Bassano Romano, il Comune approva una variante collegata a un centro commerciale. Ma l’interesse pubblico dov’é?
Autore : Redazione
Ci occupiamo di una trasformazione urbanistica che non riguarda Roma, ma Bassano Romano, in provincia di Viterbo. Dove l’amministrazione comunale non risponde alle domande dei cittadini sull’approvazione di una variante urbanistica collegata alla costruzione di un centro commerciale(1). Ci auguriamo che la situazione venga affrontata al più presto dal Comune con la trasparenza e le spiegazioni necessarie, e che la Regione Lazio ne approfondisca tutte le ricadute.
(12 giugno 2019) A Bassano Romano (Viterbo) il Consiglio comunale, guidato dalla giunta di centro sinistra del Sindaco Emanuele Maggi, ha votato il 29 marzo scorso una variante urbanistica che riguarda la realizzazione di un centro commerciale in località Valle della Piena. Molti gli aspetti controversi dell’operazione, a partire dal fatto che, segnala il Comitato Bassano Partecipa, la zona era sì prevista dal Piano regolatore come commerciale, ma nelle intenzioni doveva essere inserita in un Piano commercio – mai realizzato -con strutture commerciali diffuse con cubature inferiori e poco impattanti. Invece nel 2016 è arrivata la proposta di costruire il centro commerciale, con relativa lievitazione delle cubature, il cui unico vantaggio pubblico sembrerebbe essere costituito dal sostanzioso contributo che arriverebbe nelle casse comunali. Mentre lunga è la serie di controindicazioni e problemi tecnici segnalati dal Comitato. A partire dal fatto che il Comune non ha neppure atteso la risposta della Regione Lazio sulla verifica di assoggettabilità (2) alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica) (3) per approvare la Delibera con il “Piano particolareggiato in Variante al PRG per la zona D3 – commerciale in località Valle della Piena, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 36/1987” , votata in Consiglio comunale il 29 marzo scorso. Inoltre l’intervento comprenderebbe anche una superficie appartenente all’area PEEP “La Mimosa”, dove insistono case popolari, destinandola a parcheggi e verde, anche se non è chiaro con quale vantaggio pubblico e/o per i residenti, visto che gli utenti sarebbero principalmente i clienti del centro commerciale (e comporterebbe invece un consistente risparmio per il privato rispetto alla realizzazione di parcheggi sotterranei). Le altre le criticità, secondo il Comitato, sarebbero la mancanza di un piano adeguato per la mobilità (l’unica via di accesso sarebbe la piccola strada provinciale Bassanese), la mancanza di un piano straordinario per lo smaltimento delle acque reflue, e anche i costi di manutenzione delle aree verdi e dei parcheggi. E, conclude il Comitato, si dovrebbe ricorrere a un variante del Piano regolatore in nome di un interesse pubblico, interesse pubblico che in questo caso è assai difficile da individuare.
Proponiamo una riflessione di Paola Marchetti e Giancarlo Torricelli, delle reti civiche “Bassano Partecipa” e “Tuscia Europa”, pubblicata da Tusciaweb, e alcune domande da loro inviate anche come osservazioni agli uffici della Regione Lazio (4). Sperando che i cittadini abbiano presto risposte chiare e limpide (le controdeduzioni alle osservazioni dovrebbero essere pubblicate entro il 12 giugno). (AMBM)
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinegola@gmail.com
Roma 12 giugno 2019
[aggiornamento 23 giugno: il 12 giugno stesso, il Sindaco ci ha scritto avvertendoci che nell’articolo c’erano “moltissime nozioni non corrispondenti al vero” e invitandoci a un confronto diretto dopo il 25. Noi gli abbiamo chiesto di segnalarci tempestivamente errori e imprecisioni, visto che non ci piace che sul nostro sito siano pubblicati articoli con “nozioni non corrispondenti al vero”, e l’abbiamo nuovamente invitato a rispondere alle domande dei comitati, che fino a oggi non ci risulta abbiano avuto risposte ufficiali (nè che siano stati ricevuti dal Sindaco per un confronto). Speriamo che il Sindaco vorrà rispondere almeno a noi dopo il 25 giugno]
(da Tusciaweb 8 giugno 2019)
C’era una volta la politica di pianificazione urbanistica dei comuni. Ora non più.
