Il webinar di Carteinregola: Bagni pubblici, perchè dobbiamo parlarne
Autore : Redazione
Bagni pubblici, perchè dobbiamo parlarne
A cura di Maria Spina, Thaya Passarelli, Annabella D’Elia.
Con Tobia Zevi – Assessore al Patrimonio di Roma Capitale, Francesca Danese – Forum Terzo Settore Lazio, Angelo Diario – ex Consigliere e Presidente Commissione Sport Roma Capitale, Amalia Bevilacqua – Architetto (Aps AUSS), Alberto Giuliani – Architetto, Arturo Becchetti, Fabrizio Felici, Luca Trulli – Università Roma Tre, Facoltà di Architettura, Lucilla Rogai, Giornalista – Blog “Romainpiazza”, Rosario Pavia – Urbanista. Maria Spina – Carteinregola e Annabella D’Elia – Comitato Mura Latine e Carteinregola
(in calce la scaletta con le durate degli interventi e i materiali)
Il 19 novembre, in occasione del World Toilet Day – giornata indetta con una risoluzione delle Nazioni Unite il 24 luglio 2013 – Carteinregola ha organizzato un incontro online al fine di sensibilizzare ancora una volta cittadini e Istituzioni sulla necessità di avviare azioni concrete per lo sviluppo di una rete di bagni pubblici sul territorio di Roma Capitale.
Nella nostra città, oltre ai residenti, gravitano circa ventidue milioni di turisti all’anno (in tempi ovviamente esenti da pandemie) e, secondo una media stimata (fra ISTAT, S. Egidio e Ministero Interni), più di novemila persone vivono in strada. Tuttavia, per mancanza di dati certi, non è quantificabile il numero di persone (anche minori) che quotidianamente, sia nei parchi sia in altri spazi urbani, hanno necessità di fruire del bagno pubblico. Tutti, ogni giorno, concorrono alla composizione di un nutrito stuolo di potenziali utenti di questo imprescindibile servizio per la fruizione e la vivibilità degli spazi pubblici. Ci confronteremo sull’argomento con tecnici, urbanisti ed esponenti del Terzo Settore.
Riteniamo sia doveroso da parte dell’Amministrazione Capitolina avviare con determinazione e urgenza azioni che interessano non solo la gestione di un bene “indisponibile”, di fatto compreso nelle liste del patrimonio capitolino, ma anche una pianificazione di città a misura più umana oltre all’implementazione di nuove economie green basate sul riciclo degli scarti organici.
Roma Capitale, infatti, solo in tempi recentissimi e solo per le zone centrali, si è dotata di 11 impianti, tutti a pagamento, affidati in concessione al circuito “P.Stop” e compresi nel network dei punti informativi per il turismo. Dei 57 bagni pubblici censiti nel patrimonio di Roma Capitale (12 interrati, con struttura ipogea fornita di ascensore per disabili; 13 in muratura, con l’edificato a livello strada; 32 prefabbricati, completamente in cemento, con sistema di pulizia automatizzata) molti sono chiusi, altri necessitano di ristrutturazione, altri ancora sono stati restaurati ma non è stata espletata la gara per l’affidamento della loro gestione. Perché questi ritardi?