Ampliamento Occupazioni Suolo Pubblico: il nuovo provvedimento deve garantire regole certe per la sanità, la sicurezza stradale e i pedoni
Autore : Redazione
foto ambm 2013
In parallelo con le iniziative capitoline a sostegno delle attività produttive legate alla somministrazione e alla ristorazione, prosegue la nostra analisi delle proposte e la richiesta che le attuali circostanze eccezionali, che richiedono il giusto sostegno alle categorie in difficoltà, non si tramutino in un far west di cui fanno le spese i cittadini, anche rispetto alle misure che devono garantirne la sicurezza.
Prima di addentrarci nelle vicende dei provvedimenti in discussione finalizzati ad ottenere “il salvataggio delle attività produttive in conseguenza alla grave emergenza economica” poniamo una domanda pregiudiziale: che influenza avranno sui dispositivi di protezione “anti Covid19″, come quelli del distanziamento sociale, i provvedimenti di allargamento delle occupazioni di suolo pubblico lungo i marciapiedi e le aree stradali di sosta tariffata?
Le ultimissime vicende
Lo scorso 6 maggio sono stati portati dal presidente Andrea Coia nella Commissione Capitolina Commercio (1), alla quale abbiamo teleassistito, i criteri di modifica della normativa comunale in tema di Occupazioni del suolo pubblico (OSP e PMO) e relativa tassa (COSAP) per il salvataggio delle attività produttive in conseguenza alla grave emergenza economica.
Che cosa si è proposto di modificare in deroga con i nuovi criteri? In sostanza si è proposto di modificare per tutto il periodo dell’emergenza Covid19 quel Regolamento in materia di occupazione suolo pubblico (OSP) e del canone (COSAP) approvato dall’Assemblea capitolina con delibera n.91 del 5 dicembre 2019 (2) che, a sua volta, aveva modificato alcuni articoli e commi della delibera 39/2014 che trattava la stessa materia.
Abbiamo documentato tutte le novità di quella delibera 91 dello scorso dicembre in un articolo specifico (3) e tutta la storia delle delibere, delle OSP e dei PMO è materia del cap.3 del Manuale del cittadino pubblicato su Carteinregola.it (4).
Ora la proposta illustrata e discussa in Commissione anche da numerosi rappresentanti di categoria, dovrà ritornare in Commissione per l’approvazione prima di andare all’esame dell’Assemblea capitolina. Nel frattempo il PD ha reso pubblica lo scorso 8 maggio una sua Proposta di Delibera (5) che sarà portata in Assemblea.
A questo punto ci potranno essere due scenari: quello della presentazione in Assemblea della delibera di maggioranza con eventuali emendamenti del PD e di altri gruppi; o quello dell’emanazione di un’ordinanza sindacale che renderebbe ancora più celere l’esito del provvedimento.
I punti emersi nella Commissione Commercio del 6 maggio
Aumento delle attuali OSP concesse anche oltre il 35% ma senza ledere il Codice strada e la distanza dai monumenti.
Concessioni di nuove OSP anche su pedane e con nuovi arredi con semplice domanda utilizzando il silenzio-assenso per ridurre i tempi di risposta che attualmente si attestano sui 30-60 giorni;
Sospensione di tutti i Piani di Massima Occupabilità (PMO) comunali e municipali per tutto il periodo del provvedimento emergenziale che durerà fino al 31 dicembre 2020;
Concessione di OSP dove prima erano interdette (Piani Zero) o limitate (PMO) in conformità ai criteri sopra citati;
Allargamento della concessione di OSP a librerie con area vendita libri prevalente (in Città storica (6) e ad altre attività anche non di somministrazione assistita (fuori della Città storica).
Cancellazione delle rate residue della tassa per l’occupazione del suolo pubblico (COSAP).
La proposta di delibera del PD presentata l’8 maggio
La proposta del PD conferma l’ampliamento del 35% di OSP già concesse nell’area Unesco (7) e del 50% nel resto del territorio comunale, anche in deroga ai PMO, ma solo per le attività di somministrazione di cibi e bevande (bar e ristoranti). Nel caso non fossero già titolari di concessione di suolo pubblico, i titolari di queste attività possono presentare nuova domanda per l’occupazione di suolo pubblico. Le domande di nuove OSP e di ampliamento di quelle già concesse saranno presentate con semplice SCIA (8) asseverata da un tecnico abilitato e contenente l’autocertificazione dei requisiti oggettivi e soggettivi.
Nel caso in cui non sia possibile l’occupazione di suolo pubblico sul fronte degli esercizi i titolari possono presentare un progetto di OSP posta nelle immediate vicinanze ad una distanza massima di 20 metri dall’esercizio.
