In questi giorni abbiamo seguito due vicende che riguardano il rapporto istituzioni/cittadini rispetto agli spazi di consultazione e partecipazione, che fortunatamente (o sfortunatamente) interessano due Municipi di diverso colore. Il XIV Municipio, dove è in atto un conflitto tra Presidente e Giunta M5S e i cittadini e i comitati che da due anni animano l’Urban Center- Casa del XIV Municipio, su cui a breve pubblicheremo vari materiali e un resoconto di quanto emerso nella Commissione Trasparenza dedicata, mercoledì 19 luglio. E il II Municipio, con una Presidente del Partito Demcoratico e una maggioranza di centro sinistra. Le questioni sono diverse e complesse, ma sembrano avere molti punti in comune, a partire da una evidente allergia di entrambe le forze politiche per le realtà civiche territoriali indipendenti, il ricorso a cavilli che rallentano o sospendono iniziative apparentemente appoggiate, e il dubbio che ci siano ragioni ben più stringenti che non si ha il coraggio di affrontare apertamente.
Cominciamo dal II Municipio, targato PD, dove il tema è: LA CONSULTA PER IL VERDE URBANO E IL DECORO.
A cura di Anna Maria Bianchi in collaborazione con Pier Michele Strappini
I FATTI
Nel corso della campagna elettorale del 2016, un coordinamento di Comitati del II Municipio chiede ai candidati Presidente l’impegno a istituire una consulta per il verde urbano e il decoro. Tutti accetta di buon grado, compresa la Del Bello, immortalata in un video a cura del Comitato per il Decoro Urbano (1). Dopo l’estate, il coordinamento comincia a sollecitare la Presidente e la maggioranza a istituire la Consulta, ma nulla accade. Allora il Coordinamento si rivolge ai gruppi di di opposizione e trova degli interlocutori nei consiglieri M5S, che predispongono una Deliberazione con relativo regolamento della consulta, da portare al voto del Consiglio Municipale dopo i necessari passaggi burocratici e in Commissione. La Commissione competente, Ambiente, però acquisisce preliminarmente il parere, negativo, del Direttore della Direzione Tecnica del Municipio II, pur essendo, tale organismo consultivo, previsto dallo Statuto (2) e dal Regolamento del Comune di Roma (3) .Essendo il parere non vincolante, l’argomento viene comunque calendarizzato e messo all’ordine del giorno nella riunione del Consiglio municipale del 27 febbraio 2017 . Nel corso della riunione però la maggioranza, facendo riferimento al parere negativo suesposto, manifesta la volontà di non votare a favore, per cui i proponenti del M5S ritirano la proposta e inviano al Segretariato Generale del Comune di Roma la questione del parere negativo. Dopo una serie di solleciti da parte del Segretariato al Direttore Municipale a fornire chiarimenti sul parere(4), il Segretariato stesso si esprime il 5 luglio, stabilendo che “è facoltà del Consiglio del Municipio, nell’ambito del proprio territorio, istituire le Consulte, anche in settori in cui siano già attive Consulte istituite dall’Assemblea Capitolina” (5) . Si arriva così a una riunione dei capigruppo, che decide di mettere la deliberazione all’ODG del ConsiglioMunicipale, fissando poi la data del 20 luglio.
LE OBIEZIONI DEL PARTITO DEMOCRATICO al REGOLAMENTO
Ma a sopresa, e nonostante la perfino eccessiva disponibilità dei consiglieri M5S a modificare alcuni pasaggi del regolamento contestati dalla maggioranza di centro sinistra con emendamenti, il Partito Democratico manifesta l’irremovibile volontà di non approvare la Delibera sulla Consulta, ma di rimandarla ancora una volta in Commissione per discuterne i punti (2 paginette) prima di riportarla ancora in Consiglio per la votazione finale.
Queste le obiezioni del PD(6):
Sono stati tre i rilievi mossi all’inizio dal Presidente del Gruppo PD, che pure si dichiarava favorevole alla istituzione della Consulta:
La possibilità di far parte della futura Consulta deve essere riservata solo alle Associazioni che si occupano prevalentemente di Verde pubblico;
La Consulta non deve avere il compito di deliberare;
La inutilità di inviare al Coordinatore della futura Consulta copia delle convocazioni di sedute delle Commissioni e del Consiglio tutte le volte che vengono affrontati argomenti inerenti il Decoro Urbano ed il Verde pubblico.
Durante la replica, lo stesso Presidente ha aggiunto anche, come motivo di riflessione, la genericità del termine “Decoro Urbano”.
