Un primo dossier del gruppo di lavoro urbanistica di Carteinregola sulla Proposta della A.S. Roma di realizzare il nuovo stadio a Pietralata, che integreremo con ulteriori approfondimenti. L’obiettivo non è contrastare il progetto, ma sollecitare l’Amministrazione, e in particolare l’Assemblea Capitolina, affinchè siano introdotte nella Proposta di Deliberazione che conferisce l’interesse pubblico al progetto ulteriori condizioni per il proponente e sia avviata la consultazione della cittadinanza prima del via libera allo Studio di fattibilità, che ci sembra lasciare pochi margini alle modifiche, soprattutto per quanto riguarda la parte pubblica al servizio del quartiere e della città.
Stadio della Roma a Pietralata, il dossier con le osservazioni di Carteinregola
Dossier a cura del gruppo di lavoro urbanistica di Carteinregola (redatto a cura di di Anna Maria Bianchi, Maria Ioannilli, Cristina Lattanzi, Paola Loche, Giancarlo Storto, Rita Paris, Thaya Passarelli, Maurizio Russo, Vezio De Lucia)
SINTESI
La scelta dell’area per il nuovo complesso sportivo di A.S.Roma nel IV Municipio, accanto alla nuova Stazione Tiburtina e alla linea della metro B, e l’esclusione di edificazioni supplementari per il raggiungimento dell’equilibrio economico, elimina molte delle obiezioni che avevamo sollevato riguardo il progetto dello Stadio a Tor di Valle. Tuttavia persistono molte criticità, come emerge anche dai pareri rilasciati dagli enti che hanno partecipato alla Conferenza dei servizi preliminare sullo Studio di fattibilità presentato da A.S. Roma[1], e come evidenziamo nel presente dossier.
Carteinregola non è contraria al progetto, ma intende sollecitare l’Amministrazione, e in particolare l’Assemblea Capitolina, affinchè siano introdotte nella Proposta di Deliberazione[2]che conferisce l’interesse pubblico al progetto ulteriori condizioni per il proponente e sia avviata la consultazione della cittadinanza prima del via libera allo Studio di fattibilità, che ci sembra lasciare pochi margini alle modifiche, soprattutto per quanto riguarda la parte pubblica al servizio del quartiere e della città.
Considerando che non si tratta solo di un impianto sportivo che entrerà in funzione durante le partite della Roma, ma che le destinazioni d’uso dello Stadio, che il proponente prevede che possa ospitare un numero di spettatori che può raggiungere i 55.000 ampliabile a 62.000 sono “Impianto sportivo/ intrattenimento”, che vuol dire che non si limiteranno a eventi sportivi (oltre ai vari tipi di gare sportive e competizioni internazionali) ma comprenderanno anche eventi tout court, come concerti e altre iniziative di intrattenimento di massa, in orari e giorni della settimana variabili e non solo serali e festivi [3].
La Conferenza dei Servizi preliminare sullo Studio di Fattibilità si è conclusa “con esito positivo subordinatamente al verificarsi di tutte le prescrizioni/condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto”, indicate dagli “enti, aziende e gestori pubblici servizi” “espresse nelle determinazioni/pareri allegati al verbale della Conferenza medesima”, e “parte integrante” della Proposta di delibera approvata dalla Giunta capitolina[4]. Condizioni “che il Proponente dovrà rispettare nella stesura del progetto definitivo, insieme alle ulteriori condizioni che dovessero emergere come necessarie in sede di Conferenza di Servizi decisoria”[5].
Rappresentanti istituzionali e amministrativi, nel corso di Commissioni capitoline[6],hanno assicurato che in questa fase sono ancora da definire nel dettaglio gli aspetti economici, compresi quindi quelli che si renderanno necessari per l’adempimento delle prescrizioni/condizioni. Tuttavia riteniamo che alcune soluzioni alle problematiche sollevate dagli enti preposti – in particolare quelle legate alla mobilità e ai parcheggi – debbano essere inserite esplicitamente nella delibera come “opere pubbliche e strumentali a carico del richiedente” che saranno individuate dai tavoli tecnici tra le “condizioni necessarie per la fattibilità dell’intervento e di riconoscimento del pubblico interesse”[7].
