Elezioni regionali del Lazio: Carteinregola scrive ai partiti
Autore : Redazione
Dopo l’anticipazione al Partito Democratico di qualche giorno prima (1), il 22 novembre Carteinregola ha preso carta e penna e ha scritto a tutte le forze politiche presenti sul territorio (2) per chiedere che nel programma per le elezioni regionali che si terranno entro il 12 febbraio 2023 (3) siano inserite le richieste presentate il 15 novembre, in occasione del convegno per il suo decennale “La città delle persone” (4). Ma soprattutto che il poco tempo per la campagna elettorale non sia una giustificazione per escludere dal dibattito i cittadini, soprattutto ora, che i dati sull’astensione ci dicono che moltissimi elettori non hanno più fiducia in questa classe politica, né speranze nel cambiamento.
In calce la lettera inviata il 22 novembre e poi ancora il 2 dicembre, le nostre prime cinque richieste urgenti e irrinunciabili che riguardano scelte dell’Amministrazione regionale e il dossier “Elezioni regionali Lazio 2023, le richieste di Carteinregola”
Fin dalla sua nascita, nel 2012, Carteinregola ha partecipato attivamente al dibattito per le elezioni comunali, municipali, regionali e nazionali, svolgendo un’attività di informazione rivolta agli elettori – dal 2016 abbiamo creato anche la Carta della Candidata e del Candidato trasparente (5) che ha raccolto numerose adesioni tra i candidati di diverse appartenenze politiche – , inviando alle forze politiche domande e anche proposte articolate sui temi su cui si è concentrato il nostro impegno.
In occasione del nostro decennale abbiamo predisposto un dossier con le nostre richieste alla politica, in particolare per trasparenza, governance, ambiente, rigenerazione urbana, città storica, periferie, partecipazione. Tra queste alcune riguardano punti per noi urgenti e irrinunciabili per le future scelte della Regione Lazio, che chiediamo a tutte le forze politiche di inserire nei propri programmi elettorali .
Chiediamo inoltre che la campagna elettorale diventi un’occasione per allargare il dibattito alla città e ai cittadini, attraverso un confronto che non può essere ristretto alle componenti dei partiti o degli schieramenti, ma che dovrebbe svolgersi pubblicamente, con una discussione aperta sulle questioni più importanti per i cittadini e per i territori, soprattutto ora, che i dati sull’astensione ci dicono che moltissimi elettori non hanno più fiducia in questa classe politica, né speranze nel cambiamento.
Con questo obiettivo, riteniamo che sarebbe un segnale importante che la scelta della candidata o del candidato presidente avvenisse attraverso le primarie, per permettere anche agli elettori di scegliere le proposte e le visioni che intendono sostenere per il futuro della città e della Regione, con un processo democratico e trasparente.
Oggi più che mai è necessario un segnale, da parte di tutte le forze politiche, della volontà di aprire una nuova stagione politica più vicino ai cittadini.
Laboratorio per una Politica trasparente e democratica di Carteinregola
LE RISPOSTE: al 3 dicembre abbiamo ricevuto riscontri per l’avvio di un confronto dal M5S, dal PD, da Volt Roma e Lazio (che metteranno le nostre richieste all’ODG della imminente assemblea degli iscritti), da Lavinia Mennuni, consigliera e senatrice di FdI. Il 3 dicembre si è tenuta un’iniziativa pubblica di Sinistra civica ecologista per confrontarsi su dieci punti programmatici a cui hanno partecipato rappresentanti di varie forze politiche, di area centro sinistra e M5S, a cui è intervenuta anche Carteinregola, rilanciando le richieste avanzate a tutti i partiti (> guarda la diretta) Il 6 dicembre abbiamo avuto risposte e disponibilità al confronto da Possibile e Europa Verde Lazio, che ha inviato anche le risposte ai primi 5 punti . Ci ha risposto anche Movimento Repubblicani Europei di Roma.
Proponiamo i punti programmatici per noi più urgenti e irrinunciabili che riguardano la Regione Lazio, che chiediamo a tutte le forze politiche di inserire nei propri programmi elettorali
La cosiddetta “autonomia regionale differenziata” intende attribuire alle Regioni che ne fanno richiesta poteri legislativi oggi nazionali o concorrenti tra Stato e Regioni, in materie che riguardano un patrimonio di tutta la Nazione – i beni culturali, il paesaggio, l’ambiente, la scuola, la sanità, persino infrastrutture come i porti e le ferrovie – distribuendo le relative risorse in base non ai bisogni dei cittadini ma al gettito fiscale di ciascuna Regione. Un micidiale strumento di divisione e di disuguaglianza non solo per le inevitabili differenze nei servizi – anche con i famosi LEP Livelli Essenziali delle Prestazioni, che per l’appunto non garantiscono prestazioni omogenee già dalla definizione anche se fossero introdotti – ma per la distruzione dell’identità comune, con la irreversibile trasformazione dello Stato in tante piccole repubbliche con leggi e regole diverse.
