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Dopo le elezioni: cosa succede in Campidoglio e in Regione Lazio

Un riepilogo degli eletti in Parlamento e dei cambiamenti in Consiglio Regionale e in Campidoglio, con la prospettiva del prossimo appuntamento elettorale della Regione Lazio che potrebbe cadere a gennaio o febbraio del prossimo anno.

Nella recente tornata elettorale sono stati eletti numerosi consiglieri regionali e capitolini: la legge consente il doppio ruolo di parlamentare e consigliere comunale (1), mentre i membri di Camera e Senato non possono essere allo stesso tempo consiglieri regionali, assessori regionali o parlamentari europei, per cui gli eletti regionali dovranno dimettersi, a cominciare dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti (eletto nella lista plurinominale del PD alla Camera), Paolo Ciani, di Demos, eletto alla Camera con il centrosinistra nel collegio uninominale, che è attualmente sia consigliere regionale che comunale, Michela Di Biase (PD Camera, plurinominale), Chiara Colosimo (FdI, Camera plurinominale). Invece i consiglieri capitolini che potranno optare per la doppia carica sono: Lavinia Mennuni (FdI, eletta al Senato nell’uninominale), Andrea De Priamo (FdI, eletto al Senato nel plurinominale), Simonetta Matone (Lega, eletta alla Camera nell’uninominale), mentre sono ancora in corso i conteggi l’elezione di Fabrizio Santori (Lega, Camera plurinominale).

Nel caso che i consiglieri capitolini dovessero lasciare, entrerebbero in Aula Giulio Cesare: al posto dei due eletti di FdI Stefano Erbaggi (primo non eletto con 4517 preferenze nel 2021, con l’ingresso in politica come consigliere municipale di Alleanza Nazionale, poi nel Pdl, poi con il Ncd di Alfano e nel 2016 con la Lista Marchini Sindaco), e Maria Cristina Masi (seconda non eletta, con 4349 preferenze) (2); al posto di Simonetta Matone entrerebbe Davide Bordoni (primo non eletto con 3406 voti)(2), con una lunga carriera cominciata con l’inaugurazione del primo club di Forza Italia a Ostia e continuata come consigliere e Presidente del XIII municipio, poi consigliere comunale nel 2006 e nel 2013, con in mezzo la nomina come Assessore alle Attività Produttive, Lavoro e Litorale nella Giunta Alemanno. In caso di elezione di Fabrizio Santori in Parlamento, entrerebbe anche Maurizio Politi, (3035 preferenze nel 2021) già capogruppo Lega nella scorsa consiliatura; al posto di Paolo Ciani entrerebbe Sandro Petrolati, primario dell’ospedale San Camillo, primo dei non eletti dopo la nomina ad Assessore alle politiche sociali di Barbara Funari.

Passando alla Regione Lazio, ai neoparlamentari dovrebbero subentrare (3) Federico Della Rocca (al posto di Chiara Colosimo (FdI), Giacomo Moscati (al posto di Paolo Ciani, Demos), Andrea Ferro (al posto di Valentina Grippo, Azione, ma eletta con il PD), Gianfranco Zambelli (al posto de Michela Di Biase, PD), consigliere capitolino con Forza Italia CDU dal 1997 al 2001 e poi con Forza Italia fino al 2006, poi eletto in Campidoglio con il Partito Democratico fino al 2013, e ancora consigliere regionale dal 2013 al 2018 (4)

Tuttavia si tratterebbe di nomine di pochi mesi, dato che dopo la proclamazione dell’elezione in Parlamento Nicola Zingaretti si dovrà dimettere da Presidente (5), a cui seguiranno le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio regionale (6), e entro 90 giorni dallo scioglimento i cittadini del Lazio dovranno tornare alle urne per eleggere il nuovo Presidente e il nuovo Consiglio (le ipotesi che circolano indicano come data possibile gennaio o al massimo febbraio del 2023 – nel 2018 le elezioni si erano tenute il 4 marzo).

