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“Dente Cariato”: quale uso per il patrimonio pubblico?

A proposito della mozione all’ODG dell’Assemblea Capitolina il 18 marzo e di quanto annunciato al MIPIM, fiera internazionale di riferimento per i settori real estate, edilizia e immobiliare, dalla delegazione di Roma Capitale (*)

Il primo passo sarà il superamento dell’impostazione verticale delle politiche edilizie, nel segno di una nuova visione di edilizia sociale orizzontale che rimetta al centro l’individuo e i suoi bisogni. È così che cambieremo il paradigma delle politiche dell’abitare, fino ad oggi tendente a concentrare le persone interessate da una condizione di disagio socioeconomico in quartieri periferici e poco serviti. Linee programmatiche del Sindaco Gualtieri 2021- 2026

E’ stato annunciato da un articolo del Corriere della Sera (1) che martedì 18 marzo arriverà al voto dell’Assemblea capitolina una mozione presentata dai consiglieri Antonella Melito, Lorenzo Marinone, Mariano Angelucci, Carla Fermariello, Giovanni Zannola, Cristina Michetelli, Riccardo Corbucci del PD e Tiziana Biolghini di Roma Futura, che sollecita “la riqualificazione dell’immobile chiamato “Dente Cariato” al civico 65 di Via Giolitti, a lato della Stazione Termini.

Si tratta di un edificio di proprietà del Comune di circa 2mila metri quadrati,costruito a fine ottocento e demolito in parte negli anni ’30, lasciando il piano terreno dove sono presenti 22 esercizi commerciali, tra cui un Mac Donald’s e negozi di vario genere, anche qualche serranda chiusa.

Una proprietà pubblica assai appetibile, tanto che nell’era Alemanno (2011) una società che voleva fare uno scambio immobiliare con il Comune, insieme a tre mercati rionali aveva messo inizialmente nel pacchetto anche il “Dente cariato”.

La mozione in verità, inserita tra “ODG e Proposte dell’Assemblea” il 9 agosto 2024, si limita – si limitava – a proporre una riqualificazione in vista del Giubileo, prendendo atto di una serie di atti approvati nel tempo dal I Municipio, impegnando “il Sindaco e la Giunta in vista dell’imminente giubileo, programmare e far partire in tempi congrui una serie di interventi di recupero e valorizzazione dell’edificio denominato dente cariato trattandosi di un bene Capitolino il cui decoro oltre a dare un nuovo volto a quella parte il quartiere Esquilino rivolta verso la stazione termini Piazza Dei 500 permetterebbe la città di offrire al turista al pellegrino in visita l’immagine di Roma dignitosa“.

La mozione insiste particolarmente sullo stato dell’immobile, che rappresenta “un vulnus nell’impianto urbanistico del rione, oltre al fatto di incidere negativamente sul decoro generale della zona, aggravandone il senso di degrado” e sul fatto che la sua presenza, “di immediata visibilità una volta usciti dalla stazione” è “un biglietto da visita poco gradevole agli occhi di cittadini, pendolari e turisti“.

Considerazioni che possono essere condivisibili, anche se la tempistica sembra escludere la possibilità di una riqualificazione prima della fine del Giubileo, entro il 2025, e l’atterraggio della mozione in Assemblea arriva pochi giorni dopo il MIPIM, fiera internazionale di riferimento per i settori real estate, edilizia e immobiliare, durante il quale, riporta il Corriere, l’immobile “è stato inserito tra i papabili per progetti pubblico-privati di rigenerazione urbana” illustrati nel corso dell’evento, si presuppone dalla delegazione di Roma capitale, di cui faceva parte l’assessore al Patrimonio, Tobia Zevi, che , sempre riporta il quotidiano “conferma l’intenzione di uscire dallo stallo: «Siamo al lavoro per garantire un futuro migliore all’immobile, che si trova in un punto nevralgico della città, e salvarlo dal degrado. Grazie alla collaborazione con il dipartimento Affari regionali e Autonomie di Palazzo Chigi e con il Demanio individueremo in pochi mesi la destinazione più idonea. Nel frattempo miglioreremo il decoro, come detto a Cannes, siamo aperti fin da subito a valutare proposte imprenditoriali interessanti e serie».

E il Corriere ricorda che  l’immobile  “può essere destinato «ad uso direzionale, commerciale, residenziale o ricettivo con possibilità di aumentare i piani fino a sei in virtù della volumetria potenziale dello spazio».

Ecco, il punto è questo. Nonostante le previsioni delle Linee guida 2021- 2026 dell’Amministrazione riportate in apertura, e nonostante le periodiche dichiarazioni sulla emergenza – ma chiamiamola crisi – abitativa e sull’obiettivo di riportare la residenza anche nelle zone centrali, con quella “mixitè” che va tanto di moda nei convegni ma assai meno negli uffici comunali, e nonostante il fatto che in un immobile di proprietà pubblica a ridosso di una stazione, ci potrebbe essere l’imbarazzo della scelta anche rispetto alla localizzazione di servizi sociali, culturali o di qualunque altra destinazione pubblica, l’algoritmo capitolino finisce sempre sul cemento privato.

Obiettivo che non è nelle intenzioni della mozione dei consiglieri, mozione che però pecca di assenza di proposte pubbliche sulla destinazione. E se non ci si può realisticamente aspettare che il comune abbia i fondi per un’operazione immobiliare di questo livello, colpisce la sempiterna rassegnazione agli investimenti privati, senza nessuna condizione, come potrebbe essere mettere dei criteri o dei limiti perché si faccia un’operazione davvero di interesse pubblico e non l’ennesimo albergo di lusso, con magari la foglia di fico di un’aula studio.

Triste quella città che, anche in occasione del Giubileo della Speranza, su una proprietà pubblica vicino a una stazione, sa coniugare la parola “rigenerazione” solo con “decoro” e “biglietto da visita per i turisti” anzichè con quelle della solidarietà, dell’accoglienza e delle opportunità per tutti.

D’altronde se non fossero intervenuti nottetempo degli anonimi contestatori, quei separatori sulle panchine nuove fiammanti di Piazza dei Cinquecento sarebbero ancora lì, a due mesi di distanza dall’installazione e dalle critiche unanimi (2)

Anna Maria Bianchi Missaglia

Post scriptum: all’ODG dell’Assemblea del 18 marzo è stato inserito anche il Regolamento per la valorizzazione del patrimonio disponibile di Roma Capitale Scarica la Proposta di delibera (dal sito di Roma Capitale sez. ODG e Proposte) sulla quale Carteinregola aveva mandato le proprie osservazioni, vedi Proposta di Regolamento del patrimonio disponibile di Roma Capitale, le osservazioni di Carteinregola 5 febbraio 2025

(*)il testo è parte dell’intervento di Anna Maria Bianchi in occasione del convegno “Abitare sociale a Roma, sogno o visione? indetto da CGIL Sunia il 17 marzo 2025)

18 marzo 2025

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

(1) Corriere della Sera 16 3 25 Roma, la proposta del Pd per riqualificare il palazzo «dente cariato» in via Giolitti di Maria Egizia Fiaschetti Martedì la proposta in assemblea capitolina. L’assessore al Patrimonio Zevi:«Siamo al lavoro per garantire un futuro all’immobile. Protocollo con Palazzo Chigi e il Demanio per un progetto-pilota entro sei mesi»

(2) vedi Piazza dei Cinquecento, quei posticci e inquietanti separatori sulle panchine 29 gennaio 2025