Non sono dovuti COSAP e TARI da parte dei titolari di bar e ristoranti a far data dal 12 marzo 2020 e fino al 31 dicembre 2021.
Conclusioni
Ben vengano tutte le misure a sostegno delle attività economiche in sofferenza, che abbiamo sempre appoggiato, ma vogliamo che questo avvenga con le più ampie garanzie e con il controllo più esteso per verificare la compatibilità delle richieste con la salute innanzitutto, con il Codice della strada e con eventuali vincoli inderogabili.
A questo punto, non ci sembra il caso di mettersi a contrattare sulle percentuali delle OSP, anche se il presidente Coia ha affermato in Commissione che l’allargamento dell’occupazione suolo pubblico può andare anche oltre il 35% e che, al di fuori dell’area Unesco, può essere anche esteso ad altre attività purchè rispetti il Codice della Strada e la distanza dai monumenti.
Ci preoccupa più il fatto che le domande dove è contenuta l’autocertificazione asseverata dei requisiti soggettivi e oggettivi e il rispetto delle prescrizioni sarà regolata con lo strumento del silenzio-assenso, come affermato in Commissione. Così, in pratica, non ci sarà modo di prevenire, con un preventivo controllo della richiesta, l’eventuale abuso o difformità, e certamente i controlli a posteriori e le eventuali sanzioni saranno assai limitati, vista la dimensione che assumerà il fenomeno, a fronte degli esigui mezzi di controllo a disposizione e delle norme sanzionatorie in genere farraginose e inefficaci.
A nostro avviso, per tutelare la categoria, ma anche l’interesse generale, – che non può prescindere dal rispetto delle regole, anche quelle emergenziali – tutte le domande di OSP dovrebbero essere preventivamente – e rapidamente – esaminate, assentite o respinte dagli uffici preposti, opportunamente rafforzati dal Campidoglio, senza ricorrere al silenzio assenso, in conformità al comma 4 dell’art. 20 della Legge 241/90 (9) che esclude il ricorso a questa possibilità qualora si presentino casi legati alla salute (leggi norme antiCovid19) e alla pubblica incolumità (leggi Codice della Strada).
E andrebbe introdotta un efficace sistema di dispositivi sanzionatori straordinari per la immediata repressione di ogni abuso. In sostanza, ogni provvedimento andrebbe preso nel più assoluto rispetto delle norme anti Covid 19, del Codice della strada e del rispetto della pedonalizzazione e del transito dei mezzi di soccorso. E, non ultimo, nell’assoluto rispetto della tutela dei Beni Culturali.
(6) Per Città Storica si intende l’insieme integrato costituito dall’area storica centrale interna alle mura, dalle parti urbane dell’espansione otto-novecentesca consolidata interne ed esterne alle mura e dai singoli siti e manufatti localizzati nell’intero territorio comunale che presentano una identità storico-culturale definita da particolari qualità, riconoscibili e riconosciute dal punto di vista deicaratteri morfogenetici e strutturanti dell’impianto urbano e di quelli tipomorfologici, architettonici e d’uso dei singoli tessuti, edifici e spazi aperti, anche in riferimento al senso e al significato da essi assunto nella memoria delle comunità insediate (Elio Trusiani – Dal Centro Storico alla Città Storica: la dimensione progettuale della conservazione − Il caso di Roma)
Il territorio iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale comprende l’intero Centro Storico della città compreso all’interno della cerchia delle Mura cittadine, nella loro estensione nel
diciassettesimo secolo, nonché il complesso della Basilica di San Paolo fuori le Mura. L’area include specificatamente tutti i rioni storici con la sola esclusione di una parte dei rioni Borgo e Prati.
La superficie totale del sito iscritto è di 1.469,17 ettari dei quali 1.430,8 relativi alla parte italiana (Centro Storico di Roma) e 38,9 di competenza della Santa Sede.
La mappa del perimetro è disponibile al seguente indirizzo web: http://whc.unesco.org/en/list/91/multiple=1&unique_number=2114
(8) SCIA Segnalazione Certificata di Inizio Attività è la dichiarazione che consente alle imprese di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva (artigianale, commerciale, industriale), senza dover più attendere i tempi e l’esecuzione di verifiche e controlli preliminari da parte degli enti competenti. La SCIA, ai sensi dell’art. 19 della legge 241/90, produce infatti effetti immediati. La dichiarazione dell’imprenditore sostituisce le autorizzazioni, licenze o domande di iscrizioni non sottoposte a valutazioni discrezionali o al rispetto di norme di programmazione e pianificazione, così come di vincoli ambientali, paesaggistici, culturali, ecc. Ricorrendo tali presupposti, alle imprese é sufficiente presentare la SCIA, correttamente compilata e completa in ogni sua parte per avviare la propria attività. (Da FAREIMPRESA del COMUNE DI MILANO)