Confronto tra i punti del M5S per il PD del 2019 e quelli del contratto con la Lega del 2018
Autore : Redazione
Proponiamo un confronto tra i punti “10 impegni che abbiamo preso con gli italiani e che devono essere portati a compimento” proposti dal M5S al PD nella prospettiva di un accordo per un nuovo governo con il “Contratto per il Governo del cambiamento” sottoscritto da Lega e M5S nel 2018 (AMBM)
(25 agosto 2019)
I programmi delle elezioni politiche del 2018:
Confronto tra i punti del M5S per il PD del 2019 e quelli del contratto con la Lega del 2018
(NOTA: potrebbero essere presenti imprecisioni e lacune, per osservazioni scrivere a laboratoriocarteinregola@gmail.com)
10 impegni 2019*: 1. Taglio del numero dei parlamentari.
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 20. RIFORME ISTITUZIONALI, AUTONOMIA E DEMOCRAZIA DIRETTA pag.35
- 26. TAGLI DEI COSTI DELLA POLITICA, DEI COSTI DELLE ISTITUZIONI E DELLE PENSIONI D’ORO pag. 48
10 impegni 2019*: 2. Una manovra equa: stop all’aumento Iva, salario minimo, taglio del cuneo fiscale, sburocratizzazione, famiglie, disabilità e emergenza abitativa.
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 14. LAVORO pag. 29 cuneo fiscale – salario minimo orario – sburocarizzazione –
- 18. POLITICHE PER LA FAMIGLIA E NATALITÀ -pag. 33 sostegno alle nascite
- 16. MINISTERO PER LE DISABILITÀ pag.31 disabilità
- emergenza abitativa – (solo sgomberi occupazioni abusive)
10 impegni 2019*: 3. Cambio di paradigma sull’Ambiente. Un’Italia 100% rinnovabile.
Basta con inceneritori e trivelle, SI all’economia circolare e alla eco-innovazione. Una legge su rifiuti zero ed investimenti pubblici sulla mobilità sostenibile. Norme contro l’obsolescenza programmata
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 4. AMBIENTE, GREEN ECONOMY E RIFIUTI ZERO pag.10
- 27. TRASPORTI, INFRASTRUTTURE E TELECOMUNICAZIONI pag.48
- (Norme contro l’obsolescenza programmata – assente)
10 impegni 2019*: 4. Una legge sul conflitto di interessi e una riforma della Rai
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 6. CONFLITTO D’INTERESSI (pag. 15-16)
L’Italia ha bisogno di una seria legge sul conflitto di interessi. Serve una riforma della Rai ispirata al modello BBC inglese: se i cittadini pagano il canone hanno diritto a una tv di qualità.
- 27. TRASPORTI, INFRASTRUTTURE E TELECOMUNICAZIONI pag. 50
10 impegni 2019*: 5. Dimezzare i tempi della giustizia e riformare il metodo di elezione del Consiglio superiore della Magistratura.
( pronta una riforma che porta al massimo a 4 anni i tempi per una sentenza definitiva)
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 12. GIUSTIZIA RAPIDA ED EFFICIENTE pag.22
10 impegni 2019*: 6. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali.
Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi.
Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 20. RIFORME ISTITUZIONALI, AUTONOMIA E DEMOCRAZIA DIRETTA pag. 35 (vedi in calce)
- (abolizione enti inutili non presente)
10 impegni 2019*: 7. Legalità: carcere ai grandi evasori, lotta alle mafie e ai traffici illeciti. (maggiore tracciabilità dei flussi finanziari e inasprimento delle pene per i reati finanziari, per contrastare i traffici illeciti delle mafie. Contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina e della tratta degli esseri umani, con politiche mirate dell’Unione Europea nei Paesi di provenienza e transito. Oltre alla modifica del Regolamento di Dublino).
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
10 impegni 2019*: 8. Un piano straordinario di investimenti per il sud.(anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese).
