Città della Scienza o città della fatiscenza?
Autore : Redazione
Tra le Delibere all’ordine del giorno dell’Assemblea Capitolina del 1 luglio (1), una delibera in particolare, a nostro avviso, merita l’attenzione collettiva, la “Proposta 1/2014” relativa alle ex caserme di Via Guido Reni e al progetto di realizzazione della Città della Scienza (2) , su cui intendiamo fare il punto della situazione – anche come “parte in causa” (3) – per chiarire i vari aspetti in discussione, su cui ci sembra regni una certa confusione, dato che molti pensano che i consiglieri capitolini dovranno esprimersi sul progetto della Città della Scienza, mentre la Proposta consiste solo nell’abolizione della precedente delibera di Alemanno e nell’approvazione di una variante al PRG che è il presupposto fondamentale per far decollare un progetto. Progetto che prevede la cessione al Comune da parte di Cassa Depositi e Prestiti di metà dell’area di fronte al MAXXI per realizzare opere pubbliche, e che speriamo non finisca con l’impantanarsi nelle solite beghe politiche capitoline. Perchè nessuno – compresi gli elementi più radicali dei cittadini e dei comitati – pensa che le caserme debbano restare nell’attuale fatiscenza, uno spazio negato alla cittadinanza che costituisce una vera e propria “ barriera architettonica” che taglia in due il quartiere. Ma per Carteinregola è anche necessario che l’Assessore Caudo, che ha coinvolto la cittadinanza in numerosi incontri e in un tavolo di lavoro per le linee guida del masterplan, renda disponibili anche le informazioni sulle ipotesi economiche attualmente in campo, per bloccare sul nascere eventuali polemiche strumentali…
Il progetto[4]: lo “Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione di Via Guido Reni” si trova nel quartiere Flaminio (II Municipio) in un’area che negli anni si è arricchita di nuove strutture al servizio della città – basti citare MAXXI e Auditorium – in una zona che già vantava opere architettoniche di eccellenza come lo Stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport, a ridosso del polo sportivo (e di grande pregio) del Foro Italico, a cui è collegata da qualche anno dal Ponte della Musica. Si tratta quindi di un pezzo di città a grande valenza culturale, già dotato di numerose infrastrutture della mobilità pubblica, con un quartiere sicuramente privilegiato rispetto ad altre zone cittadine, che tuttavia risente di vari problemi, dalla sosta selvaggia, alle sacche di degrado, a un’abbondanza di verde scarsamente utilizzabile, alla carenza di servizi per i residenti (luoghi di incontro, servizi sanitari etc). Inoltre gli stessi ex stabilimenti militari, e i numerosi grandi edifici contigui[5], hanno creato di fatto una cesura nel quartiere, che rende un lungo tratto di Via Guido Reni una “landa” desolata e destinata prevalentemente al parcheggio, da cui emergono le “isole” del MAXXI e della Chiesa, completamente staccata dall’altra metà di quartiere, quella del Villaggio Olimpico e dell’Auditorium.
Lo “status quo” è quindi inaccettabile per tutti, dato che si tratta di un’ampia zona che non è mai stata fruibile dai cittadini del quartiere, come è altrettanto inaccettabile l’ipotesi/spada di Damocle che da sempre grava su queste strutture dismesse, di procedere a una “valorizzazione”, cedendo cubature ai privati per infilarci appartamenti di lusso, centri commerciali, uffici, etc senza nessun interesse pubblico che non sia quello di “fare cassa”. Aggiungiamo sul “tavolo” dei punti di vista in gioco/conflitto la posizione di chi vorrebbe (e come non dargli torto, se ci fossero i presupposti economici?) che le ex caserme diventassero un bene totalmente pubblico, con destinazioni al solo servizio dalla collettività.
