Casino Ludovisi: la strana battaglia di Repubblica
Autore : Redazione
AGGIORNAMENTI 10 maggio 2014: La Repubblica ha pubblicato la nostra lettera, ringraziamo il Direttore Ezio Mauro. In calce mettiamo il testo con la replica di Giovanni Valentini, che ci accusa di esserci attaccati a “cavilli” e a una “mezza frase” su un’intera pagina. Noi siamo convinti che il concetto di “sottotesto” faccia ormai parte degli strumenti dei lettori consapevoli, e al loro giudizio ci rimettiamo (*)
I seguito alla pubblicazione, il 30 aprile scorso, dell’articolo su La Repubblica “Quel monumento del Seicento abbandonato nel cuore di Roma”, dedicato da Giovanni Valentini a un parcheggio interrato che il principe Boncompagni Ludovisi vorrebbe scavare nel giardino del palazzo storico (1), Carteinregola ha scritto al direttore una lettera firmata da numerose associazioni e autorevoli esponenti del mondo culturale (2).
A sinistra il Casino Ludovisi da Google Map, a destra C.J. Vernet, Il giardino di Villa Ludovisi, 1748
Siamo rimasti sorpresi e increduli alla lettura, il 30 aprile scorso, dell’articolo di Giovanni Valentini “Quel monumento del Seicento abbandonato nel cuore di Roma”. Già la foto che correda l’articolo, una casupola di pochi metri quadri che si trova sopra il muro perimetrale pericolante (che non hanno toccato quando hanno fatto i lavori di restauro), con questa didascalia: “IN ROVINA. Le condizioni attuali della Casina dell’Aurora, a due passi da Via Veneto”, induce il lettore a pensare che quello sia lo stato del famoso monumento seicentesco, mentre evidentemente nulla ha a che fare con lo stato del Casino Boncompagni Ludovisi e degli affreschi del Guercino.
Ma soprattutto siamo rimasti increduli nel momento in cui abbiamo compreso qual è il vero scopo dell’articolo: non denunciare la mancanza di fondi per i lavori di consolidamento del Casino dell’Aurora e sollecitare eventualmente l’intervento dello Stato, ma attaccare la “cappa della burocrazia” che sarebbe la vera responsabile del disfacimento di “un prezioso ettaro di storia, arte e cultura” perché vuole impedire al proprietario, che “secondo la migliore tradizione dell’aristocrazia, non dispone dei mezzi necessari”, di devastare il giardino storico della villa per realizzare una serie di box interrati con cui pagare il restauro.
Il sito www.mimifroufrou.com che lancia un profumo ispirato agli affreschi del Casino Ludovisi
L’articolo cita le conclusioni del TAR, che ha accolto il ricorso del Principe (3), ma non cita le argomentazioni con cui la Soprintendenza ha cercato di fermare il progetto: “la realizzazione del parcheggio manometterebbe l’area di sedime del giardino vincolato”…“ non è compatibile con i criteri della tutela monumentale la modifica proposta nel prospetto delle mura ottocentesche della villa, sulla via Ludovisi, là dove sarebbe previsto l’accesso al parcheggio e l’inserimento delle griglie di areazione”… “alterazioni non compatibili con la conservazione delle valenze paesaggistiche del bene sottoposto a vincolo” (4).
Se si dovesse giudicare Repubblica da questo articolo, sembrerebbero lontani anni luce i tempi in cui dalle sue pagine Antonio Cederna denunciava gli scempi che si volevano infliggere al nostro patrimonio storico, artistico e culturale (5). Invece nelle ultime settimane abbiamo letto ripetuti attacchi, non verso coloro che non proteggono o vigilano a sufficienza sui nostri beni culturali, ma, al contrario, contro quelli che “si mettono di traverso” ai progetti di chi considera quei beni una merce che deve produrre profitti.
