Anche se non è un tema di cui si è occupata Carteinregola, è comunque importante conoscere le posizioni dei diversi partiti e schieramenti sulla giustiziae magistratura. In calce gli estratti dai programmi attraverso le parole chiave. Qui sotto il riepilogo CONFRONTO TRA LE PROPOSTE DEI PROGRAMMI ELETTORALI 2022 SU 7 “TEMI CALDI “ DELLA GIUSTIZIAE DELLA MAGISTRATURA:
Nei programmi dei partiti sulla giustizia ci sono alcuni punti in comune, in particolare laddove si parla di maggiore efficienza, minore durata del processo, digitalizzazione, assunzione di più personale, geografia giudiziaria e riapertura sedi di prossimità, maggiori risorse, interventi edilizi ecc. Esistono però alcune questioni determinanti alquanto controverse, che riguardano scelte che possono incidere a fondo sull’ordinamento giudiziario come disegnato dalla Costituzione italiana e sulla stessa autonomia della magistratura come l’abbiamo conosciuta fino ad adesso. Punti “caldi” che in parte sono stati affrontati dalla “Riforma Cartabia”[i] e anche da alcuni referendum popolari sulla giustizia promossi da Lega e Radicali che si sono tenuti il 12 giugno scorso e che non hanno superato il quorum[ii].
Si propone un riepilogo delle posizioni dei principali partiti che si presentano alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 su alcuni punti che riguardano in particolare la giustizia penale:
1) separazione delle carriere tra magistrati requirenti (come i pubblici ministeri) e giudicanti (i giudici) con eventuale sdoppiamento del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno), della Scuola superiore della magistratura ecc.
2) la riforma del CSM, in particolare per quanto riguarda l’associazionismo e l’elezione dei rappresentanti delle toghe e le pronunce disciplinari
3) L’obbligatorietà dell’azione penale per il Pubblico ministero[iii] e l’attribuzione al Parlamento, cioè al potere legislativo – e alla maggioranza politica del momento – delladefinizione dei criteri generali di priorità dell’azione penale[iv] (e il potere al Ministro della Giustizia di formulare osservazioni sui progetti organizzativi delle procure della Repubblica[v])
4) la riforma della prescrizione operata dalla “legge Cartabia” e l’improcedibilità del processo penale[vi]
5) la possibilità per i magistrati di tornare a esercitare anche dopo uno o più mandati politici elettivi
6) La modifica della cosiddetta “legge Severino”[vii]Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” in particolare per quanto riguarda procedimenti a carico di pubblici amministratori
7) I limiti allapubblicità delle indagini e delle sentenze – “buona fama”
In calce una panoramica di altre proposte presentate dai programmi in tema di giustizia. (>
Estratti dai programmi in base alle parole chiave: giustizia, magistrati, magistratura, ANM, processo, ordinamento giudiziario, PM, giudice, penale [nota: è stata volutamente lasciata la commistione tra giustizia penale, civile, amministrativa e tributaria, per una valutazione della tipologia delle citazioni e delle priorità di ciascun programma]
La Legislatura appena terminata è stata in gran parte dominata da due distinti fattori di contesto che hanno fortemente condizionato il Governo e il Parlamento nella produzione normativa: la pandemia e la pianificazione e messa a terra del PNRR. Anche il settore della Giustizia ha dovuto affrontare problematiche che hanno imposto un cambiamento dell’agenda politica del Governo. Ad esempio, la questione del processo telematico e della digitalizzazione ed un grosso investimento in piani di assunzioni. Ora è giunto finalmente il momento di guardare avanti. C’è la necessità di affrontare temi che richiedono una soluzione e tutelare e portare avanti le importanti misure ottenute nei tre anni di Governo.
Il primo macro-tema da sviluppare sarà quello relativo al rapporto tra Giustizia ed etica, legalità e trasparenza. Punti fondamentali che saranno oggetto delle politiche del M5S saranno innanzitutto la lotta alla corruzione e alle mafie, nonché alla grande evasione. (seguito non riportato > vedi confronto partiti su mafie e corruzione) (…)
Il secondo macro-tema è quello relativo al rapporto tra Giustizia e garanzia dei diritti. In tal senso occorre far sì che la prossima sia una Legislatura costituente per quanto concerne i diritti civili e la salvaguardia dei soggetti che più hanno bisogno di essere aiutati. (…)
Il terzo macro-tema è il rapporto tra la Giustizia e cittadino. Andrà finalmente rivista la cosiddetta geografia giudiziaria per garantire al cittadino un comodo accesso alla giustizia. Andrebbero quindi riaperte, secondo criteri omogenei ed oggettivi, quelle sedi inopinatamente chiuse da disposizioni legislative miopi. Bisogna, inoltre, valorizzare il ruolo dell’avvocato, soprattutto se giovane. C’è, infatti, la necessità di invertire quel tasso di abbandono dalla professione che ha portato molti giovani promesse ad allontanarsi dalle aule di tribunale. Altro punto atteso da tempo è la semplificazione e velocizzazione dei tempi dell’esame d’avvocato. La disciplina dell’equo compenso va ulteriormente migliorata per renderla effettiva, colmando quelle lacune normative che consentono ancora possibili abusi da parte dei contraenti forti. La durata dei processi è un problema, per i cittadini e per le imprese, ecco perché ci eravamo mossi con le riforme del processo penale e civile e rilanciamo qui alcune proposte per arrivare al risultato. Sappiamo però che in ogni caso la riduzione della durata non deve rappresentare una scappatoia o una denegata giustizia. Per tali ragioni il M5S ritiene fondamentale eliminare la norma sull’improcedibilità nel processo penale introdotto con la Riforma Cartabia. Allo stesso modo, riteniamo fondamentale porre altri correttivi alla medesima riforma e a quella dell’Ordinamento giudiziario e del CSM, eliminando quelle previsioni che possano ledere l’imparzialità e l’indipendenza del giudice. Ad esempio, l’attribuzione al Parlamento del potere di definire criteri generali di priorità delle indagini, in quanto questi non hanno valenza puramente organizzativa, ma sono destinati a vincolare il Pubblico ministero, incidendo sulle sue scelte procedimentali, tanto nella fase delle indagini, quanto al momento dell’esercizio dell’azione penale; nonché il riconoscimento al Ministro della giustizia del potere di formulare osservazioni sui progetti organizzativi delle procure della Repubblica.
Al fine di ridurre la durata dei processi rimane fondamentale perseguire quanto fatto dal Ministro Bonafede in relazione alle assunzioni sia di personale amministrativo che togato e continuare con il processo telematico.
2.3.1 La giustizia a garanzia dei diritti
Garantire una giustizia vicina al cittadino Rafforzamento della tutela della donna, della famiglia e dei diritti dei minori (…) cyberbullismo ecc
pag. 53 Riforma della geografia giudiziaria attraverso la riorganizzazione di alcune sedi di tribunale tramite criteri oggettivi.
Riforma del Testo Unico Spese di Giustizia per contenere i costi di accesso alla giustizia, incentivando al contempo gli strumenti di risoluzione alternativa del contenzioso.
o Prevedere che l’imposta di registro per la registrazione della sentenza conclusiva del giudizio sia posta soltanto a carico della parte soccombente eliminando il regime di solidarietà tra le parti.
Valorizzare il ruolo dell’avvocato (vedi programma)
Ridurre la durata dei processi
o Riforma del processo penale
– riforma della prescrizione per superare l’improcedibilità (cosiddetta riforma Cartabia);
– introduzione della procura speciale in appello;
– riforma del sistema delle notifiche seguendo quando previsto dall’originario DdL Bonafede presentato nella XVIII Legislatura.
o Introdurre correttivi al processo civile volti ad agevolare la definizione anticipata dei giudizi senza dover giungere a sentenza. o Rendere strutturali alcune norme emanate durante il periodo Covid in materia di processo civile, processo penale e processo amministrativo (es. udienze da remoto, udienza a trattazione scritta). o Riforma del processo esecutivo. o Riforma della normativa sull’amministrazione di sostegno per renderla più vicina alle esigenze dei soggetti vulnerabili. o Proseguimento nell’investimento in personale amministrativo e magistratura.
o Proseguimento nei programmi di edilizia giudiziaria e digitalizzazione.
