Carteinregola: 9 domande (che nessuno fa) ai candidati Sindaco
Autore : Redazione
9 DOMANDE CHE NESSUNO FA AI CANDIDATI SINDACO
di Carteinregola
Pubblichiamo 9 domande che abbiamo inviato il 25 settembre ai candidati/e Sindaco/a*, che adesso rimanderemo ai due candidati al ballottaggio Gualtieri e Michetti.
PRIMA DI TUTTO TRASPARENZA
“Il Campidoglio casa di vetro” è uno slogan abusato e ricorrente, che purtroppo va sfatato. Soprattutto per quanto riguarda le informazioni delle decisioni della Giunta e dell’Assemblea prima del punto di non ritorno della pubblicazione sull’albo pretorio. Anche se qualche piccolo passo è stato fatto dall’attuale amministrazione[1], in parte a causa delle necessità istituzionali imposte dall’emergenza Covid[2], la pubblicazione, quantomeno delle Delibere consiliari, previste nel nuovo Regolamento di accesso agli atti approvato dalla maggioranza pentastellata[3] non ha mai avuto seguito, o quantomeno in un modo organizzato che fosse facilmente accessibile ai cittadini che consultano il sito del Comune[4]. Non è neanche mai stata redatta e resa accessibile con le relative informazioni una mappa delle proprietà di Roma Capitale con tutti i dati di chi e a quali condizioni ne fa uso. E la maggior parte delle altre richieste da noi avanzate ai candidati nel 2016 sono ancora valide[5].
E’ favorevole ad adottare per la Capitale la piattaforma “open Municipio”[6] o similari che permettono ai cittadini di seguire la vita istituzionale e accedere ai testi delle Delibere che sono trattate nelle Commissioni e comunque prima del voto in Aula?
E’ favorevole a promuovere una modifica del Regolamento comunale, introducendo il metodo delle audizioni pubbliche per tutte le nomine apicali che spettano al Comune, in enti, consorzi o società[7]?
2. ACCOGLIENZA E DIGNITA’
15.000 senza fissa dimora, più sfrattati, occupanti, rom, stranieri, rifugiati e transitanti. Persone che, ad oggi, vivono nella strada, in baracche o in situazioni precarie. Continuano a non bastare i posti a disposizione per le persone senza fissa dimora e si ragiona ancora con “piano caldo” “piano freddo” come se le stagioni fossero un’emergenza. ..Una situazione che la pandemia ha drammaticamente incrementato, davanti alla quale non si possono più chiudere gli occhi. Né sono accettabili le soluzioni finora messe in campo, dal ricorso a residence costosissimi e spesso ricavati da edifici inadatti e mal collegati, alla separazione delle famiglie, uomini da una parte, donne e bambini dall’altra.
Quali risposte – con strumenti e tempi – per garantire a tutte le persone che vivono o arrivano a Roma una sistemazione sicura e dignitosa? Come intende affrontare il tema delle case occupate? Come intende predisporre un piano di accoglienza per i migranti?
3. EMERGENZA CLIMATICA A ROMA
Gli ultimi dati IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change https://ipccitalia.cmcc.it/ ) dimostrano ormai in modo incontrovertibile l’urgenza di affrontare i cambiamenti climatici indotti dall’azione umana e che le città, dove vive la maggioranza della popolazione, contribuiscono in modo sostanziale al riscaldamento climatico. A Roma il 26 settembre 2019 l’Assemblea Capitolina ha approvato, su impulso di Fridays For Future Italia[8], una mozione che dichiara lo “stato di emergenza climatica”[9] e che impegna la Sindaca e la Giunta a mettere in atto una serie di azioni in 17 punti[10]. Mozione firmata da consiglieri di maggioranza e delle opposizioni. A due anni di distanza, non si conosce lo stato di avanzamento delle azioni previste.
Quali punti della predetta dichiarazione considera prioritari e pensa di affrontare nei primi 100 giorni della consiliatura ? Con quali strumenti e quali fondi? Visto l’aggravarsi della situazione intende rendere alcuni obiettivi ancora più stringenti e, in caso affermativo, quali?