La cancellazione dell’Art. 6 della Legge regionale delle Rigenerazione Urbana
Intervenire nella città consolidata attraverso la rigenerazione urbana fa parte ormai del linguaggio comune. E anche la legge della rigenerazione urbana della Regione Lazio approvata nel 2017 fin dalle premesse la descrive come soluzione per fermare il consumo di suolo e restituire la dignità e la vivibilità ai territori più degradati. Finalità contraddetta dal fatto che a Roma ha trovato applicazione un solo articolo – articolo 6 – che, come il precedente “Piano casa” varato dalla Giunta Polverini e prorogato per tre anni dalla Giunta Zingaretti, permette interventi diretti sui singoli edifici da parte degli imprenditori privati con la possibilità di demolizioni e ricostruzioni con premi di cubatura, senza alcuna preliminare pianificazione e successiva valutazione da parte degli uffici comunali.Così gli interventi si sonomoltiplicati nelle zone più pregiate e quindi più remunerative per gli investitori, in particolare nei tessuti storici della città, escludendo i quartieri che ne avrebbero più bisogno.
L’inclusione dell’ ”insediamento urbano storico sito Unesco – centro storico di Roma” e della Città Storica di Roma nel Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)
Al di fuori degli “addetti ai lavori”, pochi sono a conoscenza del fatto che nel Piano Territoriale Paesistico Regionale approvato nel 2021, il centro storico di Roma è escluso dalle tutele introdotte per tutti gli altri centri storici del Lazio, e che gli interventi edilizi che possono modificare irreversibilmente il paesaggio urbano della Capitale non sono sottoposti a autorizzazione paesaggistica delle Soprintendenze, ma solo a un parere consultivo. E che i pregiati tessuti della Città Storica, i quartieri otto e novecenteschi individuati dal Piano Regolatore, se non vincolati puntualmente, non hanno alcuna tutela. Fin dal 2008 si assiste a un continuo rinvio di misure stringenti da parte di Regione, Ministero della Cultura e Comune di Roma, che dopo dopo aver colpevolmente alimentato per anni l’ambigua interpretazione che l’inserimento nell’elenco dei siti UNESCO fornisse una qualche forma di protezione, nell’approvazione definitiva del PTPR hanno rinviato il problema a data da destinarsi.
Lo stop al consumo di suolo
A un secolo e mezzo dall’unità d’Italia, gli abitanti della Capitale sono aumentati da poco più di 200.000 a circa 2.800.000: la popolazione è aumentata quindi di 14 volte. La superficie urbanizzata è cresciuta invece di 80 volte, da 660 a circa 53.000 ettari urbanizzati (sui circa 128 mila ettari del territorio comunale), e la Capitale è assurta ai vertici delle classifiche dell’ISPRA (Istituto Superiore Per la Ricerca Ambientale)come il Comune italiano che ha consumato più suolo non urbanizzato. Non c’è dubbio che l’atto decisivo debba essere l’azzeramento del consumo del suolo: azzerarlo, e subito, non contenerlo, abbassarlo o diminuirlo come propongono quelli che affrontano l’emergenza ambientale solo a parole.
Il ripristino del distanziamento di slot machine e videolottery da luoghi sensibili, sia per le nuove aperture, sia per gli esercizi esistenti, come precedentementeprevisto dalla Legge regionale del Lazio del 2013
La Regione Lazio, con una legge regionale del 2013 successivamente resa ancora più stringente, aveva promosso una serie di misure di contrasto al GAP gioco d’azzardo patologico, che prevedevano anche il distanziamento delle slot machine e videolottery che si trovavano in bar, tabaccherie, sale gioco, da luoghi sensibili come scuole e centri anziani. Tuttavia, poco prima che la legge entrasse in vigore – 27 luglio 2022 – la stessa maggioranza che le aveva varate ha modificato le norme, riducendone la portata. Senza tenere conto del crescente numero di persone fragili – soprattutto poveri, giovani, anziani – che finiscono in un tunnel senza fine, incoraggiati proprio dalla prossimità anche fisica degli apparecchi.