Inoltre destano la nostra preoccupazione alcuniaspetti che possono avere consistenti ricadute economiche sul progetto e che non sono stati citati, né nei pareri, né nel Verbale di chiusura della Conferenza dei servizi, né nella Proposta di delibera, che quindi molto difficilmente potranno essere introdotti o modificati in seguito. Ci riferiamo in particolare al verde urbano, che nonostante nello Studio di fattibilità sia definito come “Un vero e proprio polmone verde per l’intera città di Roma”[8], a giudicare dalla documentazione pubblicata sul sito del Dipartimento Urbanistica, rischia di esserlo assai poco.
Innanzituttoperché viene ridotta la superficie complessiva delle aree a verde rispetto alle previsioni vigenti: secondo il Dipartimento Urbanistica “… in merito alla dotazione pari a 77.000 mq di P.P. [il Piano Particolareggiato vigente]la proposta prevede una quota di riduzione di superficie del verde urbano pari a circa 29.000 mq, 54.000 mq restanti…”[9].
In secondo luogo perché la superficie verde dei due “parchi” – il “Parco sportivo” intorno allo Stadio e il “Parco centrale” pubblico – è ricavata dallasomma di tanti “pezzi” staccati, come quelli del Parco sportivo, che si trovano nell’area di sicurezza recintata (aperta quando non ci sono eventi a pagamento) che circonda l’impianto, dove le norme però prescrivono che non ci siano ostacoli visivi [10]. Ma neanche nel Parco centrale si prevede una superficie verde continua, visto che nello Studio di fattibilità sono inseriti, oltre ad alcuni impianti “aperti” ai cittadini – parco giochi, playground, campi da pallacanestro – diversi impianti sportivi – 5 campi da tennis (1565 mq), 5 campi da padel (1200 mq), campi da calcetto a 5 (2772mq) – la cui gestione dovrebbe essere concessa dal Comune a privati, seppure con prezzi calmierati per i residenti meno abbienti – più una piazza per eventi all’aperto di 2000 mq e un suo inspiegabile doppione, un anfiteatro all’aperto di 3500 mq [11].
Un progetto da questo punto di vista assai poco ecologico, dato che non si realizza nell’area quella continuità vegetazionale raccomandata dagli addetti ai lavori e anche dalle Linee guida del Ministero dell’Ambiente[12] per consentire di equilibrare lo sviluppo edilizio con la presenza di spazi verdi, favorire lo sviluppo sostenibile e la conservazione della biodiversità, oltre a contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici. A tal fine l’organizzazione spaziale delle nuove realizzazioni a verde deve “perseguire il massimo accorpamento delle aree”[12] evitando frammentazione e collocazioni residuali delle singole superfici, garantendo così un’adeguata funzionalità ecologica.
Nelle aree urbane ad alta densità come il quartiere Tiburtino è ancora più importante che tali raccomandazioni siano applicate nella progettazione. E vogliamo sottolineare che tali scelte sono state anche finora assai poco partecipate, visto che le destinazioni del parco pubblico a nostro avviso dovrebbero essere decise insieme alla cittadinanza del quartiere.
Su questi aspetti, lo sottolineiamo ancora una volta, non abbiamo trovato indicazioni né nella Proposta di delibera, né negli elaborati allegati, tra i quali è compreso il parere del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma [13], in cui non è presente una valutazione del progetto per quanto riguarda le sistemazioni a verde, ma soltanto prescrizioni chesi rifanno in generale alla rispondenza del progetto alle norme vigenti in ambito di verde urbano, con la conseguenza che sono completamente assenti anche eventuali condizioni vincolanti per il proponente.
