Associazione Mare Libero: il Piano di Utilizzazione degli Arenili di Roma senza i cittadini
Autore : Redazione
Sta per arrivare all’approvazione dell’Assemblea capitolina una Delibera con la “Proposta di Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) del Litorale di Roma Capitale” (1) : l‘Associazione Mare Libero, aderente alla rete di Carteinregola, nei giorni scorsi ha portato alla Commissione Urbanistica alcune osservazioni assai critiche, a partire dal mancato coinvolgimento dei cittadini nella elaborazione del Piano, segnalando soprattutto i rischi di una ulteriore “privatizzazione” delle spiagge, che sono un bene pubblico e collettivo.
Secondo l’associazione, con l’approvazione del nuovo P.U.A. tutta la pianificazione dell’assetto del lungomare e delle spiagge verrà delegata ai singoli progetti di Ambito presentati dai “nuovi” Concessionari privati, e non risponderà quindi a una visione complessiva, nè a criteri preventivamente discussi con la cittadinanza. Pubblichiamo una sintesi e le osservazioni puntuali di Mare Libero (AMBM)
Osservazioni sul nuovo “Piano di Utilizzazione degli Arenili – PUA”
a cura dell’Associazione Mare Libero
Il Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) è lo strumento con il quale le Amministrazioni dei Comuni, con subdelega delle Regioni, regolano le attività turistico-ricreative sulle spiagge, che sono “pubblico demanio marittimo”.
Con l’attuale proposta di PUA, approvata dalla Giunta Raggi il 22 novembre 2019 (il precedente Piano risale al 2005), Roma Capitale ha annunciato di voler ristabilire la visibilità e l’accessibilità delle spiagge (eliminando il famigerato “lungomuro”) e di riservare alla pubblica fruizione il 50% minimo degli arenili, applicando leggi nazionali e regionali, sinora in molti casi disattese.
Rispetto a tale proposta, elaborata da “Risorse per Roma” (una partecipata del Comune che si occupa di patrimonio e urbanistica) durante il Commissariamento del Municipio X [in seguito alle note vicende giudiziarie partite dall’indagine “Mondo di mezzo” che hanno portato alla condanna del precedente Presidente NDR] e recepita con alcune modifiche da Roma Capitale, L’Associazione Mare Libero e il Comitato MarexTutti hanno sollevato molte obiezioni, di metodo e di merito.
Quella di metodo, fondamentale, riguarda l’assoluta mancanza di partecipazione dei cittadini ad una pianificazione strategica per il territorio, la sua forma urbana e gli spazi pubblici più rilevanti. È stato completamente ignorato quanto previsto dal “Regolamento di Partecipazione dei Cittadini alla Trasformazione Urbana” (n.57/2006), nonostante le petizioni popolari, firmate da migliaia di cittadini, presentate negli ultimi anni a Roma Capitale e al Municipio X.
Nel merito, si ravvisano diverse gravi criticità nelle prescrizioni del PUA, in particolare:
- l’applicazione del Piano Regolatore Generale del 2008 alle spiagge, assimilate a “Verde pubblico e servizi pubblici locali”, con un indice di edificabilità massimo del 5%. Le spiagge, per le loro peculiarità geologiche, ambientali e culturali, non possono essere ridotte a parchi giochi o scuole d’infanzia. Inoltre non viene presentata alcuna cifra o stima sulla quantità di edificato già presente (in gran parte definito “invariante”, per ragioni storico-architettoniche-testimoniali spesso discutibili), in eccesso (quindi da demolire) ovvero ancora da realizzare. Le uniche stime ufficiali note, presenti in un documento di Roma Capitale del 2013 (2), parlano di una edificabilità residua di oltre 17.000 mq. Nel regolamento del PUA, inoltre, non si parla mai esplicitamente di “demolizione”. Inoltre non è indicato nel PUA se gli edifici presenti sugli arenili, o porzioni di essi, che non ricadono nelle tipologie “invarianti” debbano essere demoliti ovvero a quale altro eventuale iter di legittimazione siano sottoposti. In sostanza, le opere realizzate in difformità rientrano comunque nel 5% di edificabilità? O anche, le opere autorizzate ma eccedenti la cubatura massima vengono demolite?