Queste tutte le richieste del Dossier “La città delle persone” alla Regione Lazio
Trasparenza
CHIEDIAMO
Che sia modificato il Regolamento del Consiglio Regionale, introducendo la possibilità per i cittadini di presenziare alle riunioni delle Commissioni[i]e che sia attivata la diretta streaming delle Commissioni consiliari[ii] con la possibilità di visionare le registrazioni off line[iii].
Che siano pubblicati i verbali delle Commissioni[iv] nella Sezione Attività Istituzionale/Commissioni e Giunte del sito.
Che sia resa disponibile la registrazione delle sedute del Consiglio Regionale.
Che siano pubblicate tutte le leggi/delibere/regolamenti/ nell’apposita sezione del sito istituzionale facilmente consultabile dai cittadini prima della discussione nelle Commissioni e dell’approvazione in Consiglio Regionale.
L’attivazione di “open agenda“, con la condivisione pubblica degli incontri tra politici o funzionari pubblici con i portatori di interesse per permettere ai cittadini di monitorare il processo di formazione delle decisioni pubbliche. Sarebbe auspicabile che anche la Regione Lazio si dotasse di apposita normativa sulla regolamentazione dei portatori d’interesse come già è avvenuto in altre Regioni italiane[v] in aggiunta a quanto già previsto sul tema dai rispettivi Piani per la prevenzione della corruzione e della trasparenza.
L’impegno a facilitare l’accesso agli atti e ai documenti da parte dei cittadini e la pubblicazione degli atti come previsto dalle norme sull’Accesso Civico generalizzato, stabilendo criteri precisi e trasparenti per i dinieghi[vi].
Autonomia Regionale Differenziata
CHIEDIAMO
di abbandonare la richiesta già avanzata al Governo nel 2018[vii] di potestà legislative su lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, governo del territorio, rapporti internazionali e con l’Unione europea, e di impegnarsi a non chiedere ulteriori materie, dato anche il probabile ridimensionamento della attribuzione dei fondi, proporzionati al gettito fiscale della Regione, e il rischio di una riduzione delle risorse per i servizi da erogare ai cittadini: una scelta che in questo caso non troverebbe altra giustificazione se non una maggiore gestione dei poteri in ambito locale, in particolare per quanto riguarda le risorse e il personale.
Roma città Metropolitana
CHIEDIAMO
Di avviare tempestivamente tutti i passaggi legislativi e politici (che interessano il livello nazionale, regionale e comunale) per superare l’impasse di un’organizzazione amministrativa completamente inadeguata alla realtà della Capitale e del suo intorno, ridistribuendo le competenze tra gli enti per raggiungere, sul lungo periodo, da un lato, il conferimento delle funzioni che riguardano l’area vasta alla Città metropolitana, dall’altro, il conferimento ai Municipi delle funzioni che riguardano la prossimità territoriale.
Nel breve e medio termine, di potenziare, la sinergia dei vari livelli amministrativi, in vista dei successivi passaggi nella riorganizzazione delle competenze e delle funzioni, avviando la necessaria ricognizione per predisporre la nuova distribuzione delle risorse economiche necessarie ai vari territori e un adeguato potenziamento di personale
Poteri Roma Capitale
CHIEDIAMO
che il passaggio delle competenze riguardanti la “Attribuzione di funzioni a Roma Capitale in materia di governo del territorio e di pianificazione urbanistico-edilizia“[viii], approvato dal Consiglio Regionale sia portato alla conoscenza dei cittadini e oggetto di un dibattito pubblico, e così per ogni altra tipologia[ix] e modalità di devoluzione o di attribuzione di poteri non regolamentata da leggi nazionali.
