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Autorità anticorruzione sul Decreto semplificazioni: non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio

Il Presidente dell'ANAC Merloni alla Camera il 2 luglio 2020 (dal video della Camera)

Il Presidente dell’ANAC Merloni alla Camera il 2 luglio 2020 (dal video della Camera)

Continua il confronto interno alla maggioranza sul Decreto semplificazioni. Il premier Giuseppe Conte lo ha  definito come «la madre di tutte le riforme», ma  molti sono i punti critici che dividono i partiti: gli appalti sopra soglia, l’elenco delle opere pubbliche da sbloccare e le modifiche all’abuso d’ufficio. Il 2 luglio, in occasione della presentazione alla Camera della relazione annuale,   il presidente dell’Anac (Autorità Nazionale Anti Corruzione) Francesco Merloni ha affrontato il tema senza mezzi termini: “non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio». L’ennesima modifica del codice, prima con la legge di bilancio del 2018 e poi con lo sblocca cantieri, non servirebbe a sbloccare alcunché come auspicato. Anzi. Il presidente dell’Anac elenca gli scarsi risultati dello sblocca cantieri: «A fronte di una crescita del mercato del 23%, quella degli appalti sotto soglia, oggetto delle semplificazioni normative, è stata di poco oltre il 10%. Dunque, non si è avuto nessun beneficio concreto, e il dato non deve stupire più di tanto: i cantieri più piccoli non avevano alcuna necessità di sblocco, perché già ci sono gli strumenti per avviare e chiudere velocemente le gare». (1). Italia Viva e Movimento Cinque Stelle fanno fronte comune a sostegno della linea governativa , mentre il Partito democratico continua a frenare sulla norma (1). In realtà il partito renziano dimostra  coerenza e continuità  con lo  “Sblocca Italia” varato dal suo leader nel 2014 (2), mentre il M5S continua a rotolare sempre più giù, sulla strada  avviata con il Decreto “Sblocca cantieri” del primo Governo Conte, e sempre più lontano dai valori fondanti di un MoVimento che aveva fatto della lotta alla corruzione la sua più importante bandiera. Pubblichiamo un articolo di Federico Anghelé Direttore di The Good Lobby Italia e il testo e il video dell’intervento del Presidente Merloni. (AMBM)

Per superare la crisi, sembrano riaffacciarsi in questi giorni ipotesi rischiose come quelle di un largo utilizzo dei “super-commissari”, del “modello Genova” per alcuni appalti sopra soglia, con amplissime deroghe (ad accezione delle norme penali e di quelle antimafia), e l’affidamento diretto fino a 150.000 euro senza alcuna consultazione degli operatori economici.

Ben vengano tutte le semplificazioni necessarie, ma non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio;al contrario, le deroghe indiscriminate creano confusione, i rup e le imprese non hanno punti di riferimento e si rischia di favorire la corruzione e la paralisi amministrativa.

Dopo il provvedimento del 2019, vi è ora il rischio di uno sblocca cantieri-bis, con le stesse problematiche.

Nonostante i dati incoraggianti, infatti, lo scorso anno il legislatore ha nuovamente modificato il Codice: prima, con la legge di bilancio a fine 2018 e, dopo, con il corposo decreto legge 32 del 2019 (c.d. “sblocca cantieri”), mediante interventi significativi, ad esempio, allargando le maglie degli affidamenti diretti. Ma siamo proprio sicuri che queste norme abbiano davvero sbloccato i cantieri?

ANAC-  RELAZIONE ANNUALE 2019 

Presentazione del Presidente Francesco Merloni

Camera dei deputati Roma, 2 luglio 2020

scarica la Presentazione.02.07.2020_scarica la Relazione.02.06.2020 (in calce il video della presentazione alla Camera dei Deputati)

(Da Good Lobby) Relazione ANAC: la corruzione si conferma l’emergenza di questo Paese. Occorre introdurre le segnalazioni anonime per i whistleblower

Roma, 2 luglio – “Le prime indiscrezioni sulla bozza del decreto Semplificazioni, che il Presidente Conte considera una fondamentale pietra miliare del suo mandato, non ci tranquillizzano. E ci fanno interrogare sul perché in Italia semplificare sia sinonimo di deregolamentare” , dichiara Federico Anghelé Direttore di The Good Lobby.

