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Costruire un termovalorizzatore a Roma: il discorso del Sindaco e il dibattito in Assemblea

Pubblichiamo il video del Consiglio straordinario sui rifiuti del 20 aprile e il testo dell’intervento del Sindaco Gualtieri, nel quale ha annunciato l’intenzione di dotare la città di un termovalorizzatore (che brucia i rifiuti producendo energia). L’impianto dovrebbe essere costruito da Acea, la società energetica partecipata dal comune di Roma per il 51% (il restante 49% è di azionisti privati), costerà circa 150 milioni di euro e dovrà essere attivo entro il prossimo Giubileo del 2025. Al di là del merito della decisione, sulla quale pubblicheremo contributi e approfondimenti, facciamo già notare fin d’ora che si tratta di un “fulmine a ciel sereno” per molti cittadini, soprattutto per quelli che avevano letto il programma del candidato Sindaco sui rifiuti, che riportiamo in calce, e che non avevano trovato la parola – presente nei programmi di altri candidati – “termovalorizzatore”(anche se, a rileggere tra le righe, qualche indicazione era già presente) . E una scelta così importante e così controversa sarebbe dovuta partire da un confronto con la città, anzichè essere calata dall’alto, con una comunicazione istituzionale. (AMBM) [in calce i capitoli “rifiuti” del programma elettorale e delle linee programmatiche di Roberto Gualtieri] (AMBM)

Vedi anche la rassegna stampa sul tema su Roma Sveja! del 21 aprile curata da Ylenia Sina

Vedi anche Fanpage 20 aprile 2022 Quando in campagna elettorale Roberto Gualteri diceva “no” a un nuovo termovalorizzatore A cura di Valerio Renzi Con l’annuncio oggi in Campidoglio il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha smentito se stesso: in campagna elettorale aveva dichiarato più volte e messo nero su bianco nel programma che non avrebbe realizzato un nuovo termovalorizzatore.

21 aprile 2022

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

(dal sito di Roma Capitale, 20 aprile 2022)

Inizio discorso 1h 19′ circa

Consiglio straordinario sui rifiuti, le parole del Sindaco in aula

Grazie Presidente, onorevoli colleghi,

il Consiglio straordinario di oggi, che prende le mosse da una richiesta dei gruppi di opposizione, verte su uno dei temi più sentiti dai romani, e su cui si è concentrato fin da subito l’impegno della nuova Amministrazione. Quella del modello di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti è forse l’eredità più difficile e complessa che ci siamo trovati a gestire.

Non solo, come sanno bene i romani, sul piano della qualità della raccolta, del tutto inadeguata, ma anche su quello dei costi molto elevati del servizio per i cittadini e per le imprese, della dotazione impiantistica insufficiente e degli sbocchi precari. Questi diversi aspetti sono tra loro strettamente collegati, perché l’insufficienza e la precarietà della dotazione impiantistica e degli sbocchi non solo espone costantemente la città al rischio periodico di un blocco della raccolta e dell’accumulo dei rifiuti nelle strade, non solo costringe a un livello altissimo della tariffa, ma sottrae una quantità enorme di risorse alla qualità e alla quantità delle operazioni di raccolta e pulizia della città.

Come è noto, il primo impegno che ci siamo assunti e che abbiamo messo in pratica è stato il Piano straordinario di pulizia, attuato grazie alla sinergia tra AMA, dipartimento SIMU e Dipartimento Ambiente, i Municipi, supportati dalla Polizia Locale.

Come avevamo preannunciato, il piano non si sarebbe esaurito all’inizio dell’anno ma sarebbe diventato permanente, rappresentando il punto di partenza di un ambizioso lavoro di completa reingegnerizzazione della raccolta.

Nel bilancio tracciato prima a dicembre e poi lo scorso marzo abbiamo sottolineato come grazie a questa iniziativa Roma sia più pulita di come l’abbiamo trovata, anche se ancora ben al di sotto degli standard che ci prefiggiamo di raggiungere.

Grazie al piano e al lavoro di Ama e dei Municipi, abbiamo reso più efficiente la raccolta, aumentato di 2000 tonnellate i quantitativi settimanali di rifiuti raccolti e rimosso oltre 4000 tonnellate di scarti abbandonati. Inoltre, sono state pulite centinaia di km di strade e marciapiedi, con interventi su erbe infestanti lungo circa 3000 km di strade e potature di alberi lungo oltre 130 strade. Sono anche state pulite e liberate oltre 3200 tra caditoie, griglie e bocche di lupo. Allo stesso tempo è stata potenziata la manutenzione della flotta dei mezzi Ama adibiti alla raccolta e alla pulizia con oltre 300 mezzi tra leggeri e pesanti rientrati in servizio, a cui si sono aggiunti ulteriori nuovi mezzi, nel quadro di un potenziamento del personale.

Si tratta di risultati che hanno anche trovato un primo positivo riscontro anche nella percezione dei romani, di cui sono felice di constatare una volta di più l’approccio costruttivo e collaborativo. E di questo spirito abbiamo avuto prova anche durante dell’iniziativa “Roma Cura Roma” promossa dall’assessora Alfonsi in cui migliaia di cittadini e decine di associazioni che ringrazio per la partecipazione e che sono scese in campo inaugurando una stagione di collaborazione che siamo certi andrà avanti nel tempo, a maggior ragione che avremo implementato i nostri progetti.