Anche gli aspetti della mobilità e della sosta presentano notevoli criticità segnalate nei pareri e nel Verbale conclusivo della Conferenza dei servizi. Infatti, nonostante la localizzazione a Pietralata possa apparire un “atout” per la mobilità, sia le previsioni per quanto riguarda il trasporto pubblico – Metropolitana, linee tramviarie e bus, collegamenti ferroviari – sia per quanto riguarda la dotazione di parcheggi, secondo gli enti preposti sono decisamente inadeguati per gli obiettivi trasportistici che si intendono raggiungere, e anzi, richiederanno il potenziamento delle infrastrutture con i relativi costi [14].
Vogliamo fin d’ora far presente che riteniamo che i parcheggi per le auto private degli utenti dello stadio, se insufficienti, non possano essere computati nei parcheggi di scambio, costruiti per l’uso pubblico per le esigenze dei cittadini romani, e allo stesso modo riteniamo che non si possa comprimere il servizio di trasporto pubblico per garantirlo agli utenti/clienti dello stadio.
Per questo chiediamo che sia esplicitamente inserito nella Delibera che sono “opere pubbliche e strumentali all’intervento” “a carico del richiedente” “la cui realizzazione costituisce condizione necessaria per la fattibilità dell’intervento e di riconoscimento del pubblico interesse” tutti i “necessari interventi di adeguamento e potenziamento del sistema di trasporto pubblico e privato” che dovessero essere individuati dal “tavolotecnico congiunto”di Roma Capitale Atac RSM RFI FSV Regione Lazio e soggetto proponente in funzione della sostenibilità del nuovo Stadio e delle strutture ad esso collegate.Opere come gli eventuali parcheggi supplementari, da realizzare in aggiunta ai nodi di scambio anche in stazioni più periferiche, o come l’aumento delle vetture della metropolitana e l’adeguamento della segnaletica della linea “B”, o come gli interventi sulla viabilità, senza che Roma Capitale debba concedere al proponente compensazioni o altre utilità in funzione del raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario.
Inoltre riteniamo necessario un impegno da parte degli enti locali – Comune, Regione – per l’avvio di quelle opere, come il prolungamento della Metro B a Casal Monastero e altri interventi , che da tempo immemorabile sono negli elenchi delle opere pubbliche previste e mai realizzate.
Infine teniamo a segnalare che la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, in relazione alla tutela archeologica non ha espresso parere sullo Studio di fattibilità,con la motivazione che “questo Ufficio non dispone di elementi sufficienti per potersi esprimere sulla fattibilità del progetto e potrà addivenire all’espressione di un parere a riguardo solo a seguito dell’espletamento delle …indagini [archeologiche preliminari]”[15]. Invece la Sovrintendenza Capitolina [16] ha ritenuto “fondamentaleper poter esprimere un parere favorevole del progetto nella successiva fase definitiva il rispetto delle condizioni previste dalla Carta della Qualità del Piano Regolatore Generale”[17]. Entrambe hanno sottolineato come l’area, che nello Studio è definita di rischio archeologico “minimo” e “moderato”, sia invece da considerarsi “a rischio archeologico medio-alto” (Soprintendenza) e che “non corrisponde alla complessa ricca serie di emergenze archeologiche riscontrate in tutta l’area” (Sovrintendenza). E lascia alquanto perplessi, proprio sulla scorta di tali pareri, che il proponente abbia inserito nella Bozza di Schema di Convenzione il rischio archeologico tra gli “eventi, imprevisti e imprevedibili”, modificando lo schema della “Guida alle pubbliche amministrazioni per la redazione di un contratto di concessione per la progettazione, costruzione e gestione di opere pubbliche in partenariato pubblico privato” redatto dall’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) [18] e che, nella risposta alle note del Dipartimento Urbanistica abbia dichiarato che “lo schema ANAC contiene suggerimenti redazionali che non vincolano le parti.”[19]
Di seguito due premesse generali, una disamina del progetto e del suo iter, e i capitoli sul verde, sulla mobilità e parcheggi, e sulle indagini archeologiche preliminari, sulla base dei dati e delle prescrizioni dai pareri rilasciati dagli enti preposti in occasione della conferenza dei servizi preliminare, con alcune osservazioni conclusive del gruppo di lavoro di Carteinregola.
