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Albano Laziale: necessario fare chiarezza sulla messa in vendita dell’immobile pubblico nel Parco Storico

Ad Albano Laziale, all’interno di villa Doria, alla fine alla pineta (in via dei Pini n.16), si trova l’ex Isfol, un complesso immobiliare di proprietà dell’INAPP, l’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche (1), in abbandono dai primi anni ’90 ma prima utilizzato come centro di avviamento al lavoro. Il fabbricato è stato costruito nel 1971 e ha una superificie di quasi 2mila e 900 metri quadri, con una volumetria di circa 10mila metri cubi, l’equivalente di 50 appartamenti di medie dimensioni. In passato il complesso era costituito da una scuola con annesso laboratorio scientifico e abitazione del custode, accatastato come B/5 (2), al momento è invece accatastato come F/2, ossia come costruzione caratterizzata da un notevole livello di degrado (3).

Il 25 maggio scorso, con un avviso avviato e concluso in soli 30 giorni, l’INAPP ha lanciato la raccolta di manifestazionie di interesse per la vendita del complesso immobiliare (4), presumibilmente con una procedura negoziata, con base d’asta pari a un milione e 204mila euro*.

Sulla vicenda però pesano però vari interrogativi, che riguardano i vincoli paesaggistici che insistono sull’area, che dovrebbero impedire modifiche alla struttura – l’immobile è in un ‘Parco storico’ tutelato dal PTPR, il Piano Territoriale Paesistico Regionale che prevale anche sui piani regolatori comunali – e cambi di destinazione. Interrogativi che sono stati portati alla Commissione urbanistica comunale presieduta da Marco Alteri, di cui riportiamo anche un commento in calce, insieme al resoconto del caffe.tv.

(*le informazioni sono tratte dall’articolo di ilcaffetv del 16 settembre 2020 Albano, il destino dell’ex Isfol di Villa Doria è (ancora) avvolto nel mistero di Daniele Castri)

Il commento di Marco Alteri

Per Benedetto Croce il paesaggio era l’identità spirituale di una comunità, e distruggerlo o degradarlo significava distruggere lo stesso spirito di quella comunità, perdendone il rapporto con i propri luoghi, sradicandone le radici storiche e culturali. Il paesaggio agricolo e naturalistico dei Castelli Romani rappresenta il patrimonio che caratterizza e rende unico il nostro territorio, e se opportunamente tutelato e valorizzato può fornire lavoro e opportunità.I vincoli sono uno degli strumenti previsti dalla Costituzione per tutelare la principale ricchezza della Nazione: il nostro Paesaggio rende il brand Italia appetibile nel mondo. Il 10 dicembre 2020 la Commissione Urbanistica del Comune di Albano Laziale ha avuto l’opportunità di approfondire il tema con le referenti della Soprintendenza, per conoscere i vincoli di Villa Doria e dell’area circostante, principale area verde del centro storico.Il parco Comunale è infatti tutelato da un vincolo monumentale e paesaggistico, mentre tutta l’area verde che si estende fino a via Vascarelle è interessata da un vincolo paesaggistico, che limita dal 2007 ogni eventuale utilizzazione residenziale. Una discussione utile a comprendere come mettere l’ex Isfol definitivamente al riparo da eventuali speculazioni, sulle quali abbiamo già espresso la nostra contrarietà. Sarebbe opportuno quindi che l’ente proprietario chiarisca preventivamente con le istituzioni preposte la destinazione urbanistica, fornendo certezze ai potenziali acquirenti che potrebbero quindi partecipare con progetti sostenibili e realizzabili, avendo chiari i limiti dei vincoli previsti sull’area. In questo modo Albano recupererebbe un’area di grandissimo pregio, abbandonata da oltre 30 anni.

Albano, villa Doria: la Soprintendenza Archeologica ‘blinda’ l’ex Isfol

da Ilcaffe.tv 15 dicembre 2020

di Daniele Castri

L’area di Albano situata a ridosso di villa Doria su cui sorge l’ex Isfol è particolarmente importante dal punto di vista paesaggistico ed archeologico, per questo l’immobile e il terreno circostante sono tutelati con quello che in gergo tecnico viene chiamato ‘vincolo d’ambito’ archeologico-paesaggistico previsto dal Piano edilizio regionale del 2007, oltreché da un ulteriore vincolo ministeriale risalente agli anni ‘50. Per tale ragione, qualsiasi nuovo e futuro progetto che riguarderà l’immobile dovrà essere approvato con un parere preventivo ed esplicito dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma. In buona sostanza, è quanto hanno sostenuto le due funzionarie della stessa Soprintendenza, la dottoressa Simona Carosi e l’architetta Claudia Castagnoli, nel corso della seduta della Commissione Urbanistica comunale urgente che si è tenuta in modalità telematica causa Covid nella giornata di ieri, giovedì 10 dicembre, interamente dedicata all’ex Isfol. La Commissione è in carica dallo scorso 23 novembre ed è composta dai consiglieri: Marco Alteri (presidente), Nicola Marini (ex sindaco per 10 anni, attuale presidente del consiglio), Salvatore Tedone, Simone Fazio, Matteo Santilli, Romeo Giorgi (vice presidente), Massimo Ferrarini e Giovambattista Cascella. Ma erano presenti alla seduta anche numerosi altri consiglieri, a dimostrazione che la vicenda, almeno da un punto di vista politico, sta tenendo banco nell’area vasta dei Castelli Romani e non solo ad Albano.