Si tratta di progressi tangibili ma insufficienti, oltre che precari, come si è visto nei giorni successivi alla chiusura da parte della magistratura della discarica di Albano e prima in occasione del guasto di un impianto in provincia di Frosinone o più recentemente in occasione dell’afflusso di turisti a Pasqua. E i risultati raggiunti in questi primi mesi risentono, essi stessi, della precarietà degli sbocchi e dei limiti strutturali degli attuali processi e strumenti di raccolta e trattamento dei rifiuti: ad esempio a Pasqua e Pasquetta sono state complessivamente raccolte e avviate a trattamento oltre 1600 tonnellate di rifiuti indifferenziati al giorno, 400 in più dell’anno precedente, sono stati impiegati più uomini del solito ma obiettivamente l’afflusso straordinario di turisti ha messo in difficoltà il sistema di raccolta in molti luoghi.

Per questo è fondamentale procedere rapidamente sia sul fronte della raccolta che su quello degli impianti.

Per quanto riguarda il primo aspetto, proseguiremo il lavoro già avviato di rilancio di Ama, per mettere l’azienda in condizione di corrispondere alle aspettative dell’Amministrazione e della città. Proprio in questi giorni sta per insediarsi il nuovo Direttore Generale, che avrà come primo obiettivo la reingegnerizzazione di tutto il servizio di raccolta per aumentare la pulizia della città e incrementare la raccolta differenziata portandola gradualmente al 65%. È stata inoltre avviata e ringrazio per questo Maurizio Pucci e l’azienda per l’eccellente lavoro svolto, la riorganizzazione dell’Azienda, a partire da una sua riarticolazione territoriale: attraverso il nuovo contratto di servizio, infatti, questo processo proseguirà e verrà messa a sistema l’AMA di Municipio, immaginata per garantire maggiore sensibilità per i problemi di ogni territorio, maggiore capillarità e qualità dei processi di raccolta e pulizia nell’ambito della costruzione di una città più vicina alle persone che dia corpo  alla costruzione dell’idea di città dei 15 minuti.

L’altro aspetto sul quale oggi mi concentrerò maggiormente è quello della dotazione impiantistica e degli sbocchi.

L’attuale assetto del ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, infatti, vive in una dimensione di cronica e latente emergenza, pronta a deflagrare ogniqualvolta uno dei suoi fragili sbocchi entri in difficoltà. È per l’appunto la fragilità degli sbocchi, figlia della pressoché totale assenza di un’adeguata ed autonoma dotazione impiantistica, il vero vulnus che oggi impedisce a questa città di esprimere una capacità di controllo e di governo su tutta la filiera del servizio e di far compiere alla raccolta e al servizio quel salto di qualità che i romani meritano.

È dunque dagli aspetti industriali ed impiantistici, che rappresentano la causa di fondo delle attuali criticità della gestione del ciclo dei rifiuti a Roma, che bisogna muovere per declinare le prime linee di azione e di intervento strutturali, senza perdere di vista gli aspetti vitali del decoro e dell’igiene urbana che, purtroppo, a causa di tale deficit impiantistico soffrono, rappresentandone l’inevitabile riflesso. 

Questa situazione è stata resa ancora più acuta negli anni dalla assenza di una capacità pianificatoria in grado di garantire le necessarie soluzioni nel medio-lungo periodo. Ricordo che ad oggi Roma Capitale chiude il ciclo dei rifiuti sul suo territorio e con propri impianti per una quota inferiore al 2% delle quantità prodotte. Si tratta di una percentuale irrisoria, che non trova eguali in nessuna grande capitale e città italiana, una percentuale lontanissima dagli standard delle altre grandi città europee. Ciò ha fatto sì che negli anni la gestione del servizio diventasse progressivamente sempre più dipendente dai servizi di terzi e, dunque, meno autonoma, precludendo in tal modo anche la possibilità di progettare un servizio di raccolta coerente con una stabile ed adeguata impiantistica di trattamento sul territorio.

Non solo Roma dipende in misura altissima da impianti di terzi, che attualmente trattano il 96% della quota differenziata dei rifiuti e l’85% di quella indifferenziata, ma la tipologia degli impianti che trattano i nostri rifiuti è attualmente altamente inquinante e invasiva e lascia il ciclo dei rifiuti completamente aperto e alla ricerca di sbocchi in altri territori.

È un sistema intrinsecamente fragile che ha allontanato la città dal raggiungimento di tutti i target ambientali di economia circolare e di sostenibilità in generale. In particolare, il modello di sviluppo che governa il ciclo dei rifiuti di Roma si basa su un fabbisogno smisurato di Tmb e di discariche, e su un ricorso al trasporto con camion altamente inquinante in termini di emissioni.

Attualmente, Roma manda in discarica ben 450.000 tonnellate l’anno di rifiuti tra indifferenziati e scarti della quota differenziata, cioè il 30% dei rifiuti attualmente prodotti, ben al di sopra della media nazionale. Il nostro fabbisogno di discarica ammonta oggi a 1.200 tonnellate al giorno. Questo dipende non solo dal livello basso della raccolta differenziata ma anche dal tipo di impianti. Infatti, anche quando avremo raggiunto il 65% di raccolta differenziata, sulla base del nostro modello attuale, il nostro fabbisogno quotidiano di discarica sarebbe di circa 1.000 tonnellate al giorno, equivalenti a circa 350.000 tonnellate l’anno.

