Carteinregola si unisce a coloro che chiedono al Governo di esprimere parere negativo alla proposta della Commissione Europea di inserire nucleare e gas fossile nel sistema per la classificazione degli investimenti ecosostenibili.
Il 31 dicembre scorso la Commissione Europea ha fatto circolare tra gli Stati una bozza dell’atto che fissa le condizioni per consentire l’inserimento del gas e del nucleare nella tassonomia verde dell’Ue, il sistema per la classificazione degli investimenti ecosostenibili. I Governi degli stati europei possono presentare le loro eventuali obiezioni entro il 21 gennaio, ma molti Paesi hanno già ribadito la loro contrarietà: l’Austria si è detta pronta a fare ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, si oppone anche la Germania, che ha avviato lo spegnimento di tre centrali e prevede l’uscita dal nucleare entro la fine del 2022 (mentre è favorevole al gas), contrari anche Lussemburgo, Spagna, Portogallo, Danimarca e Irlanda (1).
Il Ministro italiano alla transizione ecologica Roberto Cingolani si è dichiarato a favore, ma la maggioranza che sostiene il Governo è divisa: il Pd e il Movimento Cinque Stelle sono nettamente contrari, mentre il centro destra si dichiara favorevole al cosiddetto “nucleare di quarta generazione” , una tecnologia ancora nella fase della ricerca che in ogni caso non potrebbe concretizzarsi in impianti attivi prima di decine di anni (2). Ma nonostante i lunghi tempi di realizzazione, il leader della Lega Salvini, collegando l’attuale emergenza dei rincari energetici alla questione del nucleare, ha annunciato un referendum per reintrodurre il nucleare in Italia (referendum propositivo peraltro non previsto dalla nostra Costituzione)(3).
Carteinregola ricorda che attualmente nel nostro Paese la produzione di energia nucleare è stata cancellata dadue referendum abrogativi, nel 1987 e nel 2010(4), in cui gli italiani si sono espressi con larghissima maggioranza contro una fonte energetica che presenta altissimi rischi, purtroppo confermati da una serie di incidenti, di cui Chernobyl (1986) (5) e Fukushima Dai-ichi (2011) (6) sono stati i più catastrofici e noti, ma pochi sanno che poche settimane fa, tra il 25 novembre e l’8 dicembre, si è verificato un altro incidente in Francia nel Tricastin, con lo sversamento di circa 900 litri di acqua contaminata da trizio (isotopo radioattivo dell’idrogeno) nelle falde acquifere (7).
Inoltre resta la spada di Damocle delle scorie radioattive: nel nostro Paese non hanno ancora trovato collocazione quelle prodotte in passato – ancora immagazzinate in luoghi non sicuri e in condizioni di pericolosità più volte segnalate – e nemmeno quelle che vengono ancora prodotte dal settore ospedaliero e industriale. Solo pochi mesi fa raccontavamo (8) che da anni l’Italia dovrebbe decidere dove stoccare il suo materiale radioattivo, decisione assai impopolare, di cui nessun Governo si è voluto finora fare carico fino in fondo, procurandoci una procedura di infrazione dall’Unione Europea.
Il nucleare non sono è pericoloso ma ha tempi di realizzazione e costi incompatibili con la transizione ecologica. Ad esempio i tempi di costruzione dell’impianto nucleare di terza generazione (EPR) di Flamanville, iniziato nel 2007 e che doveva essere terminato nel 2012, sono slittati al 2023 (16 anni se la nuova scadenza sarà rispettata) e i costi di costruzione previsti in 3,4 miliardi di euro sono ora arrivati A 12,7 miliardi (9).
Chiediamo quindi che il Governo si pronunci contro questa apertura al ritorno del nucleare, e che il nostro Paese diventi protagonista di una vera transizione ecologica, promuovendo investimenti in energie rinnovabili sicure, pulite e rispettose dell’ambiente e del Paesaggio, chepossono salvare il nostro Paese e il pianeta dalla sciagurata corsa all’autodistruzione.