Il progetto dell’Assessorato alla Trasformazione Urbana si inserisce in questo contesto, con l’intenzione dichiarata di creare una sintesi che risponda a tre requisiti fondamentali: l’interesse pubblico dell’operazione, il governo pubblico della trasformazione e la democraticità del percorso. Interesse pubblico e governo pubblico per utilizzare – in tempi in cui non ci sono soldi per mettere a norma le scuole, figuriamoci per ristrutturare vecchi stabilimenti con risorse pubbliche! – capitali privati per la rigenerazione urbana, ma soprattutto per assicurare il vantaggio dell’operazione per la città. In questo caso restituire metà della superficie dell’area a un uso pubblico, costruendo una città della Scienza, una piazza, servizi per il quartiere e alloggi a canone calmierato per giovani coppie, assicurando la sostenibilità degli interventi rispetto alla vivibilità del quartiere. Democraticità del percorso, attraverso il coinvolgimento dei cittadini (non solo residenti) nella stesura dei criteri per il Masterplan e nella istituzione di un concorso per la sua elaborazione, con una serie di tappe che garantiscano il “governo” di tutte le fasi, in sinergia con i cittadini.
E questa, a nostro avviso, è una strada virtuosa, che potrebbe diventare, ancora di più dell’opera che verrà costruita, il simbolo del cambio di passo della nuova amministrazione.
Fughiamo invece alcune leggende metropolitane:
- Gli ex stabilimenti (come tutte le altre ex caserme di Roma) non sono e non sono mai stati nella proprietà né nella disponibilità del Comune di Roma, dato che la maggior parte è ancora della Difesa e gli stabilimenti di Via Reni sono passati dal Demanio (statale) a Cassa Depositi e Prestiti.
- Non si tratta di una nuova versione della Delibera per le aree militari dismesse della precedente amministrazione (6) in quanto la Delibera del 2010 era in realtà puramente virtuale, ed era nata come escamotage concordato tra il Sindaco Alemanno e l’allora Ministro della Difesa La Russa per trovare una “contropartita” all’intervento del Governo sul debito della Capitale, tanto che la Delibera è stata lasciata scadere ancora durante la precedente consiliatura. La prima parte della Proposta di cui parliamo sancisce per l’appunto la revoca della deliberazione 8/2010.
- Non si tratta di una speculazione privata, paragonabile, come ha fatto qualcuno (7), al famoso Hotel Hilton (sorto sulla collina di Monte Mario con l’unico obiettivo del profitto privato). Pur essendo un’operazione immobiliare avviata, come in altre parti d’Italia, per diminuire il debito nazionale (8), anzichè produrre l’edificazione privata dell’intero compendio, in seguito all’accordo con il Comune metà della superficie sarà destinata a città pubblica (e parte delle risorse saranno utilizzate per costruirla) (9)
- Per fare una Città della Scienza non servono enormi superfici come La Villette di Parigi: si veda in proposito l’intervento di Paco Lanciani, responsabile scientifico del progetto museale, all’incontro al MAXXI, in particolare sulla superficie dello spazio espositivo in rapporto agli altri spazi della Cité de La Science de La Villette (10)
Altre obiezioni avanzate riguardano essenzialmente la sua fattibilità finanziaria ma ci sembra fuorviante agitare rischi che il museo della scienza diventi “come la Nuvola di Fuksas o come una grande incompiuta come la Città dello Sport di Calatrava” (11). Un paragone di facile presa sui timori dei cittadini romani, che da questo punto di vista ne hanno viste di tutti i colori, ma che in questo caso ci sembra assolutamente inappropriato. Intanto perché la Delibera di cui parliamo si limita a revocare quella “farlocca” del Sindaco Alemanno, e soprattutto perché – a voler essere precisi – non viene chiesta nessuna decisione ai consiglieri capitolini in merito al progetto, che si tratti di Città della Scienza o di qualunque altra cosa, ma solo di approvare una variante del PRG che permetta di trasformare le caserme in qualcos’altro (12) . Come già detto, nessuno, compresi gli elementi più radicali dei cittadini e dei comitati, pensa che le caserme debbano restare nell’attuale stato di abbandono e fatiscenza.