L’affresco del Guercino
L’affresco del Caravaggio
Non vogliamo pensare che si tratti della linea del giornale, dato che fortunatamente Repubblica vanta firme di ben diverso orientamento. Ma ci auguriamo di non trovarci a leggere, prima o poi, un ennesimo attacco alle Soprintendenze che impediscono il restauro di qualche pezzo del complesso archeologico di Villa Adriana, in cambio della trasformazione del Canopo in beauty farm…
AMBM
Post scriptum: A portare agli estremi il ragionamento di Valentini, qualunque cittadino che non avesse i fondi per pagare il consolidamento di casa propria, potrebbe pretendere dagli enti preposti l’autorizzazione per costruire nuove cubature nel proprio giardino o nel cortile in barba a vincoli e normative, per ricavarne il necessario. Una nuova forma di “moneta urbanistica”: non più per rimpinguare le casse vuote delle amministrazioni pubbliche, ma le tasche dei privati in bolletta…
Ulteriore post scriptum: Nel 2010 Valentini scriveva su Repubblica insieme a Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, a proposito delle tante “piccole Pompei a rischio nel paese“: “dove lo Stato o gli enti pubblici non sono in grado di intervenire, per mancanza di fondi o per esigenze di tagli, si deve ricorrere al volontariato, all´iniziativa privata, a forme di partnership o di sponsorizzazione con imprese italiane e straniere che magari possano anche “adottare” un monumento o un palazzo“. La costruzione di box interrati nei giardini delle ville storiche non l’aveva ancora prevista…
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(*) Questo il testo della replica di Valentini (scarica la lettera e la replica su Repubblica del 10 maggio repubblica lettera con replica Valentini): “Appigliarsi a una foto, scelta a torto o a ragione dai grafici per l’impaginazione, è già di per sè un cavillo. Ma estrarre mezza frase di poche parole “sotto la cappa della burocrazia” da un articolo di una pagina, per dedurne il presunto “vero scopo è un’ operazione arbitraria e pretestuosa. Le decisioni delle varie Soprintendenze sono state riferite anche più ampiamente di quelle del TAR. Se il Ministero dei beni Culturali ha gli strumenti e i poteri per espropriare il monumento, o comunque per evitarne l’ulteriore degrado, proceda pure: non saremo certo noi a opporci” (g.v).
[Mandiamo i nostri complimenti ai grafici di Repubblica, che evidentemente non si sono accontentati di mettere a corredo dell’articolo una delle banali foto del Casino Boncompagni Ludovisi che pullulano sul web, ma sono riusciti scovare quella di una cadente dépendence di cui pochi conoscono l’esistenza… AMBM]
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(1) 30 aprile 2014 Repubblica Nazionale Quel monumento del Seicento abbandonato nel cuore di Roma di Giovanni Valentini (> Vai all’articolo)
(2)La lettera, inviata il 4 maggio è firmata da:
Carteinregola, Italia Nostra Roma, Comitato per la bellezza, Cittadinanzattiva Lazio Onlus, Coord. Salviamo il Paesaggio Roma e Provincia, Associazione Amate l’architettura, Associazione Verdi Ambiente Società, Associazione DO.CO.MO.MO., Vezio De Lucia (Presidente Associazione Bianchi Bandinelli), Rete dei Comitati per la Qualità Urbanistica di Milano, Alessandro Bianchi (Presidente Associazione Progetto Roma), Paolo Maddalena (giurista, già giudice costituzionale), Alberto Asor Rosa, Edoardo Salzano (urbanista), Tomaso Montanari (Storia dell’arte Università ‘Federico II di Napoli), Irene Berlingò (presidente Assotecnici del MiBACT), Vittorio Emiliani (presidente Comitato per la Bellezza), Maria Pia Guermandi (archeologa , consigliere nazionale Italia Nostra), Adriano La Regina(già soprintendente archeologico di Roma), Andrea Costa (giornalista), Oreste Rutigliano (consigliere nazionale Italia Nostra), Giorgio Nebbia (ambientalista, docente universitario), Sandro Roggio (architetto), Fernando Ferrigno (giornalista e scrittore), Mariarita Signorini (Italia Nostra Toscana) Paola Bonora (Geografia Università di Bologna), Rosalia Vittorini (Architettura tecnica Università di Roma Tor Vergata), Gaia Pallottino (ambientalista), Franco Mazzetto (urbanista), Nino Criscenti (giornalista e documentarista), Alessandro Giangrande (urbanista), Paolo Berdini (urbanista), Carlo Cellamare (Urbanistica, La Sapienza), Stefano Fatarella (funzionario urbanista, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia), Anna Stanzani (Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici per le provincie di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini) Bruno Toscano (storico dell’arte)
(3) Scarica sentenza TAR Lazio su progetto box giardino Ludovisi 8 luglio 2013 (su Diniego Soprintendenza realizzazione box)
(4) L’articolo sembra ignorare che il Tribunale Amministrativo Regionale non può sindacare la discrezionalità tecnica delle Soprintendenze e che il ricorso è stato respinto per difetto di motivazione, cioè per un motivo esclusivamente formale. Inoltre il proprietario di un bene monumentale ha il dovere giuridico, ai sensi dell’art.42 della nostra Costituzione, di assicurare la funzione sociale del bene stesso, poiché “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge allo scopo di assicurarne la funzione sociale”. Da ciò ne deriva che se il Principe Boncompagni non ha la possibilità di assicurare questa funzione, potrà vendere i suoi beni ad altro soggetto che sia in grado di adempiere. In caso contrario verrebbe meno, sempre ai sensi del citato articolo della Costituzione, la titolarità del bene.