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 25. SUD pag. 48 (capitoletto)
- 5. BANCA PER GLI INVESTIMENTI E RISPARMIO (pag. 13)
10 impegni 2019*: 9. Una riforma del sistema bancario. (separare le banche di investimenti da banche commerciali)
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 5. BANCA PER GLI INVESTIMENTI E RISPARMIO (pag. 13)
10 impegni 2019*: 10. Tutela dei beni comuni (scuola pubblica, legge contro le classi pollaio e valorizzare la funzione dei docenti – approvare legge sull’acqua pubblica – sanità spezzare legame tra politica regionale e sanità – infrastrutture, avviare la revisione delle concessioni autostradali – cittadinanza digitale per partecipazione democratica, informazione e per favorire trasformazione tecnologica)
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 :
- 22. SCUOLA pag. 22
- 2. ACQUA PUBBLICA pag.8
- 21. SANITÀ pag.38
- (infrastrutture, avviare la revisione delle concessioni autostradali – non presente
- 20. RIFORME ISTITUZIONALI, AUTONOMIA E DEMOCRAZIA DIRETTA pag. 37
(*)sintesi, i punti per esteso si trovano alla pagina con I punti del M5S per il Governo con il PD
Contratto per il Governo del cambiamento 2018 SOMMARIO
- Il funzionamento del Governo e dei Gruppi Parlamentari 6
- Acqua pubblica 8
- Agricoltura e pesca – made in italy 9
- Ambiente, green economy e rifiuti zero 10
- Banca per gli investimenti e risparmio 13 Banca per gli investimenti 13 Tutela del risparmio 14
- Conflitto d’interessi 15
- Cultura 16
- Debito pubblico e deficit 17
- Difesa 17
- Esteri 18
- Fisco: flat tax e semplificazione 19 Sterilizzazione clausole IVA e accise 19 Detassazione e semplificazione per famiglie, imprese e partite IVA 19
- Giustizia rapida ed efficiente 22 Area Magistratura e tribunali 22 Area penale, procedura penale e difesa sempre legittima 22 Certezza della pena 23 Area civile, procedura civile e costi della giustizia 24 Diritto di famiglia 24 Reati ambientali e tutela degli animali 25 Contrasto alle mafie 25 Ordinamento penitenziario 25 Giustizia tributaria 26
- Immigrazione: rimpatri e stop al business 26
- Lavoro 29
- Lotta alla corruzione 30
- Ministero per le disabilità 31
- Pensioni. Stop legge Fornero 33
- Politiche per la Famiglia e natalità 33
- Reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza 34 Reddito di cittadinanza 34 Pensione di cittadinanza 35
- Riforme istituzionali, autonomia e democrazia diretta 35
- Sanità 38
- Scuola 41
- Sicurezza, legalità e forze dell’ordine 43 Forze dell’ordine 43 Vigili del Fuoco 43 Polizia Locale e coordinamento con le forze dell’ordine statali 43 Cyber security e contrasto al bullismo 44 Gioco d’azzardo 44 Occupazioni abusive 44 Sicurezza stradale 45 Campi nomadi 45
- Sport 46 Impianti 46 Società e Associazioni sportive 47
- Sud 48
- Tagli dei costi della politica, dei costi delle istituzioni e delle pensioni d’oro 48
- Trasporti, infrastrutture e telecomunicazioni 48
- Turismo
- Unione Europea
- Università e ricerca
NOTA SULL’AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA
Evidenziamo in particolare il tema dell’autonomia regionale differenziata, già presente nel contratto con al Lega e riproposta nei “10 impegni da portare a compimento” che senz’altro troverà unn’intesa con il Partito Democratico, visto che l’iniziativa è partita dal Governo Gentiloni e una delle tre regioni interessate è l’Emilia Romagna, governata dal centrosinistra. Una riforma che abbiamo già avuto modo di analizzare (**) e che, per quanto la si possa edulcorare, finirà con il dividere l’Italia in regioni più ricche e meno ricche, tra cittadini di serie A e di serie B. Il contrario di quanto è posto a fondamento della nostra Costituzione, per la quale “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge“, ed è “compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese“.
(**) Vedi A giorni si compirà l’ “autonomia differenziata” di alcune Regioni ricche dal resto del Paese, una sorta di “secessione dei ricchi” del 12 febbraio 2019
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Il punto 6 degli impegni per il Governo del 2019. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali.
Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi.
Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.
Autonomia regionale, cosa c’era nel contratto con la Lega del 2018
20. RIFORME ISTITUZIONALI, AUTONOMIA E DEMOCRAZIA DIRETTA
(…)Sotto il profilo del regionalismo, l’impegno sarà quello di porre come questione prioritaria nell’agenda di Governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, di maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, portando anche a rapida conclusione le trattative tra Governo e Regioni attual- mente aperte. Il riconoscimento delle ulteriori competenze dovrà es- sere accompagnato dal trasferimento delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse. Alla maggiore autonomia dovrà infat- ti accompagnarsi una maggiore responsabilità sul territorio, in termini di equo soddisfacimento dei servizi a garanzia dei propri cittadini e in termini di efficienza ed efficacia dell’azione svolta. Questo percorso di rinnovamento dell’assetto istituzionale dovrà dare sempre più forza alregionalismo applicando, regione per regione, la logica della geometria variabile che tenga conto sia delle peculiarità e delle specificità delle diverse realtà territoriali sia della solidarietà nazionale, dando spazio alle energie positive ed alle spinte propulsive espresse dalle colletti- vità locali.
Occorre garantire i trasferimenti necessari agli enti territoriali e una contestuale cessazione delle “politiche di tagli” compiute dagli ultimi Governi.
C’è ancora molto da fare per avvicinare le decisioni pubbliche ai citta- dini. Un modo che sembra suggerito anche dagli articoli 5 e 118 della Costituzione, consiste nel trasferire funzioni amministrative dallo Sta- to alle Regioni e poi ai Comuni secondo il principio di sussidiarietà.