Incremento delle risorse destinate alla giustizia
Per garantire l’attuazione dei principi costituzionali, occorre impegnarsi nella direzione di dotare il sistema giustizia delle risorse necessarie per la definizione di tutti i procedimenti. A tal fine occorre urgentemente colmare le scoperture negli uffici giudiziari. Attualmente mancano 1.617 magistrati, il 15,3% dell’organico. Una scopertura che arriva a punte del 17,9% a Bologna, del 23,3% a Roma, del 24,3% a Reggio Calabria. Tali carenze stanno causando in tutto il Paese rinvii di processi anche a distanza di anni.
Rivisitazione delle piante organiche
Occorre inoltre rivisitare le piante organiche in modo da garantire una esatta e realistica correlazione tra numero dei magistrati in servizio ed il numero dei procedimenti in carico, potenziando altresì gli organici del personale amministrativo.
Eliminazione dei criteri di selezione delle indagini rimessi al Parlamento
Nel rispetto del principio di separazione dei poteri e dell’autonomia della magistratura (art. 104 Cost.), nonché dell’obbligatorietà dell’azione penale per il Pubblico ministero (art. 112 Cost.), pilastri del nostro sistema costituzionale, non riteniamo condivisibile alcun coinvolgimento del Parlamento nell’individuazione di criteri di priorità di trattazione delle notizie di reato e nell’esercizio dell’azione penale, aspetti che dovrebbero essere prerogativa esclusiva dell’organo di autogoverno della magistratura.
Per questo motivo, riteniamo fondamentale superare quanto proposto dalla Riforma Cartabia – prima – e dalla Riforma dell’ordinamento giudiziario – poi –, rispetto all’attribuzione al Parlamento del potere di definire criteri generali di priorità delle indagini e dell’esercizio dell’azione penale.
Lo stesso Consiglio Superiore della Magistratura si è espresso in modo decisamente critico sul tema, evidenziandone il “possibile contrasto con l’attuale assetto dei rapporti tra i poteri dello Stato”. L’individuazione dei criteri di priorità è destinato, infatti, inevitabilmente a rispecchiare gli orientamenti delle maggioranze politiche del momento, determinando un surrettizio controllo della politica sulla magistratura, e ponendosi in conflitto con i richiamati principi costituzionali, in particolare, sia con l’art. 104, che garantisce l’autonomia e indipendenza dell’ordine giudiziario da ogni altro potere, sia con l’art. 112, che sancisce che il Pubblico Ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale per tutti i procedimenti, senza alcuna discrezionalità, in attuazione al principio di uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge sancito dall’art. 3 della Carta Costituzionale. L’individuazione da parte delle maggioranze politiche di criteri di priorità si risolve in un aprioristico diniego di giustizia per i procedimenti che, non rientrando nelle fasce prioritarie, sono destinati alla prescrizione, minando la fiducia dei cittadini nella capacità dello Stato di assolvere al compito fondamentale di assicurare il rispetto della legalità e la tutela dei diritti. In sostanza, il meccanismo della prescrizione viene utilizzato come occulto e mirato fattore di deflazione del carico degli uffici giudiziari, in assenza della volontà politica di potenziare gli organici della magistratura e di procedere ad una seria depenalizzazione.
Eliminazione del potere attribuito al Ministro della giustizia di formulare osservazioni sui progetti organizzativi delle Procure. In linea con la ferma volontà di garantire il rispetto della separazione dei poteri e dell’autonomia della magistratura, riteniamo opportuno superare quanto previsto nella Riforma dell’ordinamento giudiziario e del CSM promossa dalla ministra Cartabia, circa l’attribuzione al Ministro della giustizia del potere di formulare osservazioni sui progetti organizzativi delle procure della Repubblica.
Tali poteri, infatti, sono destinati ad incidere sulle scelte procedimentali del Pubblico ministero, travalicando le competenze attribuite espressamente al ministro della giustizia dall’art. 110 della Costituzione, limitate all’organizzazione e al funzionamento dei servizi relativi alla giustizia.
Inoltre, intendiamo intervenire sulla disciplina dell’Ordinamento giudiziario e del CSM, prevedendo:
– correttivi volti a ridurre la gerarchizzazione delle Procure;
– riforma del sistema elettorale;
– riforma del sistema di valutazione della professionalità;
– ripristino passaggio funzioni.
Riforma della giustizia tributaria e riforma della Corte dei Conti
o Riforma della Corte dei Conti con l’adeguamento di alcune disposizioni del codice di giustizia contabile (D.Lgs. n. 174/2016) a quelle del codice di procedura penale per rafforzare l’efficacia e l’imparzialità dell’azione della magistratura contabile secondo i principi già enucleati nella proposta di legge presentata dal M5S alla Camera. Dovrà essere garantita inoltre una forte tutela all’istituto della responsabilità contabile per preservare il corretto controllo sulle amministrazioni in riferimento all’utilizzo di risorse pubbliche al fine di non sperperarle a favore di azioni od opere non utili ai cittadini.
o Riforma, strutturale e organica, della giustizia in materia tributaria. Riforma dell’ordinamento e processo tributario mediante l’istituzione di una magistratura autonoma e specializzata, composta da giudici professionali, selezionati per concorso pubblico per titoli ed esami, impiegati a tempo pieno e in modo esclusivo e sottoposti ad aggiornamento costante e a valutazioni di produttività. L’obiettivo, in coerenza con il principio del giusto processo, è garantire una maggiore imparzialità e terzietà del giudizio mediante l’istituzione presso il Mef di un Dipartimento autonomo della giustizia tributaria che si occupi della gestione dell’organizzazione del nuovo sistema dei tribunali tributari e delle corti di appello tributarie e il potenziamento del ruolo del consiglio di presidenza della Giustizia tributaria.
Migliorare le condizioni di vita e di lavoro nonché la sicurezza all’interno delle carceri nel rispetto del corretto bilanciamento dei principi di rieducazione del detenuto e di certezza della pena o Investimenti per assunzioni e formazione (Polizia penitenziaria, Uepe, direttori, funzionari giuridico-pedagogici). o Ristrutturazione degli edifici esistenti e ampliamento dei posti disponibili proseguendo il piano edilizio iniziato, interventi di efficientamento energetico, potenziamento della videosorveglianza e bodyscanner, attuazione del piano anti-droni, superamento dell’attuale sistema di vigilanza dinamica e regime di celle aperte a favore di un sistema più in linea con quanto chiesto dall’Europa e di maggiore responsabilizzazione dei detenuti, premiando solo chi aderisce al percorso rieducativo e pone in essere un buon comportamento sia nei confronti dei detenuti che del personale.
o Prosecuzione e rafforzamento delle possibilità di lavoro e lavoro di pubblica utilità dentro e fuori gli istituti penitenziari, garantendo una conversione della pena in lavori di pubblica utilità seria e creando un portale del lavoro di pubblica utilità per fare incontrare le disponibilità degli enti e delle associazioni con le richieste dei diretti interessati, da ultimo, prevedere una riforma delle sanzioni sostitutive in modo che possano essere l’unica alternativa al carcere (ad es. se non viene accettato il lavoro di pubblica utilità).
o Collaborazione con il Ministero della Salute e le Regioni per ampliare il numero di posti disponibili nelle REMS al fine di garantire adeguate risposte alla problematica dei detenuti psichiatrici ancora presenti negli istituti penitenziari.
o Investire risorse per la rieducazione dei detenuti attraverso percorsi personalizzati ed esperienze realmente risocializzanti e formative, stoppando gli interventi volti all’ampliamento delle misure alternative alla detenzione finalizzate esclusivamente allo svuotamento delle carceri.
2.3.3 Legalità, trasparenza ed etica nella vita pubblica
pag.237 (…) un rinnovato sostegno italiano al consolidamento del sistema di giustizia internazionale e del ruolo della Corte penale internazionale nella lotta all’impunità; (…)
pag.243 5.2.4 Lotta all’impunità e giustizia internazionale
(…)Sostegno al sistema di giustizia internazionale e alla Corte Penale Internazionale; (…)
pag. 8 (…) Ciò significa portare a termine nei tempi previsti le tante riforme che l’Italia aspetta da tempo – cominciando da Fisco, Giustizia, Pubblica Amministrazione e Concorrenza – e tutti gli investimenti previsti dal PNRR (…)
(pag. 18) (…) Dobbiamo migliorare i rapporti tra Stato e contribuenti, semplificando drasticamente gli adempimenti attraverso il Codice tributario unico, lo sviluppo del fisco digitale, l’abolizione delle micro-tasse, e attuando la riforma della giustizia tributaria.(…)
(pag. 29) Giustizia, legalità, sicurezza: la certezza del diritto al servizio di cittadini e imprese
Una giustizia lenta non tutela i diritti in modo efficace ed è profondamente diseguale, avvantaggiando chi ha più mezzi economici. Dobbiamo allora favorire ulteriormente la deflazione del contenzioso e la minor durata dei processi, intervenire sulla depenalizzazione dove necessario, costruire nuovi edifici destinati ad accogliere i Tribunali, intervenire sui costi della giustizia, investendo di più sugli incentivi fiscali, specie per l’accesso ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie, compreso l’arbitrato, promuovere una riflessione sulla circostanza che non tutte le “violazioni” debbono trovare una risposta nel processo penale.
