, con una memoria di giunta che ne ha ulteriormente arricchito alcuni punti già oggetto di progetti specifici dell’assessorato tutela ambiente, e la prima convocazione ufficiale in commissione ambiente capitolina, allargata al Dipartimento ambiente ed ad AMA, sulla stesura del Regolamento comunale di cui Zero Waste Lazio ha fornito una bozza completa di partenza secondo il nostro consueto stile di lavoro propositivo e fattivo sui contenuti.
COSA CHIEDIAMO UN ANNO DOPO
Le nostre proposte per la riconversione sostenibile di prossimità
La riflessione sulla Città metropolitana comporta che questa evoluzione istituzionale, per ora soltanto un guscio vuoto, potrebbe essere di grande spessore se questo passaggio venisse seguito dalla contemporanea istituzione dei quindici Comuni metropolitani costituiti dagli attuali Municipi.
Questo nuovo assetto dei Comuni metropolitani deve vedere anche il pieno riconoscimento delle funzioni decisionali sull’intero ciclo dei rifiuti da parte della Regione Lazio all’interno del Piano regionale rifiuti in quanto riconosciuti come Bacini Territoriali Omogenei, una dimensione in cui gli stessi potranno in autonomia decidere non soltanto i criteri e le modalità della raccolta ma anche quelle del trattamento e dell’esito finale a cui una sezione di AMA decentrata od un gestore industriale del caso dovrà attenersi.
Tale nuovo assetto di Bacini Territoriali Omogenei, con densità pari a duecentomila abitanti, è del resto del tutto attuabile anche nei confronti degli storici Comuni del resto dell’area metropolitana di Roma Capitale, che saranno incentivati a formare aggregazioni / convenzioni tra di loro per gestire in maniere sinergica ed economicamente più sostenibile un modello di gestione che corrisponde pienamente al “principio di autosufficienza e di prossimità” già presente nella normativa nazionale ed europea e nella stessa Deliberazione AC 129/2014.
Un modello di sviluppo che è destinato tra l’altro a poter godere anche delle opportunità imprenditoriali ed occupazionali derivate dalla gestione dei propri rifiuti urbani e che oggi viene accreditato come uno dei primi motori economici di sviluppo, tra l’altro con un trend costante di crescita superiore persino a quello dei sistemi di energia rinnovabili.
Decalogo sintetico per la riconversione sostenibile
- Completare la costituzione della Città metropolitana Roma Capitale con l’istituzione dei quindici Comuni metropolitani oggi Municipi;
- Istituire i quindici Bacini Territoriali Ottimali in ogni Comune metropolitano;
- Istituire la conferenza dei B.T.O. con la regia della Città metropolitana;
- Approvare il Piano di prevenzione e riduzione rifiuti della Città metropolitana;
- Realizzare la rete di Eco-parchi e Centri di Riuso in ogni Comune metropolitano;
- Realizzare la rete di Centri di Raccolta/Isole ecologiche in ogni Comune metropolitano;
- Riconvertire il sistema di raccolta da stradale a domiciliare “porta a porta” generalizzato;
- Realizzare la rete impiantistica di servizio per il riciclo e recupero di materia “a freddo”;
- Introdurre la Tariffa puntuale nei B.T.O. in cui il sistema domiciliare è a copertura totale;
- Approvare il Regolamento degli Osservatori rifiuti zero e la vera partecipazione popolare.
La situazione attuale di pre-emergenza rifiuti
La mancanza di misure strutturali, l’assenza di efficienti infrastrutture industriali e la mancanza di una azione di concreta informazione e “partecipazione popolare” sul percorso “verso rifiuti zero” in tutti i Municipi hanno prodotto una potenziale situazione di pre-emergenza rifiuti che potrebbe esplodere proprio nel periodo estivo che è la stagione peggiore ai fini della tutela dell’igiene pubblica.
