Abusi da demolire nel II Municipio: se questi anni vi sembran pochi
Autore : Redazione
Nel secondo Municipio ci sono manufatti abusivi che Carteinregola e vari comitati del territorio da anni chiedono che vengano abbattuti o rimossi. Invece anno dopo anno, amministrazione dopo amministrazione, sono ancora quasi tutti lì. Con fondi accantonati nel bilancio municipale poi non spesi, bandi rimandati, o con l’idea di mantenerli per “prevalenti interessi pubblici” , anche quando sono tensostrutture arrangiate in zone destinate a verde sportivo.
Durante la campagna elettorale del 2016, in un incontro pubblico con i candidati Presidente, alcuni comitati avevano chiesto esplicitamente le loro intenzioni rispetto agli abusi, in particolare nel Flaminio/Villaggio Olimpico (1); ironia della sorte l’incontro si svolgeva a pochi metri dal “Giardino del tango”, un capannone abusivo che sorge su un’area di proprietà comunale accanto a Ponte Milvio. Il locale,utilizzato anche per eventi, sarebbe poi passato alla ribalta delle cronache per aver ospitato rave party di Casapound (2). Allora le risposte pre elettorali della attuale Presidente Del Bello assicuravano l’impegno per il ripristino della legalità.
Cittadinanzattiva Flaminio e Carteinregola in questi anni hanno continuato a sollecitare il Municipio, anche con puntuali ricostruzioni basate su documenti ufficiali (3), e, all’esito dei ricorsi amministrativi, il 18 dicembre 2019 il locale è stato posto sotto sequestro con una Determina del Municipio (4). La vicenda sembrava in via di risoluzione, ma a distanza di un anno non è successo nulla. Anzi, il 23 novembre scorso abbiamo assistito a una riunione della Commissione Lavori Pubblici del Municipio sui “Fondi e programmazione demolizioni manufatti abusivi “(5) in cui abbiamo appreso che i fondi per l’esercizio 2020 non erano ancora stati messi a bando.
E abbiamo scoperto in seguito che il capannone del Giardino del Tango, che sembrava far parte dell’elenco delle demolizioni, il 16 settembre 2020 era stato oggetto di una delibera di Giunta (6) con la quale si dava mandato alla Giunta del Municipio di “presentare una proposta di utilizzo con finalità sociali”, “da trasmettere al Consiglio del Municipio Roma II che dovrà rilasciare il parere in ordine “all’esistenza o meno di prevalenti interessi pubblici all’eventuale utilizzazione ai fini pubblici delle opere abusive” (sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico)”
Una mossa in contrasto con le promesse elettorali, ma anche in contrasto con il buon senso, visto che la struttura non è una costruzione, ma è un insieme di elementi accroccati (teloni, legno e lamiere) che a nostro avviso difficilmente potrà ottenere i permessi necessari per diventare una struttura permanente (7).
In ogni caso tale Delibera di fatto sospende la demolizione, continuando quindi a perpetuare lo status quo, rimandando ancora una volta a un impreciso futuro la decisione dell’abbattimento di un orribile manufatto nel cuore della città storica, a pochi metri da Ponte Milvio. Ma nella citata Commissione, abbiamo anche scoperto che tra le priorità delle demolizioni da eseguire non erano stati previsti gli abbattimenti delle superfetazioni abusive di altri manufatti, come il chiosco/ristorante di Villa Massimo (Giardino Giuseppe De Meo), di cui da tempo Carteinregola e il Comitato per la Difesa della Pineta di Villa Massimo chiedono che vengano demolite le parti abusive in legno, ripristinando il chiosco originario e legittimo (8), e il Punto Ristoro di Parco Rabin (Via Panama) adiacente al Parco di Villa Ada.
( nel cerchio l’originaria Casini dei Pini – Foto Comitato per la difesa della pineta di Villa Massimo)
Sul primo, la Presidente del Municipio ha illustrato in varie occasioni l’eventualità di mantenere la struttura che insiste in un Giardino storico tutelato, sempre con la motivazione delle finalità pubbliche; sul secondo è calato un velo, nonostante una Sentenza del Consiglio di Stato del 19 gennaio 2016 (9) abbia confermato la sentenza del TAR del Lazio concernente la demolizione delle opere abusivamente realizzate. E la situazione non è stata neanche nominata tra gli abusi elencati nella Commissione municipale.
