E’ passato il Decreto Madia: le Soprintendenze diventano Sottintendenze
Autore : Redazione
9 agosto 2015 Avevamo sottoscritto gli appelli contro un articolo del disegno di legge “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”, il cosiddetto “Decreto Madia”, perchè prevedeva di affidare alle prefetture la direzione della tutela del nostro paesaggio, erodendo ulteriormente il ruolo delle soprintendenze. Ora quel decreto è stato approvato, ultimo di una serie efferata di provvedimenti che pezzo dopo pezzo smonta le già fragili difese del nostro patrimonio artistico e culturale. Proponiamo una serie di riflessioni, a partire dall’articolo di Tomaso Montanari “Game over”
10 AGOSTO: I soprintendenti e la loro indipendenza Un autorevole appello al presidente della Repubblica, firmato Gaetano Azzariti, Professore ordinario di diritto costituzionale, Lorenza Carlassare, Professore emerito di diritto costituzionale, Alberto Lucarelli, Paolo Maddalena, già Vice Presidente della Corte Costituzionale, Guido Neppi Modona, già Giudice della Corte Costituzionale, Alessandro Pace, Salvatore Settis, già Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, Gustavo Zagrebelsky, già Presidente della Corte Costituzionale, mette in dubbio la corrispondenza del decreto ai principi costituzionali per due punti: il primo “è quello che inserisce stabilmente nel nostro ordinamento il principio del cosiddetto “silenzio assenso” tra amministrazioni pubbliche (articolo 2, comma 1, lettere g e n; art. 3, comma 2). Questo principio non è applicabile all’ambito dei beni culturali e del paesaggio, e infatti la legge 241/90 espressamente escludeva che il silenzio-assenso potesse applicarsi «agli atti e procedimenti riguardanti il patrimonio culturale e paesaggistico» il secondo per la «confluenza nell’Ufficio territoriale dello Stato di tutti gli uffici periferici delle amministrazioni civili dello Stato.” e l’attribuzione al prefetto…di funzioni di direzione e coordinamento dei dirigenti degli uffici facenti parte dell’Ufficio territoriale dello Stato” che ” nel caso delle soprintendenze questa confluenza in uffici diretti dal rappresentante dell’esecutivo sostituisce una discrezionalità tecnica con una amministrativa, e si configura come la messa sotto tutela governativa di un ufficio che deve invece rimanere del tutto autonomo…” Da La Repubblica, 10 agosto 2015 (leggi su Eddyburg)
> vai al disegno di legge Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche
Game over di Tomaso Montanari
http://issuu.com/passodopopasso/docs/riforma_pa
(da 5 agosto 2015 Articolo 9 Blogautore La Repubblica) (i grassetti e le slides della presentaizone del governo sono stati inseriti da Carteinregola – in calce altre significative slides sintetizzano la linea del governo riguardo l’edilizia)
Così da ieri «soprintendente è la parola più brutta del vocabolario della burocrazia»anche per legge: detto fatto, Matteo Renzi ha stroncato in pochi mesi una storia plurisecolare.
Grazie al micidiale articolo 8 della Legge Madia sulla Pubblica Amministrazione, le soprintendenze confluiranno nelle prefetture, e se non riusciranno a evadere una pratica entro 90 giorni, si intenderà che abbiano detto sì: qualunque cosa contenesse quella pratica.
Le slides della propaganda renziana pagata con i soldi pubblici sono ineffabili.. Una dice: «È vero che i soprintendenti saranno sottoposti all’autorità dei prefetti? NO, sul territorio ci sarà un ufficio unico del territorio nel quale il prefetto avrà un ruolo di direzione (che non signfica funzioni di comando)». Manco i gesuiti del Seicento avrebbero saputo far meglio: se qualcuno dirige qualcosa, esercità un’autorità. Il fatto che non «comandi» attiene allo stile, non alla sostanza. E dunque, la risposta è: Sì, i prefetti dirigeranno i soprintendenti.
__________________________________________________________________________________________________________________
Un’altra slide sostiene che «la regola del silenzio assenso non favorirà la cementificazione selvaggia, ma significherà più responsabilità per le amministrazioni nell’assicurare maggior tutela del paesaggio, dei beni culturali e ambientali». Ma come si può avere la faccia tosta di prendere in giro gli italiani con enormità di cui si sarebbe vergognato perfino Silvio Berlusconi? Nelle soprintendenze non c’è più nessuno, per il blocco del turn over. Non hanno più mezzi: basta auto di servizio, non più cellulari, non c’è manco la carta. Se l’obiettivo fosse stata la maggior tutela, prima si sarebbero dovuti dare i mezzi per esercitarla, e poi si sarebbe potuti (anzi, dovuto) chiedere di esercitarla in tempi certi: ma così è solo un massacro. Quando un Renzi presidente della provincia di Firenze si trovò ad avere bisogno di un elicottero in pochi minuti, lo chiese in prestito al re del cemento fiorentino: ci si può ora stupire se – dallo Sblocca Italia alla Legge Madia – egli pone le basi per un nuova stagione di mani sulle città e sul paesaggio?
Ma – per l’ennesima volta – Renzi non è peggiore della classe dirigente di cui è espressione: appare più colpevole solo perché si presenta come nuovo, quando invece è anche lui un fossile. Un solo esempio: mentre Firenze veniva sconvolta da un ciclone tropicale, il presidente della Toscana Enrico Rossi invocava le Grandi Opere – carissime a Maurizio Lupi, o a Ercole Incalza – come l’unico mezzo per creare lavoro. Un suicidio: dettato dall’ignoranza – ancora prima che dalla mala fede – della classe politica italiana. Per trovare un’analisi pertinente del disastro fiorentino, bisogna invece leggere il discorso di qualcuno che non ne parlava affatto, ma parlava del quadro generale che lo ha provocato: «Siamo la prima generazione a sentire l’impatto del cambiamento climatico e l’ultima generazione che può fare qualcosa” per combatterlo». Sono parole di Barack Obama: le più alte e ispirate che da molto tempo in qua echeggino nella politica mondiale.Parole lontane anni luce da un’Italia fossile in cui si continua ad invocare le Grandi Opere, e a spianare ogni argine al loro dilagare.