che si cancelli l’attribuzione delle funzioni amministrative concernenti la VAS (Valutazione Ambientale Strategica[x]) a Roma Capitale,per garantire la necessaria autonomia dell’ente preposto al controllo rispetto all’ente proponente[xi]
Stop al Consumo di suolo
CHIEDIAMO
di promuovere, anche in assenza di un provvedimento nazionale sull’ azzeramento del consumo di suolo in conformità con l’obiettivo introdotto da tempo dall’Unione Europea[xii], una legge regionale volta ad arrestare i processi di urbanizzazione esterni alla città consolidata, obbligando i comuni a individuare i perimetri delle aree edificate oltre i quali non dovranno essere consentite nuove edificazioni, salvaguardando le aree intercluse che fanno parte dei corridoi ecologici[xiii]
Verde urbano e Agro
CHIEDIAMO
di tutelare l’Agro Romano quale ambito di assoluta rilevanza per l’ecosistema dell’intero territorio comunale impedendo destinazioni non compatibili e l’estensione di ogni forma di urbanizzazione
di valorizzare le attività agricole produttive attualmente presenti e di incrementarle con l’affidamento di aree non utilizzate a cooperative e imprese giovanili includendo il sostegno per l’avvio delle iniziative imprenditoriali
Rigenerazione urbana
CHIEDIAMO
di avviare un esame approfondito sulle ricadute della Legge regionale n. 7/2017 – Disposizioni per la rigenerazione urbana e per il recupero edilizio, ormai vigente da 5 anni, in particolare rispetto ai contenuti dell’articolo 1 – Finalità e ambito di applicazione, anche in seguito alla verifica degli interventi realizzati, in corso e progettati nella Capitale sulla base dei dati che annualmente i Comuni del Lazio, come previsto dalla stessa legge, devono inviare alla struttura della Giunta regionale competente in materia urbanistica [xiv];
di promuovere progetti di rigenerazione pianificati e guidati dall’Amministrazione secondo gli articoli 2 e 3 della legge 7/2017 in modo tale che gli incentivi siano concessi sulla base di elementi e indagini che confluiscano in una “mappa del disagio”. Con questo presupposto sarà possibile individuare gli ambiti dove le trasformazioni comportino benefici per i residenti, escludendo comunque dalle agevolazioni l’intera città storica dove gli interventi consentono, per condizioni oggettive, elevati profitti in favore degli operatori privati. La valutazione per definire gli ambiti della trasformazione, indispensabile per gli interventi all’interno della città consolidata, dovrà essere conseguente alla stesura di appositi criteri, tenuto conto della mappa del disagio;
di sopprimere l’articolo 6 della legge (Interventi diretti) che consente – “sempre” – interventi di demolizione e ricostruzione con premio di cubatura e/o cambi di destinazione estromettendo l’Amministrazione comunale dalle decisioni che riguardano le trasformazioni urbane dei tessuti storici, provocando il moltiplicarsi di interventi di demolizione e ricostruzione laddove gli investimenti sono più remunerativi per gli investitori privati”[xv]
di ripristinare i testi degli articoli 1 e 6 della legge parzialmente modificati da due emendamenti[xvi]: il primo ha eliminato che “gli interventi …sono consentiti…prioritariamente nelle aree in cui non sono state completate le opere di urbanizzazione primaria, secondaria e che non rispettano gli standard”, il secondo consente la rigenerazione anche per il solo “miglioramento della qualità ambientale e architettonica …promuovendo le tecniche di bioedilizia più avanzate, assicurando più elevati livelli di efficienza energetica e lo sviluppo delle fonti rinnovabili“ offrendo un’ottima giustificazione alla semplice sostituzione edilizia nelle zone più prestigiose con tecniche ecologicamente avanzate a beneficio di una domanda abitativa che si identifica con i redditi più elevati[xvii]
Tutela paesaggistica della Città Storica di Roma
CHIEDIAMO
L’inclusione dell’ ”insediamento urbano storico sito Unesco – centro storico di Roma” nel Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), escluso nel testo approvato il 21 aprile 2021[xviii], così che siano attribuite le stesse tutele previste per i centri storici degli altri 377 comuni del Lazio, compresa l’autorizzazione paesaggistica. Per il Centro Storico di Roma l’attuale normativa prevede un “controllo degli interventi” da parte della Soprintendenza competente “nel rispetto di quanto stabilito da un Protocollo d’Intesa tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Comune di Roma” del 2009[xix] che si esaurisce in un parere esclusivamente consultivo.
L’estensione della tutela del Centro storico – sito Unesco alla Città Storica, così come individuata dal PRG DEL 2008
Che il Ministero della cultura, alla Regione Lazio e Roma Capitale si attivino per individuare e varare, come previsto dal PTPR approvato nel 2021, “specifiche prescrizioni di tutela da definirsi, in relazione alla particolarità del sito, congiuntamente da Regione e Ministero”[xx]per la Città storica di Roma
che siano resi pubblici lo stato dei lavori e gli esiti del “Tavolo per la salvaguardia del Paesaggio urbano” di cui fanno parte la Soprintendenza speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, l’Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e la Regione Lazio, istituito nel maggio 2018[xxi] per individuare forme di tutela dei cosiddetti “villini” e di tutti quei tessuti urbani storici che rischiano di subire modifiche irreversibili per gli interventi edilizi consentiti dal “Piano Casa” e dalla Legge di Rigenerazione Urbana della Regione[xxii], e che, nelle more delle procedure di aggiornamento del PTPR del punto precedente, siano accelerate e incrementate le attività di tutela del tavolo.