Resta il fatto che, al di là del là dell’approvazione da parte dell’ Assemblea della delibera di giunta per la variante al PRG, che servirà a mandare avanti il progetto già avviato da tempo, non solo con Cassa Depositi e Prestiti ma anche con i cittadini e i comitati, riteniamo doveroso che venga fatta più chiarezza su alcuni punti, a partire da quanto costerà l’edificazione della parte pubblica e in particolare la Città della Scienza. Pur partendo dalla lapalissiana constatazione che per sapere con cognizione di causa i costi (delle strutture pubbliche) e i ricavi (da Cassa Depositi e Prestiti) è necessario avere il progetto definitivo, progetto che proprio per la scelta di elaborarlo attraverso un percorso democratico e trasparente (confronto con la cittadinanza, concorso) richiede dei tempi piuttosto lunghi, crediamo che l’Assessorato e gli uffici dovrebbero portare a conoscenza dei cittadini le ipotesi economiche di partenza e i criteri con cui sono state elaborate[, comprese le varie possibilità di finanziamento economico del museo se le risorse disponibili dovessero in seguito rivelarsi inadeguate al progetto individuato.
Per approfondire:
http://www.urbanistica.comune.roma.it/partec-quart-scienza.html
https://cittadinanzattivaflaminio.wordpress.com/progettoflaminio/casermadiviareni/partecipazione-al-flaminio-il-diario/
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(1) Le delibere all’odg del 1 luglio sono scaricabili alla pagina https://carteinregola.wordpress.com/istituzioni/roma-capitale/accade-in-campidoglio/le-delibere-in-campidoglio-dellera-marino/
(2) Proposta 1/2014: a) Revoca della deliberazione dell’Assemblea Capitolina n.8 del 28/29 ottobre 2010 b) Adozione di variante del PRG relativamente eall’ex stabilimento militare materiali elettronici di precisione sito in Via Guido Reni, ai sensi dell’art. 10 c-9 legge 17 agosto 1942 (Dec. G.C. N.84 del 27 dicembre 2013).
(3) Carteinregola, e Cittadinanzattiva Flaminio e Amate l’architettura che vi aderiscono, insieme a numerosi comitati e associazioni del quartiere e del Municipio, fa parte del tavolo di lavoro avviato insieme al Dipartimento Urbanistica per la messa a punto delle linee guida da mettere alla base del concorso per il Masterplan
[4] Si veda la presentazione dell’Assessore Caudo del 28 gennaio 2013 e le slides http://www.urbanistica.comune.roma.it/partec-quart-scienza.html
[5] come la Scuola di polizia, la caserma PS che ospita il “113”e altre strutture militari ancora in uso alla Difesa
[6]la giunta Marino ha cancellato la delibera di Alemanno, la n.8 del 28/29 ottobre 2010, che aveva previsto una colata dì cemento sulle quindici caserme . Si veda https://carteinregola.wordpress.com/stop-consumo-di-suolo/attenti-alle-delibere/la-delibera-dei-forti-e-delle-caserme/
[7] Si veda l’articolo apparso su Il manifesto e la risposta dell’assessorato https://cittadinanzattivaflaminio.wordpress.com/2014/05/08/ex-caserme-via-guido-reni-manovre-di-palazzo-e-impegno-dei-cittadini/#more-1361
[8] Si veda sul sito dedicato le destinazioni riservate agli altri immobili di altre regioni d’Italia, nella stragrande maggioranza dei casi residenziali e ricettive http://www.cdpisgr.it/valorizzazione-immobili-pubblici/immobili-in-portafoglio/index.html
[9] L’area, che ha una estensione di 51.000 mq, diventerà di Roma Capitale per 24.000 mq
[10] http://www.urbanistica.comune.roma.it/partec-quart-scienza/incontro-citta-scienza.html
[11] http://www.romatoday.it/politica/citta-scienza-dubbi-antonio-stampete.html“Città della Scienza come la Nuvola di Fuksas? Manca il piano finanziario”
[12] scarica la Proposta RC.2013.22497-GUIDO RENI