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Palazzo Nardini – I Municipio

nardini 1(ultimo aggiornamento 9 luglio 2020)

nardini 2Palazzo  Nardini è un  grande palazzo quattrocentesco in pieno centro di Roma,  dietro piazza Navona,  in via del Governo Vecchio n. 39. Fatto costruire nel 1474 dal cardinale Stefano Nardini quale sede del Governo pontificio, al quale venne in seguito aggiunto il Collegio Nardini fino a via di Parione, è importante in sé e per sé, costituendo uno dei non molti esempi nobili di edilizia del primo Rinascimento rimasti a Roma.

In tempi più recenti il Palazzo  fu sede della Pretura, indi Casa delle donne e infine abbandonato a se stesso. Anche perché la sua titolarità era incerta nel passaggio dagli enti ospedalieri alla Regione che l’ha  acquistato nel 2003 (Giunta Storace)  per 37,5 milioni dalla Comunione delle Asl (la sentenza del TAR del giugno 2019 stabilirà che  apparteneva a tutti gli effetti  alla Regione Lazio).

Nel 2008 (Giunta Marrazzo, assessore Giulia Rodano)  sono stati effettuati lavori che hanno consentito il fondamentale rifacimento dei tetti in alcuni punti pericolosamente sfondati (1); durante quei lavori  sono stati scoperti dall’allora soprintendente Di Paola interessanti affreschi, probabilmente di fine ‘400: una fascia che corre, in alto, tutt’attorno ad una sala del piano nobile con pitture di genere conviviale.

Palazzo Nardini,la facciata fradicia e malridotta 2014074Dopo d’allora, subentrata la Giunta Polverini, i lavori sono stati praticamente sospesi. Le finestre aperte hanno esposto   i locali  alle intemperie, con deterioramenti della facciata dovuti all’acqua piovana. In questi anni  più volte alcune associazioni per la tutela del patrimonio storico, a partire dal Comitato per la Bellezza, hanno lanciato appelli – dal 2014  al Presidente della Regione  Zingaretti e al Ministro ai beni culturali Franceschini –  per chiedere che il compendio fosse restaurato e  destinato a usi pubblici e funzioni culturali. Ciò nonostante nel 2015 la Regione Lazio ha chiesto  al MiBACT l’autorizzazione  per cedere Palazzo Nardini  a un fondo immobiliare – Invimit  –  e la commissione regionale del MIBACT  ha rilasciato  il nulla osta all’alienazione. Invimit  ha quindi  messo l’immobile sul mercato, e nell’ottobre 2017 il Consiglio di Amministrazione ha deliberato   l’aggiudicazione  a una società privata che intendeva  realizzarvi un resort di lusso. Nell’aprile 2018 la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma , ancora una volta sollecitata dalle associazioni,  ha avviato  un nuovo procedimento per la “dichiarazione di interesse particolarmente importante dell’immobile in oggetto, e a luglio la Commissione Regionale per la Tutela del Patrimonio Culturale del Lazio  ha approvato  la riformulazione del vincolo su Palazzo Nardini.  A giugno 2019 il TAR del Lazio, a cui aveva  presentato ricorso INVIMIT,  ha  annullato la vendita di Palazzo Nardini, riaffermando  l’efficacia dei vincoli sul nucleo principale dell’edificio di via del Governo Vecchio.

Sul Palazzo però resta ancora la spada di Damocle di un ricorso al Consiglio di Stato, anche da parte della Regione Lazio. Le associazioni si sono rivolte quindi ancora una volta al Presidente Zingaretti, chiedendo di non impugnare la sentenza del TAR e di favorire  la nascita nello storico  palazzo di un nuovo  grande Polo culturale romano. Invece Il Consiglio di Stato, con sentenza del 30 giugno 2020, accoglie il ricorso di Invimit sgr (5 luglio 2020) (AMBM)

interno palazzo nardini aprile 2014

CRONOLOGIA

(escluso (*) i dati sono ricavati dalla  SENTENZA TAR GIUGNO 2019)

Palazzo Nardini” venne dichiarato di notevole interesse storico-artistico con provvedimento del 14 aprile 1922, confermato con provvedimento notificato il 22 novembre 1931;

– una volta entrata in vigore la legge 1089/1939, il vincolo viene confermato dall’allora Ministro della pubblica istruzione con provvedimento notificato all’allora proprietario del bene, ossia il Pio Istituto del Santo Spirito;

– negli anni  della Giunta Vetere si  pensa  di allogarvi l’Archivio Storico Capitolino e per tale funzione la Giunta  commissiona  un dettagliato progetto all’arch. Paolo Marconi; tuttavia il progetto non verrà portato avanti.

