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Il comune compra case per chi non ce l’ha, ma pubbliche o private?

case in costruzione nella periferia romana (foto AMBM)

Parte la ricerca del Comune di case per 86 Milioni di euro, ma con i limiti e le condizioni poste nell’avviso pubblico rischiamo di perdere l’occasione per riconvertire il patrimonio pubblico dismesso

di Maurizio Geusa

Quella che sembrava una “buona nuova” da parte della Giunta Raggi, volta a soddisfare l’emergenza abitativa con il riuso dell’immenso patrimonio pubblico dismesso, ad una lettura più attenta, si tramuta in un semplice passaggio strumentale per rivolgersi poi, a mani libere, al mercato privato, rilevando ingenti quote di appartamenti invenduti.

L’emergenza abitativa a Roma per le famiglie disagiate è argomento fin troppo noto, sono stimate in circa 57.000 le famiglie in sofferenza a vario titolo per la casa. Per venire incontro a queste famiglie più deboli la Giunta Capitolina con la Memoria n. 35 del 2020 (1) aveva reperito € 86.083.304,41 per l’acquisto di alloggi da destinare ad Edilizia Residenziale Pubblica.

Oggi, con la Determinazione Dirigenziale n. 177 del 3 febbraio scorso,  è stato approvato l’Avviso rivolto agli Enti e Soggetti Pubblici per ricerca di questi alloggi da acquistare, che hanno tempo sino al 12 marzo per presentare le offerte.

Ad una lettura più attenta, intanto, si scopre che gli appartamenti devono essere “liberi”. Questa specificazione, evidentemente, serve ad evitare che il Comune possa acquistare palazzi occupati. Si preferisce, come sempre, non affrontare l’argomento delle occupazioni che a Roma coinvolge un centinaio di palazzi e migliaia di famiglie. Eppure con l’acquisto da parte del Comune e la trasformazione in Edilizia Pubblica si poteva affrontare l’argomento scabroso e dare un segnale di attenzione al problema.

Ma andiamo avanti nella lettura dell’Avviso. Si cercano appartamenti “aventi destinazione d’uso residenziale” quindi una categoria assai limitata e probabilmente in zone tanto impervie da risultare ancora “liberi”. Che significa ciò ? Che con buona probabilità gli appartamenti liberi e per di più “conformi alle disposizioni contenute nel D.M. 22 aprile 2008 “definizione di alloggio sociale”(2), rispettando le tipologie previste dalle stesse” come recita l’Avviso non si troveranno. E allora ?

Così, se non si troveranno quelli degli Enti pubblici, la scelta si rivolgerà a quelli di proprietà privata. A ppartamenti ancora liberi e invenduti tra i quali molti di quelli costruiti nelle zone più improbabili. Quest’ultimi andranno bene per le famiglie disagiate. Un disagio che si aggiungerà al disagio, e andrà ad aggiungere nuovi capitoli ai tanti saggi sul disagio socio-economico della nostra Città.

In conclusione, il rischio è che questa manovra, con questi condizionamenti e limitazioni, vada ad atterrare su quei 86 Milioni di Euro di case private invendute.

Allora che fare? La cosa più semplice. Eliminare vincoli e condizioni. Acquistare il famoso patrimonio pubblico dismesso e convertirlo in Edilizia Residenziale Pubblica.

In questi termini, da operazione economica si trasforma in progetto di rigenerazione urbana, pertanto con valenza urbanistica e sociale. 86 Milioni di Euro, circa 400/500 appartamenti, una soluzione abitativa per almeno mille persone, non possono essere liquidati come una operazione commerciale del Dipartimento Patrimonio, senza ricadute sulla città, come se si dovessero acquistare 400/500 automobili.

Come e dove si spenderanno queste risorse – non dimentichiamolo, frutto del sacrificio dei contribuenti – diventa il discrimine fra interesse pubblico e interesse privato. Richiede una scelta di campo: lasciare che la macchina burocratica proceda per inerzia sulla stessa china su cui arranca da tanti anni, oppure fare di questo investimento un punto di svolta per aggredire il disagio abitativo nel cuore vivo della città.

E’ il momento della presa di coscienza. Se ci si volta dall’altra parte, poi piantiamola con le eterne promesse che gonfiano le pagine dei programmi elettorali.

Maurizio Geusa

14 febbraio 2021

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

NOTE

(1) Notizia sul sito istituzionale di Roma Capitale 

Avviso di Manifestazione d’interesse

D.D. n. 177 del 3 febbraio 2021

Memoria della Giunta Capitolina n.35 del 23 giugno 2020

(dal sito di Roma Capitale 10 febbraio 2021) Avviso per la presentazione di manifestazione di interesse da parte degli Enti e Soggetti Pubblici per la cessione di immobili da destinare ad Edilizia Residenziale Pubblica (E.R.P.)

10-feb-2021

Con Determinazione Dirigenziale n. 177 del 03.02.2021 è stato approvato l’avviso per la presentazione di manifestazione di interesse da parte degli Enti e Soggetti Pubblici per la cessione di immobili liberi ai sensi dell’art. 3, comma 17 bis, del D.L. n. 351/2021 e ss.mm.ii. e dell’art. 33, comma 136, della L.R. n. 1/2020, aventi destinazione d’uso residenziale da destinare ad Edilizia Residenziale Pubblica nel territorio di Roma Capitale.
 

Scadenza presentazione della domanda: entro le ore 12:30 del 12 marzo 2021.


Allegati dell’Avviso pubblico:

– Avviso di manifestazione d’interesse

– All. 1 Domanda e dichiarazione sostitutiva

All. 2.a) Relazione

All. 2.b) Tabella riepilogativa  

DD n. 177 del 03.02.2021

Memoria della Giunta Capitolina n. 35/2020

(2) Decreto interministeriale del 22/04/2008 – Min. Infrastrutture e Trasporti Pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 146 del 24/06/2008 Definizione di alloggio sociale ai fini dell’esenzione dall’obbligo di notifica degli aiuti di Stato, ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo della Comunita’ europea.

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