Oggi succede che un comune vari un piano regolatore, un privato si svegli e chieda una variante. Ed il comune accetti.
di Giancarlo Torricelli e Paola Marchetti
Capita a Bassano Romano, dove il consiglio comunale ha votato una variante urbanistica per favorire la realizzazione di un centro commerciale, in località Valle della Piena.
In pratica, viene adottato uno strumento urbanistico di attuazione pubblica (il piano particolareggiato) per dare corso ad una operazione tutta privata, che scarica sulla collettività i costi, in termini di consumo di suolo, di aumento dei volumi di traffico, di produzione dei rifiuti e di smaltimento delle acque reflue.
Detta in altri termini: mentre appare chiaro l’interesse della società proponente a sveltire le procedure, non è chiarissimo quale sarebbe l’interesse pubblico, quello della comunità bassanese e del tessuto economico e commerciale locale.
Si tratta di una vicenda, presentata con troppa facilità come “un atto dovuto”, quando tanto scontata non è. O almeno non dovrebbe essere. E, soprattutto, per i volumi che mette in campo (8mila metri quadrati di superficie commerciale, per sei metri di altezza) parla della realizzazione di una grande struttura impattante, che soltanto un éscamotage tecnico, una furbizia progettuale, consente di catalogare come media.
E allude ad un modello, ad un’idea di paese per i prossimi anni: la Bassano che verrà sarà disegnata esattamente attorno a questa grande struttura, ne rimodellerà le abitudini, la socialità, perfino il suo tratto identitario.
Per di più, senza tenere conto di un dato che ormai è sotto gli occhi di tutti: alla proliferazione di centri commerciali (o “non luoghi”, per dirla con l’antropologo Marc Augé), si accompagna la saturazione dei mercati, la realizzazione di cattedrali di cemento, lo sviluppo di operazioni finanziarie che “usano” il territorio, lo mercificano, lo privatizzano per produrre scorribande che con l’interesse delle comunità locali non c’entrano nulla.
Se questo è il quadro generale, viene normale chiedersi il perché una società privata trovi conveniente prevedere un grosso investimento a Bassano Romano, in una zona economicamente “depressa”, lontana dalle grandi vie di comunicazione, servita poco e male dalla sola strada provinciale Bassanese.
Quale piano “industriale” e quali volumi di presenze sono previsti, al punto da giustificare un simile investimento, nonché il ricorso frettoloso da parte del comune ad una variante al Prg, senza neanche attendere la verifica di assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica ad opera della Regione, che avrebbe consentito al consiglio comunale di esprimersi tenendo conto della necessità di superare una serie di criticità legate al sistema della mobilità e dei parcheggi, oltre che al sistema di smaltimento delle acque reflue?
Per non parlare poi dei cosiddetti nuovi posti di lavoro, che spesso vengono sbandierati per giustificare tutta l’operazione. Un autentico miraggio di questi tempi, a cui nessuno pensa di poter rinunciare a cuore leggero. Ma anche in questo caso, al di là dell’aspetto superficiale, di cosa parliamo con esattezza?
Come vediamo drammaticamente in queste ore anche alla Mercatone Uno di Monterosi, il lavoro nella grande distribuzione parla spesso di precarietà, di sottosalario, di “esuberi”.
A questo dato generale, se ne aggiungerebbe un altro per noi fondamentale: l’apertura di un centro commerciale, in un paese come Bassano, significherebbe la sistematica marginalizzazione del piccolo commercio di prossimità, con la conseguente distruzione di altri posti di lavoro e magari con la vanificazione di piccoli investimenti (in strutture, ad esempio) che le famiglie di commercianti locali avevano compiuto negli anni.