Una delle grandi sfide che abbiamo di fronte è quella di completare la digitalizzazione del servizio giustiziae adeguare l’organizzazione e l’impostazione dell’intero comparto attraverso l’organizzazione digitale degli uffici e la creazione di banche dati. Va compiuto un ammodernamento delle strutture, investendo sulla ristrutturazione degli edifici esistenti, anche per adeguarli alla digitalizzazione, e sulle infrastrutture materiali e immateriali.
L’organizzazione dell’amministrazione della giustizia in Italia richiede un forte investimento nelle risorse umane, stabilizzando il personale ancora precario per la messa a regime dell’Ufficio del Processo e proseguendo con il reclutamento e assunzione di personale nelle cancellerie e di nuovi magistrati e magistrate nei tribunali. Proponiamo un sistema più aperto, con modelli formazione comune tra avvocati, magistrati inquirenti e giudicanti, che favorisca la circolarità delle esperienze e che renda concretamente attuabile, muovendo dall’articolo 106 della Costituzione, l’accesso in magistratura agli avvocati che sono già cassazionisti.
Proponiamo di istituire con legge di revisione costituzionale un’Alta Corte competente a giudicare le impugnazioni sugli addebiti disciplinari dei magistrati e sulle nomine contestate.
Vogliamo rafforzare una strategia europea e internazionale per contrastare il riciclaggio e i trafficanti, basata sui seguenti punti: utilizzo dei regolamenti in sostituzione delle direttive in materia per favorire l’armonizzazione degli ordinamenti e la cooperazione internazionale; creazione dell’Agenzia europea antiriciclaggio e lavorare affinché abbia sede in Italia; adozione a livello europeo di una legislazione sulla confisca dei beni e sui delitti di associazione mafiosa, sul modello della legislazione italiana; digitalizzazione degli scambi informativi e delle prove giudiziarie nel contrasto alle mafie e al terrorismo.”( per il testo completo > vedi confronto partiti su mafie e corruzione)
pag. 30 (…) Vogliamo valorizzare gli strumenti di giustizia riparativa anche per superare l’impostazione di un sistema penale incentrato prevalentemente sul carcere, sfruttando le potenzialità delle misure alternative e di comunità. Da questo punto di vista, riteniamo si debbano rendere strutturali le misure emergenziali applicate durante il Covid e immaginare nuove modalità di esecuzione della pena che prescindano dalla detenzione in carcere e garantiscano contemporaneamente sicurezza e dignità
Le statistiche sul lavoro penitenziario in Italia sono tra le peggiori d’Europa, meno del 4% dei detenuti e delle detenute lavora per datori di lavoro diversi dall’amministrazione penitenziaria. Il carcere deve invece diventare un luogo dove intraprendere percorsi formativi mirati e garantire sbocchi occupazionali certi. Questo può avvenire solo attraverso un coinvolgimento di imprenditori responsabili e un alleggerimento della burocrazia penitenziaria, fermo restando il necessario rispetto delle garanzie. Riteniamo necessaria una riforma radicale delle professioni penitenziarie, adeguando i trattamenti economici e promuovendo l’ingresso di nuove professionalità, destinando quote significative di fondi per assicurare supporto psicologico.
La sicurezza è un bene comune ed indivisibile, che può essere goduto solamente insieme agli altri, perché non ci si può sentire sicuri da soli. In questo quadro, il ruolo delle forze dell’ordine è cruciale. Il controllo che garantisce la sicurezza è un servizio pubblico, che richiede programmazione, investimenti, personale e risorse economiche. Il nostro obiettivo è investire su questi fattori, perché una società più protetta è una società più sicura, nella quale i cittadini si sentono più liberi e sono anche più solidali. In particolare, riteniamo sia opportuno investire sulla professionalità delle forze di polizia, adeguando gli organici alle necessità reali di presidio del territorio, migliorandone le condizioni di lavoro e salariali. Vogliamo promuovere politiche europee e stipulare accordi diplomatici con Paesi extra UE per la collaborazione nella prevenzione e repressione della criminalità organizzata e infine investire nell’uso di tecnologie innovative e nell’intelligence, e nel sistema di informazioni per la sicurezza della Repubblica, contro ogni forma di interferenza esterna, completandone la riforma e la riorganizzazione.
pag. 35 I TRE PILASTRI DI ITALIA 2027 1. SVILUPPO SOSTENIBILE E TRANSIZIONI ECOLOGICA E DIGITALE Gestire la complessità con un paradigma di sviluppo più moderno, equo e competitivo
(…) Giustizia – Per la certezza del diritto piena attuazione della Riforma Cartabia (…)
Daremo pieno attuazione alle Riforme Cartabia, così da rispettare gli impegni e il cronoprogramma del PNRR.
Adotteremo ulteriori misure per ridurre i tempi e i costi della giustizia,perdare certezze ai cittadini rafforzando le “garanzie”perché una giustizia lenta non tutela i diritti in modo uguale, avvantaggiando chi ha più mezzi economici:
•Sul processo civile insisteremo nel favorire la deflazione del contenzioso, investendo di più sugli incentivi fiscali e incoraggiando anche l’accesso ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie, compreso l’arbitrato.
Sul processo penale spingeremo per l’adozione di misure di depenalizzazione, perché non tutte le violazioni debbono trovare una risposta nel processo penale; introduzione dell’istituto della ‘archiviazione meritata’, strumento innovativo per velocizzare, snellire e deflazionare il processo penale; più giustizia riparativa.
Completeremo la digitalizzazione del servizio e la creazione di banche dati investendo nell’ ammodernamento delle strutture e nell’assunzione di nuovo personale dei tribunali e nelle cancellerie.
Investiremo in risorse umane,sostenendol’attuazione e la messa a regime dell’Ufficio del Processo(tramite la stabilizzazione del personale ancora precario) e proseguendo con il reclutamento e assunzione di personale nelle cancellerie e di nuovi magistratinei tribunali.
Pluralismo delle idee e circolarità delle esperienze. Dopo la riforma del CSM che deve essere ATTUATA, proponiamo:
• di istituire con legge costituzionale un’AltaCorte competente a giudicare le impugnazioni sugli addebiti disciplinari dei magistrati e sulle nomine contestate
• l’avvocato in Costituzione, riconoscendone pienamente il ruolo nel processo e nell’amministrazione della giustizia
• di rendere concretamente attuabile l’accesso in magistratura agli avvocati che sono già cassazionisti muovendo da quanto previsto dall’art. 106 della Costituzione.
ModificheremolaLegge Severino sui Sindaci, eliminando la sospensione dalla carica con la sola condanna di primo grado, con eccezione dei reati di grave allarme sociale.
Istituiremo un osservatorio permanente sul fenomeno del“cortocircuito mediatico”: dopo il recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza l’obiettivo è assicurare un punto di equilibrio tra il diritto dei cittadini ad essere informati e la garanzia che i processi si celebrino nei tribunali e non nelle piazze mediatiche.
•Magistratura onoraria.Completare lar iforma garantendo un trattamento che riconosca il valoro del loro lavoro.