“SOLO MANUTENZIONE, NO AMPLIAMENTI”

Parliamo del grosso complesso immobiliare situato all’interno della villa comunale, a due passi dalla centralissima piazza Mazzini, che negli anni ‘70 costituiva un centro di avviamento al lavoro, una sorta di scuola di formazione pubblica di proprietà ministeriale, e da un vasto appezzamento di terreno circostante. Immobile e terreno sono attualmente di proprietà dell’Inapp (l’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche), una costola del Ministero del Lavoro, nelle mani della ministra grillina Nunzia Catalfo. Le funzionarie pubbliche, Carosi e Castagnoli, nel corso della seduta della Commissione Urbanistica – durata circa due ore – hanno sostenuto, in soldoni, che i vincoli esistenti su immobile e terreno permettono di eseguire sull’ex Isfol solo la manutenzione ordinaria e straordinaria, o il suo il restauro e/o risanamento conservativo, ma nessun ampliamento. Parole, le loro, che hanno messo una sorta di pietra tombale sugli interessi cementizi di più di qualche imprenditore privato del settore. Difatti, all’Inapp e al comune di Albano, da mesi si vocifera che vi sarebbe un imprenditore edilizio, legato a politici e amministratori in carica ed ex, interessato ad abbattere l’immobile e a costruire al suo posto villette di lusso, visto che in quella stessa zona ve ne sono già diverse, alcune delle quali tra l’altro mai ultimate per motivi ignoti.

“INAPP SIA TRASPARENTE”

Più voci – tra tutte quella del presidente Marco Alteri – hanno stigmatizzato l’assoluta mancanza di trasparenza e chiarezza da parte di Inapp. L’immobile e l’area circostante sono ricompresi in un vincolo particolarmente forte che non permette ampliamenti, cambi di destinazione d’uso a residenziale od altro. Inoltre l’Inapp, nei suoi due velocissimi bandi di s-vendita dell’immobile che si concluderanno in via definitiva il prossimo 16 dicembre, non avrebbe sottolineato compiutamente l’esistenza di tale vincolistica e soprattutto l’impossibilità di strani ampliamenti. Tra l’altro, l’ex Isfol verrebbe ceduto a meno della metà del prezzo di mercato, l’Inapp nel 2017, valutava l’immobile una cifra decisamente più alta, così riportano documenti ufficiali della stessa Inapp.

CRITICI NARDI E CASCELLA

Critici, in Commissione, anche due consiglieri comunali di minoranza. Giovambattista Cascella (Lega), che ha attaccato l’Inapp sostenendo, in sostanza, che l’Ente pubblico avrebbe dovuto, prima di mettere in s-vendita l’immobile, chiedere conto dei vincoli esistenti sull’area al Comune di Albano, alla Regione e alla stessa Soprintendenza Archeologica. Nardi (M5S) ha puntato il dito sul rischio che i vincoli vengano aggirati. Le funzionarie della Soprintendenza sono state chiare e gli hanno risposto aprendo un interrogativo: “Oggi no, ma è successo già varie volte che i vincoli siano stati aggirati…..”. Nardi ha aggiunto inoltre che “la mancanza di una interlocuzione auspicabile tra INAPP, Ministero del Lavoro ed Ente Locale, alla quale si aggiunge la nebulosità di una procedura frettolosa e non vincolata da un indirizzo progettuale strategico, espone il nostro territorio al rischio di possibili ulteriori speculazioni. Un’occasione persa inoltre, anche in virtù delle opportunità  future, connesse al piano di investimenti Next Generation EU, che avrebbero potuto rappresentare un possibile inquadramento dell’immobile quale centro formativo multidisciplinare per il turismo e l’accoglienza, così necessari per il rilancio dei Castelli Romani”. La seduta della Commissione è stata segnata anche dal confronto aperto, senza peli sulla lingua, tra Nicola Marini, sindaco di Albano dal 2010 al 2020 ed oggi presidente del Consiglio, e le due funzionarie della Soprintendenza, Castagnoli e Carosi. Secondo l’attuale presidente del Consiglio Marini difatti “in quella zona (riferendosi all’area circostante villa Doria), di costruzioni ne sono state fatte diverse, in diversi momenti”. (…)

NOTE

(1) L’INAPP Ente pubblico di ricerca, è nato il 1° dicembre 2016 come trasformazione dell’ISFOL (attivo dal 1973), in seguito a quanto disposto dal Decreto Legislativo 24 settembre 2016, n.185 . E’ UN Ente pubblico di ricerca, vigilato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

(2) Categoria catastale B5 Scuole e laboratori scientifici, osservatori astronomici, osservatori meteorologici, ecc

(3) Categoria F2 unità collabenti – Le unità collabenti, categoria catastale f2, sono quelle costruzioni caratterizzate da un notevole livello di degrado che ne determina una incapacità reddituale temporalmente rilevante. Ovvero unità immobiliari fatiscenti, ruderi, unità immobiliari demolite parzialmente, con il tetto crollato, fabbricati diruti.

(4) scarica Avviso Manifestazione d’interesse

“… Il presente avviso costituisce solo un invito a manifestare il proprio interesse all’acquisto e non un invito ad offrire un’offerta al pubblico, ai sensi dell’art. 1336 del Codice civile.I soggetti che risponderanno al presente avviso saranno successivamente invitati a partecipare alla procedura negoziata, espletata con le modalità di cui al D.Lgs. n. 50/2016, finalizzata alla vendita del complesso immobiliare in questione, per la quale verrà applicato il criterio del migliore prezzo in aumento rispetto all’importo stabilito a base di gara

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