4. TEVERE DA BERE?
Dal censimento Istat 2017 risulta che per ogni abitante siano immessi nelle condotte ACEA Ato2 253 litri d’acqua di fonti sorgive di qualità (90% Peschiera), ma che ai rubinetti degli utenti arrivino solo 134 litri pro capite: gli altri si disperdono attraverso la rete colabrodo dell’ACEA, che quindi perde oltre il 40% di ottima acqua nel sottosuolo[11]. A fronte di questa drammatica situazione, invece di intervenire con urgenza sulla rete idrica, con il convinto consenso del socio di maggioranza Roma Capitale, l’ACEA ha progettato e realizzato un “depuratore” a Grottarossa per prelevare 500 litri d’acqua al secondo da immettere nelle tubature di Roma e provincia. Costo 13 M di €. Senza entrare nel dettaglio dell’intricata vicenda dell’iter autorizzativo[12], facciamo presente che non è stato aperto nessun dibattito pubblico – né articoli giornalistici[13] -su un’iniziativa che riguarda la salute di milioni di cittadini che riceverebbero dai loro rubinetti acqua “potabile” per metà proveniente dal Tevere “depurato” da reflui industriali, metalli pesanti e inquinanti di ogni genere per tacere delle ripetute morie di pesci nel tratto cittadino del Tevere[14].Ci risulta che gli Enti coinvolti abbiamo fatto slittare a dopo le elezioni la data della conferenza dei servizi che dovrebbe autorizzare l’ACEA ad avviare il suo “depuratore” e utilizzare l’acqua del Fiume Tevere per fini potabili.
Conferma la volontà già espressa dalla Sindaca Raggi di dare da bere ai cittadini romani e provincia l’acqua del Tevere depurata e immessa nella rete idrica insieme alla acqua sorgiva pura? O intende rivedere l’iter autorizzativo, anche accertando eventuali difformità dalle normative a tutela della salute pubblica? [15]
5. IL PATRIMONIO PUBBLICO PER IL PUBBLICO
Rimbalza in ogni programma e in ogni dibattito elettorale il tema del consistente patrimonio della città di Roma come panacea che dovrebbe risolvere di volta in volta i problemi abitativi, le esigenze sociali, le carenze di spazi culturali, i servizi sanitari sul territorio, centri sportivi ecc. Eppure sono anni e anni che assistiamo all’abbandono di molti edifici pubblici – non solo comunali – a fronte di una drammatica riduzione, soprattutto nelle zone più periferiche, di spazi e servizi per chi ha pochi soldi da spendere. Molte iniziative spontanee, che da anni si sono sviluppate sopperendo alle carenze istituzionali, sono da tempo sotto schiaffo, con il perenne rischio di sgomberi, o di dover far fronte a spese che realtà auto organizzate non sono in grado di sostenere. Una proposta di regolamento dei beni indisponibili di Roma del M5S, che è stata fortunatamente archiviata prima di arrivare all’approvazione definitiva, assimilava beni destinati a usi sociali e istituzionali al loro valore di mercato, prevedendo lo strumento del bando per ogni fattispecie di assegnazione, compresa quella a soggetti attivi nei territori, le cui proposte sarebbero state messe in competizione con qualunque altro soggetto[16].
Quale regolamento per la concessione dei beni di proprietà di Roma Capitale intende promuovere? Quali provvedimenti intende prendere per le realtà auto organizzate impegnate nel sociale lasciate in uno stato di precarietà? In quanto tempo? Con quali fondi o quali strumenti intende rendere utilizzabile il patrimonio capitolino dismesso per fini sociali?