Italia 2027: la nostra visione
Per noi la ‘guerra dei trent’anni’ tra politica e magistratura si è chiusa da tempo. Non ne abbiamo fatto parte, l’abbiamo condannata. C’era il rischio di un ‘secondo tempo’ di questa partita non conclusa, ma l’impegno del Partito Democratico è stato decisivo affinché questo non avvenisse. Nell’ultimo anno sono state approvate tre riforme di grande rilevanza e a lungo attese: processo civile, processo penale, Consiglio Superiore della Magistratura e ordinamento giudiziario. Sono provvedimenti convergenti e profondamente interconnessi, che perseguono l’obiettivo unitario di rafforzare efficienza e garanzie, ragionevole durata dei processi e certezza del diritto, trasparenza e buon andamento dell’amministrazione della giustizia. Esse hanno però bisogno di essere attuate con i provvedimenti conseguenti del Governo con importanti innovazioni organizzative e strutturali. In assenza dei decreti attuativi, le riforme non potranno entrare a regime, mettendo di conseguenza a rischio, soprattutto per quanto riguarda processo penale e civile, l’ottenimento dei fondi del PNRR. Le riforme del processo penale e del processo civile prevedono interventi decisivi su un tema comune: la durata dei processi, la cui riduzione è fondamentale anzitutto per assicurare certezza del diritto, una migliore e più efficace tutela dei diritti, ma anche – soprattutto in ambito civile – per garantire l’ordinato svolgimento delle relazioni tra operatori economici.
La riforma del processo penaleprevede maggiori garanzie a tutela del principio di non colpevolezza, potenzia i riti alternativi, introduce le pene alternative alla detenzione già nella fase della decisione e valorizza il ricorso alla giustizia riparativa, obiettivi fondamentali per il Partito Democratico.
La riforma del processo civile contiene norme per incentivare il ricorso alla mediazione, alla negoziazione assistita e all’arbitrato, con l’obiettivo di ottenere ricadute importanti in termini di deflazione del contenzioso giudiziario. Di grande rilievo, inoltre, l’introduzione del Tribunale della famiglia, che garantisce la concentrazione dinanzi a giudici altamente specializzati di controversie molto delicate, che investono da vicino la vita delle persone. Altrettanto importante, e fortemente voluto dal Partito Democratico, il potenziamento degli strumenti per il contrasto della violenza domestica, con la possibilità per il giudice civile di prenderla in considerazione indipendentemente dalla conclusione di un processo in sede penale. Si introduce un immediato coordinamento tra autorità giudiziarie civili e penali e con le forze dell’ordine.
La più recente riforma del Consiglio Superiore della Magistraturaprevede, anzitutto, una nuova legge elettorale nella quale sono stati introdotti – grazie alla quota proporzionale e alla norma sulla parità di genere – elementi che vanno nella direzione di un maggiore pluralismo e imprevedibilità dell’esito delle elezioni. Inoltre, con l’obiettivo di contrastare le degenerazioni del correntismo, la riforma prevede lo stop alle nomine a pacchetto e rafforza la separazione tra funzione disciplinare e funzioni di nomina oltre a diverse misure per un sistema più “aperto” e legittimato, come il voto degli avvocati nei consigli giudiziari, attraverso la partecipazione di tutti gli attori del processo alle decisioni più rilevanti nell’amministrazione della giustizia.
Una giustizia lenta non tutela i diritti in modo efficace ed è profondamente diseguale, avvantaggiando chi ha più mezzi economici. Dobbiamo allora favorire ulteriormente la deflazione del contenzioso e la minor durata dei processi, costruire nuovi edifici destinati ad accogliere i Tribunali, intervenire sui costi della giustizia, investendo di più sugli incentivi fiscali, specie per l’accesso ai metodi alternativi di risoluzione delle controversie, compreso l’arbitrato, ed incoraggiare la depenalizzazione dove necessario, promuovendo una riflessione sulla circostanza che non tutte le “violazioni” debbono trovare una risposta nel processo penale.
Una delle grandi sfide che abbiamo di fronte è quella di completare la digitalizzazione del servizio giustizia e adeguare l’organizzazione e l’impostazione dell’intero comparto attraverso l’organizzazione digitale degli uffici e la creazione di banche dati.
Va compiuto un ammodernamento delle strutture, investendo sulla ristrutturazione degli edifici esistenti, anche per adeguarli alla digitalizzazione, e sulle infrastrutture materiali e immateriali.
L’organizzazione dell’amministrazione della giustizia in Italia richiede un forte investimento nelle risorse umane, stabilizzando il personale ancora precario per la messa a regime dell’Ufficio del Processo e proseguendo con il reclutamento e assun-ione di personale nelle cancellerie e di nuovi magistrati e magistrate nei tribunali. Proponiamo un sistema più aperto, con modelli formazione comune tra avvocati, magistrati inquirenti e giudicanti, che favorisca la circolarità delle esperienze e che renda concretamente attuabile, muovendo dall’articolo 106 della Costituzione, l’accesso in magistratura agli avvocati che sono già cassazionisti.
Il sistema italiano della giustizia è in crisi da decenni: i tempi della giustizia sono tra i peggiori del mondo occidentale e il livello di fiducia dei cittadini è bassissimo. Non è però solo una questione di efficienza: occorre recuperare i valori costituzionali, assicurare la giusta separazione fra poteri e l’imparzialità e l’indipendenza di tutti i giudici, garantire l’equo processo e la presunzione di innocenza, la parità delle armi tra difesa e accusa, il rispetto della privacy, individuare merito e responsabilità come criteri fondanti delle carriere dei magistrati.
Proponiamo:
1. assegnazione al Ministero della Giustizia della responsabilità per tutte le magistrature incluse quelle Amministrativa, Militare e le Commissioni Tributarie; 2. separazione delle carriere dei magistratinelle due categorie di giudici e PM con riforma costituzionale che preveda due organi di autogoverno, la parificazione delle componenti togata e laica e distinti concorsi per l’accesso; 3. abolizione delle sezioni consultive del Consiglio di Stato, dei Tribunali delle Acque Pubbliche (TRAP e TSAP) e riconduzione del relativo contenzioso al Giudice Ordinario o al Giudice Amministrativo, a seconda dell’oggetto della controversia e abolizione del Ricorso Straordinario al Presidente della Repubblica; 4. riduzione drastica del numero di magistrati fuori ruoloe loro richiamo in servizio attivo; 5. divieto di tornare a prestare servizio per magistrati eletti a cariche politiche;
6. divieto per magistrati civili e penali nonché di TAR, Consiglio di Stato e Corte dei Conti di ogni incarico extragiudiziario, anche di consulenza, presso Ministeri, Autorità o in qualunque apparato pubblico e limitazione drastica del numero massimo di ore annue di insegnamento presso scuole o istituti privati;
7. profonda riforma del sistema penitenziario – i cui ruoli di vertice devono essere coperti non da magistrati ma da professionalità adeguate – e ammodernamento dell’edilizia carceraria. La riforma deve comprendere reclutamento, formazione e adeguatezza dei ruoli della polizia penitenziaria. Occorre raggiungere standard europei di trattamento delle persone detenute, assicurare trattamenti psichiatrici adeguati a chi ne ha bisogno, riconoscere il diritto all’affettività e alla sessualità in carcere, con l’obiettivo minimo di abbattere il numero dei suicidi e il grado di aggressività e quello più ambizioso di restituire alla pena detentiva il ruolo sociale che la Costituzione le riconosce;
8. unificazione delle dieci piattaforme diverse oggi esistenti per i processi telematici, con contestuale concentrazione delle risorse, delle decisioni e delle gestioni in un unico Ministero o istituzione; 9. completa informatizzazione degli uffici e collegamento delle Cancellerie di tutti gli uffici giudiziari del Paese;
completamento in tutti gli uffici giudiziari del processo telematico;
costituzione di archivi informatici per la raccolta di dati e atti, con accesso gratuito per magistrati, avvocati e personale amministrativo, per assicurarne la maggiore facilità di consultazione;
affidamento a organismi amministrati dagli Ordini dei Notai e degli Avvocati della gestione di procedure di volontaria giurisdizione, a costi predeterminati;
esenzione da responsabilità contabile per i funzionari pubblici che abbiano concluso accordi transattivi e di conciliazione entro importi predefiniti;
revisione del principio di obbligatorietà dell’azione penale e modifica dell’art. 112 della Costituzione che preveda l’individuazione della priorità nella persecuzione dei reati più gravi e linee di politica giudiziaria;
rafforzamento di ogni norma che garantisca la corretta applicazione della direttiva europea 343/16 in tema di presunzione di innocenza, con particolare riferimento all’aggravamento delle sanzioni in tema di violazione del segreto istruttorio e alla effettività del relativo procedimento di accertamento delle violazioni;
spostamento del processo ad altra sede quando l’eccessiva esposizione mediatica (attraverso la violazione della direttiva UE 343/2016 e del segreto istruttorio) sia tale da compromettere il rispetto del principio di presunzione di innocenza;
estensione delle depenalizzazioni e delle forme di giustizia riparativa, rafforzamento dei riti alternativi e abolizione dei limiti all’opzione di scelta del Giudizio Abbreviato;
estensione e rifinanziamento dell’istituto del rimborso delle spese processuali in caso di imputati assolti;
parità effettiva tra consulenti tecnici dell’accusa e della difesa;
abrogazione dell’art. 421 bis c.p.p. in tema di intervento di integrazione del giudice sulle indagini preliminari, che debbono restare di esclusiva competenza e responsabilità degli organi della Procura della Repubblica;
riforma del Sistema di Giurisdizione amministrativa con l’introduzione di un rito semplificato con giudice monocratico;
. creazione di un ruolo di magistrati tributari da selezionare con pubblico concorso e con reclutamento e istituzione di sezioni specializzate presso Tribunali e Corti di Appello;
introduzione della mediazione del Giudice tributario;
Per quanto riguarda la sicurezza, è necessario introdurre i codici identificativiper il personale delle Forze di polizia impegnato in servizio di ordine pubblico, finalizzati a consentire l’immediata identificazione dell’operatore che lo indossa.