– successivamente il Palazzo passa alla comunione delle ASL

– nonostante la proprietà sia  ancora della Comunione delle ASL (il passaggio alla proprietà regionale avverrà con rogito del 24/12/2003 rep. n. 98590, trascritto il 13 gennaio 2004 ai sensi della legge regionale 18/1994), il 22 novembre del 2002 è  approvata una bozza di Protocollo d’Intesa tra la Regione Lazio e il MiBACT, avente ad oggetto la concessione al medesimo dell’uso gratuito dell’immobile, ad eccezione di una porzione riservata alla ASL per uso istituzionale;

– il Protocollo d’Intesa (unitamente ad altra bozza che sarà poi redatta nel 2009) non giungerà mai  alla formale sottoscrizione;

– 2003 La Regione Lazio (Presidente Francesco  Storace) acquista il Palazzo per 37.520.000 euro  (Fonte la Repubblica Cronaca di Roma, 13 aprile 2018)* con atto trascritto il 13 gennaio 2004, viene  acquistato dalla Regione Lazio;

– ai sensi della legge 490/1999 il trasferimento viene sottoposto alla condizione sospensiva del mancato esercizio del diritto di prelazione da parte dello Stato e, con atto del 4/12/2006, è annotata la cancellazione poiché lo Stato non esercita  il diritto di prelazione;

– maggio 2008, la Regione Lazio, presidente Piero Marrazzo, assessore alla Cultura, Giulia Rodano, investe  6 milioni di euro nel rifacimento totale dei tetti salvando l’immobile dalla completa rovina;  il ministro per i Beni Culturali Massimo Bray ipotizza  ipotizzato uno scambio Regione-Stato per utilizzare Palazzo Nardini quale sede di attività culturali. L’Assessore Rodano pensa di  trasferire a Palazzo Nardini la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte  divisa fra Palazzo Venezia e il Collegio Romano, (vedi la memoria dell’ex assessore Rodano* Palazzo Nardini Rodano informa 23 5 08-2)

– febbraio 2014 Il comitato per la Bellezza sollecita il Presidente Zingaretti affinché proceda a una “verifica urgente sulle condizioni del vasto complesso di via del Governo Vecchio n. 39 e sulla successiva ricostituzione del gruppo di lavoro Ministero-Regione istituito sei anni fa dall’allora assessore regionale alla Cultura, Giulia Rodano. Per giungere poi ad atti concreti di salvataggio e di riuso del Palazzo del Governatore a fini di pubblica utilità“*.(1)

– aprile 2014 Palazzo Nardini viene  occupato momentaneamente e pacificamente   dai Comitati per il diritto alla casa; il Comitato per la Bellezza lancia un nuovo Appello al Presidente Zingaretti . La Regione Lazio fa  sapere, sia pure in via informale, che assieme al Demanio statale sta compiendo una ricognizione e classificazione delle sue proprietà immobiliari fra le quali rientra Palazzo Nardini, al fine poi di decidere quale destinazione possa avere, non esclusa la cessione in comodato al Ministero per usi museali o burocratici (uffici, ecc.),  dopo la conclusione, prevista a breve, della classificazione demaniale dell’immobile*.(2)

– 28 dicembre 2015, La Regione Lazio  richiede al Segretariato generale del MiBACT l’autorizzazione alla vendita del Palazzo;

– 11 gennaio 2016 il Segretariato  avviato l’istruttoria per la concessione dell’autorizzazione richiesta;

– 19 gennaio 2016 la Città metropolitana di Roma capitale dà  il nulla osta all’alienazione;

–  24 febbraio 2016 la commissione regionale del MIBACT  rilascia il nulla osta all’alienazione sulla base dei pareri favorevoli degli organi interni;

-26 febbraio 2016 il MiBACT  rilascia l’autorizzazione alla vendita;

–  31 marzo 2016 la Regione Lazio (Presidente Nicola Zingaretti)  trasferisce  la titolarità del compendio a un fondo immobiliare Invimit   per “valorizzarlo” per 18 milioni di euro* (Fonte la Repubblica Cronaca di Roma, 13 aprile 2018)*