6. IL PATRIMONIO PUBBLICO CONCESSO AI PRIVATI A FINI DI LUCRO
Fin dal 2016 avevamo chiesto che fosse fatta trasparenza sulle concessioni di spazi e immobili a privati a fini di lucro, con la pubblicazione di una mappa di tutte le proprietà di Roma e l’indicazione delle persone giuridiche (cioè società, commercianti, cooperative ecc) a cui erano state concesse, con i relativi contratti (durata, condizioni, obblighi ecc). Ma soprattutto avevamo chiesto che fosse risolto una volta per tutte l’annoso problema dei “Punti Verde Qualità” (PVQ) – e i suoi “fratelli” “Punti Verde Infanzia” e “Punti Verde Ristoro” – che il Comune trascina da varie consiliature senza risolvere l’impressionante esposizione debitoria di centinaia di migliaia di euro. Il progetto PVQ, promosso dal Sindaco Rutelli e poi confermato e lautamente rimpinguato dal Sindaco Veltroni e dal Sindaco Alemanno, prevedeva di affidare spazi verdi di cui il Comune non era in grado di garantire la manutenzione a privati – inizialmente associazioni sportive o similari- in cambio della realizzazione di piccoli o medi spazi commerciali (chioschi, ristoranti, campi sportivi ecc) . Per tali soggetti il Comune si è fatto garante delle fideiussioni, senza premurarsi, negli anni, di verificare con solerzia lo stato di avanzamento dei lavori, che in molti casi non avanzavano affatto, oppure non avanzavano i pagamenti alle banche dei concessionari[17]. Così il debito è arrivato a centinaia di migliaia di euro, in parte già corrisposti alle banche[18]. Una proposta della Giunta Raggi di addivenire a una transazione con il Credito Cooperativo (ma c’è un’altra consistente parte rivendicata dal Credito Sportivo) è morta per la prematura chiusura dell’Assemblea capitolina l’ultimo giorno utile prima dell’interruzione elettorale.
Come pensa di risolvere il problema del debito monstre del Comune a causa dei PVQ e assimilati? Pagando le fideiussioni e riprendendosi le aree per restituirle all’uso pubblico? Vendendo parte delle proprietà per coprire i debiti accumulati (come consiglieri di vari schieramenti hanno in passato proposto)?
7. PARCHEGGI INTERRATI PRIVATI SOTTO IL SUOLO PUBBLICO
Il Piano Urbano Parcheggi, con la previsione di migliaia di box privati da realizzare scavando sotto il suolo pubblico è sempre vigente. Una spada di Damocle su giardini e piazze anche storici, a pochi metri dai palazzi, con insufficienti – in certi casi effimere – tutele per i residenti [19]. Un Piano parcheggi che in realtà non è mai stato un Piano, con interventi concessi senza gare pubbliche grazie ai poteri speciali affidati al Sindaco Commissario Straordinario nel 2006, che è arrivato fino a oggi con poche modifiche da quello varato da Walter Veltroni nel 2008 e poco rimaneggiato da Alemanno pochi mesi dopo. Anche l’attuale consiliatura Raggi in 5 anni ha cancellato solo una manciata di interventi, per lo più su suolo privato, lasciando in sospeso progetti come quello di costruire 800 box sotto il colle del Quirinale, o 400 sotto il lungotevere Castello accanto a Castel Sant’Angelo, o ancora 960 posti auto in un’area protetta dove non esistono condomini di cui dovrebbero essere pertinenza (nessuno di questi oggetto di Convenzione) [20].
Il lavoro dell’ ufficio parcheggi, assai depotenziato, che ha faticosamente avviato le pratiche per l’”espunzione” di tutti gli interventi mai partiti e varare un nuovo Piano parcheggi, non ha mai raggiunto l’Assemblea Capitolina, così siamo sempre allo stesso punto (del 2008)[21].
Intende portare avanti il Piano Urbano Parcheggi di Veltroni/Alemanno, proseguendo sulla strada della realizzazione di box privati nel sottosuolo pubblico, o intende procedere all’espunzione degli interventi che non hanno mai ottenuto la concessione dal Comune, e varare un nuovo Piano, legato ai piani urbanistici e della mobilità, all’insegna delle regole, dell’interesse pubblico e del rispetto delle normative?
8. LE REGOLE NON BASTANO, COME FARLE RISPETTARE?
Troppe volte abbiamo visto approvare norme e regolamenti che pensavamo avrebbero finalmente difeso l’interesse dei cittadini o promosso la loro partecipazione, e le abbiamo viste totalmente disattese. Non bastano le decisioni sbandierate sui social se contemporaneamente non si pongono in atto a strumenti per il monitoraggio e azioni continuative di controllo, con sanzioni delle inadempienze.
Ancora brucia la delusione della nostra Associazione che ha lottato per anni per avere un Regolamento del Verde Urbano e ha dovuto assistere, dopo l’ entrata in vigore nel maggio scorso, alla sua frequente disapplicazione, da parte degli Uffici e soprattutto da parte della Polizia di Roma Capitale, totalmente all’oscuro delle nuove norme[22]. Ed è banale ricordare come una consistente parte del problema del traffico romano sia causato dalle auto in doppia fila su direttrici centrali che dimezzano le carreggiate di scorrimento. Ma il rispetto delle regole tocca molte problematiche e altrettante categorie, e la sistematica mancanza di controlli e sanzioni ha reso la città una sorta di Far west.
