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Le nostre regole per il Regolamento del verde

a cura di Carteinregola-Comitati NO PUP, Salviamo il Paesaggio Roma e Provincia, Respiro Verde Legalberi,  Lipu Lazio, Collegio Interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Roma, Rieti e Viterbo

scarica la proposta di Regolamento del Verde (in collaborazione con ordine Agrotecnici e AIAPP) proposta Carteinregola, Salviamoilpaesaggio -AIAPP- AGROTECNICI-def-1Respiro Verde Legalberi,  Lipu Lazio

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albero secolare lightINTRODUZIONE

Le disposizioni applicabili ai parchi pubblici urbani, ai giardini privati o più genericamente al cosiddetto verde urbano in genere sono definite dalle norme tecniche di attuazione dei piani regolatori generali o dagli altri strumenti urbanistici attuativi del piano regolatore, nonché dai regolamenti edilizi.

Gli aspetti relativi alla realizzazione e manutenzione del verde sono, peraltro, soltanto incidentalmente affrontati. Mancano sempre le norme di carattere botanico-agronomico-forestale, le regole per l’elaborazione progettuale degli interventi e le disposizioni per la tutela del patrimonio verde esistente in occasione degli interventi di ristrutturazioni, demolizioni, scavi, nuove urbanizzazioni, realizzazioni di aree verdi e relative manutenzioni.

Il regolamento del verde urbano rappresenta uno strumento che consente ad un Comune di sopperire a tali carenze normative.

E’ quindi sempre più urgente  che Roma  si doti di questo indispensabile strumento per tutelare l’ambiente urbano, superando il gravissimo ritardo che la vede fanalino di coda non solo delle capitali europee ma anche di molte città italiane.

Noi vorremmo intitolarlo Regolamento del verde e del paesaggio urbano della città di Romaperché la tutela del nostro patrimonio naturale non può ridursi, soltanto, alla cura delle singole piante ma deve comprendere l’intero “habitat” cittadino, mettendo l’ambiente e la sua forma esteriore – il paesaggio – al centro della qualità della vita dei suoi abitanti.

Parimenti vorremmo che fosse ampliato anche lo scenario delle attività per la  tutela del verde, affiancando alle norme che regolano la protezione  e la  gestione del  verde pubblico e privato anche quelle per l’attività di progettazione della vegetazione negli  spazi collettivi.

Infine riteniamo che le norme stabilite dal Regolamento debbano essere integrate da approfonditi allegati, in cui le  prescrizioni di carattere generale possano offrire indicazioni dettagliate per la loro giusta applicazione e soprattutto scarsi margini di fraintendimento.

Indichiamo di seguito  i punti principali di un minuzioso lavoro svolto da un gruppo di associazioni e comitati insieme ad alcuni  tecnici e professionisti, facendo presente che ogni proposta è scaturita  dall’esperienza concreta di cittadini che da tempo si occupano di problemi legati alla tutela del proprio territorio
 