A chi conviene dunque questa operazione? A Bassano e alla comunità bassanese? Non crediamo.
Anzi, Bassano, come altri territori del Basso Viterbese e dell’area metropolitana di Roma, avrebbe bisogno di ripensarsi e di ripensare la propria identità (sempre più depressa, sempre più omologata, sempre meno caratteristica), a partire da una chiara direttrice di sviluppo: più cultura, più servizi alla persona, più sostenibilità ambientale, più turismo di qualità, legato anche all’enogastronomia, più ricettività diffusa. In sintesi, più coesione e più capacità di fare rete territoriale.
Servono nuove suggestioni, che leghino questo territorio, alle grandi rotte turistiche di Roma e di Civitavecchia (porto crocieristico), provando a fare, nel piccolo, quello che si riesce a fare a Sutri, a Oriolo, a Caprarola, a Ronciglione, vale a dire investire sulla qualità di uno sviluppo possibile.
È l’identità, la vera vittima di questi anni. Anche a Bassano.
Se fino agli anni ’80 il provincialismo e il campanilismo sembravano essere i mali di un Paese che, ad oltre 100 anni dalla sua unificazione, faticava ancora a trovare un’identità nazionale, oggi ci ritroviamo in una situazione rovesciata, dove i grandi flussi sembrano aver rubato anche l’anima ai nostri paesi, consegnandoli ad un vivacchiare indistinto, privo di slanci e di visione, dove perfino un anacronistico Centro commerciale può essere spacciato come sinonimo di progresso.
Questo avviene in territori, come il nostro, che in 30 anni hanno subito profonde modificazioni urbanistiche e di composizione sociale. Bassano non è più da tempo né paese agricolo, né comune che vive di terziario. E’ un territorio sospeso, tra il non più e il non ancora.
Il tema del centro commerciale, dunque, si colloca qui: attiene al presente e al futuro di un territorio. Alla sua identità. A cosa dovrà e vorrà essere nei prossimi anni.
Ci parla di come la dimensione “pubblica” non si ponga minimamente il problema di tutelare le piccole botteghe, il commercio locale, il piccolo artigianato, tutto ciò che custodisce l’identità locale. Per di più in assenza di un Piano per il Commercio, tanto a livello comunale che provinciale.
Noi pensiamo che il Centro commerciale, per di più di quelle dimensioni, sia dannoso e vada contrastato, in nome di una idea diversa di Bassano, quella che prova a reinterpretare, ad attualizzare e reinventare il passato, quella che punta sulle eccellenze locali, quella che prova a dare spazio alla creatività delle nuove generazioni, quella che punta sulle nuove tecnologie in modo massiccio per promuovere un territorio e le sue tipicità.
Quella che si sforza di costruire una suggestione attorno al palazzo Giustiniani e al suo meraviglioso Parco, al Centro storico e alla Faggeta. Una suggestione che abbia l’ambizione del bello e che non si accontenta della mera gestione dell’esistente.
Ma per fare questo è necessario anche ripensare il ruolo del “pubblico”, dell’amministrazione locale: se non si alza l’asticella dell’ambizione, se non ci si misura con la difficoltà della visione, Bassano ed altri territori “minori” sono condannati ai margini, se l’unico ragionamento che informa le scelte amministrative è la necessità di fare cassa, senza alcuna riflessione sulla qualità di questi investimenti, Bassano rischia di non avere un futuro e di ripiegarsi miseramente su sé stesso.
Ecco, noi temiamo che sia quello che sta succedendo. Ed anche per questo pensiamo che opporsi al Centro commerciale sia in primo luogo un atto di amore e di responsabilità civica verso la comunità bassanese.
