22 aprile 2021 Il nostro commento sulla recente bocciatura, da parte della maggioranza capitolina, di una mozione che chiedeva che venisse istiutito il Forum che lo stesso Regolamento pprovato due anni e mezzo fa dalla stessa maggioranza pentastellata prevedeva che fosse attivato entro sei mesi..
Quasi tre anni fa (1) scrivevamo a proposito del “Regolamento per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio di Roma Capitale” appena approvato, che il testo aveva “recepito in extremis, attraverso un maxi-emendamento firmato dalla stessa presidente della Commissione capitolina Patrimonio e Politiche Abitative, Valentina Vivarelli [oggi Assessora al Patrimonio]– proponente della delibera – le istanze portate dalla Rete dei Numeri Pari e, in particolare, da Libera di Don Ciotti, che solo poche settimane prima lo avevano duramente criticato“. E riportavamo il comunicato in cui la Rete esprimeva soddisfazione per il recepimento delle principali proposte presentate dalle associazioni, augurandosi che anche sulle altre fosse mantenuto l’impegno alla prosecuzione del confronto. In particolare la Rete chiedeva “l’istituzione di una consulta cittadina sui beni confiscati alle mafie, per consentire ad associazioni, reti e movimenti di contribuire attivamente ad un percorso “di antimafia collettiva”.
E il Regolamento approvato (2) prevede, all’articolo 24, l’istituzione del “Forum sui Beni Confiscati alla criminalità organizzata”, che, in particolare, al comma 2 recita : “Per garantire la valorizzazione delle realtà associative che operano nella città e la collaborazione delle stesse alle attività e ai servizi pubblici capitolini, come previsto dall’articolo 12 dello Statuto di Roma Capitale, è istituito, entro 6 mesi dall’approvazione del presente Regolamento, il “Forum cittadino sulle politiche in materia di beni confiscati alla criminalità organizzata”, finalizzato alla consultazione periodica degli appartenenti alla comunità cittadina per l’elaborazione di indirizzi generali e per il monitoraggio dell’efficacia delle azioni poste in essere dall’Ente.”
Qualche giorno fa, l’8 aprile, è stata presentata in Aula una Mozione per l’Istituzione del Forum Beni Confiscati (3) a prima firma di Maria Agnese Catini, Presidente Commissione Politiche Sociali e della Salute. La Mozione, appoggiata anche dai consiglieri del centro sinistra e di Sinistra per Roma, non è stata però approvata per la mancanza dei voti del M5S, i cui consiglieri si sono astenuti, e, in due casi, hanno votato contro.
Il motivo? Non certo la contrarietà a un istituto previsto da un Regolamento partorito dalla maggioranza M5S, ma il fatto che la Mozione era stata presentata dalle opposizioni, e proposta da una consigliera eletta con il M5S ma uscitane recentemente, che è approdata al Gruppo Misto e nelle fila del nuovo movimento creato da Monica Lozzi, Presidente del VII Municipio, anche lei fuoriuscita dal Movimento, “Revoluzione Civica”.
Dopo la bocciatura, Libera ha pubblicato un durissimo comunicato (4) che ricorda che tale presa di posizione “indebolisce e isola quei soggetti sociali che sono impegnati sul campo e che con questa decisione non vengono riconosciuti nei luoghi della partecipazione: questo le mafie lo vedono e non è un bel segnale” e che “rischia di incidere negativamente in una situazione già drammatica” dato che “Roma da decenni ha conosciuto una progressiva trasformazione economica, sociale e criminale, diventando un luogo strategico proprio per gli affari delle organizzazioni criminali“.
E soprattutto in questo momento, in cui le mafie si stanno accaparrando facilmente tante attività strozzate dalla crisi dovuta alla pandemia. Ed è veramente incomprensibile che la maggioranza indugi in tali ripicche politiche anzichè lavorare pancia a terra per la città, impegnandosi sugli obiettivi giusti, e accettando le giuste sollecitazioni.
Come quella della Mozione bocciata, che impegnava, dopo ben 2 anni e 9 mesi dall’approvazione del regolamento per la gestione dei beni confiscati alle mafie, “ad istituire ad istituire il Forum nel più breve tempo possibile“.
Ricorda Libera che “attivare il Forum cittadino sui beni confiscati permetterebbe l’inclusione e la partecipazione delle reti sociali impegnate sul campo nella lotta contro le mafie e per la giustizia sociale; di restituire alle comunità i beni confiscati alle mafie e generare nuovo welfare; fornire spazi per le associazioni che sono quotidianamente impegnate a costruire coesione, coinvolgimento e partecipazione sui territori; costruire una nuova cultura contro le mafie e la zona grigia, orientata alla giustizia sociale“.