Chiediamo al Consiglio e alla Giunta del Municipio di deliberare con responsabilità e chiarezza provvedimenti volti a demolire i manufatti che insistono su aree pregiate e tutelate, interrompendo questa serie di rinvii per motivi burocratici o in nome di progetti la cui fattibilità non è verificata. E chiediamo scelte motivate pubblicamente, in cui siano ben distinte le necessità amministrative – atti ufficiali – dalle scelte politiche, di cui gli eletti hanno il dovere di rispondere ai cittadini.
Gruppo patrimonio Carteinregola
la casetta abusiva spuntata sempre in Via degli Olimpionici e ancora sequestrata dal 2014 (Foto AMBM)
Post scriptum: Le associazioni hanno chiesto agli enti preposti anche di attivarsi al fine di conoscere l’esito dell’indagine giudiziaria su un altro manufatto – una casetta in legno – sorto il 18 marzo 2014 sempre a via degli Olimpionici, a pochi metri daPonte Milvio, che era stato posto sotto sequestro dalla magistratura. Anche su questa costruzione abusiva è calato il sipario da vari anni.
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
20 gennaio 2021
NOTE
(1)da Cittadinanzattivaflaminio.wordpress.com) Intervista ai candidati presidente II Municipio 8 maggio 2016, (video a cura di Alessandro Maddalena) Sesta domanda – Come si pensa di garantire il rispetto delle regole e della legalità nel territorio in particolare:abusivismo edilizio (per es. Axel, Giardino del Tango, Ciclo Officina, Football Club, strutture semipermanenti a servizio di iniziative dell’Auditorium, etc) > Vai al Video con la risposta della Candidata del centrosinistra, poi Presidente eletta, Francesca Del Bello (da circa 4′ a 5′) https://cittadinanzattivaflaminio.wordpress.com/ii-municipio-istituzioni/municipio/i-video-dellincontro-con-i-candidati-presidenti-ii-municipio/
(3) già il 16 ottobre 2015 il Municipio aveva emesso una Determina Dirgenziale di ingiunzione alla demolizione delle opere abusive che costituivano il Giardino del tango
(6) scarica Delibera Acquisizione al patrimonio di Roma Capitale degli immobili abusivi siti in Roma, via degli Olimpionici n. 7 e loro futuro utilizzo (Protocollo N. 77769 del 16/09/2020)
(7) Sul Piano regolatore generale è catalogata come “Spazi aperti” e “spazi prevalentemente attrezzati per attività sportive e tempo libero”. E come ricordato dalla citata Delibera municipale, il comma 5 dell’art. 31 del D.P.R. n. 380 del 2001 prevede, in via eccezionale, la possibilità di conservare un’opera abusiva quando, “con deliberazione consiliare si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici, ambientali o di rispetto dell’assetto idrogeologico”. E il comma successivo, n.6, specifica: “Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sottoposti, in base a leggi statali o regionali, a vincolo di inedificabilita’, l’acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all’ingiunzione di demolizione, si verifica di diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza sull’osservanza del vincolo. Tali amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a spese dei responsabili dell’abuso”. In questo caso se compresa entro i 150 metri dalla sponda del Tevere, dovrebbe essere un’area golenale, sottoposta alle autorizzazioni di numerosi enti, a partire dalla Soprintendenza, dall’Autorità di bacino del Fiume Tevere e altre.
(8) All’interno della Villa Massimo (recentemente ribattezzato “Giardino De Meo”) c’è un manufatto fino a qualche tempo fa adibito a bar ristorante, la cui concessione è stata revocata dal Comune in seguito all’accertamento di abusi effettuati dagli ex concessionari del “Punto Verde Infanzia” (PVI) su una proprietà comunale nonché villa storica. Infatti a partire dal 1987 l’originaria Casina dai Pini, un chiosco in muratura di 45 mq costruito nell’immediato dopoguerra su Pineta Vincolata (regio decreto del 1927), sono stati aggiunti oltre 215 mq, per i quali in un primo tempo fu concessa la sanatoria nel 1997, poi ritirata l’anno successivo con ordinanza di abbattimento. Nel 1999 il locale è stato ulteriormente ampliato con altre superfetazioni che, nel 2014, sono state dichiarate in toto non coerenti con le caratteristiche del vincolo e della concessione del PVI. Il 6 giugno 2016 il Dipartimento Urbanistica Direzione Edilizia ha trasmesso una determina di annullamento delle concessioni edilizie in sanatoria, che quindi rimangono assoggettate alla normativa repressiva.
Nella foto a sinistra: il chiosco negli anno ’60 e come appariva prima della chiusura (foto Comitato salviamo la pineta di Villa Massimo)
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