Le slides della presentazione della proposta di Regolamento per i beni indisponibili di Roma Capitale
Autore : Redazione
E’ stata presentata il 10 agosto la Proposta del nuovo regolamento dei beni indisponibili dal Sindaco Roberto Gualtieri, dall’Assessore al Patrimonio Tobia Zevi e dal Presidente della Commissione Patrimonio Yuri Trombetti. Carteinregola, che ha avuto la possibilità di leggere in anteprima la Proposta di Deliberazione, si è già espressa positivamente, anche se ci sono alcuni passaggi su cui intende inviare delle osservazioni, quando il testo andrà al vaglio delle Commissioni e dell’Assemblea Capitolina. Tuttavia ancora una volta la presentazione non ha dato la possibilità ai cittadini che non potevano partecipare fisicamente (visto che era il 10 agosto!) di seguire (o vedere in seguito) la presentazione on line. Ma soprattutto trattandosi di una Proposta di Deliberazione destinata al voto dell’Assemblea capitolina e non una Delibera di Giunta, non è disponibil sul sito istituzionale: ancora una volta chiediamo che il testo, che potrà ancora subire successive modifiche nei vari passaggi istituzionali, sia pubblicato, affinchè tutta la cittadinanza possa conoscerlo e inviare eventualmente delle osservazioni. E comunque il Regolamento dell’accesso agli atti di Roma Capitale (Articolo 24 , comma 1 bis) prevede la “pubblicazione sul sito web istituzionale di Roma Capitale…” delle “proposte di deliberazione di iniziativa popolare, delle Consulte, dei Consiglieri Capitolini, dei Consiglieri Municipali, dei Municipi da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Capitolina, delle Commissioni capitoline, delle Commissioni municipali nonché le proposte di deliberazione, di natura regolamentare, che si sottopongono all’approvazione dell’Assemblea Capitolina e dei Consigli municipali, le mozioni e le risoluzioni“. Oltretutto si tratta della destinazione e gestione di un gigantesco patrimonio pubblico, e nel comunicato sul sito istituzionale si dice che “Il regolamento intende avviare un nuovo percorso virtuoso nella gestione dei beni indisponibili capitolini e rilanciare il rapporto tra istituzioni e cittadinanza attiva, valorizzando la ricchezza delle realtà sociali e culturali e il loro contributo a una città più vicina alle persone e più partecipata. Il patrimonio pubblico sarà una leva di rigenerazione e di trasformazione urbana, in grado di attirare investimenti e progetti innovativi; una risorsa preziosa per dare vita a luoghi di partecipazione diffusi nei quartieri, secondo il modello della “città dei 15 minuti“. (AMBM)
Presentata nell’Aula Magna del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre la proposta di nuovo regolamento per la gestione del patrimonio di Roma Capitale. Il regolamento intende avviare un nuovo percorso virtuoso nella gestione dei beni indisponibili capitolini e rilanciare il rapporto tra istituzioni e cittadinanza attiva, valorizzando la ricchezza delle realtà sociali e culturali e il loro contributo a una città più vicina alle persone e più partecipata. Il patrimonio pubblico sarà una leva di rigenerazione e di trasformazione urbana, in grado di attirare investimenti e progetti innovativi; una risorsa preziosa per dare vita a luoghi di partecipazione diffusi nei quartieri, secondo il modello della “città dei 15 minuti”.
I punti cardine del regolamento vanno dalla tutela del valore sociale, con la promozione dei principi costituzionali di eguaglianza formale e sostanziale e della sussidiarietà orizzontale, alla garanzia della massima trasparenza e della legalità – attraverso il censimento e la pubblicità degli immobili, chiare condizioni di utilizzo e regolarità urbanistica – fino a un forte decentramento con il massimo coinvolgimento dei Municipi. Il nuovo regolamento del patrimonio indisponibile, approvato la scorsa settimana dalla Giunta e atteso dal voto in Assemblea Capitolina, vuole ricucire la ferita con la cittadinanza attiva e compiere un passo decisivo verso il futuro, abolendo la delibera 140 del 2015 e il regolamento del 1983.
Per questo motivo sono state previste quante più modalità possibili di assegnazione del bene: istanza di parte prevedendo un progetto di attività utile al territorio, co-progettazione (prevista dal codice del terzo settore) e bandi pubblici, nei quali avranno la priorità le realtà under 35. E ancora patti di collaborazione, scomputo dei lavori di manutenzione dall’affitto e concessioni più lunghe.
Ci saranno, inoltre, due nuovi istituti: il Comitato Tecnico e il Forum:
· il primo, composto da vari organismi, come i dipartimenti capitolini competenti, i Municipi e una serie di altre realtà amministrative, verificherà la coerenza tra l’attività svolta e la concessione rilasciata;
· il secondo, invece, è un meccanismo di consultazione e trasparenza utile per decidere cosa fare dei beni inutilizzati, al quale parteciperanno anche gli Assessorati, i cittadini e le associazioni.
Prevista inoltre una norma transitoria per tutelare fino al 31 dicembre 2024 le realtà associative che già si trovano in questi locali. Entro quel termine, qualora necessario, sarà possibile concordare con il Dipartimento Valorizzazione del Patrimonio un piano di rientro efficace prima dell’eventuale nuova concessione, che avrà una durata di sei anni, rinnovabile per altrettanti sei, con il canone al 20%.
Si tratta, osserva il Campidoglio, “di una vera e propria rivoluzione in un ambito che attendeva da tempo di essere messo a sistema”. Viene aggiornato un regolamento di 40 anni fa, garantendo sostegno a progetti e iniziative di qualità e utili al territorio, disciplinando con chiarezza gli obblighi di manutenzione, definendo regole e istituti di controllo condivisi. Un patto con la società civile che ora proseguirà il suo percorso in Assemblea Capitolina. Il vecchio regolamento era fermo al 1983 e le concessioni erano praticamente tutte scadute, con immobili poco manutenuti e molti locali vuoti.