Roma e il Lazio stanno quindi per reimmergersi in una nuova campagna elettorale, fortemente condizionata dagli esiti delle elezioni politiche appena concluse, soprattutto per quanto riguarda le alleanze, visto che anche la legge elettorale della Regione Lazio, seppure diversa da quella nazionale (7) prevede che “I quattro quinti dei Consiglieri (quaranta) continuano ad essere eletti con il metodo proporzionale del quoziente corretto“, mentre per i rimanenti “dieci consiglieri regionali ” si prevede “l’attribuzione di un premio (di maggioranza e/o di minoranza) che…mira agevolare la formazione di una stabile maggioranza e, al contempo, ad assicurare la rappresentanza delle minoranze“. Nelle elezioni del 2018 il Presidente Zingaretti aveva raccolto più voti di quelli raccolti dalla sua coalizione di centrosinistra, con la conseguenza di non avere la maggioranza in Consiglio (8). Nel marzo del 2021 erano entrate a far parte della Giunta regionale due consigliere del Movimento 5 stelle: Roberta Lombardi, assessore alla transizione ecologica e innovazione digitale, e Valentina Corrado, assessore al turismo, enti locali e sicurezza, sulla base di un accordo politico stilato nel documento programmatico intitolato “Prima la salute e il lavoro(9). Un laboratorio che prima delle ultime vicende – e rotture – nazionali sembrava destinato a essere replicato, per il rinnovo del Parlamento e della Regione Lazio. Dopo l’esito elettorale tutto riparte da zero, a comicniare dai nomi dei candidati del centrosinistra – alcuni si erano già fatti avanti nei mesi scorsi in vista di primarie regionali (10) – che non potranno che scaturire da una analisi sul deludente – è un eufemismo – esito del voto, mentre nel centrodestra continua il serrato confronto tra le diverse componenti – la stravincente Fratelli d’Italia con le ridimensionate Lega e Forza Italia – anche sulla scelta di chi mettere alla guida di una campagna per la riconquista della Regione che potrebbe replicare i risultati nazionali. In un clima di “sconfitta annunciata” del centro sinistra che, come già per le ultime elezioni politiche, sembra aver da tempo contagiato gli stessi esponenti di quello schieramento.

Anna Maria Bianchi Missaglia

30 settembre 2022

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregoal@gmail.com

NOTE

(1) come è accaduto nella passata consiliatura nel caso di Stefano Fassina e di Giorgia Meloni

(2) Vedi Roma 2021 – risultati & confronti delle preferenze comunali

(3) Messaggero cartaceo, 28 settembre 2022

(4) vedi Regionali Lazio: candidati navigati febbraio 2018

(5) in ogni caso il mandato di Zingaretti sarebbe scaduto nella primavera 2023, ed essendo il secondo, non sarebbe stata possibile la ricandidatura

(6) Disposizioni in materia di elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale e in materia di ineleggibilità e incompatibilità dei componenti della Giunta e del Consiglio regionale (1)Numero della legge: 2 Data: 13 gennaio 2005 Numero BUR: 2 S.O. 9 Data BUR: 20/01/2005 Modificata della legge regionale 3 novembre 2017, n. 10 https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=leggiregionalidettaglio&id=9013&sv=vigente

Nei casi di scioglimento del Consiglio previsti dagli articoli 19, comma 4, 43 e 44 dello Statuto, le elezioni hanno luogo entro tre mesi dallo scioglimento stesso. vedi Statuto Della Regione Lazio https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=contenutidettaglio&id=7#.YzbMy1JBy1Q

Ci risulta che l’ordinaria amministrazione dovrebbe essere affidata al vicepresidente Daniele Leodori fino all’insediamento della nuova Giunta

(7) (dal sito del Consiglio regionale del Lazio 31 1 2018 ) Lazio al voto con la nuova legge elettorale (…) I quattro quinti dei Consiglieri (quaranta) continuano ad essere eletti con il metodo proporzionale del quoziente corretto (cosiddetto quoziente Hagenbach-Bischoff), sulla base di liste concorrenti presentate a livello circoscrizionale, con recupero dei seggi e dei voti residui in sede di collegio unico regionale, secondo le modalità descritte all’articolo 15 dal primo all’undicesimo comma della legge n. 108/1968. Il restante quinto dei Consiglieri (dieci) è eletto anch’esso sulla base delle candidature presentate nelle liste circoscrizionali, secondo le operazioni descritte dall’articolo 6, commi 2, 3, 4, 5, 6 e 7 della legge regionale n. 2/2005. È stato eliminato, quindi, il sistema di elezione dei restanti dieci consiglieri, basato sulle liste regionali (il cosiddetto “listino”), precedentemente stabilito dalla legge n. 43/1995. L’attuale sistema di elezione dei dieci consiglieri regionali non eletti su base proporzionale prevede, in particolare, l’attribuzione di un premio (di maggioranza e/o di minoranza) che, nel rispetto dei principi stabiliti dall’articolo 4 della legge n. 165/2004*, mira agevolare la formazione di una stabile maggioranza e, al contempo, ad assicurare la rappresentanza delle minoranze. Il premio di maggioranza varia in funzione dei seggi che le liste circoscrizionali, collegate al candidato Presidente della Regione proclamato eletto, hanno già ottenuto con metodo proporzionale. È previsto, infatti, che se il gruppo o i gruppi di liste collegati al candidato Presidente eletto abbiano conseguito, in sede di riparto proporzionale, una percentuale di seggi inferiore al 60 per cento dei seggi complessivamente assegnati al Consiglio (ovvero inferiore a 30 seggi), il premio di maggioranza consiste nell’assegnare, tra i suddetti gruppi di liste, un numero di seggi necessario a raggiungere tale soglia. Tuttavia, il numero massimo di seggi attribuibile con il premio non può, in ogni caso, superare un quinto dei seggi (dieci), anche nel caso in cui non fosse sufficiente a garantire il raggiungimento del 60 per cento dei seggi consiliari. Il metodo utilizzato per la ripartizione dei seggi del premio è quello del quoziente naturale e dei più alti resti (…)

