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Ancora sull’Appia Antica e Autostrade, per chiarire

appia antica mapUn caso  di “mecenatismo” che a nostro avviso potrebbe  incentivare ulteriormente una pericolosa  tendenza in atto da tempo: il ridimensionamento delle  istituzioni pubbliche preposte  al governo e alla tutela del patrimonio collettivo – in particolare le Soprintendenze – per affidare,  con il “cavallo di Troia” del finanziamento economico, i progetti ai privati. Con  conseguenze deleterie:  scarsa trasparenza dei procedimenti, abolizione del dialogo con la città e della partecipazione dei cittadini (peraltro stabilita per legge) e probabilmente  molte  anomalie giuridiche difficili da aggirare…

Premessa: Nel corso di  un colloquio telefonico, il 29 luglio scorso, Mario Tozzi, Commissario straordinario dell’Ente Parco Regionale dell’Appia Antica, ci ha fatto presente che il documento di Autostrade per l’Italia  a cui facciamo riferimento sarebbe  stato superato da sviluppi successivi, che prevedono che Autostrade non finanzi  un  proprio progetto per l’Appia, ma, come  atto di  “mecenatismo puro”,  progetti già predisposti dalla Soprintendenza,  Agenzia Roma Mobilità e Ente Parco. Se così sarà, le nostre preoccupazioni saranno sicuramente ridimensionate, anche se riteniamo che l’appello dell’Associazione Bianchi Bandinelli  e varie prese di posizione  – tra cui quella di Carteinregola – abbiano senz’altro contribuito al cambio di rotta sulle proposte di  Autostrade per  l’Italia,  formalizzate nel documento consegnato poco prima  dello  scoppiare delle polemiche…
Noi ringraziamo Tozzi  per le precisazioni e siamo sicuri  che sia  animato da un sincero impegno per il parco. Però  siamo convinti che le migliori intenzioni, per essere tali, debbano essere inserite in   un sistema certo di regole che non scavalchino enti e procedure   poste a tutela del bene pubblico…

Analizzando la succinta presentazione in slides del progetto “Grand Tour” di Autostrade per l’ Italia (la versione che abbiamo visto dovrebbe risalire a fine giugno), vorremmo evidenziare  alcuni punti a nostro avviso molto critici che denunciano – quanto meno da parte di Autostrade per l’Italia – intenzioni che ci sembrano non compatibili con una corretta gestione dei beni pubblici.

E’ pur vero che si tratta di una mera proposta, per ora non ufficiale e non approvata, ma proprio per questo ci sembra giusto far presente a chi di dovere le nostre ragioni, per  evitare che ci si addentri in procedure assai incerte, creando  un pericoloso precedente (naturalmente pubblicheremo ogni precisazione che ci dovesse pervenire in proposito).


Il titolo della brochure è  “Operazione Grand Tour – valorizzazione e promozione Appia Antica ” su intestazione Autostrade per l’Italia:
– gli  “obiettivi strategici” indicati sono assai ampi e vanno decisamente   oltre la semplice mobilità o le competenze specifiche di Autostrade: “rendere fruibile per romani e turisti “l’esperienza Appia“, “l’accessibilità alle aree archeologiche” (che si immagina non carrozzabile…) “creazione punti ristoro“, manutenzione e restauro di alcuni tratti dell’Appia Antica”, “ricucitura Appia Antica Parco degli acquedotti“,  “promozione turistica integrata”
– “La condizione di base” invocata è  “superare la frammentazione di competenze tra “Mibact, Soprintendenze, Comune di Roma, Regione Lazio, Parco dell’Appia e Vaticano creando una cabina di regia unica per il “Progetto Grand Tour“: intento  condivisibile, che però non dovrebbe dare affatto per scontato che vi possa essere ascritto “d’ufficio” un privato, sebbene   con il ruolo di “mecenate”

– nel capitolo dal titolo “Cosa può fare Autostrade per l’Italia” si elenca una serie di iniziative: “definire il progetto complessivo da proporre alle istituzioni coinvolte” – quindi nelle intenzioni del proponente il progetto lo definirebbe autostrade –  “Erogare un contributo economico coerente con il progetto (quindi prima autostrade farebbe  il progetto, poi lo proporebbe agli enti, poi deciderebbe  il contributo da erogare per realizzarlo),  naturalmente  “mettere a disposizione tutor e telepass” , ma  anche – non si sa perchè –  “la comunicazione” e   “contribuire ad un nuovo modello di gestione“, che sembra rivlare  il proponimento del privato di occuparsi (anche in seguito? )  della gestione del Parco…
– Nel capitolo “attività di  competenza delle istituzioni”  le iniziative che spetterebbero a  Comune e Parco Regionale  sembrano  le voci di una   sorta di “lista della spesa” degli interventi chiesti di Autostrade  per realizzare il progetto.
– Per quanto  riguarda il   ruolo riservato  al Mibact, nella pagina con le attività di sua competenza c’è uno striminzito  elenco delle tipiche  voci  di cui si fa normalmente carico il soggetto pubblico quando assegna un progetto a un privato: analisi e verifica fattibiità” “coordinamento e controllo” “gestione dell’ iter normativo e procedurale, autorizzazioni etc” “. Che ci sembra ben altra cosa rispetto a un progetto portato avanti “insieme” alle varie componenti della “cabina di regia”. E desta una certa apprensione leggere che per Autostrade  l’analisi e verifica della fattibilità da parte del Mibact riguarda “il progetto nella sua interezza“:   una formula  elegante, a nostro avviso, del classico “prendere o lasciare”, cioè una “erogazione liberale” che – nella proposta di Autostrade –  ha tutta l’aria di un finanziamento subordinato all’accettazione del  progetto elaborato dallo stesso privato. Che a nostro avviso deve essere irricevibile per il metodo, ancora prima di entrare nel merito.

Se si pensa infine che accanto al titolo della  pagina “Cosa può fare Autostrade per l’Italia” è indicato – tra parentesi – “modello di accordo Packard -Ercolano“, e sapendo da chi se ne è occupato e ne ha scritto, che si tratta di  una citazione  assolutamente non pertinente rispetto alla stessa proposta  descritta nelle  slides, desta un certo allarme anche il fatto che i collaboratori del ministro Franceschini da mesi discutano degli interventi sull’Appia Antica con un interlocutore che cita così disinvoltamente la bellissima storia del mecenatismo “Packard” a Ercolano (1) , con cui il progetto non ha niente a che fare.

Post scriptum: sapendo che in genere  le  repliche sui giornali vanno  per le lunghe, rimaniamo in paziente attesa della pubblicazione della nostra lettera in risposta all’articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera (che peraltro abbiamo già provveduto – su richiesta – a inviare in versione più breve)

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(1) Si vedano  gli articoli di Francesco Erbani su La Repubblica, che segue da tempo il “modello Packard ” e si veda in particolare Se il mecenate è uno straniero che ama l’Italia la Repubblica.it 23 giugno 2014

6 Responses to Ancora sull’Appia Antica e Autostrade, per chiarire

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