pag. 23 (…) in merito alla PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO (…)
di sostenere il diritto internazionale come diritto prevalente. In particolare, +Europa continuerà in ogni forma possibile a sostenere il sistema di giustizia internazionale, a cominciare dall’attività della Corte Penale Internazionale per i crimini di guerra, i crimini contro l’umanità e il genocidio. Il tema dell’accountability e di come mettere fine all’impunità di chi commette questi crimini, sia come mandante sia come autore materiale, è sempre più ineludibile affinché non ci sia pace senza giustizia;
8. di combattere il flagello delle detenzioni arbitrarie, ovunque nel mondo e nelle loro molteplici forme. La persecuzione giudiziaria rappresenta una forma insidiosa di oppressione perché coopta l’autorità giudiziaria nel meccanismo repressivo dello Stato. La questione centrale che si pone è l’impunità degli Stati rispetto alla violazione di diritti fondamentali sanciti da convenzioni internazionali; (…)
pag. 28 Proponiamo: in merito all’INNOVAZIONE
(…) occorrono programmi di innovazione organizzativa e dei servizi in una serie di ambiti-chiave del settore pubblico che coinvolgono le missioni del PNRR: giustizia (…)
pag. 5. Far funzionare la Pubblica Amministrazione (…)
Il PNRR prevede l’abbattimento del 40% dei tempi della giustizia civile e del 25% di quelli della giustizia penale. Il governo Draghi ha approvato tre riforme per leggi delega: penale, civile e ordinamento giudiziario. Gli obiettivi fissati vanno perseguiti e occorre un monitoraggio costante e continuo sulla efficacia e operatività dei decreti attuativi. Occorre rivedere le piante organiche del personale sia del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) che del Dgmc (Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità) che si occupano di dare attuazione al fine rieducativo della pena per il recupero alla legalità del reo.
È necessario completare il riordino della magistratura onoraria il cui ruolo continua ad essere fondamen-tale perché la giustizia diventi efficiente e celere.
(pag. 8) (…) In tema di giustizia tributaria occorre farsi carico dei tempi della stessa, il rapporto giudiziario con il fisco, deve essere monitorato per evitare che i contribuenti restino incagliati nelle maglie dei tempi in cassazio- ne (55.000 ricorsi pendenti).(…)
Pag. 13 (…) Partendo dalla riforma del fisco e da quella sulla giustizia, bisogna puntare all’attrazione degli investimenti esteri. (…)
pag. 18 (…) Favorire quel che comunemente viene chiamato “reshoring” ovvero, in generale, la necessità di attrarre nel nostro paese imprese tecnologicamente avanzate, da qualsiasi parte del mondo provvenga il loro capitale. Tutto questo dipende, nel lungo periodo, da una radicale riforma del sistema dei servizi pubblici, iniziando dalla scuola e continuando con la giustizia civile ed il sistema dei trasporti, che trattiamo altrove (…)
pag. 10 (4. Azioni di giustizia fiscale) (…) Istituzione di un Codice Tributario generale sulle garanzie del contribuente e sui poteri dello Stato (…)
pag. 16 Democrazia e Giustizia
Una democrazia in salute si giudica anche dall’efficienza del sistema giudiziario che deve essere in grado di garantire una giustizia più giusta, veloce e affidabile.
I principi della nostra Costituzione si pongono a presidio di questo obiettivo: dal principio della presunzione di innocenza sino alla condanna definitiva, sancito dall’art. 27 della Costituzione, ai principi del giusto processo, della sua ragionevole durata, del contraddittorio nella formazione della prova, del giudice non solo imparziale ma anche terzo, sanciti dall’articolo 111 della Costituzione.
Una politica responsabile, superando la sua spontanea sudditanza alla giustizia, deve legiferare tenendo a mente tali principi, per restituire più efficienza al sistema tutto e per prevenire eventuali storture e protagonismi della magistratura.
È necessario quindi invertire la tendenza degli ultimi decenni per superare lo “squilibrio patologico” tra magistratura e politica, tra poteri dello Stato e per ripristinare il principio costituzionale di equilibrio tra poteri dello Stato. Si tratta di un intervento fondamentale per la tenuta della democrazia in grado di restituire ai cittadini la fiducia nella legge e nelle istituzioni.
4. Nuovi strumenti normativi per colpire la “zona grigia” di politica e imprenditoria e le collusioni tra massoneria deviata e mafia. Riforma della giustizia che dia forza all’autonomia ed indipendenza dei magistrati come singoli, contro gerarchizzazioni degli uffici giudiziari, eliminazione del ruolo delle correnti nel lavoro dei magistrati,funzione del CSM non più asservito ai rapporti opachi tra toghe e politica ma come luogo di garanzia di autonomia e indipendenza della magistratura quale condizione necessaria per l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.(…) Riformare e potenziare l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati e gli analoghi organismi locali per favorire la riconversione sociale.
Abrogazione delle leggi Salvini-Conte e Minniti-Orlando che criminalizzano il conflitto sociale e la povertà.
Riforma dell’istituto della detenzione soprattutto per i reati minori, attraverso un più ampio utilizzo delle misure alternative e investimenti nel reinserimento sociale dei detenuti. Intervenire sul sistema carcerario inadeguato e non degno di un paese civile e democratico. Processi più giusti e rapidi, con parità effettiva tra accusa e difesa, stop all’abuso della custodia cautelare e certezza della pena e del diritto.
Stop alla criminalizzazione e alle persecuzioni delle lotte sociali, ambientali e sindacali. Stop alle politiche di sgombero dei luoghi liberati da pratiche democratiche collettive di autogoverno e partecipazione dal basso. Il conflitto sociale non è un reato e non si reprime. (…)
Alleanza centrodestra – PER L’ITALIA Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra
pag. 4 punto 3 Riforme istituzionali, della giustizia e della Pubblica Amministrazione secondo Costituzione
(…) Riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario: separazione delle carriere e riforma del CSM
• Riforma del processo civile e penale: giusto processo e ragionevole durata, efficientamento delle procedure, stop ai processi mediatici e diritto alla buona fama
• Riforma del diritto penale: razionalizzazione delle pene e garanzia della loro effettività, riforma del diritto penale dell’economia, interventi di efficientamento su precetti e sanzioni penali (…)
Pag. 5 punto 4.Per un fisco equo (…)
Rapporto più equo tra Fisco e contribuenti: procedure semplificate, onere della prova fiscale a carico dello Stato, riforma della giustizia tributaria e superamento dell’eccesso di afflittività del sistema sanzionatorio (…)
Pag. 33 22. Una giustizia giusta e celere per cittadini e imprese
“Non può essere veramente onesto ciò che non è anche giusto”, scrisse Cicerone. Onestà e giustizia sono concetti che si fondono e che rappresentano la stella polare che traccia la rotta. Serve una riforma della giustizia che metta fine alle storture a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni e che sappia coniugare le necessarie garanzie con l’equità e la velocità dei processi. L’Italia merita una giustizia più giusta, vicina ai cittadini e alle imprese.
Riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario: separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, con concorsi distinti e impossibilità di passaggio di funzioni. Riforma del Csm con sorteggio dei membri per sconfiggere la lottizzazione correntizia che ha fortemente minato l’indipendenza e l’autorevolezza della magistratura. Stop alle porte girevoli tra magistratura e politica:il magistrato che entra in politica non è più garanzia di imparzialità e terzietà, è dunque necessario un rafforzamento della riforma Cartabia su questo aspetto.
Revisione degli incarichi fuori ruolo al fine di ricondurre più magistrati possibili allo svolgimento delle funzioni loro proprie e sostenere il lavoro delle procure nel garantire la giustizia.Riforma del processo civile e penale orientata a offrire effettive garanzie per le parti, parità di condizioni e ragionevole durata. Certezza della pena: no a provvedimenti “svuota carceri”, sì alla stipula di accordi bilaterali per far scontare ai detenuti stranieri le pene negli Stati d’origine.
Nuovo piano carceri e aumento dell’organico e delle dotazioni della Polizia penitenziaria.
Aumento della pianta organica di tribunali e procure. Digitalizzazione della giustizia e incremento del ricorso alla mediazione. Riforma della geografia giudiziaria nel rispetto dei principi del decentramento territoriale e della giustizia di prossimità. Eliminazione dei Tribunali per i minorenni e istituzione di sezioni specializzate presso ogni tribunale, anche per evitare casi come quello del “sistema Bibbiano”. Riforma della giustizia tributaria: basta magistrati nominati dal Mef e stop all’inversione dell’onere della prova. Stabilizzazione della magistratura onoraria.
“Non può essere veramente onesto ciò che non è anche giusto”, scrisse Cicerone. Onestà e giustizia sono concetti che si fondono e che rappresentano la stella polare che traccia la rotta. Serve una riforma della giustizia che metta fine alle storture a cui abbiamo assistito negli ultimi decenni e che sappia coniugare le necessarie garanzie con l’equità e la velocità dei processi. L’Italia merita una giustizia più giusta, vicina ai cittadini e alle imprese.
Riforma della giustizia e dell’ordinamento giudiziario: separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, con concorsi distinti e impossibilità di passaggio di funzioni. Riforma del Csm con sorteggio dei membri per sconfiggere la lottizzazione correntizia che ha fortemente minato l’indipendenza e l’autorevolezza della magistratura. Stop alle porte girevoli tra magistratura e politica: il magistrato che entra in politica non è più garanzia di imparzialità e terzietà, è dunque necessario un rafforzamento della riforma Cartabia su questo aspetto. Revisione degli incarichi fuori ruolo al fine di ricondurre più magistrati possibili allo svolgimento delle funzioni loro proprie e sostenere il lavoro delle procure nel garantire la giustizia. Riforma del processo civile e penale orientata a offrire effettive garanzie per le parti, parità di condizioni e ragionevole durata. Certezza della pena: no a provvedimenti “svuota carceri”, sì alla stipula di accordi bilaterali per far scontare ai detenuti stranieri le pene negli Stati d’origine. Nuovo piano carceri e aumento dell’organico e delle dotazioni della Polizia penitenziaria. Aumento della pianta organica di tribunali e procure. Digitalizzazione della giustizia e incremento del ricorso alla mediazione. Riforma della geografia giudiziaria nel rispetto dei principi del decentramento territoriale e della giustizia di prossimità. Eliminazione dei Tribunali per i minorenni e istituzione di sezioni specializzate presso ogni tribunale, anche per evitare casi come quello del “sistema Bibbiano”. Riforma della giustizia tributaria: basta magistrati nominati dal Mef e stop all’inversione dell’onere della prova. Stabilizzazione della magistratura onoraria.
Il sistema della Giustizia soffre di una generale sfiducia da parte della società civile nel suo complesso, prima ancora che degli investitori, e questa situazione generale ha effetti decisamente negativi sulla vita economica. Da diversi anni, il quadro è stato ulteriormente complicato dal fatto che soprattutto sulle riforme della giustizia penale si sono scatenate le maggiori tensioni e le contrapposizioni politiche.
Il PNRR (come del resto in materia fiscale e amministrativa) impone in ogni caso all’Italia alcuni interventi sulla giustizia per poter accedere ai fondi europei, il che richiede comunque decisioni piuttosto rapide e coraggiose, anche sui punti più scottanti.
Sul rito civile è necessario, soprattutto, un intervento di snellimento e razionalizzazione. Parallelamente, si devono valorizzare gli strumenti di risoluzione alternativa (consensuali) delle controversie, per limitare il ricorso ai processi, anche con incentivi fiscali. In termini generali, contenere la litigiosità, nella risoluzione delle controversie, è sempre l’opzione meno costosa per la società nel suo complesso
pag. 76 BIGENITORIALITÀ: IL MINORE AL CENTRO
(…) In merito alla L.54/2006 è necessario che ci sia un’attenta valutazione dei fatti da parte della magistratura. Questo presuppone un’adeguata formazione di tutti gli operatori e figure professionali che partecipano al procedimento al fine di assicurare la doverosa giustizia per il minore (…)
pag. 83 GIUSTIZIA
Senza giustizia non c’è libertà Senza giustizia non c’è sicurezza
GIUSTIZIA PENALE
In tema di giustizia penale gli interventi devono ispirarsi a due principi cardine: garantismo e certezza della pena.
Si tratta di concetti che si conciliano perfettamente nel perimetro dei valori del giusto processo cristallizzati nell’articolo 111 della Costituzione. La sentenza è giusta soltanto se è pronunciata da un giudice effettivamente terzo e imparziale, in tempi ragionevoli e all’esito di un processo in cui siano state rispettate in pieno le garanzie difensive. La sentenza è giusta se, una volta definitiva, in caso di condanna venga effettivamente e tempestivamente eseguita.
Solo un sistema efficace assicura i diritti delle vittime dei reati. Solo un sistema efficace costituisce un serio strumento di lotta alle mafie. Al contrario, un ordinamento incapace di assicurare giustizia genera insicurezza, disincentiva investimenti, alimenta sfiducia, consente l’insinuarsi di sacche di illegalità e il proliferare delle organizzazioni criminali. Gli scandali legati alle spartizioni di potere tra le correnti della magistratura hanno determinato, poi, il punto più basso del sistema giustizia nel nostro Paese.
È necessaria e non più procrastinabile una svolta.
Una riforma sistematica in grado di:
Prevedere strumenti moderni di contrasto alla criminalità organizzata a tutela della concorrenza, del libero mercato e dell’economia legale
Introdurre strumenti che tutelino effettivamente i diritti delle vittime dei reati
Razionalizzare il sistema penale, recuperando l’effettività del rapporto tra sanzione penale e bene giuridico protetto e, dunque, tra la pena e la sua funzione costituzionale
Garantire il diritto di difesa nel processo, senza compressioni o limitazioni
Assicurare l’effettiva terzietà e imparzialità del giudice
Velocizzare, anche mediante lo stanziamento di nuove risorse, la celebrazione dei processi, ovviamente senza ridurre l’accertamento a una valutazione sommaria e approssimativa; l’imputato non può essere ostaggio del processo per anni, né, per evitare tale rischio, può essere costretto a ricorrere a forme deflattive che non risolvono i problemi organizzativi della giustizia ma sacrificano solo il diritto di difesa e il contraddittorio
Assicurare l’effettiva e tempestiva esecuzione delle sentenze, nel rispetto del principio di certezza del diritto
MODERNIZZARE GLI STRUMENTI DI CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ MAFIOSA
Introdurre strumenti di prevenzione e di contrasto ai fenomeni della micro-criminalità e delle “baby gang”
(…)
È, poi, necessario contrastare il fenomeno della “manovalanza” minorile da parte delle organizzazioni criminali, che spesso si avvalgono di bambini e ragazzi per realizzare il loro programma delittuoso. A tal fine, occorre escludere per il minore la riduzione della pena, ritualmente prevista in via generale dal codice penale, nei casi di cui all’articolo 416 bis c.p.
In materia di giustizia minorile, ogni misura di repressione deve inserirsi necessariamente in un quadro di iniziative che privilegi le esigenze di prevenzione. In questo senso, la complessità del fenomeno rende indispensabile l’adozione di strumenti volti a favorire una costante interazione tra le istituzioni, finalizzata al supporto delle famiglie dei minori stessi
Occorre, infine, intervenire su tutti quei fattori, come l’evasione scolastica e l’uso incontrollato dei social, che interferiscono sul processo di formazione del minore.