  1. Finalità. Le finalità devono essere definite con chiarezza perché da ciò si delinea l’intero impianto del regolamento.
  1. Definizione di verde urbano. La  definizione  del concetto di verde urbano e quindi l’individuazione delle varie tipologie di verde è un esercizio primario indispensabile. Come pure indispensabile la definizione dettagliata degli ambiti di applicazione del regolamento
  1. Il regolamento tutela tutto il verde urbano. Il regolamento deve prevedere la tutela, la salvaguardia, la manutenzione e la progettazione di tutto ciò che è stato definito, per regolamento, verde urbano. Non deve quindi essere in funzione, unicamente, della gestione delle alberate, dei gruppi e dei singoli individui arborei.
  1. NON FACCIAMO DI OGNI ALBERO UN FASCIO. Il criterio della tutela degli alberi sulla base delle dimensioni della circonferenza è un criterio adeguato ma non esaustivo, andrebbero, infatti, tutelati tutte gli individui arborei, non solo sulla base delle dimensioni, ma anche  sulla base della rarità e/o della particolare importanza ecologica delle specie di appartenenza.  Per gli stessi criteri la tutela andrebbe estesa anche agli individui arbustivi, erbacei, lianosi.Proponiamo quindi l’inserimento di una normativa specifica a protezione di tutti gli  alberi, arbusti e erbe/liane  di pregio in base alla specie, al genere e all’età.
  1. GLI ALBERI SONO UN PATRIMONIO COLLETTIVO. Il Comune deve prevedere il censimento degli alberi di pregio e monumentali presenti nel perimetro cittadino su suolo sia privato che pubblico. Tali alberature devono essere tutelate come bene culturale, storico e paesistico
  1. POTATURE SICURE. Per l’esecuzione delle potature devono essere tassativamente rispettati i tempi di stasi vegetativa, senza deroghe. Le potature di alberature  pubbliche devono essere pianificate al massimo entro il 1 ottobre. Per le  potature di alberature private  i proprietari devono darne comunicazione al Dip. X 30 giorni prima dell’intervento. Proponiamo l’inserimento di una normativa specifica per le potature di  arbusti, siepi e cespugli pubblici e privati.
  1. PIU’ REGOLE PER I CANTIERI. In tutte le aree di cantiere, pubbliche e private, deve essere applicato  un Piano di Sicurezza del Verde analogo al Regolamento Cavi vigente, comprese le sanzioni da esso previste. Per i cantieri  all’interno o in prossimità  di aree verdi deve essere prevista una figura professionale qualificata che attesti la regolare esecuzione dei lavori secondo le prescrizioni del Regolamento, il cui nominativo deve essere  indicato nella segnaletica di cantiere. All’interno del  cantiere non deve essere consentito in ogni caso il transito di mezzi pesanti sulle aree di pertinenza delle alberature se non per sicurezza e manutenzione.
  1. VERDE E PARCHEGGI INTERRATI. Non devono essere realizzati parcheggi o strutture sotterranee in spazi già destinati  a verde pubblico dove siano  presenti alberature di prima e seconda grandezza. In nessun  caso deve essere consentito realizzare  parcheggi sotterranei in aree con alberature di dimensioni tali  da non poter essere espiantate senza causare danno alla pianta. I  parcheggi sotterranei  realizzati in aree prive di alberature che prevedono una sistemazione superficiale a verde pubblico devono sostenere  una zolla di almeno 2-2,5 mt di profondità per permettere l’impianto di alberi di seconda e terza grandezza.
  1. L’IMPORTANZA DEL SUOLO. Nei giardini urbani, in quanto realizzati dall’uomo, non è possibile l’indagine del suolo come corpo naturale generato dai fattori ambientali circostanti, ma non per questo lo studio pedologico risulta essere meno importante. Quindi si ritiene necessario, in base alle conoscenze delle condizioni esterne in ambito urbano, la “costruzione” di un suolo o più precisamente un profilo di suolo che sia stabilmente funzionale  all’ambiente  in cui il giardino verrà inserito, limitando al massimo tutti gli interventi, progettuali e non, atti ad incrementare l’impermeabilizzazione del suolo stesso.
  1. SCEGLIERE LE PIANTE GIUSTE. Quando si progetta un giardino la scelta delle specie deve tenere conto di quello che è il contesto vegetale naturale della zona. Le piante autoctone, cioè originarie del paesaggio naturale di un determinato luogo, sono la base di una progettazione che si voglia inserire correttamente nel contesto esaminato. Nelle particolari condizioni ecologiche dell’ecosistema urbano, può accadere che gli elementi autoctoni possano essere fortemente limitati nella crescita e nello sviluppo, per cui a volte può essere necessario effettuare una scelta legata non soltanto alla potenzialità naturale ma anche alla capacità di resistenza a condizioni ecologiche particolarmente difficili. La scelta deve essere fatta da una figura professionale qualificata sulla base dell’analisi dei fattori limitanti nell’ambito dell’area di progetto.
  1. LA CURA E LA CONSERVAZIONE DEL VERDE. La manutenzione è un aspetto di primaria importanza: il Comune, da una parte deve garantirne l’applicazione e il controllo secondo le modalità previste dal Regolamento stesso, dall’altra deve prevedere una campagna  di sensibilizzazione dei cittadini promuovendo la conoscenza, l’attenzione e la cura verso un bene pubblico, qual è il verde cittadino.
  1. Progettazione del verde urbano. La progettazione del verde pubblico, sia di iniziativa pubblica che privata, nell’ambito di interventi urbanistici esecutivi ovvero di interventi edilizi diretti, limitatamente ai casi in cui sia richiesta la realizzazione di opere di urbanizzazione, deve essere sempre conforme ai criteri e alle prescrizioni del Regolamento e del P.R.G.C. vigente. Nel caso specifico l’articolo che analizza, definisce criteri e procedure della progettazione del verde è incompleto.
  1. COLTIVIAMO GLI ORTI URBANI. Gli orti urbani rappresentano uno strumento di sviluppo sociale in ambito urbano, nel contempo educano a pratiche ambientali sostenibili. Nella periferia di Roma e ai limiti di alcuni parchi urbani sono sorti nel tempo orti sfuggiti a qualsiasi controllo di natura eco-sanitaria, il Comune dovrebbe avviare un progetto di recupero ambientale di tali siti, favorendo la riconversione ecologicamente sostenibile di tutte le aree degradate e l’individuazione e la realizzazione di nuovi eco-orti laddove possibile. La progettazione degli orti urbani può diventare occasione privilegiata di accrescimento culturale con il coinvolgimento diretto dei potenziali fruitori, i cittadini, attraverso forme organizzate di cittadinanza attiva e progettazione partecipata. Nel regolamento manca un articolo specifico che definisca criteri e procedure di realizzazione di orti urbani.
  1. Sanzioni. Le sanzioni devono essere definite secondo gravità ed estensione delle infrazioni. Di conseguenza vanno definite con chiarezza le tipologie delle infrazioni. Nello specifico il danno o i danni agli alberi non possono essere liquidati con una sanzione pecuniaria poco significativa come quella enunciata nel regolamento presentato. La sanzione deve essere valutata sulla base del valore ornamentale dell’individuo arboreo utilizzando formule largamente applicate.