Questo significa che al ritmo attuale una discarica di grandi dimensioni da 1 milione di tonnellate, fortemente impattante in termini di consumo di suolo e di impatto sul territorio, durerebbe meno di due anni e mezzo dopo i quali se ne dovrebbe realizzare un’altra e poi un’altra ancora. Con la differenziata al 65% i due anni e mezzo diventerebbero circa tre. Ma non cambierebbe il meccanismo. Inoltre, come è noto, il conferimento in discarica richiede il passaggio in un Tmb, che a sua volta – come sanno molto bene i cittadini di Rocca Cencia o quelli del Salario – è un tipo di impianto fortemente impattante oltre che esso stesso altamente inquinante in termini di emissioni di CO2.

Per uscire da questo circolo vizioso che alimenta la necessità di discariche, comporta altissimi costi ed emissioni e rende il sistema di raccolta fragile e precario è necessario, come abbiamo indicato fin dall’insediamento di questa amministrazione, potenziare in misura significativa la dotazione di impianti e chiudere il ciclo dei rifiuti secondo i principi dell’economia circolare.

Anzitutto, occorre promuovere azioni per ridurre la produzione di rifiuti, incoraggiando il riuso e il riciclo dei materiali. Nel nostro piano è prevista una riduzione costante dei rifiuti prodotti che passi dalle circa 1,7 milioni di tonnellate del periodo pre-pandemia alle 1580 nel 2026, per scendere poi ancora al di sotto negli anni successivi.

In secondo luogo, ci proponiamo di portare la raccolta differenziata almeno al 65% e di realizzare gli impianti per il riciclo, il riutilizzo e il recupero energetico della quota differenziata. Per questo, intendiamo investire sui centri di raccolta, e ci proponiamo di averne 30, di cui 10 attraverso il PNRR.

Abbiamo inoltre chiesto finanziamenti per due ulteriori impianti per trattare carta e plastica, al fine di recuperare 200.000 tonnellate l’anno. Ciò ci consentirà di estrarre il valore di tali materie attraverso il loro riciclo e riutilizzo, contribuendo al contempo al raggiungimento degli obiettivi della economia circolare.

Tali impianti, ai fini della chiusura del ciclo in condizioni di prossimità, continueranno a richiedere l’utile concorso dell’industria del riciclo e del riutilizzo già esistente sul territorio, che in quest’ottica potrà contare su frazioni di qualità crescente grazie agli sforzi tesi al miglioramento ed alla riprogettazione della attività di raccolta. A questo nuovo rapporto con tutti i consorzi di filiera disponibili a implementare progetti nella Capitale, anche in vista del Giubileo, teniamo particolarmente.

Inoltre, abbiamo dato mandato ad Ama a presentare progetti per partecipare a bandi PNRR per due impianti di bio-digestione anaerobica, finalizzati al trattamento della frazione organica. Si tratta di impianti che producono compost e biogas. La dimensione degli impianti sarà essenziale per massimizzarne l’efficacia, il rendimento ed i ritorni economici ed ambientali a beneficio della collettività. In tal modo il ciclo dell’organico si avvierà ad una definitiva chiusura rispetto alla situazione attuale, nella quale l’80% della frazione organica di Roma confluisce in impianti di terzi e fuori regione. Ragioneremo poi sull’opportunità di costruire un terzo biodigestore, o di dotarci di un sistema diffuso sul territorio di piccoli impianti.

Infine, dobbiamo dotarci degli impianti necessari al trattamento della quota indifferenziata di rifiuti e degli scarti di quella differenziata. Il modello che intendiamo perseguire è quello della valorizzazione energetica e del completo superamento della dipendenza dalle discariche, in linea con quanto indicato dal Programma nazionale per la gestione dei rifiuti da poco presentato dal Governo.

Ricordo d’altronde che, già al momento della presentazione in quest’aula delle linee programmatiche, avevo avuto modo di sottolineare che quanto maggiore sarebbe stata la capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti, tanto minore sarebbe stata la necessità di ricorrere a discariche e Tmb. Per questo, nelle linee programmatiche avevamo indicato la necessità di potenziare le capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti a partire dal potenziamento del sito Acea di San Vittore, facendo ricorso alle migliori tecnologie.

Dopo un’attenta e approfondita valutazione degli sviluppi tecnologici più avanzati disponibili e un loro esame non solo in termini di costi ma anche di emissioni e di consumo di suolo, abbiamo deciso di dotarci di un nuovo impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti, che produca calore ed energia e che ci consenta di raggiungere l’obiettivo ambizioso ma possibile di zero discariche. Un termovalorizzatore a controllo pubblico da attuare con le migliori tecnologie disponibili.

Vorrei sottolineare che alle già robuste ragioni che ci hanno indotto a definire questo scenario, si è nel frattempo aggiunta la necessità di ridurre la dipendenza energetica dell’Italia, rafforzata dalla drammatica aggressione russa ai danni dell’Ucraina, e di contribuire alla riduzione dei costi dell’energia ormai divenuti insostenibili per le famiglie e per le imprese.

