Appia Antica, continua l’equivoco
Autore : Redazione
di Anna Maria Bianchi Missaglia
Domenica si terrà un “Tour del brutto” all’Appia Antica, proposto da Roberto Ippolito che secondo la presentazione dell’iniziativa** “si svolge sotto le insegne del Parco, il primo ente gestore di un’area protetta che ha il coraggio di far vedere quello che non va”. Ma a mio avviso c’è qualcosa “che non va” anche nell’iniziativa. Non rispetto a ciò che intende denunciare – chi potrebbe dar torto a constatazioni come “accanto al bello c’è il degrado e l’abusivismo” o – ancora di più – “Pesa il groviglio di competenze distribuite fra tre Comuni (oltre Roma, anche Marino e Ciampino), vari assessorati, i Municipi, più Soprintendenze, Regione Lazio, Ministeri, Stato del Vaticano (proprietario di molti beni) e naturalmente Parco Regionale dell’Appia Antica. Ma c’è anche un groviglio proprietario: importanti monumenti sono privati e troppi espropri di immobili già decisi dal Comune non si concretizzano mai”. Ma a questo proposito, come ha scritto recentemente Vezio De Lucia, presidente dell’Associazione Bianchi Bandinelli*, uno dei problemi è proprio questo dualismo di competenze che non ha alcun senso, altro che “all’Appia Antica manca un’identità univoca” come sostengono i promotori del Tour del Brutto! Scrive De Lucia: “Che c’entra con le aree naturali protette l’Appia Antica che, per Antonio Cederna, era “come l’Acropoli di Atene”? Ve l’’immaginate se nelle guide turistiche della Grecia leggessimo che l’Acropoli di Atene è un’area naturale protetta?” L’impressione è che si continui ad alimentare un equivoco, con la conseguente delegittimazione dell’ente preposto alla tutela dell’Appia Antica, la Soprintendenza Archeologica, che – quella sì – tra mille difficoltà, da decenni cerca di conservare e restituire all’uso pubblico questo gigantesco e unico patrimonio collettivo. Come ignorare i nuovi e meravigliosi spazi aperti grazie alla caparbietà dei funzionari della Soprintendenza? Di fronte alla meraviglia di Cecilia Metella e San Nicola, Capo di Bove, Santa Maria Nova, la villa dei Quintili, tutti luoghi aperti al pubblico e di tale importanza storico artistica da non poter non essere inclusi in qualsiasi tour non “mordi e fuggi” di Roma, che l’ente parco rivendichi convegni sull’abusivismo e battaglie “dal 1998” , e di “questi ultimi mesi” condotte “in prima linea di Mario Tozzi per la pedonalizzazione e il decoro” ci sembra piuttosto offensivo nei confronti di tutti quelli che hanno dedicato nei decenni vite ed impegno per la rinascita dell’Appia. E spero che prima o poi diventi evidente a tutti ciò che Cederna aveva capito per primo: l’Appia non può che essere un Parco archeologico. Sarebbe sicuramente un segnale positivo e coraggioso che proprio in questa occasione lo stesso Tozzi rilanciasse la assoluta necessità di un radicale riassetto istituzionale del Parco.
P.S. Avevamo rivolto al Presidente Zingaretti:l’invito a rendere noti i bilanci del Parco naturalistico, per capire quanti soldi vengono impiegati e per quali fini. Abbiamo trovato sul sito del nuovo servizio open data della Regione Lazio le informazioni, che studieremo e commenteremo: http://openspesa.lazio.it/soggetto/parco-regionale-dellappia-antica
> Vai al sito dell’Appia Antica
L’ Archivio Cederna (info su www.archiviocederna.it) è aperto per la consultazione tutti i mercoledì dalle ore 10.00 alle ore 14.00, previa prenotazione telefonica: 06.7806686 o e-mail: ssba-rm.archiviocederna@beniculturali.it
Villa dei Quintili (fotoAMBM)
Vedi
** Le volpi dell’Appia Antica di Vezio De Lucia La Regione Lazio ospita 3 parchi nazionali (d’Abruzzo, del Circeo, del Gran Sasso e monti della Laga), 15 parchi regionali, 10 riserve naturali…
vedi anche: La nostra strada Il decreto “Sblocca Italia”, la legge Lupi e il Piano Casa Zingaretti visti dall’ Appia Antica.
