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Il progetto CArMe di Walter Tocci in sintesi

(sintesi del Rapporto CArMe dal blog di Walter Tocci )

Le proposte per il Centro Archeologico Monumentale di Roma (CArMe)

Qui potete leggere il Rapporto sulla trasformazione del Centro Archeologico Monumentale di Roma (CArMe). Ho scritto il documento in risposta all’incarico conferitomi ad aprile 2022 dal Sindaco Gualtieri con una consulenza gratuita.
Sulla base del mio testo  Roma Capitale ha impostato un Programma Operativo che, tenendo conto anche delle proposte del Ministero della Cultura, definisce una serie di opere e di restauri da realizzare nel triennio 2025-27, con un investimento pubblico, comunale e statale di 282 milioni, come si vede nella tabella. All’interno del Programma è inserito anche il Concorso internazionale sulla Nuova Passeggiata Archeologica, appena bandito da Roma Capitale.
Inoltre il Rapporto contiene una serie di analisi e di ideazioni che intendono promuovere un ampio dibattito pubblico – tra i cittadini, gli esperti, le istituzioni – sul Piano Strategico, lo strumento di programmazione che guiderà la trasformazione dell’area nel prossimo decennio.
Tutte le informazioni sul progetto CArMe e il bando di concorso sono pubblicate sul sito di Roma Capitale
Il Rapporto è un testo complesso e lungo (60 pagine). Chi volesse farsi un’idea sommaria delle proposte può leggere di seguito una breve sintesi.


