Centro sportivo di Via Como, si avvicina il lieto fine
Autore : Redazione
di Anna Maria Bianchi
Sono finalmente in partenza i lavori per la sistemazione dell’area sopra il parcheggio sotterreaneo che restituiranno alla cittadinanza un centro sportivo, come da anni chiedevano i cittadini e il Comitato Centro Sportivo Via Como insieme a Carteinregola. Una vicenda complessa, che riassumiamo in calce, che ha trovato una soluzione dopo più di 10 anni.
Lo storico circolo tennis di via Como, che sin dagli anni ’30 ospitava una vera e propria oasi di verde con pini secolari intorno a nove campi in terra battuta dove si sono allenati campioni del tennis quali Silvana Lazzarino, Lea Pericoli, Nicola Pietrangeli e Gianni Clerici, non c’è più.
Al suo posto – fino a oggi febbraio 2021 – si trova solo una distesa grigia di cemento sotto alla quale è stato costruito un parcheggio interrato multilivello (287 box auto + stalli a disposizione del circolo sportivo, Intervento Piano Urbano Parcheggi B1.4-016, Ditta concessionaria srl).
Il parcheggio è stato completato da alcuni anni mentre la superficie – un’area sportiva acquisita a patrimonio comunale e destinata da ordinanze e convenzioni a strutture sportive – è rimasta per anni Il parcheggio è stato completato da alcuni anni mentre sulla superficie – un’area sportiva acquisita a patrimonio comunale e destinata a strutture sportive – sono rimaste costruzioni iniziate (quelle da realizzarsi obbligatoriamente contestualmente al parcheggio, come la base della piscina) e non più finite, lasciando per anni l’area al degrado, a cui si somma la perdita delle oltre cento alberature esistenti.
Innumerevoli sono state le iniziative intraprese dai cittadini, in particolare dal Comitato Centro Sportivo di via Como, per chiedere il rispetto della legalità, della trasparenza e degli impegni presi da concessionario e amministrazione; decine le riunioni delle Commissioni capitoline e municipali epreposte; svariati gli atti del Consiglio del Municipio (fino al 2013 Roma III, poi Roma II).
Rimandando a una più approfondita lettura della cronologia in calce, proviamo a riassumere i fatti salienti della vicenda.
Due i nodi cruciali: il primo, l’inspiegabile scelta del Comune di sganciare i destini dei lavori del “sotto” destinato ai privati (i box finiti e funzionanti da tempo) dalla realizzazione del “sopra” pubblico (il centro sportivo mai completato), la cui responsabilità si divide tra l’amministrazione Veltroni – Ordinanza Commissariale 56/2007 e stipula della Convenzione il 9 10 2007 senza approvazione del progetto superficiale con una Delibera di Giunta – e Alemanno – deroga alla pertinenzialità per i box invenduti, secondo progetto mai sottoposto all’approvazione dell’Assemblea Capitolina-; il secondo, la rimessa in discussione, nel corso dell’iter, del progetto superficiale da parte del Municipio, con l’aggiunta di ulteriori e più costose strutture, che ha portato alla notevole lievitazione, in pochi anni, dei costi calcolati dalla ditta per la realizzazione degli impianti sportivi (da € 1.600.000 del 2006 al 5.935.616 del 2012). Costi che, come il progetto e le opere, il Comune inspiegabilmente non ha mai approvato formalmente, trascinando per anni una situazione non chiara, fino ad arrivare a ipotizzare, durante la consiliatura Alemanno, l’affidamento diretto alla concessionaria privata della gestione del centro sportivo per 39 anni, per compensare i lievitati costi di realizzazione. In mezzo e in aggiunta, la scoperta di gallerie antiche di coltivazione del tufo in una parte dell’area sotterranea dell’intervento, scoperta che, secondo la Soprintendenza, ha reso il complesso archeologico degno non solo di tutela ma di valorizzazione, con la conseguente prescrizione di “musealizzazione” del sito per dare “la possibilità per i cittadini di visitare le antiche cave” (e con la conseguente destinazione di una parte degli oneri concessori alla realizzazione ipogea).
Per protestare contro la situazione di stallo e il progressivo abbandono dell’area, cittadini i residenti a partire dal 2010 si sono riuniti nel Comitato Centro Sportivo Via Como e in tutti questi anni hanno indetto manifestazioni, chiesto audizioni, promosso class action, inviato diffide, esposti alla Corte dei Conti e alla Procura, chiedendo che si ponesse fine al degrado ma con “il ripristino del progetto originario del Centro sportivo nell ‘unica versione già concordata con gli abitanti del quartiere (centro sportivo comunale con piscina apribile e campi da tennis in terra battuta) ed inserimento della destinazione d ‘uso dei campi nella convenzione da stipularsi con il gestore“(1)
Ma in questi anni in cui si sono succedute ben tre amministrazioni di diverso colore, più oltre a 7 mesi di commissariamento, nessuno si era davvero fatto carico della “patata bollente” Via Como. Per un bel pezzo neanche la nuova amministrazione M5S.
Arriviamo così al settembre del 2017, quando una sentenza del TAR dà ragione alla ditta, che aveva fatto ricorso nel 2014 “per l’accertamento dell’illegittimità” del “comportamento di Roma Capitale nel procedimento volto all’affidamento in favore della C.A.M. s. r.l. della realizzazione e gestione del parcheggio e del sovrastante impianto sportivo in Roma nell’area ricompresa tra Via Pavia – Via Como – Via Agrigento e per il risarcimento del danno derivante dalla mancata ultimazione dell’intera opera con particolare riguardo all’impianto sportivo“. Il TAR non accoglie tutte le richieste del ricorrente privato (2), ma punta il dito verso l’inerzia dell’Amministrazione, che in pratica non avrebbe nè finalizzato l’affidamento alla ditta per la parte del campo sportivo, nè, fino al 2014, manifestato l’intenzione di ricorrere a una procedura di evidenza pubblica per la sua realizzazione, “prolungando inutilmente lo svolgimento del procedimento”.
