Il video della Giornata di mobilitazione per l’unità della Repubblica, contro l’Autonomia differenziata
Autore : Redazione
Carteinregola partecipa e sostiene il Presidio il 21 dicembre 2022, Roma, di fronte al Pantheon promosso dal Tavolo Nazionale NO-Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, e dalle 700 realtà sociali e sindacali del percorso “Non per noi ma per tutte e tutti” . Pubblichiamo il comunicato del tavolo NO AD e le 7 proposte al centro della campagna Non per noi ma per tutte e tutti: extraprofitti tassati all’80% e allargamento alle imprese nel settore assicurativo e farmaceutico; rafforzamento del Reddito di cittadinanza rendendo la misura meno condizionata, investendo il doppio delle risorse rispetto a quanto fatto finora e abolendo discriminazioni ed esclusioni sessiste e razziste; nessuna tregua fiscale, né condoni per gli evasori, né innalzamento del limite all’uso del contante; garanzia del diritto all’abitare con un Piano casa strutturale che metta al centro la dignità e i diritti delle persone; istituzione del Salario Minimo; innalzate all’attuale media europea delle spese per Sanità e istruzione portandola rispettivamente all’8% e al 4,7% del PIL; cancellazione di qualsiasi ipotesi di Autonomia differenziata e la cancellazione del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione. (AMBM)
Il video: intervneto Anna Maria Bianchi Carteinregola a 2h 52’58”
Per il ritiro della bozza di legge Calderoli! Per il ritiro dell’art. 143 della Legge di Bilancio!
Il Tavolo Nazionale NO-Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, già mobilitato a fronte della bozza di attuazione del 3° comma dell’art. 116 della Costituzione circolata nelle scorse settimane, intende lanciare l!allarme rispetto a una novità particolarmente grave contenuta nell!articolo 143 della Legge di Bilancio, che prevede di definire entro sei mesi i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), passando attraverso una Cabina di regia, “ai fini della completa attuazione dell!articolo 116, terzo comma, della Costituzione”. L!articolo in questione prevede tra l!altro che, qualora la Cabina di regia non arrivi a determinare i LEP entro i termini stabiliti, venga nominato entro trenta giorni un Commissario per concludere il percorso.
Con questo articolo il governo cerca da un lato di aggirare le critiche che da più parti si sono levate a livello nazionale contro l!Autonomia differenziata, dall!altro di strumentalizzare addirittura queste critiche, utilizzando i LEP per accelerare il processo.
La determinazione “commissariata” dei LEP, lungi dal rallentare o addirittura impedire l!Autonomia differenziata, viene oggi utilizzata chiaramente come lo strumento per assicurarne l’attuazione.
Il Tavolo per il NO all!Autonomia differenziata ritiene, invece, che il riduzionismo dei diritti civili e sociali dei cittadini tradotti in “prestazioni”, per giunta “essenziali”, sia solo una delle
gravi derive prodotte dal regionalismo. Se realizzato, nelle 23 materie previste dall!art. 116, c. 3, il decentramento legislativo porterebbe comunque alla disarticolazione della Repubblica e delle politiche pubbliche, con normative diverse, tipologie di contratti di lavoro diverse, concorrenza al ribasso sui diritti tra i territori (per attrarre investimenti al minor costo del lavoro possibile).
Sarebbe importante capire a quali LEP si riferisce la Legge di Bilancio del governo Meloni.
L!art. 143 ribadisce testualmente che la Cabina di regia dovrebbe partire da “una ricognizione della spesa storica a carattere permanente dell!ultimo triennio”, per poi definire i LEP “nell’ambito degli stanziamenti di bilancio a legislazione vigente”.