In tale ambito, si intende rilanciare anche il disegno attuativo delle di- sposizioni costituzionali su Roma Capitale (art. 114 Cost.) con legge dello Stato. Verrà in tale modo sancito un nuovo Patto tra la Repubbli- ca e la sua Capitale, restituendole nuova e definitiva dignità.
Occorre inoltre utilizzare il modello dei “costi standard” per i servizi regionali e locali.
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Cosa diceva il programma M5S delle politiche 2018 in proposito : nel capitolo Affari-Costituzionali NON SI PARLAVA DI AUTONOMIA DIFFERENZIATA, ma solo di ” innovazioni che trasferiscano alle Regioni e ai Comuni funzioni amministrative oggi detenute dallo Stato, riducendo gli apparati burocratici statali e facendo della Regione l’ente di raccordo fra lo Stato e i Comuni, nell’attuazione delle politiche pubbliche”
scarica PROGRAMMA M5S 2018 Affari-Costituzionali
(…)
Un decentramento migliore
Obiettivi
Riforma Art. 117 della Costituzione
Difendiamo l’impostazione della Costituzione del 1948 che, con riguardo all’organizzazione dei diversi livelli di governo in cui si articola l’organizzazione pubblica, ha stabilito che «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento» (art. 5).
Nel 2001, tuttavia, una riforma costituzionale varata dalla risicata maggioranza che sosteneva il Governo Amato, ha complicato i rapporti Stato-Regioni. Alle Regioni è stata devoluta una serie molto confusa di materie, che sono elencate nel nuovo art. 117 Cost., e così si è dato luogo a un esasperato contenzioso presso la Corte costituzionale, che da allora è stata chiamata a dirimere numerose controversie circa le rispettive competenze proprio tra lo Stato e le Regioni. Si potrebbe dunque migliorare la formulazione dell’articolo 117 Cost., per assegnare alle Regioni ben specifiche competenze legislative e lasciare il resto allo Stato.
Formazione del processo decisionale
Indipendentemente dalla riforma dell’articolo 117 della Costituzione, c’è ancora molto da fare per avvicinare le decisioni pubbliche ai cittadini. Un modo, che sembra suggerito dall’articolo 5 della Costituzione, consiste nel trasferire funzioni amministrative dallo Stato alle Regioni e poi ai Comuni. Lo Stato, infatti, deve continuare a legiferare ma non è necessario che si assuma anche la gestione dei servizi, degli uffici e del personale, che potrebbe, invece, essere assegnato alle Regioni e ai Comuni, che sono enti pubblici più direttamente controllabili dai cittadini.
Responsabilità politica e maggiore autonomia fiscale
Un altro modo per attuare il decentramento ed avvicinare i cittadini alla formazione del processo decisionale, è quello di intervenire sull’organizzazione del sistema fiscale. Oggi Regioni e Comuni spendono soldi raccolti, per lo più, dallo Stato attraverso l’imposizione fiscale, e poi redistribuiti ai livelli inferiori. Regioni e Comuni non sono dunque, per lo più, responsabili del prelievo fiscale, favorendo gli sprechi e la conseguente deresponsabilizzazione degli amministratori locali.
Proposte
Valorizzazione autonomie
Dalla votazione degli iscritti online in riferimento a questo tema sono emerse le seguenti linee guida:
-intervenire per la valorizzazione delle autonomie attraverso la legislazione ordinaria senza toccare nuovamente il Titolo V della Costituzione;
-applicare le norme costituzionali vigenti trasferendo alle Regioni e agli enti locali tutte le funzioni amministrative che possono essere meglio gestite nel loro livello territoriale attraverso la legislazione ordinaria;
-trasferire alle Regioni e agli enti locali una parte delle entrate fiscali dello Stato per l’espletamento delle funzioni amministrative ad esse attribuite.
Diverso orientamento Stato-Regioni
Per quel che concerne la riforma dell’art. 117 Cost., occorre tenere in considerazione che richiederebbe l’impiego di molto tempo e di molte risorse politiche. Inoltre, ritoccare la formulazione dell’art. 117 dopo più di quindici anni di applicazione e di giurisprudenza della Corte costituzionale, rischia di complicare ulteriormente le cose. Pensiamo, quindi, che si potrebbe orientare la legislazione dello Stato in senso più rispettoso nei confronti delle Regioni, anche senza una specifica riforma dell’art. 117 Cost.
Trasferimento funzioni amministrative
Ecco perché proporremo innovazioni che trasferiscano alle Regioni e ai Comuni funzioni amministrative oggi detenute dallo Stato, riducendo gli apparati burocratici statali e facendo della Regione l’ente di raccordo fra lo Stato e i Comuni, nell’attuazione delle politiche pubbliche.