PERCHE’ UNO STADIO SOLO DELLA ROMA?
Cominciamo però da una domanda che nessuno sembra porsi, cioè quanto sussista una effettiva necessità, non tanto di un nuovo stadio – quello attuale al Foro italico è sicuramente inadeguato alle attuali esigenze, a cominciare dalla sicurezza – ma di un nuovo stadio da affidare a una sola squadra, aprendo alla probabile ulteriore proposta, prevista anche dalle normative sugli stadi, della richiesta di un ulteriore impianto per l’associazione sportiva della Lazio, già ampiamente annunciata (e magari per ulteriori impianti per associazioni di altre specialità sportive) con il relativo consumo di suolo e impatti sul quadrante interessato, generati dalle partite ma anche dalle inevitabili attività collegate, giustificate dalla sostenibilità economica degli investimenti. Come per il progetto Pietralata, che presuppone l’utilizzo dello stadio “un‘infrastruttura per ospitare le partite in casa del Club, eventi sportivi sia calcistici che di altre discipline (e.g. boxing), concerti e manifestazioni di massa, con l’obiettivo di diventare un luogo attivo e di incontro per tutta la Città non solo in occasione delle partite ma, 7 giorni su 7 durante tutto l’anno”[20]. Trattandosi di un terreno in gran parte pubblico, di proprietà di Roma Capitale, forse prima di consegnarlo a una sola società sportiva privata sarebbe stato necessario fare qualche considerazione in più su ipotesi condivise tra più società. E resta del tutto irrisolto il ruolo da assegnare in futuro allo Stadio Olimpico: in mancanza della sostenibilità economica attualmente assicurata dall’utilizzo da parte della/e squadra/e calcistica/e, l’impianto, di sicuro valore architettonico, potrebbe subire un lento e costante degrado (cfr. Lo Stadio Flaminio), un declino certo, se sin da subito non se ne prevede una collocazione tale da garantire un impiego non episodico ed economicamente remunerativo.
PRESCRIZIONI DEGLI UFFICI E INTEGRAZIONI DEL PROPONENTE: ACHILLE E LA TARTARUGA
Carteinregola ha seguito attivamente la vicenda dello stadio della Roma a Tor di Valle, partecipando e intervenendo alla conferenza dei servizi decisoria indetta dalla Regione Lazio e inserendo nel proprio sito una approfondita cronologia con tutti i materiali, oltre a predisporre dossier e scrivere decine di articoli [21].
Avevamo molti motivi di contrarietà per quel progetto, sia per quello iniziale avanzato nel corso della consigliatura di Ignazio Marino, sia per quello modificato durante la consigliatura Raggi [22].