- una distribuzione di stabilimenti, spiagge libere e spiagge libere con servizi poco rispondente al principio di “equa ripartizione” contenuto nella normativa regionale (3). Di fatto le spiagge libere (dove non è previsto il noleggio di attrezzature) si trovano solo a ridosso degli edifici degli stabilimenti, con la funzione principale di aprire dei “corridoi” di accesso dalla strada verso una “passeggiata lineare” lungo la battigia (una “fascia” parallela alla linea di costa e di ampiezza proporzionale alla profondità della spiaggia). Quest’ultima verrebbe destinata appunto solo al transito e con il divieto di posizionare ombrelloni e sdraio portati da casa, perdendo così la sua funzione principale di spiaggia libera. Le spiagge libere e le spiagge libere con servizi (dove è possibile invece affittare le attrezzature) occuperebbero in media il 35% della lunghezza del litorale, e non è chiaro (mancano anche qui i numeri) se il 50% minimo di superficie destinata alla pubblica fruizione verrebbe rispettato anche senza la “passeggiata”;
- per ciascuno degli Ambiti individuati dal PUA (otto, di circa 1 km ciascuno) verrebbe rilasciata una unica concessione demaniale, con gara ad evidenza pubblica, ad un Consorzio o Associazione Temporanea d’Impresa, che dovranno presentare offerte economiche di “riqualificazione” in base ai parametri fissati dal PUA. Questa procedura, oltre ad attribuire un chiaro vantaggio ai concessionari uscenti, agevolati sia nel consociarsi che nel presentare progetti di riqualificazione per aree da loro occupate da decenni, lascia di fatto ai “nuovi” concessionari la progettazione definitiva delle spiagge, poiché manca nel PUA una visione organica e omogenea ed essendo solo richiesto il rispetto dei parametri fissati. Ai concessionari, infine, saranno affidati il controllo e l’organizzazione di tutte le spiagge, libere, libere con servizi e in concessione, con il risultato che ad essi sarà delegata l’intera gestione degli arenili di competenza del Comune.
Nella seduta della Commissione Ambiente del Municipio X, il 14 gennaio u.s., è stato richiesto di fermare l’iter di approvazione e di istituire dei Tavoli di Lavoro per una elaborazione partecipata del PUA. La Commissione si è limitata a assumere agli atti le predette osservazioni (vedi documento (4) e ha espresso a maggioranza parere favorevole all’approvazione del PUA.
L’Associazione Mare Libero e il Comitato MarexTutti stanno valutando ulteriori iniziative per bloccare questo iter e restituire la parola ai cittadini, titolari reali del bene comune più importante della Capitale.
QUANDO TUTTO SARA’ PRIVATO, SAREMO PRIVATI DI TUTTO.
Associazione Mare Libero
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
scarica le Osservazioni consegnate dall’Associazione Mare Libero alla Commissione OSSERVAZIONI PUA Mare Libero versione sito carteinregola
scarica Memoria della Giunta Capitolina n.74 del 13 novembre 2017 p.u.a.
scarica IL MARE NEGATO il libro bianco sul muro di illegalità e cemento che ha cancellato il mare di Roma a cura dell’associazione Mare Libero
NOTE
(1) Proposta prot. n. RC/32726/2018. Adozione preliminare della Proposta di Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) del Litorale di Roma Capitale (Dec. G.C. n. 76 del 22 novembre 2019)
(21) si tratta di uno Strumento Urbanistico degli Arenili (SUA), atto normativo del Comune di Roma
(3) VEDI Legge regionale n. 8 del 26.6. 2015 (art.7 comma 5) e Regolamento regionale 19/2016 “Disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico-ricreative” (art. 2 comma 1)
(4) scarica le Osservazioni consegnate dall’Associazione Mare Libero alla Commissione OSSERVAZIONI PUA Mare Libero versione sito carteinregola
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