SINTESI DEL RAPPORTO

Il compito del progetto è ambizioso: riscoprire l’area dei Fori come il centro della vita pubblica, proprio come era nell’antichità. Con adeguate tutele, restauri e allestimenti, gli spazi moderni e le aree archeologiche possono tornare a svolgere pienamente la funzione simbolica della città eterna e nel contempo costituire i luoghi della vita quotidiana, dove darsi un appuntamento, camminare attraverso la storia, partecipare agli eventi civili e riconoscersi come cittadini di Roma e del mondo.
La trasformazione del Centro Archeologico Monumentale (CArMe) è la più bella notizia che Roma possa dare al mondo. È l’ambizione di ravvivare la memoria storica come energia di cambiamento della città, è l’occasione della riscossa civile dopo la stagnazione che ha attanagliato la Capitale negli ultimi tempi.
Purtroppo, la vita urbana si è allontanata dall’area archeologica, ormai consegnata quasi esclusivamente al turismo di massa. Eppure i cittadini del mondo sarebbero accolti nel modo migliore se i monumenti fossero frequentati anche dagli abitanti, i quali custodiscono l’autenticità dei luoghi, animano la vita dei rioni e differenziano le attività culturali ed economiche, evitando i rischi dell’omologazione del tessuto urbano. Il nostro obiettivo, quindi, è il reincanto dei romani verso la città antica.
L’operazione reincanto richiederà un impegno di lungo periodo per la nostra Amministrazione. Entro il 2024 presenteremo in Assemblea Capitolina il Piano Strategico del Centro Archeologico Monumentale, adempiendo a una previsione del Prg del 2008 mai attuata fino a oggi. Il Piano sarà sottoposto ad un ampio dibattito nel campo della scienza urbana, nelle sedi istituzionali locali e statali, tra gli osservatori internazionali, nella dialettica politica, e con il coinvolgimento della cittadinanza attiva e dell’opinione pubblica.
I suoi principi regolativi sono tre:
• la molteplicità di spazi e luoghi, puntando ad una riunificazione sia verticale (tra la città contemporanea e quella antica) che orizzontale (urbanistica tra l’area centrale dei Fori e la città);
• la prossimità all’antico, che supera una fruizione a distanza dei monumenti attraverso una serie di percorsi trasversali e anelli pedonali;
• l’apertura verso la città di un’area oggi chiusa alla vita quotidiana che deve invece tornare luogo di fruizione pubblica, con itinerari provenienti dalla città.
La fattibilità del progetto è resa possibile dalle infrastrutture in fase di realizzazione: la metro C, il tram TVA e il GRAB. In futuro si potranno raccogliere i frutti del poderoso investimento sul trasporto pubblico. Con la nuova stazione di piazza Venezia, infatti, sarà possibile eliminare tutto il traffico da via dei Fori, anche gli autobus oltre le automobili, già eliminate nel 2013 con la coraggiosa decisione del sindaco Marino.
Ciò significa che si può pensare a una pedonalizzazione integrale di tutta l’area archeologica, accompagnata dai sistemi di mobilità dolce, bici, monopattini, piccoli mezzi elettrici ecc. È l’occasione per un’operazione storica di trasformazione del Centro Archeologico, volta a reinterpretare l’antico nel contemporaneo, a connettere le piazze antiche con la città e a riscoprire la molteplicità del paesaggio, non solo Fori e Colosseo, ma anche il Colle Oppio, il Celio, il Circo Massimo e la Bocca della Verità. Le soluzioni progettuali saranno proposte dai grandi concorsi internazionali di architettura che si svolgeranno nei prossimi anni sulla base degli indirizzi del Piano Strategico. Sarà un’impresa da attuare con gradualità, non mancheranno risultati intermedi, ma nel complesso ci impegnerà per oltre un decennio.
Nel frattempo, però, vogliamo far vedere ai cittadini alcuni miglioramenti che si possono ottenere con allestimenti reversibili e piccoli interventi di riqualificazione, senza modificare la struttura del sito, ma progettati in modo da anticipare e rendere comprensibile la logica della trasformazione definitiva. Queste opere costituiscono il Programma Operativo che porterà i risultati nel triennio 2025-2027, con particolare attenzione per quelli previsti già per il Giubileo.
Oggi la via dei Fori è una grande strada a sei corsie larga come il Gra, che però già non serve più per le automobili. Ciò significa che un enorme spazio pubblico, quattro volte più grande di piazza Navona, viene sprecato e non è utilizzato pienamente dai cittadini. Pensiamo di confinare il flusso di autobus su due corsie e di destinare le altre quattro all’ampliamento degli attuali spazi pedonali. Il concorso internazionale appena bandito proporrà un progetto di allestimento con l’obiettivo di cambiare il verso a quel sito. Non avrà più l’immagine novecentesca di una strada dove sfrecciare in automobile, ma sarà fruito come un insieme di spazi pubblici e di balconate affacciate sull’area archeologica, la quale, a sua volta, sarà attraversata da nuovi percorsi sopraelevati che consentiranno di ritrovare le antiche connessioni con la vita quotidiana dei rioni circostanti. Molta cura andrà posta nella sistemazione del verde non solo per la qualità del paesaggio, ma per assicurare soprattutto in estate la frescura della vegetazione. Una nuova visione panoramica dall’alto sarà ottenuta con le nuove terrazze della Torre dei Conti, da restaurare con il PNRR, e del Belvedere Cederna, da integrare con il contiguo giardino rinascimentale, in collaborazione con il Ministero della Cultura che ha finanziato il restauro del mirabile Palazzo Rivaldi.