Abitare e vivere la Città Storica di Roma
CHIEDIAMO
di introdurre norme per regolare e arginare la proliferazione di B&B, affitti brevi e case vacanze, ponendo limiti quantitativi alla possibilità di trasformare alloggi in residenze turistiche [xxiii]
di rivedere le categorie della attività tutelate nella Città storica (che hanno delle limitazioni per il cambio di categoria commerciale e artigianale) inserendo alcune categorie oggi escluse (es. acconciature, costumi teatrali, negozi dell’usato)[xxiv]
Abitare e vivere le periferie
CHIEDIAMO
di potenziare gli uffici pubblici, il personale amministrativo e le competenze tecniche per permettere tempi più rapidi per la pianificazione e progettazione urbanistica
di riorganizzare gli insediamenti di edilizia residenziale pubblica, all’epoca realizzati in base a una domanda abitativa conseguente a nuclei familiari più numerosi, avviando la ristrutturazione degli edifici per ricavare un maggiore numero di alloggi[xxv]
di avviare progetti di “rigenerazione urbana intesa in senso ampio e integrato comprendente, quindi, aspetti sociali, economici, urbanistici ed edilizi, anche per promuovere o rilanciare territori soggetti a situazioni di disagio o degrado sociali ed economici, favorendo forme di co-housing per la condivisione di spazi ed attività”, agevolare la riqualificazione delle aree urbane degradate e delle aree produttive”, “…aumentare le dotazioni territoriali mediante l’incremento di aree pubbliche o la realizzazione di nuove opere pubbliche ovvero il potenziamento di quelle esistenti…” come nell’art. 1 della Legge regionale della Rigenerazione Urbana 7/2017
di favorire la creazione di centri di incontro di quartiere, centri anziani, Case di Quartiere[xxvi], centri culturali, sportivi, ricreativi gestiti dall’associazionismo locale e da enti senza fini di lucro.
di rendere disponibili per start up giovanili, cooperative di servizi e negozi di vicinato i locali dismessi e inutilizzati di proprietà pubblica, in particolare dei locali commerciali nei piani terra dei complessi delle case popolari, oggi luoghi degradati di spaccio che creano insicurezza sociale[xxvii].
di investire fondi pubblici per la ristrutturazione e l’adeguamento degli spazi da destinare alle attività dei punti precedenti, per facilitare e incentivare l’utilizzo anche a chi non ha mezzi economici
di creare in tutti i territori dei punti di assistenza, informazione e formazione per agevolare l’uso degli strumenti informatici nelle fasce più deboli della popolazione come anziani, stranieri e persone in difficoltà, sempre più escluse dai diritti di cittadinanza che passano attraverso le nuove tecnologie
di valorizzare le eccellenze dei territori, mettendole in rete tra loro e inserendole nei circuiti più estesi a livello cittadino, metropolitano e nazionale. In particolare il patrimonio agricolo, archeologico e naturalistico presente nelle tante periferie romane[xxviii]
di mettere una moratoria alla proliferazione dei centri commerciali che uccidono il commercio di vicinato, presidio di sicurezza e socialità, lasciando molto spesso, dopo un arco di vita limitato, relitti sul territorio
Nell’ambito della prevenzione e il trattamento del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), di ripristinare la misura prevista dalla Legge regionale del Lazio[xxix]della rimozione di slot machine e videolottery nel raggio di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, centri anziani, ospedali e altri, sia per le nuove aperture, sia per gli esercizi esistenti[xxx]
di pubblicare sul portale “Osservatorio regionale on line del gioco d’azzardo” le attività e i provvedimenti assunti dai Comuni, per diffondere la conoscenza del fenomeno tra la cittadinanza e responsabilizzare le istituzioni coinvolte
(2) La lettera e le richieste sono state inviate a: Partito Democratico, M5S, Fratelli d’Italia, Sinistra Italiana, Azione, Italia Viva, Volt, Europa Verde, POP, Roma Futura, Radicali Italiani, Possibile, Demos, Articolo uno, Liberare Roma, Green Italia, Lega, Forza Italia, Unione Popolare, Repubblicani Europei, Partito Socialista Italiano
[i] Attualmente il Regolamento dei lavori del Consiglio della Regione Lazio (cfr artt 49 e 50) allegato allo Statuto non prevede la possibilità per il pubblico di partecipare alle riunioni delle Commissioni e Consiglio. Attualmente è prevista solo la diretta del Consiglio Regionale su canale youtube
[ii] Nota bene: in home page c’è l’agenda delle riunioni delle Commissioni. All’articolo 50 comma 2 si legge, infatti, che ”Il Presidente del Consiglio può disporre, sentito il Presidente della Commissione consiliare, che la stampa e il pubblico seguano lo svolgimento delle sedute anche in separati locali attraverso impianti audiovisivi”.
