Il nuovo “Piano casa” della Sardegna: l’allarme (e la petizione) del Gruppo di Intervento Giuridico
Autore : Redazione
Rilanciamo l’allarme per il nuovo “Piano casa” della Regione Sardegna, “Disposizioni per il riuso, la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio esistente e di materia di governo del territorio”, un disegno di legge approvato il 23 dicembre dall’esecutivo sardoleghista guidato da Christian Solinas che, se sarà approvato definitivamente, consentirà di costruire (ampliando le cubature esistenti) anche all’interno della fascia dei 300 m dal mare, in contrasto con il Piano Paesaggistico Regionale e con la normativa quadro nazionale sul paesaggio (con il rischio di incostituzionalità). Uno sciagurato stravolgimento del Piano paesaggistico della Sardegna, redatto da un gruppo di lavoro coordinato dall’urbanista Edoardo Salzano, portato come esempio virtuoso in applicazione del dettato del codice dei Beni Culturali del paesaggio attraverso la copianificazione Regione/MIBACT. Proponiamo una sintesi dell’articolo di Paola Pintus pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 2 gennaio 2020, e la petizione del Gruppo di Intervento Giuridico onlus, dato che, a oggi, il testo del DDL regionale non risulta pubblicato sul sito istituzionale. Con una postilla.
Scrive Il Fatto: “stando alla relazione che accompagna il progetto che siamo riusciti a leggere in anteprima, l’obiettivo del disegno di legge sarebbe quello di “incentivare e migliorare la qualità architettonica e la sicurezza strutturale del patrimonio edilizio esistente“ tenendo però a mente “l’esigenza di coniugare le esigenze di tutela e valorizzazione delle valenze paesaggistiche naturalistiche e storiche e culturali del territorio con gli obiettivi di sviluppo sostenibile“. Ma continuando la lettura del documento si scopre che “in riferimento agli ampliamenti, sono stati previsti ulteriori incrementi volumetrici per gli edifici e le strutture destinate all’esercizio di attività turistico ricettive ricadenti nella zona urbanistica F”, cioè la fascia costiera tutelata dal Piano Paesaggistico Regionale, dove a oggi non è possibile alcuna edificazione in aggiunta all’esistente. E l’articolo continua riferendo che “gli incrementi riguardano sia le strutture ubicate nella fascia oltre i 300 m dalla linea di battigia, sia quelle nei 300 m (precedenti al PPR) che ricadono nelle aree individuate ai sensi della normativa regionale nelle aree interessate da Piani attuativi già convenzionati” e aggiunge che “ai proprietari delle unità immobiliari e proprietari delle strutture turistiche aventi diritto viene concesso un ulteriore incremento del volume urbanistico esistente nel caso in cui rispettino alcune prescrizioni quali ad esempio l’impiego di fonti di energia rinnovabili, di materiali locali”ecc. Nel disegno di legge, riporta sempre il Fatto, “per le strutture residenziali ubicate nella fascia oltre 300 m dalla linea di battigia potrà essere realizzato per ogni unità immobiliare un incremento volumetrico pari al 30% fino a un massimo di 150 m³. Incrementi anche nella fascia dei 300 m nella misura del 20% per un massimo di 100 m³ che vale a dire che ogni struttura esistente potrà edificare in piano o in altezza l’equivalente di un quadrivano o di un trivano, a prescindere dalla vicinanza dal mare. I crediti volumetrici inoltre potranno essere ceduti dai proprietari delle unità immobiliari o dellestrutture ricettive ad altri proprietari”.
Contro il disegno di legge si sono già mobilitati gli ambientalisti: Stefano Deliperi, fondatore del Gruppo di Intervento Giuridico onlus, ha lanciato una petizione on line diretta al Ministro per i Beni e Attività Culturali e Turismo, al Presidente della Regione autonoma della Sardegna, al Presidente del Consiglio regionale della Sardegna.