– il gestore del fondo immobiliare  avvia una procedura di dismissione del bene secondo le procedure che regolano l’attività del fondo medesimo, e quindi l’immobile viene  pubblicizzato con varie modalità e ricevendo  l’interesse di vari potenziali acquirenti;

sito investinitaly palazzo nardini Schermata 2018-01-12 alle 21.07.20

–  22 ottobre 2017 il Consiglio di Amministrazione della Società delibera  l’aggiudicazione al prezzo di euro 26.945.000.900 e comunicato formalmente all’aggiudicatario la conclusione della procedura, accettando la sua proposta e quindi concludendo il contratto di cessione ai sensi dell’art. 1326 c.c. e incamerando la cauzione del 10% del prezzo di aggiudicazione;

-12 gennaio 2018 viene inviata una nuova  lettera aperta  delle  associazioni  – anche Carteinregola – che da tempo chiedevano che Palazzo Nardini fosse  restaurato e destinato  a funzioni culturali pubbliche, dopo la notizia della  sua cessione (vedi Lo storico Palazzo Nardini non fa più parte del nostro patrimonio. Chi l’ha deciso?)*

– il 10 aprile 2018, con la nota impugnata con il ricorso introduttivo, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma  avvia  un nuovo procedimento per la “dichiarazione di interesse particolarmente importante dell’immobile in oggetto, ai sensi dell’art. 10 comma 3, Lettera D) del d.lgs. 22 gennaio 2014 n. 42 e ss.mm.” nonché per il mantenimento “della destinazione d’uso compatibile con il carattere storico-artistico, che non arrechi pregiudizio alla conservazione e che garantisce la funzione pubblica del bene” e con l’espressa precisazione che “i beni del demanio culturale dichiarati d’interesse particolarmente importante ex art. 10, comma 3, lettera D) sono inalienabili”; Invimit avanza un ricorso al TAR

– il 4 maggio 2018 il TAR trasmette alla ricorrente  INVIMIT  la nota che conferma l’applicazione in via cautelare della Disposizioni di cui al Capo II (artt. 18, 19, 20, 21), della sezione I del capo III e della sezione I del Capo IV del titolo I della parte II del Codice dei beni culturali, tra i quali vi è la disposizione che sancisce l’inalienabilità del bene (art. 54). Con i II motivi aggiunti viene impugnato il provvedimento che ha dichiarato in via definitiva che l’immobile riveste interesse storico-artistico ai sensi dell’art. 10, comma 3, del d.lgs. n. 4272004 e che è conseguentemente sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nel predetto decreto legislativo, ivi compresa quella che sottopone il bene al regime di inalienabilità.

16 giugno  2018 il Tar rigetta l’istanza Invimit Il Tar del Lazio  rigetta  l’istanza della Invimit spa tesa a sospendere la procedura di vincolo ribadito ed esteso nelle scorse settimane dalla Soprintendenza unica di Roma sullo storico Palazzo Nardini. La stessa società – su incarico della Regione Lazio proprietaria dell’immobile – aveva già messo all’asta e venduto il prezioso edificio. Il Tar, su richiesta della Avvocatura dello Stato, ha ritenuto preminente che si concluda la procedura di vincolo (La Repubblica) Allo Stato la facoltà di deciderne le sorti entro la fine di quest’anno.*

luglio 2018  Palazzo Nardini vincolato inalienabile.  La Commissione Regionale per la Tutela del Patrimonio Culturale del Lazio  approva  la riformulazione del vincolo su Palazzo Nardini, avviata dalla Soprintendenza Speciale di Roma il 10 aprile 2018, ai sensi dell’articolo 10, comma 3, della Legge 42 del 2004, o Codice dei Beni Culturali- si legge in un nota della Soprintendenza Speciale di Roma del MiBact – Palazzo Nardini, passato  al patrimonio della società pubblica Invimit  era già vincolato per il suo valore architettonico e storico artistico. Il nuovo provvedimento riconosce all’intero complesso anche il particolare interesse storico per il suo riferimento alle vicende politiche, della cultura, nonché di testimonianza dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive e religiose del nostro Paese. A fronte delle osservazioni contrarie della società Invimit, la Commissione ritiene  valide le motivazioni della Soprintendenza, esprimendosi all’unanimità per la riformulazione di vincolo che sancisce, tra l’altro, l’inalienabilità di Palazzo Nardini”.

