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Comitati NO AD: preoccupazione per il documento approvato dalla Commissione per le questioni regionali

Pubblichiamo il comunicato dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti, in seguito all’approvazione, il 12 luglio 2022, del documento a conclusione dell’indagine conoscitiva sull’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, la cosiddetta “Autonomia Regionale Differenziata”, da parte della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Nonostante la grave situazione determinata dal sommarsi di eventi che hanno e avranno conseguenze nefaste per il Paese, e nonostante il precipitare della crisi che ha investito il Governo nelle stesse ore (e forse proprio per questo), i parlamentari di un fronte trasversale che va dal centro destra al PD passando per il M5S, si sono affrettati a chiudere il documento al vaglio della Commissione da oltre un anno e mezzo (unico voto contrario Bianca Laura Granato, del gruppo CAL). (AMBM)

(dal sito dei comitati perilritirodiqualunqueautonomiadifferenziata 14 luglio 2022)

Abbiamo letto con grande preoccupazione il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva avviata 3 anni fa sul regionalismo differenziato e sull’ “attuazione del terzo comma dell’art.116 della Costituzione”, approvato in Commissione Bicamerale per gli Affari Regionali il 12 luglio scorso.

Con un solo voto contrario – quello della senatrice Bianca Laura Granato, del gruppo CAL – il documento fornisce uno straordinario assist al ddl Gelmini, le cui bozze abbiamo recentemente commentato, collocandosi sulla medesima linea. Per la concessione di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, a vantaggio delle regioni a statuto ordinario, non si prevede né la propedeuticità né l’individuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, nè dei Fabbisogni Standard, né di alcuna perequazione infrastrutturale. Si immobilizzano in questo modo destini socialmente e geograficamente determinati, senza tener conto, peraltro, dell’aggressione che alla vita delle donne e degli uomini – soprattutto più svantaggiati – di questo Paese hanno apportato e stanno apportando pandemia e guerra. Mentre le crisi energetica ed ambientale configurano un possibile punto di non ritorno dai caratteri veramente epocali, una commissione parlamentare – organismo che dovrebbe rappresentare l’intero Paese e non tre o più regioni (non a caso le più ricche) – decide nella maniera più sfrontatamente egoistica e proprietaria di avallare il rapace modello emiliano/veneto/lombardo, al quale si stanno già adeguando altre regioni, come il Piemonte, la Toscana, la Liguria. L’autoreferenzialità, l’opacità, l’assenza di un confronto reale e democratico che coinvolga cittadine e cittadini – strategie con cui si stanno ottusamente perseguendo “la secessione dei ricchi” e l’eversione dei principi fondamentali della Costituzione – non cessano di stupirci e non cesseranno di essere obiettivo della nostra lotta.

Il Comitato per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti

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