Carteinregola, che da tempo si batte contro le applicazioni cementifere del “Piano casa” in molte Regioni, a partire da quello Polverini/Zingaretti nella Regione Lazio*, seguirà la vicenda per portare e mantenere il tema all’attenzione dei cittadini e di tutte le forze politiche. (AMBM)
POSTILLA
“(…) Edoardo Salzano dal 2004 2006 ha progettato per la Giunta Soru il Piano Paesaggistico Regionale. Renato Soru, onore al merito, lo ha chiamato a coordinare il comitato scientifico e il gruppo di lavoro impegnato nella redazione dello strumento portato ad esempio in Europa. All’isola e ai suoi habitat speciali si era appassionato mettendo generosamente a disposizione la sua esperienza per fare prevalere un modello di sviluppo alternativo al consumo delle aree costiere nell’interesse di pochi. Si è affezionato alla Sardegna sino al punto di tornarci più volte dopo la conclusione dell’incarico. Anche per capire come rafforzare l’argine, visti programmi sempre più minacciose della speculazione dopo le dimissioni di Soru. Lo allarmava il proposito dichiarato da approssimativi controriformisti il rendere innocuo il PPR e di di attenuarne l’efficacia delle previsioni messe a punto secondo il codice dei Beni Culturali. Per questo ha deciso di scrivere nel 2013 Lezioni di piano edito da Corte del Fontego. Una ragione in più per i sardi che hanno apprezzato il suo lavoro per dolersi della sua scomparsa.(…) ” Sandro Roggio, la Nuova Sardegna 25 settembre 2019 (> vai alla pagina con il ricordo di Edoardo Salzano)
> Vai alla Petizione popolare per la salvaguardia delle coste sarde
> Vai all’intervista al fondatore Stefano Deliperi sul sito del Gruppo di Intervento Giuridico Onlus
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
6 gennaio 2020
Petizione popolare per la salvaguardia delle coste sarde**
al Ministro per i Beni e Attività Culturali e Turismo, al Presidente della Regione autonoma della Sardegna, al Presidente del Consiglio regionale della Sardegna
I sottoscritti cittadini,
premesso che
* le coste della Sardegna costituiscono un patrimonio ambientale e paesaggistico di incomparabile valore, fondamentale richiamo per un turismo che non deve comportare il degrado della risorsa;
* fin dal 1976 (legge regionale Sardegna n. 10/1976) esiste il vincolo di inedificabilità nella fascia dei 150 metri dalla battigia marina, proprio per preservare le coste dalla trasformazione immobiliare;
* dal 1993 il vincolo di inedificabilità difende la fascia dei 300 metri dalla battigia marina (legge regionale Sardegna n. 23/1993);
* il piano paesaggistico regionale (P.P.R.) ha ampliato e specificato la disciplina della salvaguardia costiera, consolidando l’inedificabilità della fascia dei 300 metri dalla battigia marina, come autorevolmente riconosciuto dalla giurisprudenza costituzionale e amministrativa;
* è ampiamente condivisa nell’opinione pubblica la necessità di norme di tutela forti e efficaci per la difesa delle coste dalla trasformazione immobiliare e, in particolare, dalla speculazione edilizia;
* l’efficacia della salvaguardia delle coste della Sardegna viene posta in pericolo da reiterati provvedimenti legislativi che consentono incrementi delle volumetrie con l’alibi del sostegno alle famiglie (“piano casa”) e da recenti proposte di legge regionali che mirano a un vero e proprio svuotamento delle normative di difesa dei litorali, con particolare riferimento alla fascia costiera dei 300 metri dalla battigia marina.
Pertanto,
chiedono
– il mantenimento dell’assoluta inedificabilità della fascia costiera della Sardegna con particolare riferimento alla fascia dei 300 metri dalla battigia marina, così come previsto nell’attuale normativa di salvaguardia costiera e nel piano paesaggistico regionale (P.P.R.);
– al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo un’attenta vigilanza sul mantenimento della disciplina di salvaguardia dei litorali presente nel P.P.R., quale atto di pianificazione attuativo delle prescrizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e successive modifiche e integrazioni).
* Il Piano casa della Regione è stato sostituito, nel luglio 2017, dalla Legge di Rigen erazione urbana, che mantiene alcune criticità segnalate per il Piano casa (> Vai a Piano Casa cronologia e materiali)
**I link alle normative citate sono di Carteinregola