7 giugno 2019 Il Tar annulla la vendita di Palazzo Nardini I giudici riaffermano l’efficacia dei vincoli sul nucleo principale dell’edificio di via del Governo Vecchio. Da quanto riportato da La Repubblica (D’Albergo) https://roma.repubblica.it/cronaca/2019/06/07/news/roma_il_tar_ha annullato _la_vendita_palazzo_nardini_e_salvo-228144376/) la vendita di palazzo Nardini al fondo di investimento immobiliare Invimit da parte della Regione è nulla, perché secondo i magistrati amministrativi i vincoli apposti dalla Soprintendenza sull’immobile sono più che legittimi,   in quanto  a tutela della sua unicità artistica che quello che ne riconosce l’importanza nella storia nazionale. « Risalta in modo chiaro – si legge nella sentenza – la rilevanza del bene sotto il profilo non solo culturale ed artistico, ma anche di collegamento identitario, per la funzione che lo stesso ha assolto di sede di rilevanti Istituzioni, prima dello Stato pontificio, poi dello Stato italiano, e la cui storia è dunque profondamente connessa con il contesto ( pur mutevole nei secoli) politico- istituzionale romano»Regione Lazio e Invimit possono però ancora fare appello al Consiglio di Stato*. Scriverà in proposito nella  relazione  Inaugurazione dell’anno giudiziario 2020 il Presidente del TAR del Lazio Antonino Savo Amodio:

Sui presupposti per la dichiarazione di interesse culturale di un immobile ai sensi dell’art. 10 comma 3, lettera d), del d.lgs. 22 gennaio 2014 n. 42.

Con la sentenza della Sezione II quater, 5 giugno 2019, n. 7308, si è accertato il mancato perfezionamento dell’operazione di dismissione a soggetti privati di “Palazzo Nardini”, sito nella via del Governo Vecchio di Roma, di rilevantissimo interesse storico, artistico ed identitario e la legittimità della dichiarazione di rilevante interesse storico-artistico, ai sensi dell’art.10, comma 3, del d.lgs. n. 42/2004, da parte del Ministero per i beni e le attività culturali in ordine alla parte più significativa del compendio medesimo, testimonianza della storia e dell’identità di una delle arterie più caratteristiche del centro storico della Città di Roma e sede di istituzioni pubbliche e private significative per la collettività (Pretura, Casa delle Donne). In proposito, si è affermata l’irrilevanza di interventi di manutenzione, nell’ultimo decennio, per carenza di fondi pubblici, che ha impedito la realizzazione di progetti di interesse pubblico, quali il trasferimento dell’Archivio Capitolino oppure della Biblioteca di Archeologia, attualmente in palazzo Venezia, secondo quanto pure era stato previsto nel Protocollo d’Intesa tra il MIBAC e la Regione Lazio. Nel caso di specie, la Sezione ha ritenuto non perfezionata l’autorizzazione alla dismissione della parte principale del complesso (che dà il nome all’omonima via in quanto il Palazzo è stato sede in epoca pontificia del Governatore di Roma) e ha quindi stabilito che l’Autorità statale aveva correttamente esercitato i propri poteri finalizzati al mantenimento della destinazione d’uso compatibile con il carattere storico-artistico del bene, in modo da non arrecare pregiudizio alla conservazione e da garantire la fruizione pubblica del bene stesso.> vedi anche Lexambiente con  la sentenza del TAR del 5 giugno 2019

10 giugno 2019 Un nuovo appello al Presidente Zingaretti affinché non impugni al sentenza del TAR al Cosniglio di Stato (3)

30 giugno  2020 Il Consiglio di Stato,  ribaltando la pronuncia del TAR del Lazio di un anno fa, accoglie  l’appello di Invimit alla sentenza del Tar Lazio, nella parte in cui questa aveva dichiarato che la vendita di parte di Palazzo Nardini al fondo immobiliare da parte della Regione fosse nulla. Il Consiglio di Stato ha quindi disposto la definitiva riforma parziale della sentenza di primo grado e l’accoglimento del ricorso originario, con conseguente annullamento integrale del vincolo di inalienabilità per tutte le particelle costituenti Palazzo Nardini.Scarica la sentenza del Consiglio di stato palazzo nardini sentenza CDS luglio 2020 – leggi il  commento di Vittorio Emiliani su Emergenza Cultura