(5) Mettiamo in calce articolo di Repubblica che riguarda sempre il Casino Ludovisi del 7 febbraio 1989
GUERRA TRA I VIP D’ ITALIA PER UN TESORO DI ROMA
ROMA Ce la metteremo tutta per salvare il Casino Ludovisi. Certo, il bilancio è quello che è e se l’ asta giudiziaria arriverà a cifre astronomiche non saremo in grado di esercitare il diritto di prelazione. Ma ancora è presto per parlare, vediamo prima come vanno le cose. Si potrebbe chiedere un aiuto al ministero del Tesoro… Nella peggiore delle ipotesi comunque, il Casino dell’ Aurora sarà super vincolato. E poi , mi sembra che il principe Ludovisi si stia adoperando per evitare l’ asta. Il tono del ministro per i Beni culturali e ambientali, Vincenza Bono Parrino, non è dei più rassicuranti, d’ altra parte il fondo del dicastero per interventi di questo tipo non supera i 10 miliardi di lire e di capolavori in svendita, in giro per l’ Italia, ce ne sono moltissimi. L’ ultimo scampolo della prestigiosa villa Ludovisia, il Casino tardo cinquecentesco acquistato dal cardinal Del Monte, protettore di Caravaggio prima e di Galileo poi, se non sarà salvato in extremis da un intervento statale o da un improbabile deus ex machina munifico e altruista il 15 febbraio prossimo andrà all’ incanto. Otto miliardi trecentoquarantadue milioni e 125 mila lire sono la valutazione fatta da una perizia del 1986 , otto miliardi e rotti che comprendono anche il celeberrimo capolavoro del Guercino che dà il nome all’ edificio e cioè il Carro dell’ Aurora, oltre ad un dipinto murale del Caravaggio , paesaggi del Viola, del Brilli, del Domenichino, degli Zuccari. Una perizia di tre anni fa Ma è proprio per la cifra così bassa (in pratica 3 milioni e 373 mila lire al metro quadrato e il perito nella sua relazione afferma che la zona è mancante di entità di comparazione ) che il meccanismo dell’ asta potrebbe incepparsi. Il legale del principe Ludovisi ha sollecitato infatti l’ intervento della magistratura: L’ esposto arriverà oggi spiega l’ avvocato Carlo Taormina e le obiezioni che contiene sono duplici:prima di tutto la modalità con cui è stata effettuata la perizia, poi il fatto che non si è tenuto assolutamente conto del valore delle opere che vi sono custodite. Soltanto il Caravaggio ha una stima che arriva a 😯 miliardi. E se entrare nei saloni del palazzetto di proprietà del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, a pochi passi da via Veneto, accanto all’ hotel Eden, vuol dire percorrere secoli di storia della pittura, entrare nel complicato meccanismo che ha portato alla svendita è come sfogliare un testo di alta finanza. Appartenuto per trecento anni alla blasonatissima famiglia, il piccolo scrigno di tesori (aperto al pubblico la domenica mattina), dopo la morte del principe Gregorio Boncompagni Ludovisi fu pignorato dalle banche creditrici del figlio, ingegner Nicolò. Sono stato truffato da una persona cui avevo ceduto alcune fideiussioni ha dichiarato il nobiluomo che una volta viveva all’ ombra del Guercino ma che da tempo si è trasferito nella sua tenuta di Procoio delle nove banche che avanzavano debiti ne ho risarcite 7 e restano solo la Banca Nazionale del lavoro e quella dell’ Agricoltura. L’ intenzione, almeno secondo l’ avvocato é di estinguere anche i rimanenti debiti, strappare la palazzina all’ asta e cederla ad una fondazione, insieme al bellissimo parco dove lo stesso Goethe passeggiò pensando al suo Viaggio in Italia. L’ Immobiliare lombarda Ma, ecco il problema e, insieme, la novità: i due istituti di credito avrebbero ceduto parte dei loro crediti ad una societa di freschissima costituzione (1O gennaio), l’ Immobiliare lombardia, con sede legale a Milano. E, dietro il nome neutro della srl ci sarebbe addirittura Silvio Berlusconi, mentre nella rosa dei possibili acquirenti si fa un altro nome illustre, quello di Benetton. In attesa che il pretore intervenga nel complicato affaire il mondo culturale romano non è stato a guardare. Il Casino dell’ Aurora è troppo importante perchè qualche sconsiderato speculatore lo voglia usare per i suoi fini aggiunge lo storico dell’ arte Giulio Carlo Argan che ieri ha presentato in Parlamento una interrogazione urgentissima. E’ necessario muoversi subito spiega l’ ex sindaco di Roma che non nasconde che intraprenderà altre iniziative il casino Ludovisi deve essere salvato. Lo stato deve esercitare il diritto di prelazione. Non solo, bisogna salvaguardare l’ integrità dell’ edificio e dell’ intero apparato decorativo. Oltretutto le sale spesso erano messe a disposizione dei visitatori. Una abitudine questa che, qualunque cosa accada, si deve mantenere. Anche il Campidoglio è stato chiamato in causa con un’ altra interrogazione urgentissima firmata dall’ ex assessore alla cultura Ludovico Gatto che chiede al sindaco di studiare un modo per usare una parte dei 150 miliardi della legge per Roma capitale e acquistare così il Casino conteso.
di ALESSANDRA ROTA