Ma al di là delle criticità principali da noi allora individuate, che sono superate in parte dall’attuale impostazione e collocazione della nuova proposta della As Roma a Pietralata, non possiamo fare a meno di rimarcare quello che ci sembra un “vizio di fondo” che accomuna a monte i due progetti. Il rischio, ampliato dalle procedure previste, prima dalle precedenti “leggi sugli stadi”[23], poi dalla nuova legge che ne mantiene le stesse caratteristiche[24], è che si riproponga lo stesso meccanismo “Achille e la tartaruga”[25] che abbiamo già visto srotolarsi per mesi – anzi anni – per il progetto di Tor di Valle, che è il seguente: l’Assemblea Capitolina conferisce il pubblico interesse fissando delle condizioni “sine qua non” (sine quibus non) per la realizzazione del progetto, ma il progetto – già dal Piano di fattibilità – presenta delle criticità; gli uffici le segnalano e chiedono integrazioni e soluzioni progettuali al proponente, che le risolve solo in parte, ma tutto viene rimandato alla maggiore definizione della progettazione successiva; gli uffici mandano quindi avanti il progetto, riproponendo prescrizioni per lo step successivo – il progetto definitivo -, ma anche in questa fase gli enti preposti continuano a segnalare la non risoluzione di alcuni problemi e introducono ulteriori prescrizioni e raccomandazioni, fino a oltrepassare il punto di non ritorno – l’approvazione al temine della conferenza decisoria[26] – in cui si rimandano al progetto esecutivo le soluzioni alle criticità ancora irrisolte[27]. Come sarebbe andata a finire per Tor di Valle non sappiamo, visto che l’iter del progetto si è prematuramente interrotto[28]
Nella Proposta di Deliberazione approvata dalla Giunta [3] è stata prevista una consultazione pubblica che, in sede di Commissioni capitoline [6], è stata descritta come una fase di circa 4 mesiche verrà promossa dopo l’approvazione della Delibera e prima dell’apertura della Conferenza dei servizi decisoria, in modo che le risultanze possano essere recepite nel Progetto definitivo del proponente.
Esprimiamo apprezzamento per la scelta dell’Amministrazione di non applicare, come richiesto dal proponente[29] la deroga al dibattito pubblico previsto dal Codice dei contratti in seguito alla pandemia [30] e ci auguriamo che, oltre a realizzare l’annunciata consultazione, si impegni ad avviare un vero processo partecipativo per individuare le aspettative e i bisogni della cittadinanza del quartiere, offrendo ai cittadini la possibilità non solo di esprimersi ma di poter intervenire sulla proposta, possibilmente prima di arrivare a un “punto di non ritorno” che non consente più di modificare le scelte iniziali, a causa delle ricadute economiche sul piano economico finanziario del proponente. E quindi, per quanto riguarda il progetto del Parco centrale, prima dell’approvazione della Delibera che conferisce il pubblico interesse allo Studio di fattibilità e, a maggior ragione, prima della progettazione definitiva.
“Quale interesse pubblico soddisfa il progetto?” questa è la domanda che sempre ci poniamo, dove per interesse pubblico si intendono vantaggi per tutti i cittadini, e non solo per i più abbienti (o per i tifosi) in grado di usufruire di servizi e spazi a pagamento. E riteniamo che la giusta valutazione dell’indotto sullo sviluppo economico e dell’incremento dei posti di lavoro dovrebbe trovare un punto di equilibrio con i diritti dei residenti e con la tutela dell’ambiente. La drammatica emergenza climatica non consente più compromessi: non si può continuare sul doppio binario dei convegni e delle campagne mediatiche sui social invocando riforestazione e interventi ecosostenibili, da un lato, e della progressiva impermeabilizzazione del suolo e della riduzione di spazi verdi – coltivati o spontanei – dall’altro. Né parlare di “cura del ferro” e promuovere un progetto che rischia di comprimere il servizio già insufficiente della mobilità cittadina.
E’ tempo di scelte chiare, in ogni occasione, anche nella costruzione di uno Stadio.