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NOTE 

(1) APPELLO: Regione Lazio e Ministero non possono più tacere. Il Palazzo del Governatore rischia la rovina*I sottoscritti esprimono la loro indignata protesta per lo stato di abbandono in cui viene lasciato da anni il prestigioso Palazzo quattrocentesco del cardinale Nardini in via del Governo Vecchio la cui facciata appare sempre più degradata a causa dell’acqua piovana scaricata sugli intonaci dai tubi incompleti delle grondaie e a causa dell’inquinamento che sta letteralmente sfaldando la pietra del nobile portale. Le finestre appaiono dovunque prive di qualunque protezione, persino di un modesto telo di plastica per difendere l’interno dalle piogge battenti. Anche le finestre del salone del piano nobile dove affreschi di fine ‘400 sono stati rinvenuti nel 2008 dall’allora soprintendente ai Beni Architettonici, Roberto Di Paola. In quel periodo la Regione Lazio si occupò attivamente del pregevole Palazzo del Governatore grazie all’interessamento dell’assessore regionale alla Cultura, Giulia Rodano, investendovi 6 milioni di euro che l’hanno salvato da uno sfascio probabilmente definitivo.

Poi non è successo più nulla di rilevante ed ora si risponde alle denunce con un silenzio che ormai dura da ben sette mesi. Noi chiediamo con forza che la Regione Lazio fornisca al più presto una chiara risposta sulla sorte di Palazzo Nardini, su cosa intende fare per esso e di esso, intervenendo con urgenza sulla facciata a rischio di disfacimento e promuovendo immediatamente un sopralluogo tecnico per accertare le condizioni generali dell’immobile da tempo abbandonato a se stesso dopo il lavoro promossi dalla Giunta Marrazzo e dall’assessore Rodano. Ministero e Regione Lazio non possono continuare oltre in questo deplorevole silenzio. Chiediamo che il MiBACT intervenga coi propri organismi tecnico-scientifici promuovendo rapidamente il ripristino del tavolo di confronto già in essere al tempo dei soli restauri eseguiti nel Palazzo del Governatore.

Vittorio Emiliani,presidente del Comitato per la Bellezza, Desideria Pasolini dall’Onda, presidente onorario del Comitato e fondatrice di Italia Nostra, Vezio De Lucia, presidente dell’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Marco Parini, presidente nazionale di Italia Nostra, Salvatore Settis, già presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, Irene Berlingò responsabile Assotecnici del Ministero, gli storici dell’arte Marisa Dalai, Bruno Toscano, Cesare De Seta, Andrea Emiliani, Antonio Pinelli, Tomaso Montanari,Gabriele Simongini,Luisa Ciammitti,direttrice della Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Anna Coliva direttrice della Galleria Borghese, gli archeologi Licia Vlad Borrelli, Mario Torelli, Rita Paris direttrice del Museo Archeologico Nazionale dell’ex Collegio Massimo, Maria Pia Guermandi, gli urbanisti Pier Luigi Cervellati,Edoardo Salzano, Bernardo Rossi Doria, Paolo Berdini, la giurista Carla Sepe, Maria Rita Signorini, consigliere di Italia Nostra, Gaia Pallottino, Luigi Manconi, Fernando Ferrigno, Nino Criscenti, Annarita Bartolomei del Comitato per la Bellezza, Bernardino Osio, Benedetta Origo. (L’appello è stato inviato all’assessore alla Cultura della Regione Lazio, Lidia Ravera, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, al segretario generale del MiBACT, Antonia Pasqua Recchia, al direttore generale del Lazio per il MiBACT, Federica Galloni.)

Le richieste del Comitato per la Bellezza del febbraio 2014

Noi chiediamo che la Regione predisponga anzitutto una sollecita ispezione, unitamente alle Soprintendenze interessate, per verificare lo stato di salute del Palazzo fatto costruire nel 1474 dal cardinale Stefano Nardini quale sede del Governo pontificio, al quale venne in seguito aggiunto il Collegio Nardini fino a via di Parione.

Palazzo Nardini infatti è importante in sé e per sé costituendo uno dei non molti esempi nobili di edilizia del primo Rinascimento rimasti a Roma. Per esso poi era stata individuata in passato più di una proficua utilizzazione. In un primo tempo – una trentina di anni fa – si era pensato di allogarvi l’Archivio Storico Capitolino e per tale funzione la Giunta Vetere aveva commissionato un dettagliato progetto all’arch. Paolo Marconi.

