Gli estranei, la barriera e la luce (nel palazzo occupato)
Autore : Redazione
di Anna Maria Bianchi Missaglia
Il dibattito scaturito dalla vicenda del cardinale eletticista, e i molti commenti su Facebook postati sotto un mio intervento “a caldo” (1), meritano un’ulteriore riflessione. Intanto perchè molti, come spesso accade su FB, anziché commentare il contenuto del post si esprimono sulla vicenda tirata in ballo dal titolo, rivelando quali siano i valori e/o le priorità di ciascuno nella valutazione di un fatto accaduto. Il caso del cardinale che ha ridato la luce al palazzo occupato, autodenunciandosi, tirava in ballo almeno tre ordini di questioni:
1) LE REGOLE le occupazioni degli edifici da parte di persone in emergenza abitativa (2), le varie attività social culturali economiche che vi si svolgono, gli esponenti delle associazioni che organizzano le occupazioni e gestiscono le palazzine occupate (3)
2) I SOLDI le bollette arretrate non pagate, e chi dovrà pagarle, con la possibilità che debba essere un soggetto pubblico – quindi i contribuenti – a farsene carico (4)
3) L’ASPETTO ETICO, o semplicemente umano: è accettabile che dei bambini, degli anziani, dei malati, delle persone, vengano lasciati al buio per 6 giorni (e di più, se non fosse intervenuto il cardinale) ?
Quest’ultimo era il tema della mia riflessione. Ho scritto che secondo me è inaccettabile, indipendentemente dai motivi legali ed economici, perchè le persone, a maggior ragione indifese, vengono prima di tutto. E va detto che, almeno sul mio post su Fb, le reazioni positive hanno ampiamente superato i commenti negativi, anche se l’algoritmo del social si sa che spalma i post soprattutto sulle bacheche dei simili.
Molti hanno commentato il mio post – e il fatto in sè – valutando unicamente l’aspetto economico (alloggi di cui non si paga l’affitto, spettacoli e altre attività considerate a scopo di lucro e, soprattutto, i 300.000 euro di bollette arretrate) o l’illegalità della situazione (le case di proprietà pubblica occupate abusivamente, il mancato rispetto delle regole (5). Che vuol dire che per molte persone 100 bambini al buio per 6 giorni in un palazzo al centro di Roma non suscitano nessuna emozione, nessuna immedesimazione, nessuna compassione. Come se fossero “estranei” senza età e senza connotazione, se non quella di aver consumato energia – soldi – “a sbafo” che quindi si meritano quello che è loro successo. Anche i bambini.
E, parallelamente e specularmente, suscita un sentimento di estraneità anche quell’ uomo che ha scelto di trasgredire la legge per aiutarli, rischiando conseguenze penali in prima persona. Da molti non è visto come un eroe, o quantomeno come un buon cristiano che mette in pratica il messaggio del Vangelo, ma come uno che non si doveva immischiare; uno che viene da un “fuori”, il Vaticano, percepito (non senza ragione) come un potentato, un detentore di grandi ricchezze che dovrebbero essere utilizzate per la carità.
E quel “paghi la Chiesa le bollette arretrate“, lanciato dal nostro Ministro dell’interno e rimbalzato in ogni angolo social, insieme a “la Chiesa metta a disposizione i suoi palazzi per i senza casa” ricorrente in tanti commenti, ricorda quel “portateveli a casa vostra” gridato a chi difende il diritto degli immigrati e rifugiati ad essere accolti dalla nostra comunità a carico della società.
E se è vero che la Chiesa continua ad essere un potente soggetto economico che in molti casi segue più le regole della speculazione che quelle del Vangelo (basti pensare all’esenzione dall’ IMU anche per le proprietà dove si svolgono attività “profit”), è impressionante il corollario di quelle affermazioni, cioè che molti ritengano che il problema dei poveri e dell’emergenza abitativa si dovrebbe risolvere con la beneficienza, della Chiesa o di altri soggetti benefici. La nostra Costituzione attribuisce alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che creano le disuguaglianze, e il diritto a una vita serena e dignitosa dovrebbe essere affrontato dallo Stato e dalla politica, costruendo una società solidale. Invece si torna a invocare l’elemosina dei ricchi, con un salto di decenni, se non di secoli, quando i bisognosi erano persone sfortunate che potevano sperare solo nell’aiuto della Chiesa e delle persone di buon cuore.