Le ragioni delle criticità esistenti sono molteplici e crediamo siano il frutto di un cambio di strategie politiche ed industriali, a seguito dell’avvicendamento nelle strutture decisionali a partire dall’assessorato sino alla dirigenza di AMA che non hanno ancora prodotto un risultato operativo concreto rispetto a:
- il mancato avanzamento della riconversione della raccolta stradale con i cassonetti alla raccolta domiciliare “porta a porta”, che è l’unica misura per ridurre i rifiuti non differenziati che gli impianti di Roma non riescono tuttora a trattare anche utilizzando i due TMB di Malagrotta di Cerroni;
- la mancata applicazione delle sanzioni a carico dei condomini e degli utenti scorretti, nei quartieri che conferiscono da tempo ad AMA con il sistema di raccolta domiciliare, per la quota rilevante di materiali differenziati di pessima qualità che azzera la possibilità di avviare a riciclo quei materiali,
- la mancata realizzazione di un sistema di Centri di raccolta di quartiere, per i rifiuti domestici non ritirati con il sistema domiciliare, e di Centri di riuso municipali per la valorizzazione di beni usati ancora riutilizzabili da sottrarre al conferimento in discarica,
- la cronica inadeguatezza impiantistica di AMA rispetto alla gestione della frazione organica, che tuttora dipende dalla sua onerosa esportazione in Veneto, con l’impianto di Maccarese allo sbando e ridotto ad un puzzolente “deposito di trasferenza” con tutti gli effetti negativi per i residenti del comune di Fiumicino;
- la gestione fatiscente dei TMB di Salaria e Rocca Cencia, con capannoni stracolmi di rifiuti non differenziati in attesa di selezione e condizioni di lavoro proibitive per i lavoratori di AMA, che continuano comunque a produrre un terzo di pessimo CDR e due terzi di rifiuti speciali (tra la FOS ed i sovvalli non combustibili) da avviare a discarica, impianto “di prossimità” di cui Roma non dispone più dopo la pur sacrosanta chiusura di quella di Malagrotta,
- la mancata scelta di procedere alla riconversione dei due TMB di AMA verso il recupero di materia come previsto dalla Delibera AC 129/2014 (per il recupero di frazioni plastiche e cellolosiche), azzerando la produzione di CDR ed i relativi costi di conferimento verso gli inceneritori laziali e di altre regioni ed il loro pesantissimo impatto sull’ambiente e la salute delle comunità circostanti,
- la recentissima scelta di finanziare la ristrutturazione o “revamping” di uno dei due inceneritori di Colleferro (di cui AMA detiene ancora il 40% delle quote azionarie), scelta irragionevole ed illegittima rispetto ai principi della Delibera AC 129/2014, impianti di cui era prevista la graduale dismissione sia per la loro “obsolenza industriale” che per la loro tossicità ventennale accumulata nell’aria e nel suolo di Colleferro e dei Comuni adiacenti,
- l’assenza di un sistema di piccole discariche municipali “di prossimità”, per materiali selezionati di scarto “ancora non riciclabili”, che renda Roma Capitale veramente autosufficiente come previsto dalle norme vigenti e dalla Delibera AC 129/2014,
- l’assenza di un sistema di partecipazione popolare istituzionalizzato e diffuso, per coinvolgere nelle decisioni gestionali e nella verifica di efficacia le centinaia di Comitati di quartiere attivi, le migliaia di associazioni cittadine culturali di consumatori e di volontariato, le migliaia di gruppi di quartiere che operano nel circuito dello scambio e del riuso e riciclo di beni e materiali, le migliaia di attività commerciali ed artigianali e del terziario,
- la necessaria riorganizzazione di AMA sulla base di un vero decentramento municipale verso i Comuni metropolitani, con l’avvio di un percorso di nuove assunzioni e la riqualificazione del personale attuale per la gestione sia della raccolta rifiuti che dell’igiene pubblico, la re-internalizzazione di servizi ora dati in appalto/affidamento a soggetti esterni, una gestione pubblica efficiente dell’intero ciclo di trattamento dei rifiuti urbani a partire dalla gestione remunerativa delle frazioni “nobili” da riciclare oltre che la gestione onerosa dello smaltimento.
Su questi punti prendiamo atto che alcune misure annunciate sarebbero in fase di progettazione, tra cui i centri di raccolta – i centri di Riuso e gli impianti di compostaggio “di prossimità” nei Municipi, ma i tempi di autorizzazione e la loro realizzazione ed entrata in esercizio sono tali che non mettono ancora Roma Capitale al riparo da possibili esiti emergenziali, con eventuali ed improvvidi commissariamenti.
Prendiamo atto che finalmente si avvia il percorso di stesura del Regolamento comunale per la partecipazione popolare, attraverso la futura istituzione degli Osservatori Municipali e Comunale “verso rifiuti zero”, sottolineando che le misure prese e quelle ancora da prendere saranno tanto più forti ed efficaci quanto più saranno “condivise” con i cittadini in modo preliminare e dettagliato, soprattutto rispetto all’ubicazione di impianti ed infrastrutture di servizio i cui effetti ricadranno sulle comunità residenti.
Un anno dopo quindi il nostro giudizio è ancora “sospeso”, oscillando dalla valutazione molto negativa rispetto al tempo prezioso perduto nell’avviare il confronto con la cittadinanza – che anche con l’ultima convocazione la commissione capitolina ambiente ha nuovamente rimandato a settembre l’esame del merito del Regolamento sugli Osservatori rifiuti zero – ed una valutazione positiva rispetto alle attuali attività in evoluzione per lo scenario futuro.
Uno scenario futuro composto da un lato dalle prime importanti scelte molto condivisibili in linea generale che però risultano contraddette da alcune gravi recenti scelte negative, come quella sull’inceneritore di Colleferro, il cui esito purtroppo va nel senso esattamente contrario a quanto sostenuto sinora.