Il nuovo termovalorizzatore da 600mila tonellate, che intendiamo realizzare in tempi molto rapidi, ci permetterà inoltre di chiudere il TMB di Rocca Cencia, come chiedono da tempo i cittadini di quel territorio, e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche rendendo necessaria non più una discarica del tipo di quelle attualmente presenti sul territorio della città metropolitana, ma una piccola discarica di servizio per il conferimento di residui inerti che potrà limitarsi a sole 60.000 tonnellate l’anno, e che non solo per le dimensioni ridotte ma per il tipo di materiale conferito, ceneri inerti, avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo (ricordo poi che le ceneri pesanti sono recuperabili fino al 90% e quelle leggere si riducono al 4/5% della massa iniziale).

Con questo impianto, Roma potrà finalmente chiudere il ciclo dei rifiuti e mettersi al pari con le grandi capitali del Nord Europa e con i più importanti capoluoghi del Centro-Nord Italia. E non solo. L’obiettivo che ci prefiggiamo non è soltanto di emulare queste capitali, ma di avvalerci delle tecnologie di nuovissima generazione che consentono un pieno abbattimento delle emissioni, con risultati persino migliori dell’ormai celeberrimo impianto di Copenaghen, che costituisce meta per gli sciatori e i turisti di tutta Europa.

A questo proposito è bene sottolineare che rispetto al ciclo attuale dei rifiuti, il nuovo impianto e l’insieme del nostro piano determineranno una riduzione delle emissioni di ben il 44%, con un -15% per le emissioni su attività di trasporto, -18% sull’impiantistica e -99% sulle emissioni da discarica.

Inoltre, sarà possibile produrre il fabbisogno di energia elettrica di 150.000 famiglie l’anno e risparmiare il gas utilizzato da 60.000 famiglie l’anno, con un contributo molto significativo anche per politiche di contrasto della povertà energetica e al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e di maggiore autonomia dell’Italia.

La completa chiusura e autonomia del ciclo dei rifiuti consentirà inoltre un vero e proprio abbattimento dei costi del trattamento, che ci consentirà di ridurre la Tari di almeno il 20% e di potenziare in misura significativa le attività di raccolta e di pulizia della città.

Dopo troppi anni di irresponsabile inerzia, Roma si dota quindi di un piano organico e ambizioso di impianti che ci consentirà di risolvere in modo strutturale l’emergenza rifiuti e di avere una città pulita e ambientalmente sostenibile, che non solo recupererà il tempo perduto ma si metterà all’avanguardia sulla nuova frontiera europea del superamento delle discariche, dell’economia circolare, dell’abbattimento delle emissioni e dell’autonomia energetica.

Confido che su un obiettivo così ambizioso possa realizzarsi anche in quest’Aula una convergenza larga.

È tempo di chiudere una saga che dura da troppo tempo. Io voglio essere l’ultimo sindaco che dovrà trascorrere una parte significativa del suo tempo a trovare sbocchi costosi, precari, inefficienti e inquinanti in giro per l’Italia e per l’Europa, sottraendo risorse preziose alle tasche dei romani e alla qualità della pulizia. Roma non merita tutto questo. È tempo di voltare pagina e come Sindaco sento il dovere anche morale di perseguire questo obiettivo con la massima determinazione.

A margine della seduta straordinaria dell’Assemblea Capitolina sulla questione rifiuti, leggi anche la dichiarazione dell’assessora Sabrina Alfonsi:

RIFIUTI, ALFONSI: IL TERMOVALORIZZATORE NON PREGIUDICA L’AUMENTO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA “La scelta di questa Giunta di realizzare nei prossimi anni un impianto per la valorizzazione energetica della quota di rifiuto indifferenziato prodotta a Roma serve a garantire la chiusura del ciclo secondo i principi dell’autosufficienza e della prossimità, fermo restando l’impegno dell’Amministrazione per aumentare gradualmente la quota di raccolta differenziata”. Lo dichiara Sabrina Alfonsi, assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma. “L’analisi dei flussi che descrive l’andamento della produzione dei rifiuti nei prossimi anni, che sta alla base del piano presentato oggi in aula Giulio Cesare, prevede una graduale riduzione della quantità di rifiuti prodotti pari a circa 130 mila tonnellate entro il 2030. Per la stessa data è previsto l’incremento della percentuale di raccolta differenziata dall’attuale
47% al 65%, obiettivo ambizioso ma certamente realizzabile ridisegnando il sistema della raccolta e investendo risorse su iniziative per la riduzione dei rifiuti e la promozione del riciclo e del riuso dei materiali. “La capacità di trattamento del nuovo impianto, fissata in 600 mila tonnellate anno, tiene conto del trend di crescita costante della raccolta differenziata ed è inferiore a quella teorica che servirebbe a coprire interamente la quota di rifiuti da inviare a recupero energetico, a garanzia dell’intenzione di questa Amministrazione di proseguire nel percorso per rendere Roma una città più moderna, sostenibile e allineata alle altre grandi capitali europee”, conclude Alfonsi.

aggiornamenti: (da Roma Today 22 aprile 2022) Uno striscione srotolato davanti agli scranni di giunta e sindaco con scritto “no inceneritore”, mentre il Consiglio stava discutendo la delibera sugli Oepac per gli alunni diversamente abili. Il M5s, con anche l’ex sindaca Virginia Raggi, occupa l’aula Giulio Cesare per ribadire il no al termovalorizzatore annunciato dal sindaco Gualtieri. Tra le opposizioni il M5s è l’unica forza politica apertamente contraria all’impianto. D’accordo con i dem nel merito della scelta Lega, FdI, calendiani e renziani. 