Chi ragiona così, e che ha convintamente continuato la discussione aggiungendo commenti su commenti critici verso il gesto del Cardinale, dimostra di vedere se stesso come un singolo individuo e la società come una sommatoria di individui, dove vige l’ “ognuno per sè”. Dove ciascuno è impegnato a perseguire quello che gli conviene, senza legami che vadano oltre alla ristretta tribù di un po’ di parenti e qualche amico, o a provvisori sodalizi volti a raggiungere qualche utile e immediato obiettivo comune. E al di fuori della propria tribù vi sono schiere di “estranei”, tenuti a distanza da una barriera invisibile, che si spera ben solida soprattutto per i diversi, per i poveri, per gli ultimi. Archiviata da tempo l’appartenenza a una moltitudine che lotta insieme per diritti comuni, svapora progressivamente l’idea di una comunità solidale, in cui ciascuno si senta responsabile, e in cui si dia aiuto ai più deboli e più aiuto a chi ne ha più bisogno. L’uguaglianza è un cortile dove elefanti e pulcini hanno lo stesso diritto di giocare. E se sei pulcino peggio per te.
Difficile dire se sono certi slogan agitati dalla politica a far montare sempre più la paura e l’intolleranza, o se quegli slogan prendano sempre più piede perchè hanno trovato terreno fertile in un mondo impaurito, in cerca di feticci su cui scaricare incertezza, rabbia, solitudine. Un mondo che ha coniato la parola “buonista” per riuscire a dare connotazioni negative anche a chi si preoccupa del prossimo.
Quello che è certo che questo virus che cancella ogni senso di immedesimazione e di “pietas” nelle persone non si sconfiggerà con la colpevolizzazione degli egoisti o con appelli alla solidarietà.
Il lavoro è lungo e impegnativo e riguarda tutti. Ma il primo passo lo deve fare quella classe politica che strilla al populismo e si scandalizza del cinismo, ma che in anni di governo, del Paese come degli enti locali, non ha fatto nulla – men che meno scelte coraggiose – perchè tutti potessero avere una vita dignitosa.
La prima condizione per provare a ricostruire una presente e futura umanità.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinegola@gmail.com
> Vai al sito di Spin Time Labs https://www.spintimelabs.org/
NOTE
(1) vedi Perchè il gesto del Cardinale elettricista è rivoluzionario http://www.carteinregola.it/index.php/perche-il-gesto-del-cardinale-elettricista-e-rivoluzionario/
(2)Sul tema rimando a ulteriori approfondimenti in calce all’articolo di Enrico Puccini http://www.carteinregola.it/index.php/stranieri-rom-e-case-popolari-cosa-sta-accadendo/ e anche un post del 2014 ancora molto attuale di Alessandro Gilioli sul suo blog Piovono Rane dell’Espresso “Senza fissa dimora”http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/11/04/senza-fissa-dimora/?fbclid=IwAR2j5CoGGxu2P2Zzw8F8dxkNF_xvh1jE-bKV_HukJwIzO_ZuFFDGiT-cq0w
Vedi anche l’articolo di Benedetta Piola Caselli in calce a Sgombero Via Curtatone: l’indignazione e la riflessione agosto 2017 http://www.carteinregola.it/index.php/sgombero-piazza-indipendenza-lindignazione-e-la-riflessione/
(3) Sulle attività che si svolgono nello Spin time riporto quanto riferito da Emma Amiconi di Tutti per Roma Roma per tutti https://www.facebook.com/emma.amiconi/posts/10219791954579948
“Ieri sono stata all’assemblea indetta da Spin Time, partecipatissima. Preferisco rendermi conto di persona e non soltanto leggere i giornali o le prese di posizione di chi di questa realtà specifica sa poco o niente e invece di cercare di comprendere tira fuori il Concilio di Trento, lo IOR, e allora gli altri poveri? eccetera. Dunque, ecco quello che ho capito. 