Introdurre misure sanzionatorie, penali e amministrative, in materia di social media, soprattutto a tutela dei minori
Razionalizzare il sistema sanzionatorio, realizzando una riforma integrale che adegui tipologia e misura delle pene alle esigenze della collettività
Tutelare l’inviolabilità del domicilio da occupazioni arbitrarie e garantire la reintegrazione tempestiva ed effettiva del proprietario o del detentore
Riformare la legge c.d. Severino per evitare sanzioni automatiche nei riguardi di amministratori locali che paralizzano l’attività amministrativa
(…)
ESTENDERE L’INDEGNITÀ A SUCCEDERE A TUTTI I REATI DI VIOLENZA, ANCHE DI “VIOLENZA PSICOLOGICA”
ASSICURARE TEMPI RAPIDI E CERTI DELLA GIUSTIZIA: GIUSTIZIA LENTA È DENEGATA GIUSTIZIA
RIFORMA DEL CODICE DI PROCEDURA PENALE
Razionalizzare gli strumenti normativi per impedire elusioni
Occorre intervenire sulle leggi esistenti al fine di razionalizzare gli strumenti normativi già previsti nell’ottica di garantirne l’effettiva applicazione ed impedirne elusioni.
Rendere effettiva la ragionevole durata dei processi
È opportuno prevedere strumenti volti ad assicurare l’effettivo rispetto dei termini di durata delle indagini preliminari e trasformare alcuni rilevanti termini ordinatori in perentori (es. il termine per il deposito della sentenza da parte del giudice).
Rafforzare la tutela delle vittime del reato
Coloro che denunciano non devono essere lasciati soli ad affrontare le conseguenze delle loro coraggiose iniziative. Attraverso l’introduzione di adeguati strumenti di supporto si può assicurare la necessaria tutela delle vittime dei reati e il conseguente rilancio della legalità.
Solo così le vittime di estorsioni, usure e, in generale, di tutti quei reati (lesioni, violenze private, ecc.) perpetrati al fine di costringere il destinatario a sottostare a richieste illecite nell’ambito di sistemi criminali consolidati e radicati (es. pagamento del pizzo, forme di usura, concussioni sistemiche, ecc.), si sentiranno protette e sostenute.
Attuare effettivamente il principio di presunzione di innocenza: il diritto alla buona fama
Prevedere strumenti in grado di garantire il diritto a una buona fama, per riconoscere effettivamente, anche a livello mediatico, il principio della presunzione di innocenza dell’indagato o imputato coinvolto in un procedimento penale.
Riformare la disciplina delle misure cautelari: creazione di un doppio binario che preveda, per alcune tipologie di reati, requisiti più rigorosi per la loro applicazione
Porre limiti all’appello dell’Accusa
È necessario introdurre i seguenti casi di inappellabilità:
l’inappellabilità delle condanne alla sola pena pecuniaria;
l’inappellabilità per il pubblico ministero delle sentenze di proscioglimento, nel rispetto dei principi indicati dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 26/2007 relativa all’art. 1 della c.d. “Legge Pecorella”. Assicurare l’esecuzione tempestiva e certa della pena definitiva, nel rispetto dei diritti del condannato
RIVEDERE LA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA STABILENDO LA RIAPERTURA DI ALCUNI TRIBUNALI SOPPRESSI
GARANTIRE EFFETTIVA PARITÀ TRA ACCUSA E DIFESA PER UNA GIUSTIZIA GIUSTA GARANTIRE EFFETTIVA TERZIETÀ E IMPARZIALITÀ DEL GIUDICE
Attuare la separazione delle carriere
Per una giustizia più equilibrata e una effettiva parità delle parti, è indispensabile separare le carriere di giudici e pubblici ministeri, creando due CSM.
Occorre un ulteriore, decisivo passo verso la separazione delle carriere, che crei un solco profondo tra funzione requirente e funzione giudicante. A tale scopo è necessario che ci siano due CSM e concorsi separati per pubblico ministero e giudice.
Per garantire l’effettiva terzietà e imparzialità nello svolgimento della funzione giudicante non è sufficiente che i magistrati si distinguano solo per funzione. È necessaria una riforma costituzionale, che imponga la distinzione dei ruoli nell’ordinamento giudiziario.
Eliminare il correntismo esasperato e i suoi deprecabili effetti garantendo una giustizia uguale per tutti ed efficiente
Riformare complessivamente il CSM
Sorteggio degli eleggibili, previa individuazione dei requisiti minimi di professionalità, autorevolezza ed esperienza.
Divieto per i Consiglieri del CSM uscenti di essere trasferiti, nei primi cinque anni dalla cessazione dall’incarico, alla Corte di Cassazione o all’Ufficio del Massimario.
Legificazione delle circolari del CSM.
RESPONSABILITÀ CIVILE DEL MAGISTRATOÈ necessario assicurare l’effettiva responsabilità del magistrato per errori commessi nell’esercizio della funzione.
ALTRI TEMI DI RIFORMA
Riforma della magistratura onoraria La riforma della magistratura onoraria non può più essere rimandata. La fondamentale attività svolta da giudici onorari di tribunale, vice procuratori onorari e giudici di pace nella gestione di processi civili e penali è evidente non solo agli operatori del diritto ma a chiunque si trovi per qualsiasi motivo a partecipare ad una udienza civile o penale. Senza il contributo dei magistrati onorari si rischierebbe una paralisi della giustizia nel nostro Paese.
È necessaria, dunque, una riforma radicale.
Riforma dell’ordinamento penitenziario e interventi sulle carceri
Occorre operare una riforma dell’ordinamento penitenziario che garantisca piena dignità al detenuto e sicurezza nelle carceri, prevedendo assunzioni tra le fila della Polizia Penitenziaria e la costruzione di nuovi istituti penitenziari, moderni e vivibili.
GIUSTIZIA CIVILE FAMIGLIA
(…) Rivisitazione e riforma degli istituti di diritto di famiglia in sede di procedimenti relativi ai minori in merito ai criteri di competenza territoriale nel senso di renderli più vicini al minore e di assicurarne la competenza al Tribunale del circondario presso cui si rinviene il legame “sostanziale” con il minore e non lasciare solo al dato “formale”, quale il certificato di residenza, o all’effetto attrattivo, quale quello di precedenti giudizi di separazione o divorzio, la determinazione del criterio di competenza territoriale (…)
ALTRI TEMI DI RIFORMA
(…) Ampliare le competenze del Tribunale delle imprese giacché un’azienda che ha necessità di recuperare un credito necessario alla sua sopravvivenza deve poter disporre di una corsia privilegiata e pensare, in via sistematica, ad un ruolo specializzato di “giudice dell’economia”, esperto in diritto commerciale, societario e dell’esecuzione forzata, individuale e concorsuale in modo da aumentare la competenza in materie caratterizzate da elevato tecnicismo, ridurre i tempi di decisione e attenuare l’avvicendamento dei magistrati addetti al settore (…)
GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
Adozione di nuovi strumenti giuridici volti a dare maggiore efficacia alle decisioni del giudice amministrativo nei confronti della Pubblica Amministrazione
Previsione di una corsia preferenziale per le decisioni riguardanti opere strategiche, al fine di evitare dannosi ritardi, senza pregiudicare il diritto di difesa e di impugnazione
Istituzione del giudice monocratico per la gestione di controversie minori
pag. 2 Noi siamo i continuatori e i testimoni in Italia della tradizione liberale, della tradizione cristiana, della tradizione garantista, della tradizione europeista, dei valori e dei principi della civiltà occidentale. Garantiremo a tutti gli italiani la democrazia, il benessere, la sicurezza una giustizia giusta, una vera e completa libertà.
