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Diritto alla residenza anagrafica, una sentenza della Corte di Appello di Firenze

Pubblichiamo un post di Francesca Danese, portavoce del Forum Terzo settore del Lazio, a commento della sentenza della Corte di Appello di Firenze che riconosce il diritto alla residenza anagrafica, diritto fondamentale per avere accesso al lavoro, alle cure, alla scuola. In calce il comunicato di Avvocato di strada ODV e il ilink alla sentenza (AMBM)

AGGIORNAMENTO: Martedì 7 giugno l’assemblea capitolina ha approvato la mozione dei consiglieri Trombetti e Converti (PD) che impegna il sindaco ad adoperarsi per una modifica dell’articolo 5 del decreto Renzi-Lupi e nell’immediato ad applicare la deroga per chi si trova in condizioni di vulnerabilità con 28 favorevoli e 13 contrari.

Con una battaglia giudiziaria lunga sei anni, la Corte d’Appello di Firenze ha riconosciuto le ragioni di una donna, una delle centinaia di persone che il Comune di Firenze ha condannato all’invisibilità negando loro la residenza anagrafica. Adesso, grazie a questa sentenza sappiamo che la residenza è un diritto e un Comune non può impedire o rallentare il suo riconoscimento, senza residenza si è invisibili per il servizio sanitario nazionale, per il sistema scolastico e per il mercato ufficiale del lavoro. Sappiamo anche che un Comune non può obbligare chi richiede l’iscrizione anagrafica a svolgere un percorso con i servizi sociali per poterla ottenere e che la residenza, come stabilito dallo stesso Viminale, è un diritto anche per coloro che vivono in immobile occupato. Illegale e immorale, è il decreto Lupi che non può avere residenza nel nostro sistema normativo. Una lezione che dovrebbero apprendere i comuni come quello di Firenze assieme a Governo e Parlamento. Una lezione che apprendiamo ancora una volta grazie all’impegno della società civile organizzata, nello specifico di Avvocato di strada ODV. /Francesca Danese)

COMUNICATO STAMPA di Avvocato di strada ODV

Comune di Firenze. Madre e figlia ottengono la residenza dopo sei anni. Una nuova vittoria di Avvocato di strada

“Ci sono voluti sei anni e numerose azioni legali, ma alla fine giustizia è stata fatta”. Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione nazionale Avvocato di strada, commenta così la sentenza della Corte d’Appello di Firenze che finalmente ha riconosciuto il diritto alla residenza anagrafica di una donna e sua figlia che vivevano in un immobile occupato.“La nostra assistita, prosegue Mumolo, ben sei anni fa aveva chiesto l’iscrizione anagrafica presso il Comune di Firenze. La residenza era indispensabile per poter avere accesso al sistema sanitario e per garantire a lei e a sua figlia una serie di diritti fondamentali. La richiesta non era stata accolta e quando la signora si è rivolta al nostro sportello legale per avere una tutela legale che fino a quel momento le era stata negata ci siamo subito messi all’opera“.“In un primo momento avevamo vinto un ricorso d’urgenza ex Art.700. Successivamente il Tribunale ci aveva dato torto e aveva condannato la nostra assistita al pagamento delle spese giudiziarie del Comune. A quel punto non era semplice decidere cosa fare – sottolinea il presidente Mumolo – ma convinti delle nostre tesi abbiamo deciso di andare in appello, e finalmente è arrivata una vittoria piena”.“Dopo una battaglia giudiziaria lunghissima, la Corte d’Appello di Firenze oggi ha riconosciuto le ragioni della nostra assistita, sulla base di alcuni principi che vogliamo sottolineare:– la residenza è un diritto ed il Comune non può impedire o rallentare il suo riconoscimento;– un Comune non può obbligare chi richiede l’iscrizione anagrafica a svolgere un percorso con i servizi sociali per poterla ottenere;– la residenza, come stabilito dallo stesso Ministero dell’Interno, è un diritto anche per coloro che occupano abusivamente un immobile“.“Ci dispiace constatare che ci sia voluto così tanto tempo per far rispettare un diritto che dovrebbe essere scontato. Quante persone al posto della signora si sarebbero scoraggiate e avrebbero mollato dopo tanti ostacoli e tante ingiustizie? Siamo però felicissimi di questa vittoria, che ci auguriamo potrà servire a tante persone in difficoltà e farà da monito per quei Comuni che in maniera illegittima continuano a negare un diritto incancellabile. Firenze – conclude Mumolo – da oggi ha due cittadine in più, e questa è una buona notizia per tutti”.Qui la sentenza della Corte d’Appello👉https://bit.ly/3meho4B

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@adminsofia6 giugno 2022

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