Paola Marchetti
Giancarlo Torricelli
Comitato Bassano Partecipa (dalla omonima pagina FB) https://www.facebook.com/bassanopartecipa/
(9 giugno 2019) Si può ridurre con una variante al Prg una zona PEEP (Piano Edilizia Economica Popolare, strumento urbanistico che serve all’amministrazione comunale per programmare, gestire e pianificare tutti gli interventi riguardanti l’edilizia residenziale popolare), a favore di un ampliamento di area commerciale privata? E possono essere esaustive le motivazioni, basate su un mero errore cartografico (ipotetico), a giustificare l’impoverimento di aree edificabili in edilizia economico e popolare? Senza aver riconteggiato il fabbisogno di standard urbanistici che, nel caso fossero carenti, consiglierebbero l’utilizzo dell’area residuale in B6 (residenziali) più consono alle vere esigenze del paese, piuttosto che “a servizio” di un parcheggio indispensabile alla realizzazione e gestione del centro commerciale. Un parcheggio che forse, così costruito, consentirebbe un forte risparmio economico al proponente (il privato), ma le cui spese di manutenzione si dovrebbe accollare la comunità. Ovviamente la monetizzazione della zona Peep, trasformata in commerciale, avrebbe un effetto tributario maggiore per le casse del Comune (imu, tasi, tari ecc.), ma senza un benché minimo beneficio per la comunità.
(28 maggio 2019 )5 domande in cerca di risposte sul Centro commerciale…
1) perché il Consiglio comunale di Bassano ha approvato il Piano particolareggiato convenzionato in variante al PRG per consentire la costruzione di un Centro Commerciale in località Valle della Piena, senza attendere che la Regione completasse la verifica di assoggettabilità alla Valutazione ambientale strategica (VAS), che avrebbe consentito di valutare adeguatamente gli impatti del Parco commerciale sugli assetti urbanistici esistenti (in particolare sul sistema della mobilità locale e sulle modalità di smaltimento delle acque nere)?
2) perché prima di approvare la Variante in Consiglio non si sono acquisiti i pareri di Arpa ed Asl tendenti a certificare che le strutture fognarie esistenti (in particolare il collettore di via dei Mille) sarebbero in grado di assorbire i prevedibili aumenti delle acque reflue che derivano dalla costruzione del Centro commerciale?
3) perché il Consiglio comunale ha approvato uno strumento urbanistico (il Piano particolareggiato) di iniziativa pubblica, che dovrebbe essere motivato da un pubblico interesse, che in questo caso appare del tutto inesistente e motivato unicamente dall’interesse del soggetto proponente, vale a dire una società privata?
4) perché il Consiglio comunale ha approvato un Piano particolareggiato in variante senza verificare la rispondenza tra il progetto presentato ed alcuni standard urbanistici necessari (come il numero dei parcheggi previsti per strutture di questa grandezza)?
5) perché il Consiglio comunale ha approvato una Variante al PRG “al buio”, presentandolo come un”atto dovuto” per correggere un mero errore cartografico, quando invece siamo di fronte ad una operazione che aumenta la cubatura disponibile per la società proponente il Centro commerciale?
Queste 5 domande sono contenute nelle Osservazioni che abbiamo presentato in Comune e in Regione.
Ci aspettiamo delle risposte.
Riteniamo doveroso che chi si preoccupa tanto della nostra opposizione rispetto ad un’opera che riteniamo profondamente sbagliata per Bassano, abbia il coraggio politico di rispondere pubblicamente e nelle forme più chiare, comprensibili e trasparenti possibile.
Lo imporrebbe il ruolo e l’interesse collettivo che andrebbe sempre tutelato.