21 aprile 2022

Il Programma del candidato Sindaco Gualtieri per i rifiuti

scarica il Programma di Roberto Gualtieri agosto 2021

RIFIUTI: LA CITTÀ FINALMENTE PULITA

L’attuale situazione di pulizia della città e raccolta e gestione rifiuti di Roma versa in condizioni catastrofiche. Ciò costringe i cittadini a sostenere alti costi per la TARI per servizi di raccolta rifiuti e di igiene urbana inadeguati e incapaci di garantire le più basilari condizioni igienico-sanitarie e decoro urbano.

Attualmente la città di Roma produce circa 1,7 milioni di tonnellate l’anno di rifiuti urbani, una percentuale pari a circa il 73% dei rifiuti della Città Metropolitana di Roma Capitale e pari a circa il 60 % dei rifiuti della Regione Lazio. Secondo le ultime stime del Comune, il costo totale pro-capite di questa gestione inefficiente (255,22 € nel 2018) è tra i più alti fra le grandi città Italiane, largamente al di sopra di altre metropoli importanti (e.g. Milano, 232,56 €).

A questo si aggiunge che Roma Capitale ha una crescita della percentuale di raccolta differenziata estremamente bassa. Nel 2020 è stata pari al 43,8%, praticamente lo stesso livello del 2016 e non allineata alle percentuali notevolmente più alte registrate negli altri comuni della Città metropolitana di Roma Capitale, dove si raggiungono percentuali tra il 55% e l’84%. Un dato essenziale perché solo per Roma Capitale significa maggiori quantitativi di rifiuti indifferenziati da conferire a trattamento presso gli impianti TMB, con conseguenti maggiori scarti di trattamento da conferire in discarica.

Ad eccezione dell’impianto di compostaggio di Maccarese, del TMB di Rocca Cencia, e degli impianti per la valorizzazione della raccolta differenziata multimateriale di Rocca Cencia e Pomezia, ad oggi AMA non gestisce altri impianti di trattamento dei rifiuti urbani. Con il risultato che l’attuale dotazione di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani non è sufficiente a fronteggiare il fabbisogno di Roma. Ogni giorno quasi 1.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati prendono la strada verso impianti localizzati in altri Comuni, spesso anche fuori Regione. Costi elevati che si aggiungono al mancato recupero di risorse economiche che deriverebbe dalla trasformazione e dal riciclo; una dipendenza che comporta una costante incertezza con conseguenti disservizi sulla regolarità della raccolta dei rifiuti urbani e dello spazzamento con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti ormai da tempo.

Una situazione seriamente aggravata dallo stato della Azienda Municipale Ambiente (AMA): un organismo che, da anni, sconta una debolezza delle strutture di vertice, con avvicendamenti incompatibili con una strategia solida, e l’assenza di un credibile piano industriale di lungo periodo. In Ama c’è una gestione inefficiente del personale che, in assenza di condizioni logistiche ottimali, mezzi e organici adeguati si trova a lavorare in situazioni inaccettabili per carenze tecnologiche e organizzativa e che sconta, inoltre, disfunzioni come l’assenza di manager di municipio con responsabilità e accountability per la gestione della raccolta a livello municipale.

Un cambiamento possibile e realizzabile

Il nostro obiettivo è assicurare il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti prodotti per superare la costante situazione di “emergenza strutturale” e di dipendenza di Roma da altri territori e limitare gli ingenti costi di trasporto e smaltimento.

Per questo la nostra strategia è su due tempi

1)  Affrontare subito l’emergenza, con un piano che mostrerà effetti già nei primi sei mesi e che dovrà durarne massimo 18;

2)  Porre in essere l’attività di concertazione e cooperazione necessaria, a tutti i livelli, per pianificare e realizzare un sistema di gestione integrata dei rifiuti autosufficiente, tecnologicamente avanzato, basato sui principi dell’economia circolare, cogliendone a pieno i benefici ecologici ed economici e portandola a livelli di eccellenza rispetto alle altre grandi capitali d’Europa.

Possiamo farlo. Ci sono a disposizione le grandi risorse del PNRR, è un’occasione storica da non mancare.