[iii] Nota bene sul canale youtube è riportato: Canale ufficiale del Consiglio Regionale del Lazio dedicato alla trasmissione dei lavori d’aula e alla loro archiviazione ma non sono disponibili registrazione di sedute precedenti.
[iv] Cfr Regolamento del Consiglio Regionale, Art. 25 (Inizio della seduta dell’Aula e delle Commissioni – Processo verbale e ordine del giorno): “2. Delle sedute dell’Aula e delle Commissioni consiliari si redige un processo verbale da parte rispettivamente del funzionario estensore del processo verbale e dei funzionari segretari delle singole commissioni. Il processo verbale deve contenere soltanto le deliberazioni e gli atti, indicando l’oggetto e il nome di coloro che hanno partecipato alle discussioni.
5. Dei lavori dell’Aula è redatto un resoconto stenografico. Dei lavori delle Commissioni consiliari, oltre al verbale, è redatto un resoconto sommario.
[vi] Con l’obbligo di giustificazione circostanziata, in particolare per i casi contemplati dall’ art. 5-bis ” Esclusioni e limiti all’accesso civico” del d.lgs. n. 33/2013, Riordino della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
[vii]6 giugno 2018, il Consiglio regionale del Lazio approva l’ordine del giorno n. 2del 31 maggio 2018 su “Intesa Stato-Regione prevista dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione italiana“, impegnando il Presidente ad avviare il negoziato con il Governo affinchè siano attribuite alla regione competenze nelle seguenti materie: lavoro; istruzione; salute; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; governo del territorio; rapporti internazionali e con l’Unione europea scarica l’ODG (dal sito del SenatoDossier n.45 “ ) 16 ottobre 2018 la Giunta regionale del Lazio approva le DGR n. DEC44 recante “Iniziativa regionale per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione Lazio, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” in cui si individuano i cinque ambiti di intervento per i quali avviare il negoziato con il Governo ai fini dell’intesa
[viii] “Proposta di Legge regionale n. 346 del 10 ottobre 2022, concernente: “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2022 e modificazioni di leggi regionali” approvata il 9 novembre 2022
[xi] (come da collegato approvato) : Roma Capitale, nell’ambito della rispettiva autonomia organizzativa, individua la struttura cui affidare la funzione di autorità competenteai sensi del d. lgs. n. 152/2006 Parte II (Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) e successive modifiche https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2006_0152.htmgarantendo, in particolare: “a) separazione di funzioni rispetto all’autorità procedente; b) adeguato grado di autonomia; c) competenza in materia di tutela ambientale e di sviluppo sostenibile.
[xiii] La rete ecologica è un sistema interconnesso di habitat di cui salvaguardare la biodiversità, ponendo quindi l’attenzione sulle specie animali e vegetali potenzialmente minacciate. La geometria della rete ha qui una struttura fondata sul riconoscimento di aree centrali (core areas), fasce di protezione (buffer zones) e fasce di connessione (corridoi) che consentano lo scambio di individui tra le aree precedenti, in modo da ridurre i rischi di estinzione delle singole popolazioni locali.(Vedi Reti Ecologiche e Pianificazione del Territorio e del Paesaggio ISPRA https://www.isprambiente.gov.it/it/progetti/cartella-progetti-in-corso/biodiversita-1/reti-ecologiche-e-pianificazione-territoriale)
[xiv]Legge regione Lazio 7/2017 Art. 6(Interventi diretti)
Per il perseguimento di una o più delle finalità di cui all’articolo 1, previa acquisizione di idoneo titolo abilitativo di cui al d.p.r. 380/2001, sono sempre consentiti interventi di ristrutturazione edilizia o interventi di demolizione e ricostruzione con incremento fino a un massimo del 20 per cento della volumetria o della superficie lorda esistente ad eccezione degli edifici produttivi per i quali l’incremento massimo consentito non può superare il 10 per cento della superficie coperta. (2a)
Nell’ambito degli interventi di cui al comma 1, oltre al mantenimento della destinazione d’uso in essere, sono altresì consentiti i cambi di destinazione d’uso nel rispetto delle destinazioni d’uso previste dagli strumenti urbanistici generali vigenti indipendentemente dalle modalità di attuazione dirette o indirette e da altre prescrizioni previste dagli stessi. Sono, altresì, consentiti i cambi all’interno della stessa categoria funzionale di cui all’articolo 23 ter del d.p.r. 380/2001.
