Carteinregola aderisce a La Via Maestra – insieme per la Costituzione, il 7 ottobre a Roma (e le nuove puntate di L’Italia non si taglia)
Autore : Redazione
L’Associazione Carteinregola aderisce alla manifestazione nazionale del 7 ottobre a Roma LA VIA MAESTRA – insieme per la Costituzione, promossa da una rete di più di cento realtà e associazioni, tra cui la Cgil, per l’attuazione della Costituzione, per i diritti, il lavoro, l’ambiente, la salute, la pace. La nostra associazione intende testimoniare in particolare la propria ferma opposizione all’autonomia regionale differenziata, battaglia che da tempo impegna Carteinregola insieme ai Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata, l’unità della Repubblica, l’Uguaglianza dei Diritti.
L’ Italia non si taglia verso La Via Maestra, dal 2 al 6 ottobre dalle 19:30 alle 19:45 sulle pagine FB e Youtube di Carteinregola, con Pietro Spirito e Anna Maria Bianchi Missaglia
- 2 ottobre Antonio Russo, Vicepresidente nazionale ACLI
- 3 ottobre Giuseppe Giulietti, portavoce Articolo 21
- 4 ottobre Christian Ferrari, segreteria nazionale CGIL,
- 5 ottobre Gianfranco Viesti, autore del libro Contro la secessione dei ricchi. Autonomie regionali e unità nazionale
- 6 ottobre Marina Boscaino, portavoce dei Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata, l’unità della Repubblica, l’Uguaglianza dei Diritti; .
7 ottobre appuntamento alle 12.45 a Piazzale dei Partigiani a Roma, per unirci alla manifestazione La Via Maestra – insieme per la Costituzione, promossa da una rete di più di cento realtà e associazioni, tra cui la Cgil, per l’attuazione della Costituzione, per i diritti, il lavoro, l’ambiente, la salute, la pace (e contro l’autonomia regionale differenziata)
In calce l’appello dei promotori e i materiali scaricabili.
LA VIA MAESTRA – insieme per la Costituzione
La Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente rimuovendo “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne), a partire da:
- ► il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali– superando la precarietà dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari, col rinnovo dei contratti, e le pensioni oltre al superamento della Legge Fornero. È il momento di introdurre il salario minimo, dare valore generale ai contratti, approvare la legge sulla rappresentanza, strumenti essenziali per contrastare i contratti pirata.
- ► il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, per contrastare il continuo indebolimento della sanità pubblica, recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale, e valorizzare il lavoro di cura; investimento sul personale con un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover, superi la precarietà e valorizzi le professionalità; sostegno alle persone non autosufficienti; tutela della salute e sicurezza sul lavoro, rilanciando il ruolo della prevenzione. Solo così si garantisce la piena applicazione dell’articolo 32 della Costituzione.
- ► il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita.
- ► il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa. Il governo va in altra direzione e cancella il Reddito di cittadinanza lasciando tante persone senza alcun sostegno.
- ► il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi. Per questo è grave aver tolto dal PNRR le risorse sul dissesto idrogeologico, tanto più a fronte delle alluvioni che hanno colpito alcune regioni del Paese e di una crisi climatica che va affrontata con una transizione ecologica fondata sulla difesa e valorizzazione del lavoro e di un’economia rinnovata e sostenibile.
- ► una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta.
Questi diritti possono essere riaffermati e rafforzati solo attraverso una redistribuzione delle risorse e della ricchezza che chieda di più a chi ha di più per garantire a tutti e a tutte un sistema di welfare pubblico e universalistico che protegga e liberi dai bisogni, a cominciare da una riforma fiscale basata sui principi di equità, generalità e progressività che sono oggi negati tanto da interventi regressivi – come, ad esempio, la flat tax – quanto da una evasione fiscale sempre più insostenibile. Inoltre, giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica devono andare di pari passo nella costruzione di un modello sociale che sia “nell’interesse delle future generazioni”, come recita l’art. 9 della nostra Costituzione.
Questo modello sociale – fondato su uguaglianza, solidarietà, accoglienza, e partecipazione – costituisce l’antitesi del modello che vuole realizzare l’attuale maggioranza di Governo con le prime scelte che ha già compiuto e, soprattutto, con le misure che si appresta a varare, a partire da quelle che – se non fermate – sono destinate a scardinare le fondamenta stesse dell’impianto della Repubblica, come:
► l’autonomia differenziata, rilanciata con il DDL Calderoli, che porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo di tutti i territori;
► il superamento del modello di Repubblica parlamentare attraverso l’elezione diretta del capo dell’esecutivo (presidenzialismo, semi-presidenzialismo o premierato che sia) che ridurrà ulteriormente gli spazi di democrazia, partecipazione e mediazione istituzionale, politica e sociale, rompendo irrimediabilmente l’equilibrio tra rappresentanza e governabilità.
La Costituzione antifascista nata dalla Resistenza – nel riconoscere il lavoro come elemento fondativo, la sovranità del popolo, la responsabilità delle istituzioni pubbliche di garantire l’uguaglianza sostanziale delle persone, i diritti delle donne, il dovere della solidarietà, la centralità della tutela dell’ambiente e degli ecosistemi, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali – ha delineato un assetto istituzionale che, attraverso la centralità del Parlamento, fosse il più idoneo ad assicurare questi principi costitutivi e a realizzare un rapporto tra cittadini/e e istituzioni che non si esaurisce nel solo esercizio periodico del voto ma si sviluppa quotidianamente nella dialettica democratica e nella costante partecipazione collettiva della rappresentanza in tutte le sue declinazioni politiche, sociali e civili.
Per contrastare la deriva in corso e riaffermare la necessità di un modello sociale e di sviluppo che riparta dall’attuazione della Costituzione, non dal suo stravolgimento, ci impegniamo in un percorso di confronto, iniziativa e mobilitazione comune che – a partire dai territori e nel pieno rispetto delle prerogative di ciascuno – rimetta al centro la necessità di garantire a tutte le persone e in tutto il Paese i diritti fondamentali e di salvaguardare la centralità del Parlamento contro ogni deriva di natura plebiscitaria fondata sull’uomo o sulla donna soli al comando.
PER QUESTE RAGIONI E A SOSTEGNO DELL’INSIEME DELLE PROPOSTE INDICATE, CI IMPEGNIAMO A REALIZZARE: Il 7 OTTOBRE una grande manifestazione nazionale a Roma per il lavoro, contro la precarietà, per la difesa e l’attuazione della Costituzione, contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.
Per tutto il materiale: collettiva.it/speciali/la-via-maestra
Per aderire: adesioni7ottobre@collettiva.it
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PER OSSERVAZIONI E PRECISAZIONI: laboratoriocarteinregola@gmail.com
13 settembre 2023