E in tutto questo c’è un tradimento ancora più grande di quello dei politici: ed è quello dei professori, degli studiosi che dovrebbero costruire altre parole, altre idee, altre strade. Ieri il Consiglio Superiore dei Beni culturali, massimo organo tecnico del Ministero per i beni culturali, ha sì detto che la legge Madia può mettere «in pericolo l’esistenza stessa del MiBACT», ma poi ha proseguto i suoi lavori come se nulla fosse. Per una cosa gravissima (ma forse meno grave: il dimezzamento dei fondi del Ministero, inflitto da Tremonti a un passivo e complice Bondi nel 2008) l’allora presidente dello stesso organo protestò dimettendosi: ma quel presidente si chiamava Salvatore Settis, quello di oggi si chiama Giuliano Volpe. E Volpe non ci pensa neanche a dimettersi, con tutta la fatica che ha fatto a farsi nominare: preferisce celebrare la ricostruzione dell’arena del Colosseo, un’impresa kitsch e culturalmente aberrante cui dedicare oltre 18 milioni euro pubblici mentre le bibloteche e gli archivi chiudono. E così la massima espressione del sapere all’interno del Ministero per i Beni culturali è ridotta – come ha scritto oggi Francesco Merlo in un memorabile articolo – ad «una sorta di cerchio magico del ministro presieduto dall’ archeologo medievista Giulio Volpe, che di Franceschini è il piccolo Gianni Letta o, se preferite la modernità, è il Luca Lotti, ma in cattedra. “A nome del Consiglio esprimo grande apprezzamento per la destinazione di queste risorse … e per l’ operazione fortemente innovativa”, ha dichiarato ieri il professore Volpe lodando il ministro e lodandosi».
Così, quando si scriverà la storia dei danni inflitti al Paese dal breve regno di Matteo Renzi, una nota a piè di pagina documenterà che il giorno stesso in cui una legge della Repubblica uccideva l’articolo 9 della Costituzione, il ministro per i Beni culturali e la sua corte aprivano i giochi al Colosseo. Il diavolo, come è noto, si nasconde nel dettaglio.
Tomaso Montanari
l’articolo di Tomaso Montanari su La Repubblica dell’8 agosto: Se la tutela è già in liquidazione
L’Espresso
La Repubblica, 6 agosto 2015 “L’Italia Spa è sempre in svendita” di Salvatore Settis Un’analisi critica dello sfacelo in corso, forse troppo ottimistica, specialmente dopo il decreto Madia. La liquidazione del patrimonio prosegue, con forme meno rozze di quelle di Tremonti ma legate in una strategia più ampia e più efficace, ormai divenuta egemonica. (> leggi l’articolo)
(da Altreconomia 5 agosto 2015) Ddl Madia, addio territorio italiano Intervista a Tomaso Montanari Da oggi, “Se il governo vuol fare un’autostrada in un bosco secolare o in un centro storico, lo chiede a qualcuno che è diretto dai prefetti: cioè sostanzialmente a se stesso”, così Tomaso Montanari – storico dell’Arte che insegna all’Università di Napoli -, a poche ore dall’approvazione del Senato del provvedimento delega fortemente voluto dal presidente del Consiglio che smantella le Soprintendenze (> leggi tutto)
Ventunomila cittadini (e Bobo) in difesa delle soprintendenze Mail In una settimana, l’appello contro la confluenza delle soprintendenze nelle prefetture ha raccolto (qua) 21.300 firme.
30/07/2015 Huffington Post Un vespillone” per il funerale dei Beni Culturali di Vittorio Emiliani. Dei nostri beni culturali, dei centri storici, dei paesaggi si declama, a chiacchiere, il “valore inestimabile”. Poi però si continua a indebolirne la cura, la tutela, il restauro. Così hanno fatto i governi Berlusconi arrivando a tagliare a metà i fondi, già insufficienti, destinati a questo sterminato patrimonio, impoverendo i quadri tecnici, in media già anziani, negando persino i rimborsi spese (modestissimi) per le missioni su scavi e cantieri. Nessuno era però riuscito ad ottenere quel silenzio/assenso su grandi lavori, edifici, lottizzazioni (se entro poche settimane le Soprintendenze non si esprimevano) che vuol dire tout court assenso visto che ogni tecnico ha una montagna di pratiche delicate da sbrigare per ciascuno dei giorni lavorativi. C’è riuscito il governo Renzi col decreto Sblocca Italia (una copia, in più punti, del vecchio Lunardi) ed ora lo ribadisce col disegno di legge Madia (> leggi tutto)
23 LUGLIO Non si uccide così l’art. 9 della Costituzione Carteinregola sottoscrive l’appello al Presidente della Repubblica ai Presidenti del Senato e della Camera e al ministro Dario Franceschini affinchè si oppongano all’articolo del disegno di legge Deleghe al Governo…
20 luglio 2015 PERCHÉ È SBAGLIATO DARE AI PREFETTI LA TUTELA DEL NOSTRO PAESAGGIO di Tomaso Montanari (> LEGGI L’ARTICOLO)
2 Responses to E’ passato il Decreto Madia: le Soprintendenze diventano Sottintendenze