pag. 8 FORZA ITALIA PER UNA GIUSTIZIA IMPARZIALE
Riforma dell’Ordinamento giudiziario secondo Costituzione:
Vera responsabilità civile dei magistrati; Riforma costituzionale del sistema della separazione delle carriere dei magistrati;
Abolizione delle porte girevoli tra magistratura e politica, anche per chi assume ruoli apicali nelle pubbliche amministrazioni; Assunzione di nuovi magistrati, per evitare che per rendere più veloci i processi si elidano le garanzie del cittadino; Limitazione degli incarichi extragiudiziari dei magistrati; Forte riduzione del numero dei magistrati fuori ruolo;
2. Processo penale e civile secondo Costituzione:
Riduzione dei tempi del processo penale: la pretesa punitiva dello Stato non può e non deve essere eterna, dovendo rispettare il giusto processo e la sua ragionevole durata. È necessario, per tali fini, modificare la prescrizione processuale (improcedibilità) e rendere inappellabili le sentenze di assoluzione di primo e secondo grado; Incremento, nel processo civile, delle soluzioni alternative alla giurisdizione ordinaria unitamente alla semplificazione delle procedure;
Riforma del Codice di procedura penale (con particolare riferimento alla razionalizzazione dei riti alternativi, del regime dell’udienza preliminare e contestualmente dei rapporti del processo con l’ordinamento penitenziario); Abrogazione della legge Severino;
Regole più certe per applicare la custodia cautelare e per disporre le intercettazioni, con particolare riferimento all’utilizzo dei trojans; Progressiva totale informatizzazione dei sistemi delle cancellerie e del deposito degli atti; Miglioramento della tutela delle vittime mediante interventi legislativi mirati, tesi anche a consentire la più celere celebrazione di tale tipologia di processi; Razionalizzazione del processo mediatico, per sintonizzare il diritto all’informazione con la presunzione di non colpevolezza e il diritto alla riservatezza di ciascuno, onde evitare che la notizia sia più afflittiva del processo stesso; garanzia, altresì, del diritto all’oblio;
Riforma delle leggi penali sostanziali secondo Costituzione: Riforma del rapporto precetto/sanzione, al fine di armonizzare l’entità del fatto reato con una pena conseguentemente adeguata; Riforma degli strumenti di lotta alle mafie, per conferire loro maggiore efficacia; (…)
Riforma del sistema carcerario secondo Costituzione: Nuovo piano carceri e migliori tutele per gli agenti della Polizia Penitenziaria; Riforma del processo tributario secondo Costituzione: Revisione dell’onere della prova fiscale; Superamento dell’eccesso di afflittività del sistema sanzionatorio;
1. Tutelare la segretezza dell’avviso di garanzia fino alla decisione sull’archiviazione o sull’istanza di rinvio a giudizio: ancora oggi le inchieste vengono utilizzate come grimaldello dai media per esacerbare il confronto politico. Noi vogliamo una giustizia che sappia tutelare chi è indagato, senza lasciarlo preda di campagne di disinformazione e attacchi mediatici.
2. Tutelare gli amministratori locali da figure di reato bagatellari: i sindaci e altri amministratori si trovano spesso a dover dedicare parte del loro tempo e delle proprie risorse a procedimenti non connessi a reali responsabilità per illeciti personali, ma conseguenti al mero adempimento delle proprie funzioni. Noi vogliamo difendere gli amministratori locali con provvedimenti normativi dedicati, volti a impedire che il loro lavoro sia inficiato da procedimenti per reati di lieve entità e non connessi a responsabilità reali.
3. Promuovere il reinserimento lavorativo dei detenuti in uscita dal carcere per abbattere la recidiva: molti di essi faticano a trovare reali possibilità di impiego, nonostante la legge preveda anche dei benefici per le aziende che assumono ex carcerati. La difficoltà di potersi mantenere autonomamente è una delle principali cause di recidiva. Noi vogliamo che chi esce dal carcere possa contribuire concretamente allo sviluppo del Paese attraverso progetti dedicati che vedano la collaborazione tra aziende e cooperative sociali.
Pag. 3 (…)La nostra missione è quindi chiara: allargare le opportunità per tutti, a cominciare da quelli che ne sono sprovvisti. Per farlo, proponiamo un ampio spettro di riforme radicali in ogni dimensione del nostro stare insieme: dal funzionamento delle istituzioni repubblicane al settore formativo, dal funzionamento dei mercati alla Pubblica Amministrazione, dal fisco alla giustizia (…)
pag 10 . 12. Rimuovere i vincoli indiretti alla crescita economica e al benessere sociale (…) In particolare, come approfondito nelle altre sezioni del programma, è necessario: ridurre i tempi della giustizia (…)
[il PDF del programma non consente il copia e incolla integrale]
pag. 24
pag. 26
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
23 settembre 2022
NOTE
[1] LEGGE 27 settembre 2021, n. 134
Delega al Governo per l’efficienza del processo penale nonche’ in materia di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari. (21G00146)note: Entrata in vigore del provvedimento: 19/10/2021 (Ultimo aggiornamento all’atto pubblicato il 29/06/2022)https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2021-09-27;134
[3] L’obbligatorietà dell’azione penale per il Pubblico ministero è stabilita dall’ 112 della Costituzione, che sancisce che il Pubblico Ministero ha l’obbligo di esercitare l’azione penale per tutti i procedimenti, senza alcuna discrezionalità, in attuazione al principio di uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge sancito dall’art. 3 della Carta Costituzionale.
[4] LEGGE 27 settembre 2021, n. 134 : art. 1 comma 9 lett. i“…prevedere che gli uffici del pubblico ministero, per garantire l’efficace e uniforme esercizio dell’azione penale, nell’ambito dei criteri generali indicati dal Parlamento con legge, individuino criteri di priorita’ trasparenti e predeterminati, da indicare nei progetti organizzativi delle procure della Repubblica, al fine di selezionare le notizie di reato da trattare con precedenza rispetto alle altre, tenendo conto anche del numero degli affari da trattare e dell’utilizzo efficiente delle risorse disponibili; allineare la procedura di approvazione dei progetti organizzativi delle procure della Repubblica a quella delle tabelle degli uffici giudicanti;
[5] Art. 1 comma 1. Il Governo e’ delegato ad adottare, nel termine di un anno dalla. data di entrata in vigore della presente legge, uno o piu’ decreti legislativi per la modifica del codice di procedura penale, delle
norme di attuazione del codice di procedura penale, del codice penale e della collegata legislazione speciale nonche’ delle disposizioni dell’ordinamento giudiziario in materia di progetti organizzativi
delle procure della Repubblica, per la revisione del regime sanzionatorio dei reati e per l’introduzione di una disciplina organica della giustizia riparativa e di una disciplina organica
dell’ufficio per il processo penale, con finalita’ di semplificazione, speditezza e razionalizzazione del processo penale, nel rispetto delle garanzie difensive e secondo i principi e criteri direttivi previsti dal presente articolo.
[6] Secondo la precedente “riforma Bonafede”, la prescrizione cessava di decorrere con la pronuncia della sentenza di primo grado. La modifica introdotta dalla “Riforma Cartabia” comporta che il corso della prescrizione si interrompa con la sentenza di primo grado, sia essa di assoluzione o di condanna, e che qualora la sentenza venga annullata, con regressione del procedimento al primo grado, la prescrizione riprenda il suo corso dalla pronuncia definitiva di annullamento.Tuttavia,qualora il giudizio di appello non si concluda entro il termine di due anni, e quello di Cassazione entro un anno, salvo giudizi di impugnazione particolarmente complessi prorogabili di un anno in secondo grado e di sei mesi in Cassazione, l’azione penale viene dichiarata improcedibile. [ non avviene quindi nessun accertamento della sussistenez adel reato né della colpevolezza o dell’innocenza dell’imputato NDR] Per i reati ad alto allarme sociale, quali i delitti aggravati dal metodo mafioso, il termine può essere prorogato a tre anni per l’appello e un anno e sei mesi per la Cassazione; per i reati di terrorismo, violenza sessuale aggravata e traffico di stupefacenti, le proroghe possono essere concesse senza limiti di tempo. (da https://www.studiolegalelbmg.com/riforma-cartabia/)
[8] Attualmente la possibilità per un magistrato di cambiare funzioni, passando da quella requirente a quella giudicante e viceversa, è disciplinata dall’art. 13 del D.Lgs. n. 160/2006, che pone importanti limitazioni, in quanto è previsto che “il passaggio da funzioni giudicanti a funzioni requirenti, e viceversa, non è consentito all’interno dello stesso distretto, né all’interno di altri distretti della stessa regione in cui il magistrato presta servizio all’atto del mutamento di funzioni” inoltre “il passaggio può essere richiesto per non più di quattro volte nell’arco dell’intera carriera, dopo aver svolto almeno cinque anni di servizio continuativo nella funzione esercitata ed è disposto a seguito di procedura concorsuale, previa partecipazione ad un corso di qualificazione professionale, e subordinatamente ad un giudizio di idoneità allo svolgimento delle diverse funzioni, espresso dal Consiglio superiore della magistratura previo parere del consiglio giudiziario”.