Queste formulazioni non lasciano spazio ad equivoci: i LEP devono essere veramente “essenziali”, cioè minimi. Infatti, delle due, l!una: o la “spesa storica” verrà confermata,
sancendo così definitivamente l’impossibilità del superamento degli attuali enormi divari tra le diverse aree del Paese, oppure si procederà ad una “compensazione”, togliendo finanziamenti alle zone che ne ricevono di più, per trasferirli a quelle svantaggiate. Gli stanziamenti “a legislazione vigente” impediscono infatti, a priori, qualunque ipotesi di maggiori investimenti per aumentare i livelli delle prestazioni laddove servirebbe.
Tutto ciò, nella prospettiva dell!Autonomia differenziata, è strumentale a privatizzare i servizi, esternalizzarli e a ridurne i costi.
I Livelli Essenziali Assistenza (LEA), già in vigore da molti anni nella sanità, lo dimostrano, al sud in modo eclatante, ma anche al nord in modo sempre più drammatico: si tratta di livelli che non garantiscono il diritto alla salute, alle cure, alla prevenzione, con buona pace dei diritti incomprimibili. Chi può, supplisce alle carenze di personale, di reparti e di ospedali, con il “turismo sanitario”, che poi genera flussi finanziari in uscita proprio dalle regioni con minori dotazioni, verso quelle più ricche.
Di LEA si muore sempre di più e ora si vorrebbe imporre lo stesso modello per tutti i servizi, per giunta con tempi contingentati e con organismi tecnici che esautorano il Parlamento, relativamente a scelte fondamentali dalle quali dipendono i diritti civili e sociali dei cittadini.
Il momento è dunque grave: la bozza Calderoli e l!art. 143 della Legge di bilancio, produrrebbero un effetto micidiale sulla coesione nazionale.
Nelle ultime settimane, anche se ancora parzialmente, il tema dell!Autonomia differenziata è diventato oggetto di discussione pubblica. Tuttavia, i lavoratori e i cittadini non sono ancora pienamente consapevoli di cosa rappresenti l!Autonomia differenziata, né di quali pericoli riservi, per le loro vite, la sua attuazione.
Per questi motivi, il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata e le 700 realtà sociali e sindacali della campagna Non per noi ma per tutti e tutte saranno in piazza a Roma, mercoledì 21 dicembre, dalle ore 16 alle ore 19.
Il Tavolo per il NO all’Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
NON PER NOI MA PER TUTTE E TUTTI
Continua il 21 dicembre, in occasione della discussione in Parlamento della Legge di bilancio, la mobilitazione dei soggetti sociali e sindacali che promuovono la campagna “Non per noi ma per tutti e tutte”, lanciata dalla Rete dei Numeri Pari.
Al centro le 7 proposte elaborate in occasione delle assemblee territoriali contro il carovita che si sono svolte lo scorso 5 dicembre: extraprofitti tassati all’80% e allargamento alle imprese nel settore assicurativo e farmaceutico; rafforzamento del Reddito di cittadinanza rendendo la misura meno condizionata, investendo il doppio delle risorse rispetto a quanto fatto finora e abolendo discriminazioni ed esclusioni sessiste e razziste; nessuna tregua fiscale, né condoni per gli evasori, né innalzamento del limite all’uso del contante; garanzia del diritto all’abitare con un Piano casa strutturale che metta al centro la dignità e i diritti delle persone; istituzione del Salario Minimo; innalzate all’attuale media europea delle spese per Sanità e istruzione portandola rispettivamente all’8% e al 4,7% del PIL; cancellazione di qualsiasi ipotesi di Autonomia differenziata e la cancellazione del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione*.