Il Tribunale amministrativo riconosce quindi alla ditta solo i risarcimenti “per la progettazione dell’impianto e realizzazione anticipata delle opere inscindibilmente connesse al parcheggio“, oltre alla manutenzione delle aree esterne e dei manufatti già realizzati, per la messa in sicurezza delle alberature e per il servizio di guardiania (2). Risarcito il danno, il TAR lascia aperta la questione sul dopo, senza rilevare obblighi di ricorrere a procedure di evidenza pubblica per il completamento delle opere.
A quel punto, come scritto dal Presidente della Commissione Sport Diario (M5S) dopo una seduta sul caso Via Como, il 18 ottobre 2017, “…oggi il Comune deve decidere se proseguire nella strada che ha intrapreso originariamente che è anche quella più veloce [affidare i lavori alla società concessionaria NDR], oppure se chiudere il rapporto con la società concessionaria (quantificando la somma da risarcire o da richiedere alla ditta in considerazione degli investimenti sostenuti e degli oneri concessori non pagati) ed affidarsi al mercato” (3). Che voleva dire mettere a gara i lavori in cambio della gestione per qualche decennio del centro sportivo da affidare a privati.
La soluzione scelta dall’Amministrazione pentastellata è stata poi in buona parte quella invocata da anni dai cittadini, compresi il Comitato Centro Sportivo Via Como e l’Associzione Carteinregola: fare il computo dei lavori fino a quel momento eseguiti dalla società concessionaria e quantificare i relativi costi sostenuti e ridimensionare il progetto del centro sportivo scegliendo interventi e strutture compatibili con la cifra disponibile (che comprende anche gli oneri concessori). I lavori sono quindi stati affidati alla stessa ditta concessionaria, come previsto dal Codice dei contratti per i lavori di completamento che non superino una certa percentuale dei costi dell’opera totale (che comprende anche la realizzazione del parcheggio sotterraneo), il progetto è stato approvato con una Delibera di Giunta (4) nell’ottobre scorso. Per l’affidamento della gestione del Centro Sportivo invece, è stata presentata una Delibera di inziativa consiliare del Presidente della Commissione Sport Diario, che prevede il passaggio del complesso sportivo al II Municipio, che dovrebbe poi provvedere a indire un bando alle condizioni previste dal nuovo Regolamento degli impianti sportivi comunali approvato nel 2018 (5).
In questi giorni, febbraio 2021, dovrebbero finalmente partire i lavori, che si prevede finiscano dopo l’estate; a questo punto è fondamentale che l’Assemblea Capitolina approvi in tempi strettissimi la Delibera consiliare, e che il Municipio faccia partire subito il bando per l’assegnazione del Centro sportivo, così che il soggetto vincitore possa prendere in carico le strutture appena saranno ultimate, per evitare possibili nuovi danni per una prolungata inutilizzazione.
Ma soprattutto è importante che la Delibera fissi dei precisi criteri per il bando e per l’utilizzo pubblico dei nuovi impianti sportivi, richiamandosi esplicitamente al Regolamento comunale, in particolare per quanto riguarda la durata della Concessione e i vantaggi pubblici, per evitare che, come successo troppo spesso in passato, strutture sportive comunali e municipali, che dovrebbero essere al servizio della cittadinanza, finiscano con il diventare di fatto private, con pochi vantaggi per il quartiere, le scuole e i residenti.
Anna Maria Bianchi Missaglia
24 FEBBRAIO 2021
NOTA: un commento sui social – Questa amministrazione ha risolto quello che le precedenti non hanno saputo o voluto affrontare – ha scatenato un inspiegabile e pesante attacco alla nostra associazione e a chi scrive da parte del Consigliere Corsetti. Sicuramente al Consigliere Corsetti e alla Presidente del II Municipio Del Bello va riconosciuto di aver portato avanti in questi ultimi anni una continua interlocuzione con le istituzioni comunali e anche una frequente informazione ai cittadini, tuttavia appare evidente – anche da una attenta lettura della entenza del TAR (2)– che le Amministrazioni precedenti, da Veltroni, a Alemanno, a Marino al Commissario Tronca e, per un bel po’, a Raggi, nonostante le tante commissioni, riunioni, scambi epistolari, a cui abbiamo sempre partecipato attivamente, avevano prodotto molte parole e ben pochi fatti. E la responsabilità del “pasticcio” iniziale, che ha portato poi alla aggrovigliata situazione che abbiamo descritto, riteniamo che possa essere divisa tra le amministrazioni Veltroni e Alemanno, e l’allora III Municipio.
Ribadiamo la disponibilità a pubblicare qualunque commento che il consigliere Corsetti o la Presidente Del Bello vorranno inviarci, e, come sempre, se avremo riportato informazioni inesatte, le correggeremo con relative scuse. In caso contrario, restiamo noi in attesa delle scuse. (AMBM)
(5)Regolamento per gli impianti sportivi di proprietà comunale. (Assemblea Capitolina n.11/2018) Integrazione alla deliberazione A.C. n. 11/2018 “Regolamento per gli impianti sportivi di proprietà comunale” (Assemblea Capitolina n.30/2019)