Inoltre, tutta l’area sarà connessa da una Nuova Passeggiata Archeologica, sull’esempio di quella ottocentesca del ministro Baccelli, una delle migliori opere della giovane capitale. Sarà un grande anello pedonale che consentirà di passeggiare in un contesto mirabile e unico al mondo, dai Fori, al Colosseo, al Celio, al Palatino, al Circo Massimo, fino al Campidoglio. Esso verrà irrorato da diversi itinerari pedonali provenienti dalla città, dalla Stazione Termini, da Esquilino, dall’Appia Antica, dalle Mura Aureliane, come a ricordare i torrenti che in epoca arcaica irroravano la valle, in seguito non a caso chiamata dei Pantani. L’anello alla quota urbana richiama simbolicamente l’altro anello che verrà realizzato alla quota archeologica e collegherà tutti e cinque i Fori Imperiali, fino ad arrivare a un nuovo ascensore di risalita dei Mercati Traianei e quindi aprendosi all’area del Quirinale e di via Nazionale.
Con l’occasione si dovrà risolvere la grave carenza di servizi per i visitatori, dalle informazioni turistiche, alla conoscenza dei luoghi e della storia, fino alle essenziali disponibilità di toilette e di acqua potabile. È la principale inadeguatezza del sito: non solo ne rende molto faticosa la fruizione, ma ne indebolisce anche l’immagine internazionale. Realizzeremo una rete di centri servizi che miglioreranno il benessere dei visitatori e utilizzeranno le tecnologie digitali per fornire sussidi didattici agli studenti, per aiutare la comprensione di una storia plurimillenaria e per coinvolgere i cittadini nella discussione sui progetti previsti nell’area archeologica. Questi centri si collocheranno negli spazi liberi del Foro di Cesare, della Basilica Ulpia, di via del Tempio della Pace e nel Palazzo dei Musei di via dei Cerchi.
Tutto ciò, insieme ai restauri e agli scavi, comporta un grande impegno finanziario di 282 milioni di euro per opere statali e comunali che attingono ai programmi del Giubileo, del PNRR e dell’ordinario bilancio capitolino. È il più grande investimento mai realizzato in epoca repubblicana nell’area archeologica centrale. Ed è solo la prima fase, alla quale seguiranno le opere, ancora da finanziare, previste nel successivo Piano Strategico.
D’altro canto, questi programmi che l’Europa e l’Italia hanno messo a disposizione della capitale riguardano non solo il Centro Storico ma rendono possibile un poderoso investimento pubblico in tutta la città, e in particolare nella sua periferia. Il reincanto verso la città antica, quindi deve coinvolgere tutto il territorio. Per questo abbiamo pensato di istituire una sorta di gemellaggio tra i Fori e almeno un’area archeologica in ogni Municipio.
Ad esempio, per il Giubileo avremo il nuovo capolinea della metro C proprio in via dei Fori; l’altro capolinea si trova nei pressi dell’antica città di Gabi. Possiamo immaginare che i visitatori dell’area archeologica centrale prendano la metro, magari portando con loro la bici, e arrivino nel sito archeologico della città preromana, il più lontano dal Colosseo, sia nello spazio del suburbio sia nel tempo della storia antica.
Le 14 aree municipali, gemellate e sostenute dalla nervatura dell’accessibilità, contribuiscono a svelare la ricchezza del diffuso patrimonio archeologico-monumentale della Campagna Romana. È il tentativo di coinvolgere i romani nella riscoperta della città antica come leva per la trasformazione della città di oggi.
A tal fine si istituirà il Laboratorio per la Conoscenza e la Trasformazione del CArMe (LCTC), un centro espositivo dedicato alla divulgazione della storia di Roma Antica e alla documentazione dei progetti per l’area archeologica. La sede sarà collocata in via definitiva nella Torre dei Conti e, in attesa della sua ristrutturazione, negli spazi liberi dell’edificio ex-Pantanella di via dei Cerchi. Tutte le progettazioni del Piano Strategico e del programma giubilare saranno oggetto di ampio dibattito pubblico e verranno sottoposte al controllo e alle proposte dei cittadini, delle associazioni e degli Enti culturali, sulla base dei principi del “patrimonio condiviso” definiti dalla Convenzione di Faro.
All’operazione reincanto contribuiranno anche i centri per i visitatori, dotati di servizi di informazione e ristoro nonché le architetture temporanee funzionali alla conoscenza della storia dei Fori e degli altri monumenti, alle ricostruzioni digitali e alla didattica, e inoltre le aree per la rappresentazione di spettacoli e l’esposizione di opere d’arte, gli spazi di aggregazione per i giovani e il gioco dei bambini, i luoghi destinati alla vita pubblica, all’incontro tra i cittadini e alle iniziative delle associazioni di cittadinanza attiva.
Tutte le componenti del progetto, quindi, cooperano per la riscoperta del Centro Archeologico Monumentale come luogo della conoscenza, come interpretazione contemporanea dell’antico, come centro della vita pubblica e come occasione di riconoscimento tra cittadini di Roma e del mondo.

  • Vai al video dell’ intervento di Walter Tocci in l’Area Archeologica Centrale per il futuro della città 10 ottobre 2023:

Vai a Progetto CArMe – cronologia materiali

14 ottobre 2023

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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