Cooperative bene comune, un libro per riaprire il dialogo tra gli studiosi e i cooperatori
Autore : Redazione
“Cooperative Bene Comune” nasce con l’ambizioso obiettivo di comprendere come e perché l’impresa cooperativa costituisca uno strumento valido per la costruzione e la gestione condivisa dei beni comuni. Per raggiungere questo obiettivo, al volume hanno contribuito diciannove autori tra accademici e cooperatori. Il libro è composto da tre sezioni: ‘identità, valori ed obiettivi’, ‘buone pratiche e nuovi orizzonti cooperativi’ e ‘startup cooperative’. Come nel caso del ‘The Co-operator’ di King, che creò una guida pratica e teorica per i cooperatori del futuro, il volume aspira a riaprire un dialogo tra gli accademici, impegnati nello studio dell’impresa cooperativa, ed i cooperatori. Un dialogo all’insegna del bene comune.
Indice dei Contributi (IL LIBRO E I CONTRIBUTI SONO SCARICABILI QUI)
Prefazione Mattia Granata
Introduzione Alessio Realini Cécile Berranger Salvatore Monni
Verso una pratica Cooperativa: il ruolo del ‘carattere’, della ‘comunità’ e dell’‘immaginazione’ nel pensiero cooperativo Yaron Golan
Il capitolo racconta la nascita del modello cooperativo britannico, emerso in un contesto di sconvolgimento sociale e politico. L’avvento della rivoluzione industriale ha stravolto i modelli di produzione tradizionali e rielaborato i concetti economici. I primi cooperatori hanno sottolineato come la nuova società, creata con la nascita del capitalismo, fosse incongruente con la natura umana e quindi elaborata inevitabilmente da persone con un ‘carattere’ debole. I primi teorici della cooperazione avevano posizioni razionaliste e utopiche che, oggi, possono sembrare anacronistiche, ma si sono dimostrati audaci nel ridisegnare un nuovo mondo basato sul potenziale umano. Il capitolo esamina il linguaggio dei primi cooperatori britannici, con l’obiettivo di comprendere cosa sia effettivamente il ‘carattere cooperativo’, concetto fondamentale per riportare l’economia al bene comune.
Cooperative e beni comuni Monica Di Sisto Riccardo Troisi
Il capitolo ripercorre la storia dei beni comuni, fornendo un contesto giuridico, sociale ed economico rilevante. In questo capitolo le cooperative sono analizzate come aggregatore sociale, soprattutto nelle loro forme più innovative, diventando così un veicolo per la gestione condivisa dei beni comuni. Il capitolo si basa quindi su alcune storie cooperative che hanno al centro il nuovo mutualismo e l’amministrazione collettiva di tali beni. È un percorso che ci porta dalla teoria alla pratica della gestione dei beni comuni.
Cooperative e giovani Katia De Luca
Il capitolo ripercorre l’identità, i valori e la mission dell’impresa cooperativa, dà un quadro teorico rilevante sui giovani all’interno del movimento cooperativo italiano. Inoltre, il capitolo evidenzia il ruolo fondamentale dell’intergenerazionalità all’interno delle cooperative, concetto vitale per la sopravvivenza del movimento stesso e per una gestione sostenibile dei beni comuni. Il capitolo ripercorre anche l’esperienza di Generazioni, il coordinamento di rappresentanza dei giovani cooperatori Under-40 di Legacoop Nazionale, spiegando come i giovani possano portare soluzioni innovative all’interno del movimento cooperativo e nella gestione condivisa dei beni comuni.
Una mappa delle imprese cooperative in Italia Andrea Cori Keti Lelo Mattia Granata Salvatore Monni
Il capitolo è nato sotto una collaborazione, già avviata da tempo, tra l’Università degli Studi Roma Tre e l’Area Studi di Legacoop Nazionale. Il capitolo offre un quadro concettuale ed una mappatura delle imprese cooperative in Italia. L’obiettivo del capitolo è quindi fotografare e descrivere la distribuzione territoriale, temporale e settoriale, dell’universo cooperativo italiano nelle sue principali variabili economico-dimensionali e qualitative. Ulteriore scopo del capitolo è fornire una prospettiva di analisi sugli effetti futuri della recessione, sulla resilienza del movimento cooperativo e sul ruolo che esso sarà in grado di svolgere nell’azione di contrasto al declino industriale e occupazionale.