Come pensa di garantire il rispetto delle regole più elementari, riportando Roma al livello delle altre capitali europee e di molte città italiane, per quanto riguarda la repressione della sosta selvaggia, del proliferare di bancarelle nei luoghi storici più sensibili, dei cartelloni spuntati a ogni angolo di Roma e molto altro?
E’ favorevole alla rotazione periodica all’interno del corpo della Polizia di Roma Capitale?
E’ favorevole alla ricollocazione degli ambulanti fuori dalle aree storiche e monumentali di Roma? È favorevole alla cessazione alle ore 24, nelle zone densamente abitate, di tutte le attività temporanee non di cantiere che già beneficiano di deroghe al regolamento acustico fino alle 24 secondo l’art. 33 della Del. AC del 12 novembre 2019?
9. LA VERA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI
La maggioranza pentastellata nel 2018 ha modificato lo Statuto di Roma Capitale per introdurre la cosiddetta “democrazia diretta”: referendum abrogativo e propositivo senza quorum, con l’obbligo per l’Assemblea capitolina di ratifica dei risultati[23]. E recentemente[24] ha introdotto nel Regolamento la possibilità di consultazione e di voto dei cittadini attraverso tecnologie informatiche e telematiche, che offrono al singolo cittadino la possibilità di esprimere le sue preferenze on line, in assenza di un confronto pubblico e con scarse garanzie sulla trasparenza. Inoltre le modifiche hanno interessato anche la composizione della Giunta capitolina e delle Giunte Municipali rispetto alla parità di genere e la stessa Commissione delle Elette, trasformata in Commissione delle Pari opportunità, aperta anche ai consiglieri maschi[25].
Manterrà le citate modifiche allo Statuto, le cancellerà o le rimodulerà? In che modo? Intende estendere l’applicazione della delibera 57 del 2006 “Regolamento per l’attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana”?
(*) le 9 domande saranno inviate ai candidati Sindaco il 25 settembre [anche ai candidati non presenti nella grafica, se raggiungibili].
Associazione CARTEinREGOLA
25 settembre 2021 aggiornamento 5 ottobre 2021
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(*) Alcuni punti erano trattati o citati nei programmi di alcuni candidati, ma abbiamo ritenuto di mandare lo stesso testo a tutti, compresa la Sindaca in carica.
PATATE BOLLENTI: sempre nel 2016 Abbiamo mandato ai candidati Sindaco un elenco di 12 domande che riguardavano temi della città scomodi e/o di difficile soluzione chiedendo di prendere posizione
[1] Principalmente la pubblicazione delle Memorie di Giunta;
[2] Dal lock down imposto dal 9 marzo 2020 le attività delle Commissioni capitoline sono accessibili on line su un sito dedicato (quelle di molti i Municipi erano accessibili su richiesta e non consultabili dopo la diretta)
[4] Per reperire le informazioni è necessario fare un percorso sconosciuto ai più, trovando documenti scaricabili in PDF che hanno come classificazione solo un codice alfanumerico > vedi Sito di Roma Capitale: informazioni sulle delibere presenti ma inaccessibilihttps://www.carteinregola.it/index.php/sito-di-roma-capitale-delibere/
[7] La proposta, rilanciata da Carteinregola, è stata avanzata dall’allora “Riparte il futuro” (oggi The Good Lobby) e faceva parte della campagna “Sai chi voti”, impegni da sottoscrivere per i candidati Sindaci (la Sindaca Raggi ha firmato ma non l’ha mai pubblicato, del resto in buona compagnia)
[9] 26/09/2019 Impegno per la Sindaca e la Giunta a dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ambientale per la città di Roma, nonché farsi portavoce presso il Governo ed il Parlamento italiano affinché mettano al centro della politica nazionale tutte le azioni possibili al fine di contrastare l’emergenza climatica ed ambientale. scarica emergenza climatica moz93-2019
a dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ambientale per la città di Roma, nonché farsi portavoce presso il Governo ed il Parlamento italiano affinché mettano al centro della politica nazionale tutte le azioni possibili al fine di contrastare l’emergenza climatica ed ambientale;