In una fase più recente, quando era stata meglio definita la proprietà dell’immobile, si era ipotizzato (e a questa ipotesi aveva lavorato l’assessore Rodano) di trasferire a Palazzo Nardini la Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte oggi divisa fra Palazzo Venezia e il Collegio Romano, quindi praticamente inutilizzabile e ragione, anche questa, di vergogna per il nostro Paese e per Roma.

Il Comitato per la Bellezza risolleva dunque con forza e con convinzione di fronte alla nuova Giunta Regionale del Lazio il problema annoso e angoscioso di Palazzo Nardini e lo ripropone anche al Ministero per i Beni e le Attività Culturali potendo esso costituire la sede di un grande quanto utile progetto di risistemazione definitiva e unitaria della Biblioteca Nazionale di Storia dell’Arte. O per il trasferimento in esso di uffici oggi allogati a Palazzo Venezia i cui spazi possono venire proficuamente utilizzati per la risistemazione generale della storica Biblioteca.

Ci rendiamo conto che questa riproposizione cade in un momento difficilissimo per la finanza pubblica in generale e tuttavia riteniamo che il patrimonio costituito da Palazzo Nardini vada anzitutto salvaguardato da un ulteriore degrado e che su di esso si possano convogliare anche fondi europei finalizzati alla riunificazione e ricostituzione della prestigiosa quanto svilita Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte risalente al 1876.

In conclusione, chiediamo di essere rassicurati in merito ad una verifica urgente sulle condizioni del vasto complesso di via del Governo Vecchio n. 39 e sulla successiva ricostituzione del gruppo di lavoro Ministero-Regione istituito sei anni fa dall’alloraassessore regionale alla Cultura, Giulia Rodano. Per giungere poi ad atti concreti di salvataggio e di riuso del Palazzo del Governatore a fini di pubblica utilità.

Comitato per la Bellezza

(2) 22 aprile 2014 (dal Comitato per la Bellezza)

Il quattrocentesco di via del Governo Vecchio è stato occupato stamattina dai Comitati per il diritto alla casa. Ci auguriamo soltanto che non si verifichino scontri né gravi tensioni. Hanno ragione tuttavia i Comitati nel denunciare lo stato di desolazione in cui versa uno dei più interessanti e importanti palazzi del centro storico. Gli ultimi lavori risalgono infatti alla Giunta Marrazzo, assessore alla Cultura Giulia Rodano, e sono serviti anzitutto a rifare – cosa fondamentale – i tetti ormai sfondati e a consolidare i muri principali. Nell’occasione sono stati ritrovati dall’allora soprintendente Roberto Di Paola affreschi tardogotici nel salone delle mense. Poi, più nulla.

Il Comitato per la Bellezza rivolge un nuovo, pressante appello  al ministro Franceschini, al presidente della Regione Lazio Zingaretti, ai tecnici delle Soprintendenze competenti affinché venga al più presto riattivato il tavolo di confronto sullo sfortunato Palazzo Nardini o Palazzo del Governatore, oggi in totale abbandono in pieno centro storico.

La facciata è da tempo marcia d’acqua essendo i tubi delle grondaie tagliati a metà. Il bugnato del bel portale si sta sfaldando per lo smog e le piogge acide. Vane le ripetute denunce del Comitato per la Bellezza alla soprintendente ai Beni architettonici, Costanza Pierdominici (che neppure risponde), al direttore regionale per i Beni culturali del Lazio, Federica Galloni (essa pure silente), alla Regione Lazio che risulta proprietaria dell’antico edificio (1474-1477) alzato dal cardinale Stefano Nardini.

Di recente una troupe di Rai3 (per la trasmissione “Tg fuori Tg”) ha chiesto di poter filmare il cortile e l’interno solenne a doppia loggia del Palazzo. Invano. La chiave ce l’ha la Soprintendente e se la tiene stretta. Per fare che? Stamattina i Comitati hanno aperto senza problemi il portone e sono entrati pacificamente, in massa. Siamo entrati anche noi. Le mura – a parte la facciata (nel vano di un negozio sfitto si è fatto  la casa un clochard) – risultano sane, ma l’impressione di abbandono è desolante. Erba alta una gamba nel cortile, rotti molti vetri nei finestroni laterali, la plastica che copriva le altre finestre strappata da tempo…E poi c’è chi straparla di iper-tutela, di eccessi delle Soprintendenza nel non fare eseguire lavori di ripristino.