Comitato Bassano Partecipa
* * *
LE TAPPE
(a cura di Paola Marchetti e di Giancarlo a Torricelli)
2016 Viene presentato, per conto di una prima società, il primo progetto del centro commerciale da realizzarsi in località Valle della Piena a Bassano Romano, che prevede la realizzazione di una grande struttura alta 9 metri per una superficie commerciale di 8000 metri quadrati e la realizzazione di parcheggi a supporto nel piano interrato
15.11.2018 viene presentato al Comune, da una seconda società subentrata alla prima, l’attuale progetto di Parco commerciale con una diversa tipologia: viene ridotta l’altezza (6 metri), la superficie commerciale supera di poco gli 8.000 metri quadrati e la struttura commerciale viene “frazionata ” in tre strutture “medie” (il che comporta anche minori standard urbanistici, a partire da un minor numero di parcheggi necessari ).
30 novembre 2018 il Comune invia in Regione (Ufficio Vas) il Rapporto preliminare per la verifica della procedura di assoggettabilità alla Vas
29 marzo 2019 senza attendere l’esito della verifica di assoggettabilità, il Consiglio comunale di Bassano approva un “Piano particolareggiato in Variante al PRG per la zona D3 – commerciale in località Valle della Piena, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale 36/1987. scarica
Comune Bassano Romano dlc_Delibera_13-04-2019_13-20-40 ; il Piano particolareggiato, di iniziativa privata, comprende sia l’area D3, sia parte dell’area B6, appartenente all’area PEEP “La Mimosa”. (vedi nota su B6 in calce*)
10 maggio 2019, Paola Marchetti e Giancarlo Torricelli, in rappresentanza della rete civica Bassano Partecipa, presentano una serie di Osservazioni al Piano particolareggiato
12 giugno 2019 Ad oggi il Comune non ha risposto, né ha comunicato i tempi per l discussione delle stesse in Consiglio comunale.
(*nota su particella B6: la delibera di Consiglio dice “che da un confronto tra la planimetria del PRG con quella catastale sussiste una discrepanza palese tra la dimensione della particella di PRG e quella catastale che si va a sovrapporre in parte sulla zona destinata a strada e in parte su quella B6, portandosi fin sopra la sagoma dei fabbricati già realizzati a fine anni 70 con il PEEP “la Mimosa”, che invece risulta individuato su PRG ben più ampio dell’area catastale che le identifica. Che tale scarto, dovuto ad un mero errore grafico, comporta di fatto una inesattezza del PRG sia sulle destinazioni date che sui parametri urbanistici e va sanata. In pratica questo “mero errore grafico” ( di cui non ci risulta esistere documentazione ufficiale come ad esempio il riconoscimento dell’errore da parte dell’Ingegnere che ha redatto il PRG e il fatto che le aree oggetto di Variante non vengono sottratte alla zona PEEP), viene “sanato” con un Piano particolareggiato promosso dal Comune per destinare l’area a parcheggio, che, come abbiamo detto, sembra più utile al proponente (che non prevede più i parcheggi interrati come nel progetto originario), che ai residenti.
NOTE
(1) scarica la delibera comunale approvata Comune Bassano Romano dlc_Delibera_13-04-2019_13-20-40
(2) dal sito della Regione Lazio http://www.regione.lazio.it/rl_urbanistica/?vw=contenutidettaglio&id=145
Ha lo scopo di valutare se i piani o le modifiche di piani, possano aver effetti significativi sull’ambiente e devono essere sottoposti alla fase di valutazione ambientale strategica, considerato il diverso livello di sensibilità ambientale delle aree interessate e riguarda:- Piani e programmi delineati dall’art. 6 co. 2 del d. Lgs. 152/2006 e s.m.i. ma che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi“per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l’uso di piccole aree a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al comma 2, la valutazione ambientale è necessaria qualora l’autorità competente valuti che producano impatti significativi sull’ambiente, secondo le disposizioni di cui all’articolo 12.”– Piani e programmi diversi che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti, (art. 6 co. 3bis)“L’autorità competente valuta, secondo le disposizioni di cui all’articolo 12, se i piani e i programmi, diversi da quelli di cui al comma 2, che definiscono il quadro di riferimento per l’autorizzazione dei progetti, producano impatti significativi sull’ambiente (anche non da sottoporre a Verifica di Assoggettabilità a VIA o Valutazione Impatto Ambientale)”
La procedura – definita all’art. 12 del D. Lgs. 152/06 e ss. mm. ii. – ha una durata complessiva di 90 giorni e si compone delle seguenti fasi:
- Trasmissione da parte dell’Autorità Procedente del Rapporto Preliminare, che comprende una descrizione del piano o programma e le informazioni e i dati necessari alla verifica degli impatti significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o programma;
- Identificazione dei Soggetti Competenti in materia Ambientale (SCA);
- Acquisizione dei pareri degli SCA (con eventuale conferenza) entro 30 giorni;
- Emissione del provvedimento di verifica, obbligatorio e vincolante.