*Tour del brutto lungo l’Appia Antica Visita guidata con Roberto Ippolito
16.30 domenica 14 giugno 2015, partecipazione libera
Angoli orrendi accanto agli angoli incantevoli: il “Tour del brutto dell’ Appia Antica” proposto da Roberto Ippolito alle 16.30 di domenica 14 giugno 2015 rivela e mostra oltraggi incredibili alla Regina delle strade. È la visita guidata che non si sarebbe dovuto mai neanche concepire… se lo scenario fosse stato diverso. Partecipa Mario Tozzi, commissario del Parco Regionale dell’Appia Antica.
Ippolito, autore dei libri “Abusivi” e “Ignoranti” con Chiarelettere e “Il Bel Paese maltrattato con Bompiani, ha ideato venti tappe e un percorso personale di 1,8 km (partenza dall’ex Cartiera Latina via Appia Antica 42, Roma, con partecipazione libera) alla scoperta delle vergogne che si sono accumulate e continuano ad accumularsi.
Ma il “Tour del brutto” si svolge sotto le insegne del Parco, il primo ente gestore di un’area protetta che ha il coraggio di far vedere quello che non va. Un’idea di gestione che viene da lontano quando nel 1998 organizzò, a Palazzo Massimo, il primo convegno sull’abusivismo nel territorio dell’Appia, per arrivare a questi ultimi mesi con le “battaglie” in prima linea di Mario Tozzi per la pedonalizzazione e il decoro.
La visita guidata ha quindi anche il sapore di un’autodenuncia dell’insufficiente azione delle istituzioni con l’obiettivo di dare maggiore dignità all’Appia Antica e rappresenta una forte dichiarazione d’impegno: per dire che non siamo di fronte ad un’impresa impossibile e se qualcosa è stato fatto, molto resta da fare e si può fare condividendo obiettivi e responsabilità.
Ippolito conduce verso cattive sorprese come il Colombario dei Liberti di Augusto dentro un ristorante, una necropoli sotto un cavalcavia, il sepolcro di Geta aperto solo per le feste private, l’abbandono intorno al Sepolcro di Priscilla, i monumenti nelle ville vip, il fienile pericolante dell’ottocento occupato senza titolo da un concessionario di auto, la fermata degli autobus recintata per il rischio di caduta di un muro, il fiume Almone e il paesaggio alterati dagli interventi umani.
Il territorio è un capolavoro, ma è segnato anche da rovine contemporanee, abusi edilizi, attività economiche incompatibili, discariche inverosimili, inquinamento atmosferico e acustico, traffico spietato e auto lanciate come in un gran premio nonostante i divieti, luoghi inaccessibili.
Il “Tour del brutto” dell’Appia antica si svolge per esaltare le meraviglie di questa via, fiera di mostrare eccezionali testimonianze di oltre 23 secoli di storia e della cultura in un ambiente naturale magnifico. Rendersi conto della situazione di degrado non è piangersi addosso, ma serve: è la premessa del cambiamento. È l’occasione per riflettere sui compiti delle istituzioni rappresentative ma anche sulle responsabilità dei singoli.
Oggi all’Appia Antica manca un’identità univoca. Pesa il groviglio di competenze distribuite fra tre Comuni (oltre Roma, anche Marino e Ciampino), vari assessorati, i Municipi, più Soprintendenze, Regione Lazio, Ministeri, Stato del Vaticano (proprietario di molti beni) e naturalmente Parco Regionale dell’Appia Antica. Ma c’è anche un groviglio proprietario: importanti monumenti sono privati e troppi espropri di immobili già decisi dal Comune non si concretizzano mai.
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