Ci auguriamo che il caso scandaloso di Palazzo Nardini venga riportato all’onore della cronaca e soprattutto conduca a quel tavolo di confronto Ministero-Regione per riavviare un serio graduale discorso di ripristino e di riuso. Come sede pubblica di archivi, biblioteche, emeroteche o di altre istituzioni. Anche straniere al limite.

il Comitato per la Bellezza

 25 aprile 2014 (dal Comitato per la Bellezza)

La pacifica, temporanea occupazione di Palazzo Nardini da parte dei Comitati per il diritto alla casa come bene comune ha riportato all’attenzione della cronaca la situazione grottesca di abbandono e di degrado del Palazzo medesimo. La libertà di accesso ha consentito di rivedere l’interno del palazzo e di fotografarlo.

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Foto da Repubblica durante l’occupazione simbolica di palazzo Nardini

La Regione Lazio ha fatto  sapere, sia pure in via informale, che assieme al Demanio statale sta compiendo una ricognizione e classificazione delle sue proprietà immobiliari fra le quali rientra Palazzo Nardini, al fine poi di decidere quale destinazione possa avere, non esclusa la cessione in comodato al Ministero per usi museali o burocratici (uffici, ecc.),  dopo la conclusione, prevista a breve, della classificazione demaniale dell’immobile. Abbiamo insistito perché almeno si ponga subito mano a qualche limitato lavoro di emergenza sulla facciata, decisamente mal ridotta e il cui stato pietoso è oggetto di deplorazione da parte di turisti e passanti, al fine di evitarne l’ulteriore fatiscenza a causa dell’acqua piovana che ruscella dai tubi delle grondaie tagliati a metà. Così come occorrerebbe con poca spesa, in tal caso, ripristinare la chiusura con teli di plastica delle finestre. Un intervento urgente di restauro, invece più impegnativo, riguarda il bugnato di pietra del bel portale che, incrostato di smog da gas di scarico, sotto l’azione delle piogge acide e battenti tende ormai a sfaldarsi come gesso. Abbiamo posto anche al gabinetto del ministro Franceschini questi problemi cercando così di superare il muro, assurdo, di silenzio delle Soprintendenze.  Comitato per la Bellezza Vittorio Emiliani

(3) Appello della Associazioni al Governatore Zingaretti: Su Palazzo Nardini, no ricorsi al Consiglio di Stato. Ora grande Polo culturale romano.

Le associazioni qui di seguito firmatarie apprendono con grande soddisfazione la notizia del pervenuto annullamento da parte del TAR del Lazio, della vendita del quattrocentesco complesso immobiliare romano, noto come Palazzo Nardini.

Una volta in più, di là dalle questioni di legittimità formale pur consistenti, è stata confermata ciò che tutti avevano a conoscenza: l’incontestabile rilevanza storico-artistica dell’immobile e l’incompossibilità di concepirne destinazioni diverse dalla vocazione culturale pubblica.

Se dunque è un tribunale amministrativo a sostituirsi al buon senso e alla saggia amministrazione –decisivo in senso totalmente favorevole alla alienazione fu il ruolo della storica dell’arte Daniela Porro, oggi alla guida del Museo archeologico Nazionale di Roma ma ai tempi alla Direzione Regionale del Mibact- , un tribunale assai più importante, quello della Storia, attende invece impaziente di registrare una volta per tutte e a caratteri indelebili, il nome di protagonisti, antagonisti e semplici comprimari. In questo senso, chiediamo al Governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in qualità di rappresentante dei diritti costituzionalmente garantiti anche dei cittadini della Capitale d’Italia -tra cui quelli derivanti dall’art. 9 della Costituzione- di non voler procedere al ricorso della Regione Lazio al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR. Si lasci in solitudine, alle doglianze e ai rischi di eventuali ulteriori intraprese legali chi, pur legittimamente, persegue interessi non necessariamente coincidenti con quelli di una pubblica Istituzione.

Comitato Roma 150, Comitato Per la Bellezza.

Dal sito Inforoma.it

Palazzo Nardini o del Governo Vecchio

(via del Governo Vecchio 39 Roma)

Categoria: palazzi-corte
Periodo: quattrocento
Stile artistico: rinascimentale

Data: 1473 / 1567