Chiosco di parco Nemorense, un lieto fine sospeso
Autore : Redazione
Da tempo seguiamo la vicenda del chiosco di Parco Nemorense e le battaglie dei comitati di quartiere e del II Municipio per rimettere al servizio della cittadinanza, secondo le regole e l’interesse pubblico, una stuttura di proprietà comunale, nello storico parco Virgiliano nel prestigioso quartiere Trieste. Nell’ottobre scorso ci eravamo anche permessi di titolare “Chiosco di Parco Nemorense: ogni tanto un happy end”. Ma il lieto fine per adesso è rimandato.
La struttura, un immobile di circa 90 metri quadri con cento metri quadri di spazio aperto all’interno del parco, dal 1989 era affidata ad una società a un canone risibile (negli ultimi anni 500 euro al mese) che tuttavia non veniva pagato da 14 anni, con una concessione ultrascaduta, senza che nessun ufficio, se non dopo le caparbie richieste di trasparenza dei cittadini e del Municipio, ritenesse di intervenire. Una lunga storia che abbiamo ricostruito nel nostro articolo del giugno 2014: Una piccola grande questione di regole, che sembrava avesse finalmente trovato un finale virtuoso: attraverso un bando pubblico, il chiosco sarebbe stato concesso per sei anni, con possibilità di rinnovo per altri sei anni, a un’associazione temporanea di imprese di cui fanno parte una cooperativa sociale che aiuta giovani immigrati africani, una società di quattro giovani ristoratori e un’azienda agricola di prodotti bio(1). Ora apprendiamo(2) che, a distanza di otto mesi, la convenzione non è ancora stata stipulata perchè, a quanto pare, il Dipartimento comunale Patrimonio(3), a bando concluso, ha chiesto di modificare i termini pattuiti(4), ventilando la possibilità che, nel caso che i legittimi vincitori non potessero far fronte alle nuove clausole, il chiosco venisse rimesso a bando o fosse assegnato al secondo in graduatoria.
Una vicenda che Carteinregola intende approfondire, chiedendo, se sarà confermato quanto descritto dal comunicato di Barikamà, spiegazioni agli uffici comunali preposti: la trasparenza sulle gare pubbliche non può riguardare solo l’assegnazione, ma deve essere garantita lungo tutto il percorso. E la prima regola di qualsiasi operazione corretta e trasparente, soprattutto quando è gestita da uffici pubblici, è che le regole non possono essere cambiate dopo la conclusione della partita(5).
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni scrivere a : laboratoriocarteinregola@gmail.com
(1) la cooperativa Barikamà ha vinto quale capofila di un’ATI costituita con Grandma srl, bistrot gestito da ragazzi trentenni nel quartiere del Quadraro vecchio, e dall’Azienda Agricola Eredi Ferrazza, situata in riva al lago di Martignano, che già collabora con Barikama’ nella produzione di yogurt e ortaggi biologici.
(2)vai alla pagina del sito di Barikamà con il comunicato e i relativi docuemnti che ricostruiscono la vicenda dal punto di vista dei vincitori del bando
(3)Il bando era promosso congiuntamente dal Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione e dal Dipartimento Tutela Ambientale – Protezione Civile di Roma Capitale e intendeva promuovere l’utilizzo di locali e spazi inutilizzati per attivare progetti virtuosi di sviluppo e promuovere l’imprenditoria giovanile al fine di rivitalizzare il tessuto sociale ed economico della Città.
(4)Il bando, (cfr. Art 6) però prevede l ’esclusiva competenza del Dipartimento Tutela Ambientale- Protezione Civile per la valutazione e l’individuazione dell’abbattimento del canone concessorio in relazione alla qualità e alla quantità dei servizi manutentivi posti dall’Amministrazione Capitolina a carico del concessionario .> vai al bando sul sito del Comune di Roma scarica il bando https://www.comune.roma.it/PCR/resources/cms/documents/Bando_conc.pdf
(5) Naturalmente il discorso non vale nel caso che emergessero irregolarità nella procedura del bando, ma in questo caso sembrerebbe che non sia in discussione la procedura di assegnazione, ma i criteri di assegnazione stabiliti dal bando