ad assumere ogni idonea iniziativa per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5° C e fissare un obiettivo per Roma Capitale di una riduzione non inferiore al 40 % e con tutti gli sforzi per arrivare al 50% delle attuali emissioni nette di gas climalteranti entro il 2030, nonché mettere in campo ogni possibile sforzo per anticipare al 2040 l’obiettivo delle zero emissioni, ritenendo l’obiettivo zero emissioni nel 2050 insufficiente ed incoerente con lo stato di emergenza climatica;
a considerare la lotta al cambiamento climatico e la transizione ad un’economia sostenibile come priorità assoluta nei prossimi dieci anni;
a promuovere incontri e dibattiti di formazione e sensibilizzazione della cittadinanza sul tema del cambiamento climatico, dei suoi effetti e della tutela ambientale, presso tutte le istituzioni territoriali (scuole, biblioteche, enti locali, uffici ecc.) con il coinvolgimento di Università ed enti di ricerca;
a farsi portavoce presso la Regione Lazio ed il Governo nazionale dell’urgente necessità di sostenere con assoluta priorità e finanziare le infrastrutture per la mobilità sostenibile e la micromobilità, nonché gli interventi per potenziare il trasporto pubblico e la ciclabilità nella Capitale, con il raggiungimento della parità tra servizio programmato ed effettuato;
a promuovere, attraverso l’Ufficio Speciale Tevere di Roma Capitale, ogni utile azioni nei confronti della Regione Lazio, al fine di effettuare le bonifiche necessarie, nonché potenziare i sistemi di depurazione delle acque. A rispettare il cronoprogramma per arrivare alla firma del Contratto di Fiume Tevere – Castel Giubileo / Foce;
ad affrontare il problema del consumo di suolo favorendo processi di rigenerazione urbana, anche attraverso il recupero per fini sociali e culturali del patrimonio abbandonato. A non autorizzare nuove richieste di cementificazione edilizia indiscriminata o in violazione della tutela ambientale;
ad elaborare un piano di riqualificazione edilizia nel settore pubblico e privato, procedendo all’efficientamento energetico degli edifici pubblici presenti nel territorio di Roma e incentivando, per lo stesso fine, il settore privato. Ad individuare nel PAESC un obiettivo preciso di riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati che miri al raggiungimento di un tasso annuo di riqualificazione minimo del 10%;
ad affrontare il problema dei rifiuti tenendo conto dell’intero ciclo che segue il prodotto dalla sua creazione alla sua distruzione o reinserimento e ponendo l’obiettivo di riduzione dei rifiuti come primario. Occorre inoltre, un miglioramento dell’attuale sistema di raccolta differenziata che vengano stimolati processi di economia circolare e che vengano predisposte strutture adeguate allo smaltimento e al riciclo dei rifiuti, tenendo conto dell’impatto sociale e ambientale che queste potrebbero generare;
a sostenere presso la conferenza dei sindaci di ACEA ATO2 sempre maggiori sforzi nel piano di investimenti, volto alla riduzione delle perdite, con l’obiettivo di ridurle a solo quelle tecniche di rete, fino al raggiungimento del 20% di dispersione entro 5 anni e con l’impegno di aver raggiunto almeno la metà di questo obiettivo entro fine consiliatura;
a prendere tutte le misure necessarie per ridurre al minimo l’impatto ambientale dell’Amministrazione Capitolina, tenendo in considerazione in modo particolare le seguenti richieste: l’eliminazione di oggetti monouso, in modo particolare di plastica usa e getta, attraverso la sostituzione con materiali in primo luogo riutilizzabili e in secondo luogo compostabili, perseguendo in proposito gli obiettivi fissati dall’Unione Europea; ad introdurre nel PAESC l’obbligatorietà di inserire nei bandi per le mense scolastiche l’approvvigionamento dei prodotti entro un massimo di 100 chilometri dalla città di Roma, eliminando gli alimenti provenienti da allevamenti e monocolture intensive;
