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Il Comune ha ceduto a privati l’area degli ex stabilimenti? Gli ex stabilimenti non sono e non sono mai stati di proprietà comunale: sono passati direttamente dal Demanio (statale) a Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR nel 2013 e non sono mai entrati nella disponibilità di Roma Capitale. La parte pubblica – piazza, “comparto B” e servizi per il quartiere – saranno ceduti al Comune da CDP sgr dopo la stipula della Convenzione, dopo la conclusione del percorso di approvazione della variante
Quanto al “Museo”, sia nella citata delibera, sia nel corso degli incontri pubblici tenuti dalla precedente amminsitrazione, è stato sempre sottolineato che non si sarebbe trattato di un solo centro museale, ma che nella struttura si sarebbero ricavati spazi dedicati a centri studi, laboratori a disposizione del CNR e dell’università, startup e quant’altro: gli stessi citati dalla nuova delibera e che sono stati descritti dall’assessore Montuori come una “novità” nell’llustrazione del “science center“, nel corso dell’Assemblea capitolina del 21 novembre 2019.
Cassa Depositi e Prestiti avrebbe dovuto occuparsi anche della progettazione o della realizzazione della Città della scienza (comparto B)? No, CDP, come da protocollo sottoscritto e successivo atto d’obbligo, si sarebbe fatta carico della progettazione e della realizzazione, oltre che della parte privata, delle opere di urbanizzazione primaria (piazza, strade, illuminazione ecc). CDP aveva affidato – senza oneri per il Comune- ai vincitori del concorso per il masterplan anche la progettazione dell’urbanizzazione secondaria , cioè i servizi locali (biblioteca casa del quartiere), ma Roma Capitale ,nella Delibera approvata il 21 novembre 2019, ha stabilito di affidare la progettazione attraverso un concorso, accantonando nel bilancio comunale 100.000 euro.
Perchè si parla di “monetizzazione degli oneri” nel caso che il Comune ritardi l’iter della progettazione della parte dei servizi locali? Perchè nel’atto d’obbligo CDP ha inserito la clausola che, se all’atto dell’approvazione definitiva della variante urbanistica Roma Capitale non avesse individuato il soggetto e il progetto per la realizzazione dei servizi pubblici, CDP anzichè occuparsi direttamente della realizzazione dei lavori – a suo carico – come stazione appaltante, avrebbe dato al Comune i fondi corrispondenti, lasciando al Comune il compito di istruire le gare d’appalto per la realizzazione. Una possibilità che, se si verificasse, rallenterebbe inevitabilmente l’iter realizzativo della parte pubblica, possibilità che però non ha a che fare con la “monetizzazione” di cui normalmente si parla quando un privato anzichè fornire i previsti standard urbanistici (verde, parcheggi ecc) dà al Comune una somma che ne compensa la mancanza. Un ordine del giorno e un emendamento approvati in Assemblea capitolina il 21/22 novembre hanno cercato di mettere dei termini temporali per l’espletamento da parte del Comune dei passi necessari a impedire che tale ipotesi si verifichi (ODG che però sono un ” atto politico” e quindi non sono vincolanti)
La Delibera prevede che la destinazione dei fondi del contributo straordinario (si parla di 36 milioni circa) sarà individuata dal Comune, con la possibilità di investimento in altri municipi o quartieri della città? No, fin dall’inizio la Delibera approvata prevedeva esplicitamente che i fondi ricavati dal “contributo straordinario di urbanizzazione stimato in euro 36.129.000” (importo definitivo da stabilire in seguito) “...sarà obbligatoriamente utilizzato per finalità di riqualificazione urbana nello stesso ambito in cui ricade l’intervento, di intesa con il competente municipio da formalizzarsi con successivo provvedimento” ; nella delibera è anche indicato un “contributo straordinario volontario di euro 6.871.000 da incamerare in denaro, di cui quota parte sarà corrisposto quale obbligazione sostitutiva mediante realizzazione delle opere di sistemazione di via Guido Reni nel tratto prospiciente l’intervento, la cui progettazione sarà inviata successivamente all’adozione del Programma“.
I capannoni degli ex stabilimenti militari saranno tutti abbattuti? Nel progetto è previsto che siano abbatutti i capannoni del “comparto A” (la parte privata), ristrutturando solo un capannone e mezzo sul lato di Vile del Vignola per ricavarne gli spazi per la Biblioteca/casa del quartiere. Su richiesta del Tavolo delle associazioni è stato approvato un ordine del giorno dell’Assemblea capitolina che impegna la Sindaca, per il “comparto B” , “al recupero delle strutture esistenti – limitando gli interventi di sostituzione delizia tramite demolizione e ricostruzione“, in quanto “esempi di archeologia industriale e testimonianza della storia della città e del quartiere“. Tuttavia nella delibera sono indicate varie fasi, con sostituzione edilizia tramite demolizione e ricostruzione dei capannoni del comparto B (e l’ODG, coem abbaimo visto, non è vincolante)
Come mai nel tavolo partecipato per le linee guida del masterplan le associazioni avevano indicato per i servizi per il quartiere strutture sanitarie e/o spazi culturali musicali, e il successivo tavolo ha avanzato nuove proposte? Il processo partecipativo per il masterplan del 2014 aveva affrontato il tema con uno sguardo più generale, rimandando a un successivo approfondimento le destinazioni per i servizi del quartiere. Infatti, nel corso degli incontri della primavera 2017 è stato fatto uno studio delle caratteristiche sociali, anagrafiche ecc del quartiere, approfondendo anche con altri enti le possibilità inizialmente ventilate: in primis con la ASL, si è verificata la disponibilità di insediare un polo sanitario (ricevendone risposta negativa) , ma verificando che anche le strutture al servizio dell’infanzia non erano proponibili, dato che nel quartiere le strutture esistenti erano sottoutilizzate. Invece è stato avviato un dialogo con bliblioteche di Roma che ha stimolato la proposta poi avanzata.
Cosa prevede la proposta del tavolo partecipato organizzato dal Municipio per i servizi locali? Il tavolo delle associazioni ha individuato la necessità di uno spazio culturale e sociale al servizio di diverse fasce di età, proponendo lo spostamento nella nuova struttura della Biblioteca Flaminia, oggi ospitata dalla scuola Guido Alessi, per poter ampliare gli spazi di incontro (sala convegni ecc), aggiungere spazi per laboratori giovanili dedicati alla musica e alle arti audiovisive, e nello stesso tempo creare degli ambiti di socializzazione per le fasce più anziane, con spazi di condivisione dei pasti, eventi ecc.
Il progetto degli ex stabilimenti militari prevede anche la realizzazione di un tram che dal Ponte della Musica percorre via Guido Reni verso i Parioli? Il progetto del tram risale al Piano Regolatore Generale adottato nel 2003 e approvato nel 2008 dalla consiliatura Veltroni. Il Ponte è stato costruito in seguito alla previsione della realizzazione della linea tranviaria, che dai Musei vaticani dovrebbe raggiungere l’Auditorium e oltre. Negli anni delle successive amministrazioni il progetto è rimasto, anche se ci risulta che non abbia mai fatto progressi procedurali, anche perchè abbiamo saputo in modo infrmale che l’ATAC non era favorevole perchè la linea non avrebbe avuto una sufficiente utenza. In ogni caso il Progetto della Città della Scienza è di molto successivo e non è collegato al tram, pur facendo parte dell’area del Progetto Urbano Flaminio.
(continua)
ultimo aggiornamento 30 novembre 2019
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