a cura di Paolo Trevisani Presidente di Testaccio in Piazza
Il processo partecipativo per il recupero di piazza di Santa Maria Liberatrice.
La sistemazione della piazza di Santa Maria Liberatrice parte alla fine degli anni 80. La proposta progettuale prevedeva l’abbattimento di numerosi lecci e la costruzione di percorsi trasversali lungo lo sviluppo dell’area. Per attivare la partecipazione fu sufficiente per i cittadini consultare tutti i partiti politici e i portatori di interesse, e definire collettivamente la nuova idea progettuale. La novità del metodo e la qualità del risultato travolsero l’ipotesi d’intervento del Comune.
La piazza si componeva originariamente di due aree quadrangolari, divise da una strada. Erano appezzamenti residui del programma edilizio per l’edificazione di Roma Capitale d’Italia, che prevedeva qui una “Piazza dell’Industria”. La proposta dei cittadini consisteva nella riunificazione delle due parti e la creazione di un viale centrale longitudinale, un impianto “accademico” molto semplice ma monumentale. Il sacrificio di una ventina di posti macchina fu accettata dai cittadini senza alcuna osservazione. L’opera costò poco meno di un miliardo di lire e venne inaugurata nel 1992.
Il Porticus Aemilia
Il Porticus Aemilia è il risultato del recupero archeologico svolto dal relativo Ministero, che ha contribuito a costruire la nuova identità di Testaccio archeologica.
Sulla Piazza si affaccia l’ormai storico Teatro Vittoria
(dal sito del Teatro Vittoria)
Le origini del teatro
Sin dai primi anni del Ventesimo secolo, il Vittoria era il teatro di Testaccio. Una palazzina a due piani che affacciava su una piazza sterrata, con una chiesa maestosa e nuovissima a farle da contraltare.
Testaccio era quartiere di frontiera. Qui, di fronte al teatro, erano sorte le prime case popolari oggetto di un concorso internazionale di architettura e assegnate perlopiù ai carrettieri e agli operai del vicino mattatoio. Il centro di Roma era lontano anni luce.
Al Teatro Vittoria in quegli anni si faceva il varietà. Un varietà probabilmente senza troppe pretese e che, dopo qualche decennio, si sarebbe chiamato avanspettacolo. Ciò non di meno, su quel palco si esibirono attori e attrici che poi avrebbero scritto la storia del teatro e del cinema italiano: Aldo Fabrizi, Totò, Anna Magnani, solo per citarne alcuni.
Il Cinema Vittoria
Dopo la guerra, quando la furia edilizia impazzava nella capitale, l’edificio dell’originario teatro Testaccio venne abbattuto. Al suo posto sorse un condominio, moderno e confortevole che, al piano terreno ospitava un cinema. Un cinema grande, con una platea e una balconata, che per molti anni fu il punto di riferimento per lo svago dei testaccini, gente spiccia, chiassosa e dall’umorismo genuino.
A costruire il nuovo Cinema Vittoria, fu l’imprenditore Amati, proprietario di numerose sale a Roma e non solo. Il cinema visse e sopravvisse fino alla fine degli anni Settanta quando, ormai fatiscente in un quartiere degradato, chiuse.
La nascita del teatro di prosa
A maggio del 1986 iniziarono i lavori di ristrutturazione per trasformare il vecchio cinema in teatro di prosa. Attilio Corsini che con Viviana Toniolo nel 1977 fondò la Cooperativa Attori e Tecnici, incaricò del progetto il celebre e quotato architetto Enrico Nespega.
I lavori furono completati a tempo di record e a dicembre del 1986, il Teatro Vittoria – nella sua veste attuale – aprì le porte al pubblico: 560 poltrone di velluto rosso davanti a un grande palcoscenico.
Da allora il Vittoria non ha mai smesso di divertire e appassionare i romani con ospiti internazionali, produzioni della Cooperativa Attori & Tecnici (fra cui l’applauditissimo, “Rumori fuori scena”), compagnie prestigiose e grandi mattatori.
A seguito della prematura scomparsa di Attilio Corsini, nel 2008 la direzione artistica è stata assunta da Viviana Toniolo. Da sempre le scelte artistiche per la Compagnia e per il Teatro, sono state prese da Attilio Corsini e Viviana Toniolo. La direttrice artistica Viviana Toniolo ha continuato con tenacia, coraggio e senso di responsabilità la strada intrapresa. Gli artisti che compongono la Compagnia sono ottimi professionisti, diplomati nelle migliori accademie italiane, e possono vantare anni di teatro e di cinema nella propria carriera. Anche i più giovani artisti cooptati nella Compagnia hanno solide basi. La Cooperativa ha sempre puntato sul logo Attori & Tecnici, più che sul “nome” del singolo artista di richiamo, imponendo come marchio di fabbrica e garanzia il proprio nome per proseguire la connaturata vocazione iniziale di questo nuovo modo di fare teatro che coinvolge democraticamente tutti i soci.
Per informazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
13 maggio 2022
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