In applicazione dell’articolo 28, comma 5, della legge 14 novembre 2016, n. 220 (Disciplina del cinema e dell’audiovisivo), previa acquisizione di idoneo titolo abilitativo di cui al d.p.r. 380/2001, al fine di tutelare la funzione degli immobili già destinati alle attività cinematografiche e a centri culturali polifunzionali, di agevolare le azioni finalizzate alla riattivazione e alla rifunzionalizzazione di sale cinematografiche e centri culturali polifunzionali chiusi o dismessi, di realizzare nuove sale per l’esercizio cinematografico e nuovi centri culturali polifunzionali e i servizi connessi, di realizzare interventi per la ristrutturazione e l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale, sono consentiti:
a) interventi di ristrutturazione edilizia o di demolizione e ricostruzione con un incremento della volumetria o della superficie lorda esistente fino a un massimo del 20 per cento degli edifici esistenti;
b) interventi per il recupero di volumi e delle superfici accessorie e pertinenziali degli edifici esistenti.
All’interno degli edifici destinati a teatri, sale cinematografiche e centri culturali polifunzionali, ivi inclusi gli edifici riattivati o rifunzionalizzati ai sensi del comma 3, è consentito l’esercizio di attività commerciali, artigianali e di servizi, fino ad un massimo del 30 per cento della superficie complessiva, purché tali attività siano svolte unitamente all’attività prevalente, come definita dall’articolo 78, comma 1, lettera a), della legge regionale 6 novembre 2019, n. 22 (Testo unico del commercio). (2c)
4 bis. Per gli interventi degli enti gestori di edilizia residenziale pubblica volti a recuperare e rifunzionalizzare, per attività socio-culturali e sportive con finalità sociali, le pertinenze o gli altri locali tecnici dismessi e le altre parti comuni degli edifici di cui all’articolo 1117 del codice civile, il contributo straordinario relativo agli interventi su aree o immobili in variante urbanistica, in deroga o cambio di destinazione d’uso, è dovuto in misura non superiore al 10 per cento del maggior valore generato dagli interventi. (1.1)
5. Gli interventi di adeguamento delle strutture ricettive all’aria aperta di cui all’articolo 23, comma 1, lettera c), della legge regionale 6 agosto 2007, n. 13, concernente l’organizzazione del sistema turistico laziale, alle prescrizioni di cui al regolamento regionale 24 ottobre 2008, n. 18 (Disciplina delle strutture ricettive all’aria aperta) e successive modifiche, si attuano con modalità diretta, nel rispetto delle disposizioni di cui al presente articolo.
6. Le disposizioni di cui al presente articolo non possono riferirsi ad edifici siti nelle zone individuate come insediamenti urbani storici dal PTPR.
Nella precedente versione del dossier avevamo indicato alcune richieste collegate alle modifiche contenute nell’art. 10, comma 1, lettera a), della legge n. 120 del 2020 “Decreto Semplicazioni” al D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, in particolare all’art. 2 bis comma 1 ter Deroghe in materia di limiti di distanza tra fabbricati e all’articolo 3, Definizioni degli interventi edilizi, comma 1, lettera d). Tuttavia ad un’attenta lettura, anche sulla base della Circolare congiunta Mit-Funzione Pubblica su ediliziapubblicata tre mesi dopo la conversione, si tratta di modifiche che, da un lato ampliano e facilitano, in nome della “semplificazione”, le possibilità di trasformazione offerte agli interventi edilizi, dall’altra garantiscono ben poche tutele alle “zone omogenee A”, pur tirandole in ballo. Una delle modifiche, all’art. 2 comma 1ter del DPR 380/2001 è sicuramente poco utile ai fini della tutela della città storica, se non per quanto riguarda, nel caso di demolizione e ricostruzione con cambio di sagoma, altezze,ecc il rispetto delle distanze preesistenti tra gli edifici, l’unica fattispecie per la quale in caso di deroga la legge impone l’obbligo di “piani urbanistici di recupero e di riqualificazione particolareggiati di competenza comunale”. Quanto alla modifica all’articolo 3, Definizioni degli interventi edilizi, comma 1, lettera d), che riguarda alcune restrizioni per la categoria degli interventi che rientrano nella “ristrutturazione edilizia”, occorre comunque tenere presente che è sempre possibile operare con modalità più invasive con il permesso di costruire. (> Vedi il nostro articolo Il decreto semplificazioni del 2020 e l’ennesima mancata tutela della Città storica del 16 gennaio 2023)