Sono obiettivi che possiamo sintetizzare in due punti:

  • aumentare la percentuale di raccolta differenziata per arrivare sopra al 50% dopo i primi due anni e tra il 65 e il 70% entro la fine della consiliatura, per portarci verso l’obiettivo del Pacchetto Economia Circolare UE;
  • realizzare una dotazione impiantistica di trattamento e riciclo, come già previsto nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti 2019-2025*, per portare Roma Capitale nell’arco di 5 anni all’autonomia industriale e alla chiusura del ciclo dei rifiuti al 95%.
  • Riduzione della TARI del 20% nell’arco dei 5 anni. Agire subito, per uscire dall’emergenza rifiuti

Per gestire l’attuale emergenza igienico-sanitaria a Roma occorre agire subito e con fermezza, assumendosi la piena responsabilità delle scelte da compiere. E’ necessario attivare strumenti straordinari per far fronte a plurime carenze decisionali ed operative che hanno reso il servizio di spazzamento, di raccolta, di trattamento e smaltimento dei rifiuti strutturalmente inadeguato e inefficiente.

Pertanto, saranno poste in essere nei primi 18 mesi, di concerto con un management di AMA completamente rinnovato e di alta professionalità e con la cooperazione per quanto di competenza di ogni Ente e Istituzione interessata le seguenti azioni:

  • Nuova programmazione del fabbisogno impiantistico di Roma Capitale (trattamento e smaltimento) e azioni conseguenti, perché sia assicurata da subito, in tutti i periodi dell’anno, la copertura dell’intera produzione e per metter fine da subito allo stazionamento dei rifiuti nelle strade.
  • Riorganizzazione immediata dell’attuale servizio di spazzamento e raccolta stradale, con iniziativa di pulizia straordinaria di tutto il territorio per ripristinare il decoro urbano in città.
  • Patto per il lavoro con i lavoratori di AMA: riconoscimento della centralità delle risorse umane nella strategia di impresa accompagnata da un percorso di partecipazione ai processi organizzativi per la costruzione di un nuovo modello di collaborazione responsabile nel raggiungimento degli obiettivi della società
    • Garanzie per forme di lavoro sicure per i lavoratori
    • La partecipazione dei lavoratori alla stesura del piano industriale di medio periodo e le funzioni di controllo interne e dei meccanismi di trasparenza;
    • Azioni di riorganizzazione e mobilità interna per valorizzare le risorse esistenti;
    • La messa in trasparenza dei percorsi di carriere, della mobilità interna, delle progressioni attraverso un sistema di relazioni sindacali improntato all’efficientamento e alla tutela della legalità, per riabilitare agli occhi dei cittadini un’azienda troppo compromessa anche nell’immagine.
  • Avvio di partnership con ANAS S.p.A. al fine di ottenere l’utilizzo da parte di AMA di tutte le aree dismesse o non utilizzate dislocate lungo il GRA quale dotazione integrativa di servizio sul territorio (infrastruttura di logistica).
  • Attivazione di un massimo di 3 impianti di tritovagliatura, per pretrattare circa 1,000 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati al giorno, da attivare per il tempo necessario alla progettazione e realizzazione di nuovi impianti per il riciclo, con la conseguente riduzione del rifiuto indifferenziato.
  • Adozione di provvedimenti straordinari e urgenti per individuare e potenziare le aree nei diversi Municipi presso le quali (a) aprire piattaforme di stoccaggio e selezione del multi-materiale, (b) aprire nuovi centri di raccolta e centri di riuso; (c) espletare il servizio di trasbordo e trasferenza. Tali provvedimenti sono sono strategici al fine di garantire un:
  • Incremento immediato della raccolta differenziata, e costituiscono infrastruttura di logistica imprescindibile per l’efficientamento di tutti i servizi.
  • È urgente rendere coerente ed efficiente il servizio allo specifico territorio in cui la AMA opera. Per questo occorre strutturare l’AMA di Municipio: ovvero 15 sezioni aziendali dove manager di zona gestiscono con piena responsabilità e con dotazione di adeguate e sufficienti risorse il servizio nel territorio di competenza, con il controllo in tempo reale della sede centrale. Infatti, ciascuno dei 15 Municipi di Roma in cui AMA eroga i servizi di igiene urbana è assimilabile per dimensione e complessità ad un Comune italiano capoluogo di provincia.
  • Azione di mitigazione degli impatti degli impianti esistenti di AMA, come premessa per una migliore qualità della vita degli abitanti delle zone limitrofe.
  • Pubblicazione immediata della gara per la realizzazione dei due impianti di compostaggio con sezioni di digestione anaerobica, ampliando la capacità di trattamento a complessive 150.000 tonnellate/anno di rifiuti organici da differenziata.

Chiudere il ciclo dei rifiuti, per rendere Roma finalmente sostenibile

Accanto alle decisioni immediate da attuare in un arco temporale massimo di 18 mesi, si dovrà pianificare – chiedendo a tutti gli stakeholder di essere animatori e strumento di democrazia partecipata – una progettualità di medio periodo capace di dare una risposta definitiva e strutturale al ciclo dei rifiuti. In tale ottica di risultato sarà necessario:

  • un forte e rapido innalzamento della quantità e della qualità di materiali da avviare al riciclo attraverso la raccolta differenziata, in modo da dimensionare correttamente i diversi impianti post raccolta (vedi più avanti);
  • aumentare i centri di raccolta con l’obiettivo a regime di averne uno ogni 50.000 abitanti in prossimità dell’utenza;
  • potenziare gli impianti di Maccarese con sezioni di digestione anaerobica, con il duplice vantaggio di annullare le emissioni di odori e di valorizzare la materia organica;
  • il superamento dell’impianto di Rocca Cencia dopo avere individuato e reso operativa la soluzione definitiva impianto intermedio finalizzato al massimo recupero di materia da rifiuto urbano residuo da localizzare in un altro sito;
  • adeguamento dell’impianto AMA di selezione plastica e metalli con separatori ottici e introduzione sistemi di compattazione e filmatura dei diversi flussi per limitare odori, ingombro e per facilitare il trasporto;
  • la realizzazione di ulteriori impianti di selezione e valorizzazione degli altri materiali provenienti dalla raccolta differenziata (carta, plastica, vetro, metalli, materiali assorbenti). Si tratta di processi di selezione e miglioramento della qualità ai fini del conferimento ai rispettivi consorzi o direttamente alle filiere del recupero aumentandone il valore economico;
  • la progettazione, autorizzazione e affidamento per la realizzazione di ulteriori due impianti di compostaggio fino al completamento del fabbisogno comunale e di una bioraffineria, per produrre energia dai rifiuti;
  • l’individuazione delle discariche di servizio previste dal piano regionale di gestione dei rifiuti, per gestire gli scarti derivanti dagli impianti di trattamento, nella prospettiva di farne un uso sempre più limitato al completamento del nuovo piano di raccolta e della dotazione impiantistica;
  • la realizzazione di stazioni di trasferenza di rifiuti urbani indifferenziati e di rifiuti da raccolta differenziata – almeno una per quadrante – al fine di depositare temporaneamente i rifiuti raccolti, abbancarli e per il conseguente prelievo da automezzi di maggiori capacità che permettono di ridurre le distanze di traporto e di superare temporaneamente situazioni di emergenze nella raccolta;
  • un piano di prevenzione dei rifiuti per promuovere tutti i comportamenti virtuosi che permettano la riduzione a monte dei rifiuti (acquisti senza imballaggi, eliminazione usa e getta, consumo di acqua di rubinetto, ecc.);
  •  centri per la riparazione e il riuso affidati a cooperative di soggetti svantaggiati debitamente formati.

AMA che funziona per una città pulita

Oltre a rimuovere i rifiuti e gestirne il ciclo, bisogna pulire la città. Per questo le nostre azioni sono:

Riprogettare i servizi di igiene ambientale, grazie all’AMA di Municipio, per configurarli alle forti differenze tra i Municipi, alla loro specificità e alla diversa gestione della fase di trattamento e valorizzazione dei rifiuti raccolti, finalizzando questa attività all’implementazione della raccolta differenziata.

Per ottenere questo risultato sarà necessario:

  • Estendere in forma massiccia per le utenze domestiche la raccolta dei rifiuti organici che costituiscono circa il 30% del totale dei rifiuti (attualmente la raccolta è ferma al 12- 13% della produzione totale);
  • “Ampliare per le utenze domestiche la raccolta di carta e plastica, quest’ultima in particolare molto deficitaria;
  • Aumentare il numero di centri di raccolta rifiuti per i cittadini. Queste strutture leggere, se ben gestite arrivano ad intercettare oltre il 40% dei rifiuti riciclabili, ne deriva una forte riduzione degli oneri di servizio di raccolta e trasporto;
  • Riprogettare il servizio attraverso un’approfondita analisi del territorio per ridisegnare i cosiddetti “giri” e il modello di raccolta in base alla conformazione dei quartieri, compito dell’Ama di ciascun Municipio;
  •  Utilizzare le nuove tecnologie disponibili per dotare AMA di una centrale operativa che gestisca i flussi di raccolta;
  • Rafforzare la raccolta ‘porta a porta’ ottimizzando l’impegno a carico dei cittadini e le giornate di conferimento;
  • Riprogettare il sistema di raccolta differenziata introducendo, ad integrazione delle raccolte porta a porta, cassonetti intelligenti che permettano l’apertura, solo da parte dei cittadini identificati tramite tessera. Ciò consentirà l’introduzione progressiva del sistema di tariffazione puntuale (TARIP) quale strumento per incentivare la riduzione della produzione di rifiuti e potenziare l’invio a riciclo delle diverse frazioni differenziate, secondo il principio “chi fa meno rifiuti produce e fa più differenzia, meno paga”;
  • Promozione di una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per promuovere la raccolta differenziata;

  • Avviare una collaborazione tra AMA, ENEA ed ACEA, ciascuna per quanto di competenza, per
    • creare sinergie essenziali al fine di progettare, realizzare e gestire i nuovi impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti di Roma Capitale descritti sopra;
    • progettare la riduzione dei fattori di emissione per KM percorso nell’ambito dei servizi di igiene urbana dai mezzi di trasporto mediante interventi di investimento tecnologico (veicoli elettrici) e di realizzazione di una rete infrastrutturale di distribuzione di ricarica dei veicoli elettrici su tutto il territorio nonché per la progettazione di un sistema di trasporto sempre nell’ambito dei servizi di igiene urbana che faccia uso di combustibili a basso impatto ambientale;
    • i possibili sbocchi della partnership tra AMA e ACEA saranno attentamente valutati sotto il profilo della efficienza industriale e della sostenibilità economica.
  • Avviare una collaborazione tra Roma Capitale, E-Geos e l’Agenzia Spaziale Italiana per l’utilizzazione della tecnologia satellitare e di ogni altra avanzata tecnologia per il monitoraggio dei depositi illegali dei rifiuti nel territorio di Roma Capitale con l’obiettivo della repressione e prevenzione di tali illecite attività.