Ebbene, per quanto riguarda il primo punto, è stato fatto presente, in vari interventi, che esistono da vari anni sul territorio diverse Associazioni e Comitati che si occupano non esclusivamente di Verde pubblico e Decoro Urbano e che, però, hanno contribuito alla difesa di questo importante settore ambientale. Sarebbe curioso sapere, se venisse accettata la proposta del PD, chi potrebbe giudicare la prevalenza o meno dell’attività sul Verde di ogni singolo gruppo di cittadini. [un comitato di quartiere come Cittadinanzattiva Flaminio, che si occupa molto di verde urbano, ma anche – fortunatamente – di altre problematiche (urbanistica, mobilità, sociale) del territorio, sarebbe escluso dalla consulta NDR]
Per quanto riguarda il terzo punto, anche se i Consiglieri del M5S si sono resi disponibili ad una soluzione concordata, facciamo presente che è davvero incredibile che un gruppo politico che si dice democratico faccia resistenza all’idea di comunicare in tempo utile ai membri di una consulta municipale le sedute istituzionali di loro interesse, costringendoli a una quotidiana consultazione del sito, in cui le informazioni sono spesso pubblicate all’ultimo momento.
Quanto al secondo punto, effettivamente la formulazione è un po’ sibillina , ma ha visto la piena disponibilità dei Consiglieri del M5S a rivedere immediatamente il testo, presentando un emendamento di modifica del termine “delibera” che chiarisse meglio il limite di questa prerogativa della Consulta. Che, lo dice la parola stessa, è una “Consulta” e non un organo deliberativo.
Infine, dopo gli interventi di cittadini (anche Carteinregola) e consiglieri alle obiezioni sovraesposte, il capogruppo PD ha aggiunto un accenno all’ambiguità della parola,”decoro”, paventando che potesse offrire il fianco, all’interno della consulta, a derive intolleranti verso situazioni dovute al degrado sociale. Obiezione che arriva – si noti – dopo mesi e mesi di dibattito sulla Deliberazione, che non ci risulta sia mai stata portata prima e che ci sembra ulteriormente pretestuosa.
L’obiezione è stata poi ripresa in Commissione ambiente il 24 luglio, e si è trasformata nella richiesta, come condizione del voto favorevole della maggioranza, che dal nome della Consulta sparisse la parola “Decoro”. Ma bisogna notare che lo stesso Municipio è dotato di un assessore “all’ambiente e al decoro”, e che, se proprio si volesse dare un significato più preciso all’espressione, basterebbe aggiungere nel regolamento un articolo “Definizioni” in cui precisare il perimetro dei temi d’interesse della costituenda Consulta. Le altre obiezioni avanzate in Consiglio sono state risolte in Commissione con la cancellazione del passaggio sull’informazione ai comitati al punto 3 (come se l’aggiunta di un destinatario alla mailing list appesantisse il lavoro degli uffici!), l’inserimento di “prevalentemente” al punto 1 (al posto di “non esclusivamente”) come criterio restrittivo della partecipazione delle associazioni e dei comitati (quindi quelli che non si occupano “prevalentemente” del verde non possono far parte della Consulta?), mentre la questione del punto 2era già stata risolta da un emendamento degli stessi cinque stelle in Consiglio.
Vedremo come sono state risolte altre proposte di emendamento, anche di altri consiglieri, come quella di un consigliere della Lista Marchini che vorrebbe restringere la partecipazione solo ad associazioni iscritte al registro dell’Agenzia delle Entrate, che se fosse inserito taglierebbe fuori molte realtà che operano da tempo sul territorio che hanno depositato il proprio statuto al Municipio ma che non hanno mai fatto il passo di costituirsi formalmente come associazione (una restrizione che peraltro non escluderebbe le tante associazioni composte da poche persone o che sono organizzazioni politiche mascherate).
QUALCHE DOMANDA SULLA POLITICA E SULLA TRASPARENZA del II MUNICIPIO
Ma non possiamo non osservare che ci sembra che il punto di conflitto vada al di là delle questioni, piuttosto di lana caprina, ufficialmente esposte dai consiglieri di maggioranza. Che, va sottolineato, se avessero avuto intenzione di istituire la Consulta, avrebbero loro stessi proposto la delibera e il regolamento. E non riteniamo neanche del tutto esauriente una possibile spiegazione avanzata dalla capogruppo di Sinistra Italiana, che nel Consiglio ipotizzava che gli ostacoli e le dilazioni fossero dovute al fatto che la delibera era stata portata da un movimento all’opposizione. Perchè in questo caso la maggioranza avrebbe potuto elaborare una sua proposta alternativa e, avendone i numeri, farla approvare.
A noi viene il dubbio che sia proprio l’istituzione della Consulta a non avere il gradimento della maggioranza di centro sinistra del Municipio, in qaunto sarebbe un organismo aperto ai comitati di quartiere, autonomi (e fortemente dotati di spirito critico) e selezionati attraverso regole condivise uguali per tutti.