(*) da Normattiva

Art. 4.
(Disposizioni di principio, in attuazione  dell’articolo  122,  primo
    comma, della Costituzione
, in materia di sistema di elezione)
 
   1. Le regioni disciplinano con legge il sistema  di  elezione  del
Presidente della Giunta regionale e  dei  consiglieri  regionali  nei
limiti dei seguenti principi fondamentali:
   a)  individuazione  di  un  sistema  elettorale  che  agevoli   la
formazione di stabili maggioranze nel Consiglio regionale e  assicuri
la rappresentanza delle minoranze;
   b)  contestualita’  dell’elezione  del  Presidente  della   Giunta
regionale e del Consiglioregionale, se  il  Presidente  e’  eletto  a
suffragio universale e  diretto.  Previsione,  nel  caso  in  cui  la
regione adotti l’ipotesi di  elezione  del  Presidente  della  Giunta
regionale  secondo  modalita’  diverse  dal  suffragio  universale  e
diretto, di termini temporali tassativi,  comunque  non  superiori  a
novanta giorni, per l’elezione del Presidente e per l’elezione  o  la
nomina degli altri componenti della Giunta;
   c) divieto di mandato imperativo.
   ((c-bis) promozione della parita’ tra uomini e donne  nell’accesso
alle cariche elettive attraverso la  predisposizione  di  misure  che
permettano di incentivare  l’accesso  del  genere  sottorappresentato
alle cariche elettive))
.

(8) vedi Elezioni regionali Lazio: Zingaretti di nuovo Presidente – i numeri e i confronti

Nicola Zingaretti   (Lista civica, +Europa, Insieme, Liberi e Uguali, Centro Solidale) voti  1.018.711   32,92 %

Coalizione

  • PARTITO DEMOCRATICO           539.109 21,59 %
  • LISTA ZINGARETTI                      110.079 4,40%
  • LIBERI E UGUALI                        88.415 3,54 %
  • +EUROPA                                    52.451 2,10 %
  • CENTRO SOLIDALE                     48.872 1,95%
  • ITALIA EUROPA INSIEME         28.443 1,13 %

Totale liste 867.369 34,74

Nel 2013 Zingaretti aveva vinto con il 40,65% , con  il 41,64% alla coalizione. La Presidente uscente Renata Polverini (centrodestra) era stata eletta il 28 marzo 2010 con il 51,1%

Stefano Parisi  (Forza Italia; Fratelli d’Italia; Lega; Energie per l’Italia; Noi con L’Italia) voti 964.359   31,16%

Coalizione

  • FORZA ITALIA  371.123  14,86 %
  • LEGA  252.754 10,12 %
  • FRATELLI D’ITALIA CON GIORGIA MELONI  220.453  8,82 %
  • NOI CON L’ITALIA – UDC 41.177 1,64 %
  • ENERGIE PER L’ITALIA  37.008 1,48 %

Totale liste  922.606  36,95 %

Nel 2013 il candidato di centrodestra Francesco Storace  si fermò al 29,32%  , la coalizione  al 32,80%. “

Roberta Lombardi (Movimento Cinque Stelle) voti  834.969 26,98 %

  • MOVIMENTO 5 STELLE    559.739  22,06 % Elisabetta Canitano (Potere al Popolo)  voti 43.894 1,41 %

(9) scarica Prima la salute e il lavoro, programma PD M5S Regione Lazio marzo 2021.pdf

(10) vedi tra i vari articoli Radiocolonna 22 giugno 2022: Regionali Lazio: per primarie centrosinistra è già corsa a tre

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