Linee programmatiche 2021-2026 per il governo di
Roma Capitale
(approvate dall’Assemblea Capitolina il 19 novembre 2021)

scarica Le Linee Programmatiche del Sindaco Gualtieri

2.4 Una città pulita

Roma attualmente produce ogni anno circa 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, il 60% del totale prodotto nella Regione Lazio, con una percentuale di raccolta differenziata ferma al 43,8%, lo stesso valore del 2016. Quest’ultimo risulta essere un dato particolarmente importante, perché significa maggiori quantitativi di rifiuto indifferenziato da conferire negli impianti di trattamento meccanico-biologico e di conseguenza maggiori scarti di lavorazione da inviare agli impianti che chiudono il ciclo, termovalorizzatori e discarica, con innalzamento dei costi di gestione.

L’insufficiente dotazione di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani fa sì che ogni giorno circa 1.000 tonnellate di rifiuti vengono spediti in impianti situati in altri comuni o anche fuori Regione, con un costo molto elevato e una situazione di dipendenza dalla quale derivano una costante incertezza e disservizi nella regolarità del servizio di raccolta, con le conseguenze che tutti conosciamo.

Per restituire decoro e dignità alla città, oltre che un ambiente salubre in cui vivere alle romane e ai romani, intendiamo perseguire il duplice obiettivo di affrontare le criticità più urgenti e pianificare e realizzare un sistema di gestione integrata dei rifiuti autosufficiente, tecnologicamente avanzato, basato sui principi dell’economia circolare, cogliendone appieno i benefici ecologici ed economici e portandola a livelli di eccellenza rispetto alle altre grandi capitali d’Europa.

I risultati che intendiamo conseguire, anche grazie alle risorse del PNRR, sono un

tangibile aumento della raccolta differenziata, la realizzazione di impianti all’avanguardia

e la riduzione della TARI, che a Roma è tra le più alte del Paese.

Già prima della presentazione di queste linee programmatiche, è partito un Piano

straordinario di pulizia della città di tipo “integrato”, i cui capisaldi (aumento delle risorse

dedicate, sinergia tra differenti interventi anche sulle caditoie, sulla potatura delle alberature e sull’illuminazione pubblica, accelerazione delle procedure e coordinamento permanente dei soggetti coinvolti) saranno successivamente messi a regime nella gestione ordinaria attraverso il coordinamento di più Assessorati.

Per mantenere pulita la città, rilanceremo AMA, a fianco di un nuovo management. AMA cambierà la propria struttura, rafforzando la sua articolazione territoriale a livello di Municipio, riprogettando i servizi di igiene ambientale sulla base delle caratteristiche e delle specificità di ciascun territorio.

Il rilancio dell’azienda dovrà affiancarsi alla chiusura del ciclo dei rifiuti, che passa non solo dall’aumento della raccolta differenziata ma dall’aumento dei centri di raccolta, potenziamento degli impianti che lo richiedono, realizzazione di ulteriori impianti di nuova generazione, da nuove modalità di raccolta e da una collaborazione crescente con le altre aziende municipalizzate.

La programmazione del fabbisogno impiantistico di Roma Capitale (trattamento e smaltimento) e azioni conseguenti, è decisiva per assicurare, nel tempo più breve possibile, la copertura dell’intera produzione di rifiuti cittadina. A riguardo, tra le misure che prevediamo, figurano:

  •  l’estensione della raccolta del rifiuto organico per le utenze domestiche;
  •  la realizzazione di impianti di tritovagliatura per il pretrattamento dei rifiuti indifferenziati, da attivare per il tempo necessario alla progettazione e realizzazione di nuovi impianti per il riciclo;
  •  l’avvio della gara per la realizzazione dei due impianti di compostaggio con sezioni di digestione anaerobica, per ampliare la capacità di trattamento di rifiuti organici da differenziata;
  •  il potenziamento degli impianti di Maccarese con sezioni di digestione anaerobica, con il duplice vantaggio di annullare le emissioni di odori e di valorizzare la materia organica;
  •  la progettazione, autorizzazione e affidamento della realizzazione di ulteriori due impianti di compostaggio fino al completamento del fabbisogno comunale e di almeno una bioraffineria, per produrre biocarburanti, idrogeno o nuovi materiali dai rifiuti;
  •  il potenziamento della capacità di incenerimento a partire dal sito Acea di San Vittore;
  •  l’individuazione delle discariche di servizio previste dal piano regionale di gestione dei rifiuti;
  •  la realizzazione di stazioni di trasferenza dei rifiuti urbani indifferenziati e dei rifiuti da raccolta differenziata – almeno una per quadrante – al fine di depositare temporaneamente i rifiuti raccolti.

NOTE

(*) REGIONE LAZIO – Il nuovo piano dei rifiuti

BUR n. 116 del 22/09/2020 – Supplemento 1 (14.86 MB) Document Deliberazione del Consiglio Regionale 5 agosto 2020, n. 4 – PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI DELLA REGIONE LAZIO (14.57 MB)

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