Ci chiediamo invece con quali criteri e con quali regole e regolamenti sia stato istituito il cosiddetto “Tavolo per la qualità urbana dei servizi”, di cui fanno parte alcune associazioni civiche ma anche soggetti privati, come il direttore della Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni (7), tavolo che non risulta un organo formalizzato dal Municipio, ma che si è già riunito varie volte presso gli uffici della Presidenza del Municipio, trattando argomenti che si sovrapporrebbero a quelli della Consulta del Verde e del decoro urbano chiesta dal Coordinamento (uno per tutti: i rapporti con AMA), e il cui Coordinatore, a quanto si desume dai resoconti delle riunioni inviate ai partecipanti, risulta lo stesso direttore della Federazione citata. Tra l’altro il tavolo, che in Commissione hanno definito un’iniziativa informale della Presidente, sono stati convocati anche rappresentanti della Polizia di Roma Capitale e di aziende comunali.
A questo punto sorge la domanda: come può lo stesso PD che mette in dubbio alcuni articoli di un regolamento assai comune, sostenere un tavolo di associazioni creato – ci risulta – senza alcuna formalizzazione nè regolamento, sia per quanto riguarda i soggetti ammessi, sia riguardo le cariche espresse? Forse conviene cominciare a distinguere i tavoli informali da quelli istituzionali, quelli costituiti per cooptazion e da quelli che funzionano con regole democratiche e sono aperti a tutti.
Anna Maria Bianchi Missaglia
POST SCRIPTUM: chi scrive ha proposto alla Commissione, a fronte della cancellazione della parola “decoro” di chiamare la Consulta “per il verde urbano e la qualità dei servizi”, inglobando nella nuova struttura partecipativa il tavolo costituito informalmente dalla Presidente del Municipio. Così si sancirebbe la volontà del Municipio di adottare procedure trasparenti e regole uguali per tutti.
POST SCRIPTUM 2: Carteinregola e Cittadinanzattiva Flaminio non fanno parte del Coordinamento dei Comitati del II Municipio. La nostra posizione riguarda la difesa delle regole, della trasparenza, della democrazia e della coerenza. Indipendentemente.
(1) Video intervista a Francesca Del Bello 02 06 2016a cura di Pier Michele Strappini (parla delle Consulte a 0’50”)
(4) Il parere negativo viene ancora ribadito dal Direttore della Direzione Tecnica del Municipio II in data 1 marzo 2017; Il Direttore del Segretariato Generale del Comune,in data 28 aprile 2017, chiede al Direttore del Municipio chiarimenti in merito al parere negativo, poi vista la mancata risposta da parte del Dirigente municipale, il Direttore del Segretariato, in data 5 giugno 2017, sollecita una risposta al quesito posto . Infine, il 7 luglio 2017, il Segretariato i esprime sulla totale compatibilità della istituzione della Coanudlta con i regolamenti e le norme vigenti
(5) Nota del Segretariato Generale prot: RC20170020194 del: 05/07/2017
(…)
Più in generale, l’art. 15, comma 1, del Regolamento per gli Istituti di Partecipazione e di Iniziativa Popolare prevede la possibilità di istituire, in maniera del tutto evidente sia in ambito centrale che decentrato, “consulte per la rappresentanza delle associazioni che operano in un determinato settore o che rappresentano particolari categorie di cittadini”, ponendo tale potestà in capo alle assemblee elettive di entrambi i due livelli di governo dell’Ente.
(…)
Conclusivamente, alla luce di quanto sopra riportato, si esprime l’avviso che è facoltà del Consiglio del Municipio, nell’ambito del proprio territorio, istituire le Consulte, anche in settori in cui siano già attive Consulte istituite dall’Assemblea Capitolina.
(7) F.IN.CO. – Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni
Federazione Industrie Prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni
Federazione che riunisce le Associazioni di Categoria espressione di gran parte del mondo dei materiali da costruzione, impiantistica, dotazioni di sicurezza stradale e lavorazioni specialistiche di settore.
Agisce allo scopo di favorire la consultazione tra gli attori della filiera, massimizzando efficacia e visibilità delle Associazioni federate.
Attività svolte da Finco:
– lobbying a livello ministeriale e parlamentare;
– rappresentanza in Tavoli, Gruppi di lavoro, Comitati tecnici, Commissioni
– organizzazione Gruppi di Lavoro interni;
– collaborazione con organizzazioni di settore;
– servizio di consulenza legale, fiscale e previdenziale d’impresa alle Associazioni;
– iniziative per l’espansione del mercato dei prodotti da costruzione e delle opere specialistiche;
– iniziative strategiche nel settore delle costruzioni (partecipazione a protocolli federativi…);
– rappresentazione delle istanze in ambito europeo;