Nessuno è ostile allo snellimento dei tempi e alla semplificazione delle procedure burocratiche che rallenta la realizzazione delle opere pubbliche, considerate indispensabili in questo drammatico frangente di crisi economica. Ma, prima di conoscere i dettagli del provvedimento così caro al Presidente del Consiglio, pensiamo valgano almeno tre considerazioni generali:

  • cambiare di continuo il quadro normativo sul sistema degli appalti e delle opere pubbliche è quanto di più contrario al concetto di semplificazione che si vorrebbe invece far passare con questo decreto. Rendere le regole sempre diverse, costringere gli interlocutori a essere costantemente aggiornati sulle giravolte normative e amministrative di ogni governo è un gravissimo problema. Perché condanna le imprese a essere in balia dei funzionari pubblici, veri depositari dell’interpretazione delle “norme in mutamento”. Prospettare continue deroghe al quadro regolamentare accresce enormemente il rischio di corruzione perché garantisce agli amministratori pubblici uno straordinario potere.
  • Il Paese patirà una crisi economica senza precedenti, che potrebbe minarne il tessuto produttivo e commerciale. Le risorse pubbliche messe in campo dal governo e – ci auguriamo presto – anche dall’Europa, non dovranno in alcun modo essere dissipate. Per questo l’allentamento dei controlli è di per sé inaccettabilePossiamo forse correre il rischio che i fondi a disposizione per il piano di rilancio finiscano nelle mani di imprenditori corrotti o legati alla criminalità organizzata? Il presidente dell’ANAC Merloni nella sua relazione annuale alla Camera ha segnalato che nel 2019 le interdittive antimafia nei lavori pubblici sono aumentate del 10% rispetto all’anno precedente (633 provvedimenti complessivi). Ciò significa che le imprese legate alla mafia tentano sempre più spesso di insinuarsi nel tessuto economico del Paese, non utilizzando più il metodo della violenza, ma quello della corruzione.

Di fronte a questo scenario, riteniamo scellerata ogni semplificazione che preveda un alleggerimento dei controlli e che corra il rischio di facilitare cartelli tra imprese che partecipano alle chiamate dirette sostitutive delle gara d’appalto.

  • Ogni “piano shock” per far ripartire le opere pubbliche nel Paese dovrebbe prevedere un’eguale “dose shock” di trasparenza, che dovrebbe permettere a tutti di monitorare come vengono spese le risorse pubbliche, chi ne beneficia, lo stato di avanzamento dei lavori in tempo reale

La vera svolta amministrativa per l’Italia non dovrebbe passare da una deregolamentazione e da procedure derogatorie bensì da una piena trasparenza, che contribuisca a legittimare le scelte compiute dai decisori pubblici, da attuarsi anche attraverso la digitalizzazione dell’intero sistema appalti, un passo necessario per consentire non solo un controllo più efficace sulla regolarità delle procedure ma anche la velocizzazione delle stesse, come tra l’altro indicato da ANAC e da Bankitalia.

Come la relazione annuale dell’ANAC ha certificato, la corruzione rimane un’emergenza per questo Paese e sempre più spesso i funzionari pubblici “si vendono” per somme modeste (anche poche centinaia di euro sono sufficienti a rivelare informazioni riservate) e per vantaggi di altro tipo, dalle ristrutturazioni di casa ai doni di varia natura (pasti, trasporti, traslochi, mobili).

Per interrompere questi patti corruttivi è sempre più necessario promuovere la figura del whistleblower: le segnalazioni da parte di chi assiste a un illecito sono in forte crescita (ben 873 nel 2019 quelle registrate da ANAC) a riprova che la legge ha aiutato moltissimi a uscire allo scoperto.

“Ora ci aspetta una grande sfida: quella di migliorare la normativa italiana alla luce della nuova direttiva europea che dovrà essere recepita entro la fine del 2021. Occorre che anche il nostro Paese prenda in considerazione la possibilità di fare segnalazioni anonime, che garantiscano in toto la sicurezza di chi decide di evidenziare un potenziale illecito; e che venga estesa la legge anche al settore privato”, dichiara Anghelé

 Per osservazioni  e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

NOTE

(1)Fumata nera a Palazzo ChigiL’autorità anticorruzione boccia il decreto semplificazioni, mentre la maggioranza è spaccata (ancora)https://www.linkiesta.it/2020/07/decreto-semplificazioni-anac-merloni-vertice-maggioranza/

(2) Vai a “Sblocca Italia” cronologia materiali

IL VIDEO DELL’INTERVENTO ALLA CAMERA DEL

INIZIO INTERVENTO EX PRESIDENTE RAFFAELE CANTONE – SALUTO DEL PRESIDENTE DELLA CAMERA ROBERTO FICO A 7′ CA – intervento PRESIDENTE DELL’ANAC FRANCESCO MERLONI

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