29 5 2020 manifestazione durante l’Assemblea degli Azionisti di ACEA di Fridays For Future Roma e Coordinamento Romano Acqua Pubblica (dal sito craproma)
…ovvero la differenza tra privato che persegue il profitto e pubblico che (dovrebbe) tutelare l’interesse pubblico e il patrimonio comune
Segnaliamo una serie di articoli del Coordinamento Romano per l’Acqua pubblica, realtà impegnata da anni a tutela di questo bene primario, che nel pressochè totale disinteresse dei media continua a lanciare l’allarme sul drammatico spreco di acqua nella nostra Regione a causa dello stato delle condutture: come la stessa ACEA afferma, le le perdite globali della rete idrica dell’ATO 2 del Lazio sono pari al 44%, ossia di 100 litri immessi in rete, 44 L si perdono. Situazione che era già salita alla ribalta delle cronache nell’estate 2017, quando i romani avevano sperimentato la scarsità di acqua e, soprattutto, si era fatto ricorso a sistematici prelievi dal Lago di Bracciano, con gravi conseguenze sul lago e sul suo ecosistema (1). Eppure, a quanto pare, in questi tre anni la situazione non è cambiata, e anzichè varareun grande piano di ristrutturazione della rete idrica e di riparazione delle perdite, l’ ACEA, acronimo di Azienda Comunale Energia e Ambiente”, quotata in borsa, ma al 51% del Comune di Roma, da un lato continua a ricorrere alla captazione delle sorgenti – vedi articolo in calce sullo stato di calamità naturale della Regione Lazio e i prelievi dalle sorgenti del Pertuso, che alimenta l’Aniene- (2), dall’altro alla potabilizzazione dell’acqua del Tevere (3). Qualche settimana fa varie testate giornalistiche hanno riferito della costruzione di un nuovo impianto che si aggiungerebbe a quello già operativo di Grottarossa, “con una portata di 2.500 L/s, ossia 5 volte maggiore di quello di Grottarossa, e quindi con un’utenza potenziale pari a 1,75 milioni di persone. Così ACEA si garantirebbe di poter distribuire acqua ad oltre 2 milioni di romani con un investimento ridottissimo rispetto a quello che dovrebbe fare per riparare le perdite“(3).
Se si pensa che, a quanto riportato dal Coordinamento, “quest’anno i dividendi [di ACEA] ammontano a circa 165 milioni di euro, addirittura il 10% in più rispetto all’anno scorso”(4), appare in tutto il suo tetro splendore il conflitto tra le scelte di una azienda al 51% pubblica, tra il privilegiare i ricavi economici per gli azionisti e l’interesse pubblico, non solo degli utenti del servizio, ma anche quello generale, della tutela dell’ambiente e dell’equilibrio ecologico.
E continua a riproporsi anche la siderale distanza tra il dire e il fare delle istituzioni: la Regione Lazio, che nel novembre scorso vantava la – bellissima – “CAMPAGNA GREEN ‘OSSIGENO’, con la piantumazione di “oltre 5mila gli alberi e arbusti in tutto il Lazio in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi” (5), “ha proclamato il 24 luglio scorso (n.94/2020) lo stato di calamità naturale fino al 31/11/2020 a causa della grave crisi idrica – come riferisce il Coordinamento – spianando di fatto la strada ad Acea SpA per aumentare la captazione dalle sorgenti del Pertuso“ (2). E, ricorda il cordinamento, la legge regionale per l’acqua pubblica (n. 5/2014) (6) attende da oltre 6 anni di essere attuata.
Anche sul fronte capitolino, nonostante a Roma governi il M5S – una delle stelle, lo ricordiamo, è l’acqua pubblica – le cose non vanno meglio.una maggioranza. Dopo aver fatto una intera campagna elettorale sulla gestione pubblica dell’acqua, in coerenza con il risultato del referendum del 2011, la maggioranza penatstellata si è astenuta, facendola cadere, (7) su una mozione, presentata da Sinistra per Roma “sulla base delle campagne del coordinamento romano acqua pubblica, che avrebbe impegnato la giunta e la sindaca Raggi ad esercitare il suo ruolo di socio di maggioranza pubblica in Acea SpA: blocco dei dividendi, reinvestimento degli utili per la tutela della risorsa idrica, a partire dalle perdite sulla rete (oltre il 40% di acqua sprecata), e per fini sociali, come una tariffa di emergenza e il riallaccio di tutte le utenze idriche, garantendo a tutti l’accesso all’acqua” (8).
E c’è da chiedersi se la Sindaca Raggi, come rappresentante del Comune di Roma e socio di maggioranza, non potesse fare qualcosa di coerente con il programma pentastellato,anzichè approvare, ad esempio nell’assemblea dei soci di Acea del 3o maggio 2020, la distribuzione di dividendi per circa 180 milioni, lasciando aumentare le tariffe idriche. Dividendi che il Comune incassa come azionista del 51% di Acea e che finiscono nelle entrate comunali, senza una finalizzazione predefinita. E senza imprimere alcuna direttiva più rispettosa dell’interesse dei romani e dell’ambiente.
Conclude il Coordinamento: “su Roma abbiamo il dovere di contrastare il folle progetto di un secondo potabilizzatore dell’acqua del Tevere, che proprio in questi giorni ci ha regalato le tristi immagini di centinaia di pesci morti, e di pretendere la riparazione delle reti idriche a tutela delle sorgenti del Lazio e dell’accesso all’acqua oggi e per le generazioni future“(8), e anche il disastro ecologico creato dai prelievi dalle sorgenti del Pertuso o dai bacini naturali .
Riorganizzazione dell’assetto societario di ACEA ATO2 S.p.A in ottemperanza al Referendum sull’Acqua;
Riformulazione della Convenzione di Gestione con ACEA ATO2 S.p.a. attraverso l’ente di governo d’ambito;
Inserimento nello Statuto di Roma Capitale del concetto del “Diritto all’Acqua”;
Maggiore trasparenza delle attività di ACEA ATO2 verso la cittadinanza;
Monitoraggio degli interventi sui sistemi di depurazione e fognatura
Coinvolgimento del Garante del servizio idrico integrato, nelle attività di controllo del Servizio Idrico;
Del servizio idrico integrato si parla anche nele Linee programmatiche (scarica raggi_linee_guida= all’indomani dell’insediamento in Campidoglio ),a pagina 23.