17 gennaio 2021
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Vedi anche : Interventi: il nucleare non sia incluso nelle energie rinnovabili – la lettera aperta dell’ OSSERVATORIO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA – PNRR promosso dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale – Laudato Sì – NOstra! Al Presidente del Consiglio Mario Draghi Al Ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani Al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio – 18 ottobre 2021 (> vai alla lettera)
(Da Il Fatto quotidiano 21 dicembre 2021) Nucleare di quarta generazione? Non esiste. Includerlo nel piano Green della Ue è un suicidio”. Il prof Tartaglia smonta le teorie pro-atomo: “Non è né sicuro né pulito”
(3) Vedi (Ansa 1 gennaio) Nucleare: Salvini, Lega pronta a chiedere il referendum Il leader leghista commenta la bozza della Commissione europea che punterebbe a includere gas e nucleare come “energie Green”
Tra il 1963 e il 1990 in Italia sono state attive quattro centrali nucleari, progressivamente disattivate dopo il referendum abrogativo del 1987 e il disastro di Chernobyl, avvenuto in Unione sovietica l’anno precedente.
Il dibattito sul nucleare è tornato alla ribalta circa vent’anni dopo. A giugno 2008 un decreto-legge del quarto governo Berlusconi aveva infatti avviato la preparazione di una “Strategia energetica nazionale”, che tra le altre cose prevedeva la «realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare». In seguito erano state approvate altre norme per cercare di concretizzare questo obiettivo.
All’epoca i provvedimenti spinsero il partito Italia dei Valori a promuovere un’iniziativa referendaria, poi guidata dal comitato “Vota Sì per fermare il nucleare”, per abrogare le nuove norme e fermare il ritorno dell’energia nucleare nel nostro Paese. Pochi giorni prima del referendum, il 26 maggio 2011 il governo Berlusconi decise di fare una sorta di marcia indietro, sospendendo l’avanzamento dei progetti sul nucleare. Anche perché, nel marzo 2011, c’era stato il disastroso incidente nucleare di Fukushima, in Giappone, che aveva portato a profondi ripensamenti nell’impegno nucleare anche in Paesi con numerose centrali attive (come lo stesso Giappone).
Il referendum italiano si è comunque tenuto il 12-13 giugno 2011, con un quesito modificato dalla Corte di Cassazione e adattato al nuovo quadro normativo. Il fronte del “Sì”, favorevole all’eliminazione del nucleare, vinse con il 94 per cento dei voti. L’affluenza del 57 per cento aveva inoltre permesso di raggiungere il quorum e validare così i risultati.
(7) vedi Indipendenteon line 28 dicembre 2021 Francia, nuovo incidente nucleare nel Tricastin tra il 25 novembre e l’8 dicembre, suolo contaminato da trizio
(8) vedi Rifiuti radioattivi, una patata bollente affrontata con trasparenza. 6 Gennaio 2021dove scrivevamo : (…) La Direttiva 70 del 2011 dell’Unione europea prevede che la sistemazione definitiva dei rifiuti radioattivi avvenga nello Stato membro in cui sono stati generati. La maggior parte dei Paesi europei si è dotata o si sta dotando di depositi per mettere in sicurezza i propri rifiuti a molto bassa e bassa attività; in Italia invece il progetto si era incagliato anche per la scarsa volontà della politica di diverso colore che non si decideva ad affrontare una questione spinosa e impopolare . Ora, anche in seguito all’apertura di una procedura d’infrazione nei nostri confronti, il progetto ha finalmente ricevuto il nulla osta dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, e passa alla fase preliminare che prevede il dibattito pubblico e la raccolta delle osservazioni sui siti individuati, anche se c’è già stata un’aprioristica levata di scudi da parte della maggioranza degli amministratori locali e di molti parlamentari, che hanno promesso di dare battaglia contro la possibile scelta del proprio territorio…Continua#