(2) dal sito della Regione Lazio
Valutazione Ambientale Strategica http://www.regione.lazio.it/rl_urbanistica/?vw=contenutidettaglio&id=136
La VAS è definita dagli artt. 13-18 D.Lgs. 152/06 e ss. mm. ii. – prevedono una durata complessiva di 240 giorni, così suddivisi:
– 90 giorni per le consultazioni (fase di scoping);
– 60 giorni per le osservazioni a seguito della pubblicazione;
– 90 giorni per la fase di valutazione.
In particolare la procedura di VAS si applica a piani e programmi (D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. art. 6 co. 2):
a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell’aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l’approvazione, l’autorizzazione, l’area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti da sottoporre a VIA o Verifica di Assoggettabilità a VIA in base al sopra citato D.lgs. 152/2006 e s.m.i..
b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d’incidenza ai sensi dell’articolo 5 del d.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.
La procedura ha inizio con la presentazione di una domanda di avvio della fase di scoping disciplinata dall’articolo 13 comma 1 del D.Lgs. 152/06 e ss. mm. ii. A seguito di tale istanza e sulla base di un rapporto preliminare sui possibili impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piano/programma, l’autorità competente e quella procedente insieme ai soggetti competenti in materia ambientale entrano in consultazione, al fine di definire la portata ed il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale. La fase di consultazione ha una durata di 90 giorni, salvo quanto diversamente concordato.
Conclusa la fase precedente (scoping), l’autorità procedente comunica la proposta di piano/programma all’autorità competente allegando il rapporto ambientale e una sintesi non tecnica dello stesso. Contestualmente a tale comunicazione l’autorità procedente cura la pubblicazione di un avviso sul BURL.
Autorità competente ed autorità procedente mettono a disposizione del pubblico la proposta di piano/programma ed il rapporto ambientale mediante il deposito presso i propri uffici e la pubblicazione sul proprio sito web. La fase di consultazione ha una durata di 60 giorni decorrenti dalla pubblicazione dell’avviso sul BURL.
In relazione alla fase di valutazione, l’autorità competente, in collaborazione con l’autorità procedente, svolge le attività tecnico – istruttorie, acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata, nonché le osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati nella fase di consultazione pubblica ed esprime il proprio parere motivato nel termine di 90 giorni dallo scadere dei termini per la consultazione con il pubblico.
La decisione finale è pubblicata sul BURL e a conclusione della procedura viene resa pubblica attraverso la pubblicazione sui siti web delle autorità interessate:
- il parere motivato;
- una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo sono state integrate nel piano/programma e come si è tenuto conto nel rapporto ambientale degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano/programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate;
- le misure adottate in merito al monitoraggio.