[xvi] rispettivamente il 14 agosto 2017 e il 27 febbraio 2020
[xviii] art. 44 delle NTA del PTPR scarica le NTA https://www.carteinregola.it/wp-content/uploads/2021/12/NTA-Norme-PTPR-Lazio-approvato-aprile-2021.pdfIl centro storico (e la città storica di Roma) sono esclusi dalle tutele degli altri centri storici e dall’obbligo di autorizzazione paesaggistica degli interventi: Articolo 44 Insediamenti urbani storici e relativa fascia di rispetto comma 19. Non si applicano le disposizioni di cui al presente articolo all’insediamento urbano storico sito Unesco – centro storico di Roma. L’applicazione di specifiche prescrizioni di tutela da definirsi, in relazione alla particolarità del sito, congiuntamente da Regione e Ministero, decorre dalla loro individuazione con le relative forme di pubblicità. Nelle more della definizione di tali specifiche prescrizioni, il controllo degli interventi è comunque garantito dalla Soprintendenza competente nel rispetto di quanto stabilito dal Protocollo d’Intesa tra Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed il Comune di Roma (QI/57701 dell’8 settembre 2009) [che fin dalla copertina prevede un parere consultivo vedi nota successiva].
[xix] Protocollo di intesa tra Ministero per i Beni e le attività culturali ed il Comune di Roma”, siglato nel 2009 ha per oggetto “La definizione delle modalità di collaborazione relativa all’acquisizione del parere consultivo di cui all’art. 24 comma 19 delle Norme tecniche di attuazione del Nuovo Piano Regolatore di Roma ai sensi dell’art. 24 comma 20 delle stesse NTA“E a scorrere il protocollo, la parola “parere consultivo” ricorre continuamente (con la sola esclusione degli immobili vincolati) e balza agli occhi il punto c): “Progetti relativi a immobili non vincolati ai sensi del DL 42/2004 (il Codice) ricadenti nella parte di Città Storica dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità“: “i progetti relativi a tali immobili ove riguardino interventi di categoria DR [demolizione ricostruzione]; AMP [ampliamento] , NE [Nuove edificazioni su aree libere] devono essere sottoposti al parere consultivo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici del Comune di Roma“.
[xxi] Il 16 gennaio 2019 con una conferenza stampa indetta dal Ministero per i Beni e le attività culturali Soprintendenza speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio Strategie di salvaguardia del Paesaggio urbano si illustra la proposta della Soprintendenza per il Tavolo per la salvaguardia, istituito con l’Assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale, la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e la Regione Lazio, che consiste in “una nuova tipologia di vincolo per armonizzare le trasformazioni urbane, lo sviluppo sostenibile, la tutela dell’identità culturale dei quartieri storici di Roma“. La novità “risiede nella natura strategica del vincolo, di medio e lungo periodo: governare e non bloccare le trasformazioni, attraverso una tutela graduata, rispetti le caratteristiche storiche e tipologiche dei quartieri della città“.https://www.carteinregola.it/index.php/63306/
[xxiv] Attività tutelate nella Città Storica del.AC 49/2019 (cit.) Art.8 comma 1
– Vendita prodotti alimentari a condizione che non venga effettuato il consumo sul posto;
– Laboratori artigiani ad eccezione delle autofficine e autocarrozzerie e delle attività di artigianato di tipo alimentare che effettuano il consumo sul posto con arredi secondo l’art.5;
– Erboristeria, librerie, audiovisivi, strumenti musicali, cartolibreria, articoli religiosi, souvenir solo di carattere religioso, antiquariato, gallerie d’arte esercitata con finalità commerciali su una superficie di vendita non inferiore a 150 mq, filatelia e numismatica, articoli per disegno e belle arti, giocattoli con marchio CEE e giochi d’epoca, fiori e piante, gioielleria, negozi storici di cui alle deliberazioni del Consiglio Comunale n.130/2005 e n.10/2010, alta moda e prêt a porter di marchi a diffusione nazionale e internazionale, articoli di arredamento e di articoli da regalo di marchi a diffusione nazionale e internazionale, tessuti e filati, ferramenta, profumeria, prodotti esclusivi commercio equo e solidale, ciclofficina riparazioni e vendita biciclette, vendita prodotti ecologici e biologici, parafarmacia.
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