Alberature al Flaminio, le osservazioni dell’architetto paesaggista
Autore : Redazione
di Marco Antonini*
Qualche nota in merito alla messa a dimora degli alberi a Via Guido Reni in seguito agli abbattimenti. Il tempestivo reimpianto di alberature pone una serie di quesiti, primo tra tutti è proprio la tempistica. Perché agire ora, all’inizio della stagione calda, sommando allo stress da trapianto quello della siccità con grande rischio per l’attecchimento?
Altra questione è quello della distanza di impianto. Si è proceduto, con mero criterio compensativo, a sostituire gli alberi abbattuti nella stessa localizzazione di quelli abbattuti. Ma il sesto d’impianto degli alberi abbattuti era del tutto irregolare e troppo rado, essendo derivato dal progressivo abbattimento di esemplari negli anni o dal fallito reimpianto avvenuto circa 20 anni fa.
Gli alberi esistenti, appartengono nel tratto via Pannini e Piazza Gentile da Fabriano, alla specie Acer negundo. Da una veloce verifica appare che la sostituzione sia stata effettuata con esemplari di canforo Cinnamomum camphora , ma anche di photinia Photinia davidiana. Perché scegliere per uno stesso filare non una, ma due specie diverse, in aggiunta a quella preesistente.Perché, poi, abbinare il canforo che raggiunge a maturità i 25m con la Photinia che non arriva a 10m?
Nel tratto opposto invece, tra Via Pannini e Via Flaminia gli alberi esistenti sono grandi esemplari appartenenti alla specie Platanus x hybrida, che formano un viale unitario e “monumentale”. Le sostituzioni di singoli individui all’interno di viali maturi va valutato con molto attenzione a causa della competizione delle piante mature su quelle di nuovo impianto. Qui si è proceduto alla sostituzione puntuale con canfori. A parte la citata preoccupazione sulla competizione, che non sappiamo se sia stata considerata o meno, sembra mancare una valutazione delle conseguenze sull’unitarietà di un viale omogeneo.
Infine, le tecniche di impianto, fondamentali non solo per l’attecchimento nell’immediato ma per la salute della pianta nel lungo termine. Il sostegno (tutoraggio) degli alberi di nuovo impianto è stato fatto con un solo palo per di più a contatto diretto con la corteccia vulnerabile degli alberi giovani. E’ una tecnica sono potenzialmente più dannosa che utile. Le ferite alla corteccia che ne possono derivare aprono la via a patogeni di varia natura minando la salute degli alberi stessi.
In generale, gli aspetti che dovrebbero guidare un progetto di alberatura stradale sono:
Compatibilità delle esigenze colturali delle specie vegetali e condizioni ambientali
Analisi del contesto urbano per la scelta delle specie adatte alla scala e alla gerarchia della strada
Sesto d’impianto
Corretto dimensionamento dell’aiuola di impianto, che permetta il corretto scambio gassoso per l’apparato radicale
Un tutoraggio realizzato con almeno tre pali tra loro collegati e con legatura flessibile,
Perché si rispettano così poco questi criteri basilari? Perché si attuano questi interventi necessari senza un progetto chiaro e senza una condivisione con gli abitanti?