I grandi eventi devono rispettare i luoghi dell’arte e della cultura
Autore : Redazione
Chi beve birra campa cent’anni
Di Pietro Spirito (da Il Mattino 8 ottobre 2023)
Chi beve birra campa cent’anni. Deve essere questa una delle ragioni che hanno animato la decisione di ospitare il Festival della Birra presso il Complesso di San Domenico Maggiore, nell’edificio che ha ospitato la formazione di alcuni tra i principali intellettuali meridionali ed italiani..
Per gli organizzatori della kermesse “protagonista indiscusso resta il panorama brassicolo campano”. Si tratta certamente di una eccellenza che va celebrata e promossa, anche per sviluppare una industria artigianale che può raggiungere traguardi importanti di crescita.
Non c’è assolutamente da discutere: al centro dell’evento c’è il prodotto. I monumenti costituiscono solo un pretesto, uno sfondo prestigioso per esaltare la manifestazione è per attrarre maggiore pubblico nel cuore del centro antico di Napoli
Nelle settimane passate si è animata sui giornali cittadini una discussione sul rapporto tra monumenti della storia partenopea ed eventi gastronomici. Dopo il Bufala Fest in piazza Municipio e il BaccalaRe al Maschio Angioino, sembrava che il Sindaco Gaetano Manfredi fosse giunto alla determinazione di disaccoppiare questo connubio, almeno nella conformazione con la quale sinora è stato rappresentato.
Non è andata così: evidentemente esiste una forza di inerzia tra indirizzo politico e meccanismi di attuazione. Il tema di discussione tuttavia resta e sarebbe bene che se ne ragionasse per giungere ad una determinazione conclusiva.
Quale è la strategia per costruire una identità di Napoli che da un lato favorisca lo sviluppo turistico e dall’altro eviti una gentrificazione che porterebbe a smarrire la sua identità storica e culturale che costituisce il cuore centrale del suo successo?
Ovviamente la questione è molto complessa e non si esaurisce sono nel rapporto tra identità storica, patrimonio culturale ed eventi della contemporaneità. Tuttavia questo aspetto non può essere eluso, perché lo troviamo continuamente nelle cronache dei fatti che accadono dentro la città.
Beninteso, vorrei sottolineare che non è un male in sé connettere i monumenti della storia con eventi che ne rivitalizzano l’identità. Nessuno vuole che Napoli diventi una città museo, o un luogo della memoria morta.
Piuttosto, occorre stabilire regole di ingaggio che facciamo vivere le testimonianze del passato con la storia del presente, evitando che i monumenti e gli edifici storici siano solo lo sfondo di una rappresentazione, completamente sganciata dal luogo nel quale gli eventi si svolgono.
È la pura commercializzazione della storia che è in discussione, perché queste pratiche basate sulla esclusiva esaltazione del prodotto cancellano la memoria, la rendono sterile fino a rimuovere completamente le tracce delle nostre radici.
Serve dunque una discussione pubblica sul rapporto tra memoria e presente, tra arte e turismo, tra gastronomia e cultura. Senza un ponte che congiunga questi elementi si impedisce la valorizzazione di ciò che eravamo, ma anche di ciò che siamo.
Se gli eventi debbono essere centrati esclusivamente sulla esaltazione del prodotto, senza una contestualizzazione rispetto al uogo nel quale si svolgono, è bene allora che siano scelte location più coerenti con questa finalità: la Mostra d’Oltremare è ad esempio perfetta per questo target; si conseguirebbe l’obiettivo anche di rivitalizzare un complesso fieristico che ha conosciuto nel tempo un processo di marginalizzazione.
Chi volesse invece misurarsi con una localizzazione storica e prestigiosa deve essere però capace di costruire contesti che diano valore non solo al prodotto ma anche alla identità del monumento candidato ad ospitare la manifestazione.
Siamo ora giunti alla seconda edizione del Festival della Birra: la prima si è svolta lo scorso anno presso il Castel dell’Ovo. Ora con il complesso di San Domenico su aggiunge una seconda figurina storica alla collezione.
Pare del tutto evidente la volontà di modificare la caratteristica di durata dello slogan pubblicitario: auspicabilmente, chi beve birra campa millenni. Forse, quegli intellettuali prestigiosi che si sono formati nelle mura del complesso di San Domenico avrebbero persino gradito di partecipare ad una bevuta di liquido miracoloso. Li avremmo ancora con noi, e sarebbe un inestimabile patrimonio prezioso per riflettere sul nostro futuro.
Questa manifestazione si svolge in coincidenza con i giorni della October Fest di Monaco di Baviera. Tra qualche settimana celebreremo anche Halloween, secondo questo modello ormai dominante di globalizzazione delle festività, che ormai non sono più allineate alle tradizioni: non vorremmo doverci vedere tutti con i nostri bambini al Palazzo Reale. Dolcetto o scherzetto?
Pietro Spirito
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
11 ottobre 2023