Difendiamo le attività economiche ma non a discapito del pubblico interesse
Autore : Redazione
Foto P.Gelsomini
Paolo Gelsomini fa il punto sulla situazione delle regole per le OSP (Occupazione Suolo Pubblico) per gli esercizi commerciali, alla luce di una Mozione appena approvata dall’Assemblea Capitolina che, per varare misure di sostegno a quelle attività produttive danneggiate dall’emergenza sanitaria in corso, in particolare ristoranti e locali di somministrazione, intende rimettere in discussione il regolamento approvato solo pochi mesi fa, ampliando gli spazi pubblici a disposizione di chi già li ha in uso e offrendoli a chi non ne ha mai usufruito.
La questione occupazioni di suolo pubblico ai tempi del Coronavirus
di Paolo Gelsomini
E’ tornato improvvisamente in auge il tema dell’occupazione dello spazio pubblico e c’è il pericolo di deroghe di fronte all’emergenza economica causata dal Coronavirus, mentre occorrerebbe applicare con equilibrio la delibera recentemente approvata (1) sulla modifica del vecchio Regolamento del Comune di Roma.
Antefatto: il vecchio Regolamento in materia di Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP) era costituito dalla Delibera di Assemblea Capitolina n 39 del 2014 (2) e prevedeva due discipline:
1)una disciplina ordinaria per tutto il territorio che regolava le occupazioni di sedie, tavoli, pedane in base a misure compatibili con le disposizioni di Leggi e Regolamenti e soggette a speciali prescrizioni comunali sui temi del decoro, della viabilità e della sicurezza e della Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune per le strade vincolate.
2) una disciplina straordinaria per l’area della “Città Storica” dove i Municipi interessati potevano adottare misure più stringenti al fine della tutela dei luoghi attraverso Piani di Massima Occupabilità (PMO) subordinando il rilascio di concessioni di suolo pubblico alle prescrizioni di appositi piani redatti e approvati dai Municipi della Città Storica che individuavano la massima occupabilità delle aree di propria competenza.
Ma con l’approvazione in Aula Giulio Cesare della delibera n.91 del 5 dicembre 2019 (1) di modifica del Regolamento OSP, presentata dal presidente della Commissione comunale commercio Andrea Coia, sono stati modificati alcuni articoli e commi della delibera 39/2014 sul Regolamento comunale sulle Occupazioni di suolo pubblico e sui Piani di Massima Occupabilità.
In particolare è stata sottratta ai Municipi della Città Storica la possibilità di redigere Piani di massima occupabilità nelle aree di propria competenza. Con questa modifica è stata assegnata alla Giunta Capitolina la facoltà di approvare tutti i PMO. Quindi il Comune, secondo quanto contenuto nella nuova delibera, ha totale potere di gestione delle OSP e dei PMO, sia di quelli che già erano di sua competenza (piazze storiche) che dei piani di massima occupabilità sottratti ai Municipi della Città Storica tra i quali assume particolare rilevanza il primo Municipio.
Inoltre, con deliberazione di Giunta Capitolina, l’Amministrazione comunale adesso può stipulare convenzioni ed approvare specifici progetti presentati da operatori commerciali, con la previsione della compensazione totale o parziale del canone ovvero l’ampliamento della superficie già contemplata nei Piani di massima occupabilità a fronte dell’effettuazione di prestazioni di pubblico interesse o utilità sociale il cui valore è determinato nella convenzione stipulata.
L’istituzione pubblica, anche se ovviamente sarà chiamata ad approvare i progetti presentati dai privati, di fatto cesserà di progettare autonomamente spazi pubblici e di operare interventi urbani di trasformazione di preminente interesse pubblico per cedere il passo a proposte degli operatori commerciali senza che siano state definite linee guida per orientare i progetti stessi.
Dal giorno dell’approvazione della delibera presentata dal Presidente Coia fino ad ora la vicenda è restata abbastanza silente, fino a esplodere lo scorso 8 aprile, proprio nel pieno dell’emergenza Coronavirus, con l’approvazione di una mozione in Assemblea Capitolina (3) presentata dal gruppo del M5S (a firma Coia e Pacetti) con cui si chiede il riesame dei PMO, il ripristino delle occupazioni di suolo pubblico non in contrasto con il pubblico interesse, la collocazione di pedane sulla viabilità locale con idonee protezioni, la costituzione di una task force che rivisiti tutte le OSP in modo tale da dare la priorità alla concessione delle occupazioni che potrebbero garantire l’esistenza delle attività produttive, l’attivazione per il pronto esame e valutazione dei progetti di riqualificazione presentati dai privati che includano anche la rivisitazione delle occupazioni di suolo pubblico.
Il testo della mozione, ha ricevuto 29 voti favorevoli (M5S e opposizioni), mentre il Partito Democratico si è astenuto con il voto contrario del consigliere Corsetti.
Tutta l’operazione è stata giustificata con l’intento di ridare impulso al settore economico in questo particolare momento critico.
Il commento: già la delibera approvata il 5 dicembre dall’Aula Giulio Cesare consentiva la revisione dei PMO e la loro approvazione da parte della Giunta capitolina – e non più dei Municipi della Città Storica – e già prevedeva la stipula di convenzioni con i privati a supporto della presentazione di progetti di riqualificazione con possibili ampliamenti dei PMO già concessi o in itinere da valutare ed approvare con deliberazione della Giunta capitolina.
Quindi, non c’era nessun bisogno di approvare una mozione che di fatto apre a deroghe rispetto alla stessa delibera che ha modificato il Regolamento comunale in materia di OSP.
La delibera citata ha bisogno piuttosto di fissare i criteri per la redazione ed approvazione dei PMO passati interamente sotto il controllo della Giunta capitolina. Il primo Municipio aveva deliberato una serie di criteri che hanno guidato l’istituzione di prossimità a varare i PMO che erano sotto il suo controllo. Si può dissentire dall’operato del Municipio ma quei criteri c’erano. Ora, con il controllo sui PMO passato al Comune, quei criteri non si vedono.
Ma non si vedono neanche le linee guida che dovrebbero indirizzare i progetti di riqualificazione presentati dai commercianti al Campidoglio per essere poi approvati dalla Giunta. La natura e la finalità di una riqualificazione e di ogni trasformazione urbana debbono rappresentare fatti pubblici e non privati, con caratteristiche di pubblica utilità. Poi, all’interno di precise linee guida progettuali si possono inserire le proposte dei privati, non prima. Solo allora la Giunta potrà valutare sia il progetto in base a linee e criteri prefissati di pubblica utilità, che le relative convenzioni pubblico-privati.
Un’ultima riflessione: l’emergenza economica non può portare a deroghe in materia di sicurezza stradale, fruibilità degli spazi pubblici, decoro urbano e salvaguardia dei Beni culturali.
Anche per questo ci aspettiamo una presa di posizione degli organi comunali e statali preposti alla tutela dei Beni culturali della Città.
20 aprile 2020
Paolo Gelsomini
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
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