1. le bollette. nonostante l’invio di richieste su richieste alla società intestataria del contratto di energia elettrica, non è mai stato permesso a chi vive ed anima lo spazio di pagare. Perchè una legge (se non sbaglio la cd legge Lupi) nega la residenza e quindi impedisce l’allaccio regolare delle utenze per le famiglie occupanti. Su questo Spin Time si sta muovendo 2. la discoteca. non esiste nessuna discoteca, ma una produzione, anche sperimentale, di musica (dal jazz alla musica classica, alla musica elettronica, al teatro e a tante altre fore espressive). si tratta di uno dei pochi luoghi in città dove questo è ancora possibile. ed è un bene per tutti, anche per i circuiti culturali istituzionali, perchè senza sperimentazione e innovazione artistica non ci sarebbe futuro, non ci sarebbero idee, non nascerebbero nuovi talenti. Tutto ciò è aperto al pubblico, e gli artisti non percepiscono compenso. Le minime quote di autofinanziamento che vengono richieste all’ingresso degli eventi confluiscono nella cassa utilizzata per le spese di miglioria del palazzo, a tutto vantaggio di chi vi abita. Dal 2013 tutte le risorse messe da parte, al netto dei costi di ritrutturazione, sono servite a rendere fruibili spazi e servizi messi a disposizione di tutta la città; 3. gli abitanti. pagano esclusivamente una quota mensile di 10 euro, che viene usata per i lavori di muratura, elettricità, idraulica ed impiantistica e non c’è nessuna società di riscossione, nessun lucro di terzi, nessuna percentuale o quota di interessi per altri. Tutto resta lì; 4. gli abitanti del palazzo hanno tutti il permesso di soggiorno, se necessario. hanno fatto domanda di alloggio popolare. molti di loro, a seguito della cancellazione delle liste operata nel 2012 dall’allora sindaco Alemanno per chi non arrivava ai 10 punti minimi. la richiesta è stata ripresentata recentemente a seguito del nuovo bando per l’assegnazione di alloggio popolare. ci sono 13.000 famiglie in graduatoria. chi fu cancellato nel 2012 ha dovuto ricominciare l’iter da capo, Dal 2013, anno di inizio dell’occupazione, solo 2 famiglie su 200 (tutte in lista) ha avuto l’assegnazione di un alloggio popolare, Il Comune assegna mediamente 300 case all’anno, i tempi di attesa quindi vanno dai 10 ai 15 anni, Il bando è aperto e la graduatoria viene rinnovata ogni 6 mesi, mediamente crescendo di 500 famiglie ogni volta. Allora, credo che le nostre legittime opinioni sulle occupazioni, il senso della legalità e della giustizia, debbano fare i conti con questi dati di fatto. Non con i massimi sistemi, sui quali ragionare astrattamente, ma su come si possa rendere Roma una città giusta, equa, sicura, accogliente e vivibile per TUTTI.”
vedi anche la disamina dei punti controversi nel post di Scomodo , una inziativa editoriale e culturale iniziata nel 2016 da un gruppo di studenti (> Vai al sito) su Fb Ora che a Roma è tornata la luce, usiamola per fare chiarezza! https://www.facebook.com/LeggiScomodo/posts/2436655673063804?__tn__=K-R
(3) Gli occupanti/l’associazione Spin Time non sono gli intestari delle bollette e quindi non potevano comunque pagarle. Quanto al cambio di intestazione delle bollette scrive Enrico Puccini:
Legge 23 maggio 2014, n. 80. Conversione, con modificazioni, del decreto-legge 28 marzo 2014, n. 47
Art.5
“Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge.”
Se sei occupante non puoi chiedere la residenza, senza residenza non puoi chiedergli allacci, senza allacci non puoi pagare le bollette.
Si può risolvere la situazione? Sì, il Sindaco può concedere le residenze, consentendo allacci e quindi di pagarle bollette, in base:
1-quater. Il sindaco, in presenza di persone minorenni o meritevoli di tutela, può dare disposizioni in deroga a quanto previsto ai commi 1 e 1-bis, a tutela delle condizioni igienico-sanitarie.
Quanti minorenni ci sono a Spin Time? 98 Com’erano le condizioni igenico-sanitarie?
Beh, per intervenire l’Elemosiniere del Papa…
(5) Chi scrive non condivide le occupazioni, ma è anche vero che delle soluzioni, rispettose delle regole, vanno trovate. Non si possono assegnare alloggi a chi non ha casa dopo anni di attesa in graduatoria. Ma non condivide neanche che l’ occupazione possa diventare un porto franco dove non si applicano neanche le regole per la sicurezza e la tutela dei cittadini, sia residenti che frequentanti.I locali iche ospitano molte persone, come i locali di spettacolo privati, devono garantire le condizioni necessarie per prevenire incidenti, come il divieto di fumo, la presenza degli estintori, le uscite di sicurezza etc.