È proprio quest’ultima proposta che dà il nome alla mobilitazione e che rappresenta oggi l’unico argine alla frammentazione della Repubblica e alla disgregazione dei concetto di uguaglianza e sussidiarietà così come previsti dalla nostra Costituzione. Attraverso l’articolo 143 della Legge di Bilancio, con il pretesto della procedura di definizione dei Livelli essenziali di prestazione (LEP), il Governo apre le porte all’Autonomia Differenziata e istituzionalizza definitivamente le ingiustizie e le disuguaglianze. L’autonomia differenziata liquiderebbe definitivamente tutto ciò che è “pubblico”, cioè finalizzato all’interesse generale, destinato a diminuire le differenze tra ricchi e poveri. Principi e diritti sociali previsti nella prima parte della Costituzione di fatto sarebbero annullati, aprendo alla privatizzazione in ogni settore e a contratti di lavoro regionali. Ogni Regione farebbe da sé, con i propri fondi, trattenendo la maggior parte del proprio gettito fiscale. Ai Livelli essenziali di prestazione (LEP), da molti indicati come la soluzione del problema e quindi grimaldello per l’autonomia differenziata, ma che rischiano di definire servizi minimi costituzionalizzati, a cui poi le singole Regioni aggiungeranno più ricche funzioni, vanno sostituiti dei livelli uniformi di prestazione. Solo così sarà possibile evitare che chi può ce la fa e gli altri si arrangino.
Il progetto di Autonomia Differenziata è la cornice e l’espressione assoluta di una Legge di bilancio classista che fa cassa sui poveri, tradisce la Costituzione scaraventando senza alternative nella miseria milioni di persone, non affronta né i limiti del nostro modello industriale ed energetico né la crisi ecologica e non dà risposte a lavoratrici e lavoratori poveri, precari e sfruttati. Una Legge di bilancio che non tiene conto nemmeno della lezione della pandemia e taglia i fondi anche alla Sanità Pubblica, facendo l’ennesimo regalo a quella privata, violando il diritto alla salute e alle cure previsto dalla Costituzione. Una Legge di bilancio priva di coraggio che tagliando il Reddito di Cittadinanza, senza nessuna riforma del welfare e misure alternative, sceglie cinicamente di condannare alla miseria milioni di persone e affossa il sistema Paese ancorandolo a un modello di sviluppo insostenibile. Non è vero che i soldi non ci sono, vanno fatte altre scelte!
Per questo le 700 realtà sociali e sindacali della campagna Non per noi ma per tutti e tutte e il Tavolo No Autonomia Differenziata saranno in Piazza della Rotonda aRoma mercoledì 21 dicembre dalle ore 16.
Chiediamo che gli extraprofitti vengano tassati all’80% e che ad essere assoggettate al contributo straordinario siano anche imprese nel settore assicurativo e farmaceutico;
Chiediamo che il RdC venga sostenuto e rafforzato, rendendo la misura meno condizionata e investendo il doppio delle risorse rispetto a quanto fatto finora, con l’obiettivo di raggiungere una platea più ampia di beneficiari, abolendo discriminazioni ed esclusioni sessiste e razziste;
Chiediamo che non ci sia nessuna tregua fiscale, né condoni per gli evasori, né innalzamento del limite all’uso del contante. Il sistema fiscale deve garantire maggiore equità, eliminando trattamenti fiscali differenziati tra contribuenti a parità di condizioni economiche. Il Governo deve garantire una reale progressività fiscale in ottemperanza ai principi costituzionali;
Chiediamo che sia garantito il diritto all’abitare con un Piano casa strutturale che metta al centro la dignità e i diritti delle persone; il recupero e l’efficientamento energetico di immobili pubblici e privati in disuso per incrementare il patrimonio pubblico immobiliare; la ricapitalizzazione del fondo sociale affitti e quello per la morosità incolpevole; uno stanziamento immediato per i Comuni che permetta di acquisire il patrimonio libero degli enti previdenziali e di altri enti pubblici; l’eliminazione del privilegio della cedolare secca sui contratti a libero mercato.
Chiediamo l’istituzione del Salario Minimo per legge adeguato ai livelli europei che coincida con i minimi contrattuali e non diventi uno strumento di sostituzione del contratto di lavoro;
Chiediamo che le risorse da destinare alla Salute e all’Istruzione vengano innalzate all’attuale media europea portandola rispettivamente all’8% e al 4,7% del PIL;
Chiediamo che venga cancellata qualsiasi ipotesi di Autonomia differenziata e la cancellazione del comma 3 dell’art 116 della Costituzione.