Nota: il presente dossier è stato elaborato attraverso la disamina dei documenti e degli elaborati citati nelle note. Siamo a disposizione per integrazioni,correzioni e precisazioni che dovessero pervenirci: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(*) Il dossier è stato redatto a cura di di Anna Maria Bianchi, Maria Ioannilli, Cristina Lattanzi, Paola Loche, Giancarlo Storto, Rita Paris, Thaya Passarelli, Maurizio Russo, Vezio De Lucia
[2]Proposta di Deliberazione che si sottopone all’approvazione Dell’Assemblea Capitolina Dichiarazione di pubblico interesse – con condizioni, prescrizioni e raccomandazioni- della proposta pervenuta agli atti del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, prot. QI 162711/162731 del 3.10.2022, da parte dell’A.S. Roma S.p.A., ex art. 1 co. 304 della legge n. 147/2013 e art. 62 del DL 50/2017 convertito con modificazioni dalla legge 96/2017 – attualmente disciplinata dal D.Lgs. 38/2021. scarica la delibera
secondo il parere del PAU scarica Parere Dipartimento Urbanistica 10 gennaio 2023 21-Determinazioni PAU (f.to Pdf – Mb 18,1) [l’assunto che l’impianto sportivo funzioni solo nei match-day delle partite di calcio] “sembra essere discordante nelle varie descrizioni rispetto all’integrazione nell’infrastruttura stadio di funzioni quali aree Hospitality e MICE, ricettive, benessere e intrattenimento e ad esempio un Museum che tra quelle commerciali, che si presume funzionino anche nelle restanti parti della giornata dei match -day e nei restanti giorni dell’anno“
[4] Scarica il Verbale conclusivo della Conferenza dei servizi preliminare Verbale conclusivo CdS 05- 00 (f.to Pdf – Mb 9,4)
[5] La conferenza dei servizi decisoria, da svolgersi in sede regionale, avrà per oggetto il progetto definitivo (> vai alla pagina con la ricostruzione dell’iter che dovrà seguire il procedimento secondo le normative vigenti)
[6] Nel corso delle Commissioni congiunte Urbanistica Sport del 15 marzo 2023 su Proposta deliberazioneStadio Pietralata con ODG: audizione dei Comitati di Quartiere e Associazioni di cittadini sulla proposta di Deliberazione prot. n. RC/ 3591/2023 recante: ” Nuovo Stadio di calco in Roma, località Pietralata – studio di fattibilità. Dichiarazione di pubblico interesse (…) (> vai al sito con le commissioni in diretta)
[7] “la Conferenza di Servizi preliminare è finalizzata a indicare al richiedente, prima della presentazione… di un progetto definitivo, le condizioni per ottenere, … i necessari pareri, intese, concerti, nulla osta, autorizzazioni, concessioni o altri atti di assenso. Le amministrazioni coinvolte esprimono le proprie determinazioni sulla base della documentazione prodotta dall’interessato. […] Nelle procedure di realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, la conferenza di servizi si esprime sul progetto di fattibilità tecnica ed economica, al fine di indicare le condizioni per ottenere, sul progetto definitivo, le intese, i pareri, le concessioni, le autorizzazioni, le licenze, i nullaosta e gli assensi… richiesti dalla normativa vigente”. L’iter del progetto dello Stadio a Pietralata è cominciato “ai sensi dell’articolo 1, comma 304, della Legge 147/2013, [vigente fino al 31 dicembre 2022] e dell’articolo 62 del Decreto Legge n. 50/2017, convertito con modificazioni dalla Legge 96/2017, [anche questo vigente fino al 31 dicembre 2022]; dal primo gennaio 2023 si è invece passati al regime previsto dalla Nuova Legge Stadi D. Lgs. 38/2021 “che verrà applicata per le successive fasi della procedura autorizzativa dell’intervento in oggetto” con l’esplicito richiamo alla sostanziale continuità con le norme precedenti.