(4) Osservazioni al Piano particolareggiato convenzionato in variante al PRG – località Valle della Piena – Comune di Bassano Romano (VT) inviate ai Consiglieri e alle Consigliere del Comune di Bassano Romano dalle reti civiche “Bassano Partecipa” e “Tuscia Europa” il 29 maggio 2019
I sottoscritti Paola Marchetti e Giancarlo Torricelli, in qualità di cittadini residenti nel Comune di Bassano Romano ed esponenti delle reti civiche “Bassano Partecipa” e “Tuscia Europa”, trasmettono in allegato le Osservazioni al Piano particolareggiato convenzionato in variante al PRG, in località Valle della Piena nel Comune di Bassano Romano, presentate al protocollo del Comune stesso in data 10.05.2019, come previsto dalla legge regionale 36/1987, che dovranno essere oggetto di una specifica riunione del Consiglio Comunale, prima di essere inviate in Regione.
Nello specifico, si è voluto sottolineare che, siccome il comune di Bassano Romano è dotato di un Piano Regolatore Generale approvato senza V.A.S., ogni intervento di pianificazione successiva doveva essere sottoposto preventivamente alla procedura di verifica di assoggettabilità alla Vas, in modo da colmare le carenze pregresse; risulta, invece, che il Piano particolareggiato convenzionato in variante al PRG in località Valle della Piena sia stato approvato dal Consiglio Comunale di Bassano Romano nel marzo 2019, senza che la procedura di verifica di assoggettabilità, inoltrata in Regione in data 30 novembre 2018, fosse ultimata.
Perché si è proceduto all’adozione del Piano particolareggiato, senza attendere gli esiti di questa fondamentale verifica da parte della Regione, per di più attivata dal Comune stesso come ente proponente?
Tale procedura risultava invece indispensabile preventivamente anche al fine di valutare gli impatti della struttura prevista (Parco commerciale) sugli assetti urbanistici esistenti.
In particolare, la verifica di assoggettabilità alla procedura di VAS serviva ad affrontare adeguatamente gli elementi di maggiore criticità che il progetto del Parco commerciale porta con sé: la coerenza tra le medie strutture previste e il numero dei parcheggi a servizio, la necessità di adeguare il sistema della mobilità locale e soprattutto la modalità di smaltimento delle acque nere, già fortemente deficitario, in un Comune che per di più non possiede un depuratore.
E’ evidente infatti quanto quello igienico sanitario sia l’aspetto di pubblico interesse più delicato, poiché le infrastrutture fognarie esistenti non appaiono in grado di assorbire ulteriori carichi.
In particolare, é necessario verificare se la rete fognaria di via dei Mille sia sufficientemente dimensionata per l’incremento dei reflui da trattare. Da questo punto di vista appariva fondamentale acquisire preventivamente i pareri dell’Arpa e della Asl sull’impatto che il Piano particolareggiato ed il Centro commerciale avranno sulla componente idrica, legato allo smaltimento delle acque reflue.
Senza questa verifica preliminare è l’interesse collettivo che rischia di essere compromesso.
Il piano così proposto comporta inoltre un maggior consumo di suolo, nel momento in cui gli indirizzi politici e le normative urbanistiche regionali pongono la necessità di ridurre la quantità delle aree da trasformare. Tra l’altro, da questo punto di vista, siamo in presenza di una Variante sostanziale, presentata formalmente come necessità di correggere un mero errore cartografico, ma che nella realtà produrrà un aumento di cubatura a servizio dell’operazione privata del Parco commerciale.
Sul piano delle procedure risulta quantomeno singolare e improprio il ricorso ad uno strumento urbanistico (il piano particolareggiato) attuativo di iniziativa pubblica, che quindi dovrebbe essere motivato da un pubblico interesse, che in questo caso appare inesistente e comunque non giustificabile, con una pianificazione che comporta gravosi oneri di gestione delle aree pubbliche, a vantaggio di pochi soggetti privati e a carico della collettività.
Certi che queste considerazioni e le osservazioni allegate saranno oggetto di una attenta valutazione, nell’interesse esclusivo della salvaguardia della comunità locale e delle normative vigenti, si porgono distinti saluti.
Bassano Romano, 27.05.2019
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