ad intraprendere tutte le azioni necessarie per la tutela delle aree verdi esistenti in un’ottica di “infrastruttura climatica” anche attraverso: un incremento delle assunzioni degli addetti per la manutenzione delle aree verdi urbane; l’utilizzo di prodotti possibilmente biologici, bandendo comunque l’uso di diserbanti ed agenti chimici dannosi per l’ambiente e la salute umana per disinfestazioni e manutenzione ordinaria; la piantumazione di nuove alberature efficaci per l’assorbimento della CO2, incentivando ed agevolando le produzioni agricole ecosostenibili ed orti urbani; definire una serie di parametri per la cogestione delle aree attraverso l’approvazione del Regolamento del Verde e dei Beni Comuni che tengano conto della necessità da parte delle cittadine e dei cittadini, anche in forma organizzata, di poterne fruire liberamente e, ove richiesto, prendersene cura, evitando ogni tipo di privatizzazione del bene pubblico;
a utilizzare e incentivare l’utilizzo di energie rinnovabili subordinandone lo sviluppo alla sostenibilità sociale ed ambientale, anteponendo dunque la tutela della biodiversità e la sicurezza sociale nei territori, con l’obiettivo di ottenere una riconversione ecologica della produzione energetica, introducendo da subito le azioni necessarie per far sì che tutte le utenze pubbliche siano alimentate da fonti rinnovabili, con impianti propri sui tetti o con forniture certificate di energia rinnovabile, mettendo inoltre a disposizione tetti e coperture pubbliche per la nascita di impianti solari collettivi;
a istituire un Osservatorio permanente aperto alla società civile con la partecipazione del mondo della ricerca e delle reti che si occupano di istanze ambientali e di lotta ai cambiamenti climatici;
a mettere in atto tutte le azioni possibili per promuovere la riconversione ecologica e la riduzione delle emissioni del sistema industriale attivo sul territorio di Roma Capitale.
a fare in modo che le richieste sopra elencate non comportino alcun aumento dei costi economici e sociali per dipendenti e utenti, anche attraverso tavoli di contrattazione con i lavoratori coinvolti per la definizione delle misure di giusta transizione;
a perseguire una politica del cibo tesa a migliorare l’interconnessione fra produzione e consumo in un ottica di sostenibilità ambientale ed economica e promuovere l’innovazione del sistema di produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti alimentari, rendendolo maggiormente sostenibile dal punto di vista dell’impatto che questo ha sull’ambiente e sui cambiamenti climatici.
[11] Il dato risulta da allora anche peggiorato per difetto, dovendosi stimare oggi tra il 43% e il 47%. Oltre alle perdita della risorsa idrica sono da tenere presenti anche le conseguenze del dilavamento e del dissesto del territorio urbanizzato.
[12] L’iter autorizzativo si è “concluso” con l’inaugurazione alla sola presenza della sindaca Raggi il 12 dicembre 2018 a porte rigorosamente chiuse, esclusi cittadini e stampa. L’avvio del potabilizzatore sarebbe impedito dal fatto che l’acqua del Tevere – che è uno dei fiumi più inquinati d’Europa in cui finiscono reflui industriali – non potrebbe essere utilizzata a fini potabili
[13] Fatta eccezione per il giornale locale “Il Caffè di Roma”
[14] A Italia Nostra e ai cittadini non è stato consentito l’accesso agli atti del procedimento autorizzativo. Molti dubbi permangono anche sulla congruità della spesa per i costosi filtri da utilizzare nel processo di depurazione.
[19] Un esempio per tutti il PUP di Via Albalonga, nel cuore del quartiere San Giovanni, dove il cantiere si è interrotto per il fallimento della ditta proponente, dopo aver sventrato e chiuso in parte la carreggiata, abbattuto gli alberi, costretto a chiudere gli esercizi commerciali per il degrado protratto per anni, così che è stato il Comune a dover far fronte al ripristino della via, dopo la scoperta dell’insufficiente garanzia delle fideiussioni stipulate.
[24] La Delibera del 29 aprile 2020 Modifica del Regolamento per gli istituti di partecipazione e di iniziativa popolare di cui alla deliberazione del Consiglio Comunale n. 101 del 14 giugno 1994, in materia di referendum consultivo, abrogativo e propositivo di cui all’articolo 10 dello Statuto di Roma Capitale. ha aggiornato il regolamento attuativo del 1994 allineandolo alla riforma dello Statuto approvata nel 2018 dall’Assemblea Capitolina in relazione ai referendum capitolini
[25] Nuovo Statuto di Roma Capitale: le nostre critiche su percentuali di genere nelle giunte e democrazia diretta https://www.carteinregola.it/index.php/nuovo-statuto-di-roma-capitale-le-nostre-critiche/