Il place-making cooperativo: il caso Rochdale Cécile Berranger
Il capitolo sottolinea come le cooperative di comunità siano viste in diverse discipline – dall’economia, alla geografia umana passando per la sociologia urbana – come soluzione per rappresentare i bisogni dei cittadini. Inoltre, in questo capitolo, viene introdotto il concetto di place-making cooperativo che abbraccia l’economia dello sviluppo e la geografia umana. Il place-making fornisce risposte concrete sulla possibilità di ridisegnare l’assetto urbano delle città seguendo i bisogni dei cittadini i quali, grazie ad una gestione mutualistica dei beni comuni, diventano veri e propri architetti nelle proprie città. Il capitolo mette a confronto due modelli di cooperazione di comunità e place-making cooperativo: quello tra il Regno Unito e l’Italia.
Smart: un caso studio per la tutela dei freelance Alessio Realini Cécile Berranger Chiara Boscariol
Il capitolo descrive il lavoro come bene comune, come diritto universale. Questo concetto risulta particolarmente importante quando si osserva la precarizzazione del mercato del lavoro. Soprattutto in un contesto così frammentato, le cooperative garantiscono maggiori tutele a categorie di lavoratori che, altrimenti, verrebbero estromesse dal welfare. Viene quindi analizzato il caso studio di Smart, un network europeo di imprese condivise e cooperative che risponde alle esigenze di freelance e di altre categorie di lavoratori.
Pegasus company, un’alternativa cooperativa ai miti della Silicon Valley Francesca Martinelli
Il capitolo sottolinea l’importanza delle cooperative volte alla tutela dei freelance e portando gli esempi di Doc Servizi e Coopaname. Il capitolo parte con un approfondimento delle Pegasus Companies, una vera e propria alternativa alle Unicorn Companies. Le Pegasus Companies sono delle vere e proprie piattaforme cooperative che portano un’alternativa più inclusiva all’interno della GIG economy. Le piattaforme cooperative esistono dal 2014 e sono la dimostrazione di come le cooperative sappiano adattarsi ai nuovi bisogni della società. Grazie a questa nuova forma cooperativa, internet e le piattaforme digitali diventano più accessibili, riducendo i costi di entrata e diventando così un bene comune in un’epoca sempre più digitale.
Le Startup cooperative: l’esperienza Coopstartup Barbara Moreschi
Il capitolo descrive l’alternativa cooperativa alle startup mainstream, le startup cooperative. Per farlo, si fa riferimento all’esperienza italiana di Coopstartup, con un’appendice sulle 44 startup cooperative nate dal programma. Il capitolo serve da transizione tra i capitoli teorici e le esperienze pratiche, sottolineando l’importanza di queste nuove esperienze cooperative. Le startup cooperative si inseriscono perfettamente nel quadro dell’intergenerazionalità, della gestione condivisa del bene comune e, in particolare, ribadiscono come l’impresa cooperativa sappia adattarsi ai bisogni della società, dando un’alternativa più inclusiva ai giovani che vogliono fare impresa.
Le start up cooperative: sei esperienze di innovazione mutualistica Achille Centro Anna Loscalzo Anselma Lovens Elio Lobello Luigi Cornaglia Rosa Ciacci
Il capitolo è una suddivisione di sei storie di startup cooperative. In questa sessione, vengono raccontati i casi studio di Ecoplanner, scritto da Rosa Ciacci; Meet Project, di Elio Lobello; Vascitour, di Achille Centro; BoschiVivi, scritto da Anselma Lovens; Tatabox, scritto da Anna Loscalzo; e Demoelà, di Luigi Cornaglia. Esperienze che forniscono un panorama ampio, ma estremamente lucido, delle opportunità offerte dalle cooperative che diventano, de facto, degli strumenti rilevanti per la gestione condivisa dei beni comuni.
Conclusioni Alessio Realini Cécile Berranger Salvatore Monni
Profili degli autori
http://romatrepress.uniroma3.it/libro/cooperative-bene-comune/?fbclid=IwAR0YYlrOS19vPRTNX1E9UCdjjTgQUUElL6g-TRchPBWMiyxJgeVCsGJx0bQ