[12] E’ infatti prioritario, come anche raccomandato nelle “Linee guida per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” (25 maggio 2017) del Ministero dell’Ambiente, che l’organizzazione spaziale delle nuove realizzazioni a verde debba perseguire il massimo accorpamento delle aree evitando frammentazione e collocazioni residuali delle singole superfici, garantendo così un’adeguata funzionalità ecologica. ( Capitolo 3.1 – CRITERI PER LA REALIZZAZIONE DELLE AREE VERDI https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/comitato%20verde%20pubblico/linee_guida_finale_25_maggio_17.pdf
[13] Vedi Parere del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale del 10 gennaio 2023 scarica il parere dal sito del Dipartimento Urbanistica 22-Dip. Ambiente (f.to Pdf – Mb 8,10)
[14] In particolare abbiamo analizzato i pareri rilasciati da Dipartimento Mobilità di Roma Capitale il 10 gennaio 2023 – scarica 25-Dip. Mobilita (f.to Pdf – Kb 319), Agenzia Roma Servizi Mobilità 9 gennaio 2023 – scarica 25-Agenzia Mobilita-all2 (f.to Pdf – Kb 236), RFI il 9 gennaio 2023 – scarica 17-RFI (f.to Pdf – Kb 386), ATAC 4 gennaio 2023 -scarica 25-ATAC (f.to Pdf – Kb 105)
[15] Parere Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma 20 dicembre 2022 scarica 09-MIC-archeologico (f.to Pdf – Kb 412)
[24] D. Lgs. 38/2021, in vigore dal 1 gennaio 2023 DECRETO LEGISLATIVO 28 febbraio 2021, n. 38 Attuazione dell’articolo 7 della legge 8 agosto 2019, n. 86, recante misure in materia di riordino e riforma delle norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi e della normativa in materia di ammodernamento o costruzione di impianti sportivi.(G.U. n. 68 del 19 marzo 2021) https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2021_0038.htm. Nella Proposta di Deliberazione approvata dalla Giunta il 7 febbraio 2023 si legge: “(…)nelle more della conclusione della Conferenza di Servizi di cui sopra, a far data dall’1.01.2023 è divenuto efficace il D. Lgs. 38/2021 (c.d. “Nuova Legge Stadi”), il quale, a far data dall’1.01.2023, ha abrogato, inter alia, l’articolo 1, comma 304 della Legge 147/2013, nonché le previsioni rilevanti di cui all’articolo 62 del Decreto Legge 50/2017, convertito con modificazioni dalla Legge 96/2017; la nuova disciplina per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi, mantiene sostanzialmente immutate le fasi del procedimento ed in particolare la disciplina relativa alla prima fase riguardante l’istruttoria della proposta in sede di Conferenza di Servizi Preliminare e successiva dichiarazione di pubblico interesse della stessa;(…)”
[26] Secondo la normativa introdotta dall’articolo 62 “Costruzione di impianti sportivi”del decreto-legge n. 50/2017 https://www.carteinregola.it/index.php/nuovi-commi-sugli-stadi-cosa-prevedono-esattamente/ “il verbale conclusivo può costituire adozione di variante allo strumento urbanistico comunale. In tale ipotesi, ove sussista l’assenso della Regione espresso in sede di conferenza, il verbale è trasmesso al sindaco che lo sottopone all’approvazione del consiglio comunale nella prima seduta utile”.
[27] Nella conferenza dei servizi decisoria del Progetto dello Stadio a Tor di Valle, il verbale conclusivo lasciava ancora in sospeso, incredibilmente, alcune questioni fondamentali come, in caso di emergenza, la non adeguatezza della Via Ostiense per il traffico veicolare e la mancanza di un accesso separato per mezzi di soccorso e altre, puntualmente riportate nel Verbale conclusivo scarica Verbale seduta CDS 5_12_2017_conclusiva)
[28] Il26 Febbraio 2021, dopo una lunga serie di vicissitudini, il Presidente della A.S. Roma Friedkin ha rinunciato a portare avanti il progetto dello stadio a Tor di Valle
[30] (dalla proposta di deliberazione approvata dalla Giunta il 7 2 23): il Progetto di fattibilità dell’intervento da realizzarsi su aree prevalentemente pubbliche avente impatto sull’ambiente, sulla città o sull’assetto del territorio, sarà oggetto ai sensi dell’art. 22 del D.Lgs. 50/2016 (24), di consultazione pubblica e che i contributi e i resoconti saranno pubblicati unitamente ai documenti predisposti dall’amministrazione relativamente a tale procedimento. Gli esiti del dibattito pubblico e le osservazioni raccolte sono valutati in sede di predisposizione del progetto definitivo e sono discusse in sede di Conferenza di servizi decisoria;