(2) il 21 giugno 2018 l’Assemblea Capitolina ha approvato il “Regolamento per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio di Roma Capitale” scarica la Delibera Regolamento per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio di Roma Capitale. (Protocollo N. 17050 del 07/06/2017) approvata il 21 giugno 2018 Deliberazione Assemblea Capitolina n. 80-2018
(4) (dal sito Libera contro le Mafie 8 aprile 2021) La Giunta Raggi affonda l’attivazione del Forum cittadino sui beni confiscati Libera: “Una bocciatura assurda, grave e pericolosa”
Si è tenuto ieri il Consiglio Comunale di Roma Capitale. Tra le questioni da discutere all’ordine del giorno anche la mozione per l’attivazione del Forum sui beni confiscati. L’esito della votazione è stato gravissimo: la mozione è stata bocciata per responsabilità della maggioranza che ha deciso di astenersi dal voto o – come nel caso delle consigliere Guadagno e Paciocco – di esprimersi con voto contrario. “Una bocciatura assurda, grave e pericolosa” commenta Libera.
Assurda perché è lo stesso regolamento sui beni confiscati, approvato nel giugno 2018, a prevedere l’attivazione del Forum entro e non oltre 6 mesi. Sono passati 3 anni e il forum a oggi non è stato ancora istituito.
Grave perché, nell’astenersi dal voto, i Consiglieri e le Consigliere del M5S hanno definito questa mozione “una bandierina”. Un’affermazione che tradisce la memoria dei percorsi di partecipazione che hanno consentito in questi 25 anni di poter sottrarre i patrimoni delle mafie e restituirli alla collettività. È grazie al milione di firme raccolto da Libera nel 1996 che fu approvata la legge per l’uso sociale dei beni e al percorso attivato nel 2018 da associazioni, sindacati, presidi antimafia, comitati, cooperative sociali, parrocchie, movimenti per il diritto all’abitare, docenti e case delle donne che fanno parte della Rete dei Numeri Pari che è stato possibile approvare il regolamento del Comune di Roma sui beni confiscati. Un patrimonio sempre più numeroso che oggi conta più di 600 beni in gestione all’ANBSC e ancora da destinare, che testimonia quanto le mafie siano presenti e forti a Roma.
Pericolosa perché indebolisce e isola quei soggetti sociali che sono impegnati sul campo e che con questa decisione non vengono riconosciuti nei luoghi della partecipazione: questo le mafie lo vedono e non è un bel segnale. Questo rischia di incidere negativamente in una situazione già drammatica. Roma da decenni ha conosciuto una progressiva trasformazione economica, sociale e criminale, diventando un luogo strategico proprio per gli affari delle organizzazioni criminali.
In questo quadro, attivare il Forum cittadino sui beni confiscati permetterebbe l’inclusione e la partecipazione delle reti sociali impegnate sul campo nella lotta contro le mafie e per la giustizia sociale; di restituire alle comunità i beni confiscati alle mafie e generare nuovo welfare; fornire spazi per le associazioni che sono quotidianamente impegnate a costruire coesione, coinvolgimento e partecipazione sui territori; costruire una nuova cultura contro le mafie e la zona grigia, orientata alla giustizia sociale. È gravissimo che la Sindaca non lo abbia capito.
Siamo stanchi e stanche di ritardi, bugie e scuse. È evidente che per la Sindaca e la Giunta non è una priorità sconfiggere le mafie, altrimenti non avremmo dovuto aspettare 3 anni per discutere nuovamente l’attivazione del Forum e non avremmo assistito al rifiuto della mozione di ieri. Un rifiuto incomprensibile che rappresenta una sconfitta delle istituzioni che tradiscono la parola data e le aspettative di cittadine e cittadini impegnati come volontari contro le mafie.
Il Forum doveva essere il luogo d’incontro tra istituzioni rappresentative e istituzioni sociali perché la lotta contro le mafie è un esercizio di partecipazione collettiva. La verità è che anche in questa legislatura le risposte non sono arrivate e sappiamo bene che quando la politica è debole le mafie sono forti. Nella lotta contro le mafie non servono gesti eclatanti e spettacolari a favore di telecamera ma un impegno concreto con politiche sociali chiare, garantendo partecipazione, inclusione e giustizia sociale. Quello che la Raggi non fa!