LEGGE PER DISCIPLINARE LA CATEGORIA DEI BENI COMUNI
LEGGE SULL’ACQUA PUBBLICA
INCREMENTARE GLI INVESTIMENTI NEL SETTORE IDRICO, in particolare nel Mezzogiorno, per ridurre la dispersione idrica nelle reti, per completare gli invasi d’acqua, per implementare l’utilizzo delle risorse idriche sotterranee e per garantire la depurazione degli scarichi fognari e industriali
PAG.12 DALLA PARTE DEGLI AGRICOLTORI:
(…) RICORSO ALLE TECNOLOGIE SATELLITARI PER L’UTILIZZO RAZIONALE DI ACQUA E FERTILIZZANTI
3.5 RIGENERAZIONE E RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO (…) pag. 98 3.5.1 Acqua: bene pubblico e diritto umano
Una diffusione sempre maggiore di queste tecnologie “intelligenti”, da sostenere anche tramite il ricorso alla leva fiscale, può aiutare non soltanto a rendere più competitivo il settore, ma anche a ridurre il rapporto fra prelievi e risorse idriche, che in Italia è particolarmente elevato a causa della carenza strutturale di acqua nella fascia mediterranea.
È essenziale investire nel settore idrico, particolarmente nel Mezzogiorno, per ridurre la dispersione dell’acqua, per completare gli invasi d’acqua, per implementare l’utilizzo delle risorse idriche sotterranee e per garantire la depurazione degli scarichi fognari e industriali in tutti i comuni italiani.
È urgente attivare un virtuoso processo di industrializzazione del settore idrico per conseguire adeguate economie di scala e superare le inefficienze gestionali nel settore degli investimenti. In tal modo sarà anche possibile mitigare l’inaccettabile attuale disparità dell’area del Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord.
In particolare, in merito all’acqua, intesa come risorsa pubblica, occorre: 1) tutelarla come bene fondamentale, sottraendola alle regole del profitto economico e prevedendone una gestione che tenga conto del suo ciclo naturale; 2) il riconoscimento dell’acqua quale bene comune e diritto umano universale e, nello specifico, dell’accesso all’acqua potabile quale diritto inalienabile e inviolabile della persona; 3) tutelare l’acqua quale bene finito indispensabile alla vita di tutto l’ecosistema;
4) difendere l’acqua e la salute umana da inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici anche nell’interesse delle generazioni future; 5) definire un bilancio idrico per ogni territorio su cui strutturare la gestione dell’acqua al fine di garantire il rispetto dei cicli naturali e dei reali fabbisogni;
6) rafforzare il ruolo e le prerogative degli “osservatori permanenti sugli utilizzi idrici” presso le autorità di bacino distrettuale al fine del riconoscimento precoce del rischio da deficit idrico; 7) gestire il servizio idrico integrato attraverso enti di diritto pubblico che ne garantiscano l’accesso a ogni cittadino con particolare attenzione alle fasce di popolazione più disagiate;
8) gestire in modalità partecipata i sistemi idrici integrati dell’acqua; 9) la trasparenza dell’attività di controllo e di monitoraggio sulla qualità delle acque; 10) un ammodernamento delle infrastrutture idriche, al fine di ridurre le perdite, assicurando acqua pulita e di buona qualità; 11) effettuare interventi per favorire il risparmio, a monte, della risorsa acqua e il riutilizzo, a valle, per usi diversi dal consumo umano; 12) garantire il riconoscimento dell’uso dell’acqua per l’alimentazione e l’igiene personale quale prioritario rispetto agli altri usi, che comunque non devono ledere la qualità dell’acqua e dell’ecosistema.
Intendiamo, inoltre, perseguire un obiettivo di digitalizzazione delle infrastrutture idriche, utilizzando anche i fondi del PNRR, anche al fine di predisporre l’installazione degli indispensabili sistemi di monitoraggio, che consentiranno al gestore di programmare una manutenzione preventiva e predittiva sulla infrastruttura.
Per far sì che le risorse stanziate si trasformino in opere effettivamente realizzate, è necessario anche potenziare la capacità progettuale dei Consorzi di bonifica e delle strutture tecniche dei Commissari straordinari, e rafforzare la governance del servizio
idrico che, oltre a generare ampi divari regionali nella disponibilità di acqua e nella dispersione idrica, appare oggi eccessivamente frammentata fra i vari livelli istituzionali. Sotto il profilo qualitativo, è fondamentale migliorare la qualità ecologica e chimica della risorsa acqua, prevenendo le pressioni all’origine dell’inquinamento, anche grazie al rafforzamento della gestione della risorsa a livello di bacino.
A tale ultimo riguardo vanno rafforzate le funzioni degli osservatori permanenti sugli utilizzi idrici, ponendo le condizioni per un catasto a scala distrettuale, interoperabile con i catasti regionali, delle concessioni delle utilizzazioni delle acque pubbliche, affinché sia consentito di conoscere la ripartizione idrica tra i diversi usi (urbano, agricoltura, industriale e idroelettrico) e di assumere le decisioni per la gestione dell’eventuale emergenza da parte degli organi della Protezione civile e delle altre autorità competenti coinvolte.
Bisogna, inoltre, defiscalizzare la trasformazione dei boschi cedui in boschi di alto fusto nelle aree collinari e montane per favorire il controllo del dissesto idrogeologico, la regimazione delle acque e la biodiversità animale e vegetale. Infine, proponiamo di tutelare i grandi bacini idrogeologici, con la protezione ambientale delle relative sorgenti, da custodire come “Santuari dell’acqua potabile”.
pag. 108 3.6 AGRICOLTURA (…) In un contesto in cui i cambiamenti climatici destano particolare preoccupazione, il bene primario acqua assume centralità. Per tale ragione, è fondamentale avvalersi delle più moderne tecnologie che assicurino un’ottimizzazione dei processi di coltivazione. In questo senso, il monitoraggio satellitare consente una distribuzione razionale dei nutrienti e un’applicazione mirata dei fertilizzanti, riducendo al minimo i fattori di degrado ambientale. 4.11 POLITICHEAGRICOLE pag. 192 Intendiamo continuare a investire per aumentare la capacità di stoccaggio di acqua, ammodernando gli invasi esistenti e realizzando nuove opere a livello territoriale e aziendale; rinnovare e rendere efficiente la rete idrica riducendo le perdite e garantendo un monitoraggio puntuale degli usi; promuovere un uso razionale della risorsa idrica nel settore agricolo ed industriale, privilegiando le tecniche di agricoltura 4.0; sensibilizzare anche i cittadini a un uso responsabile dell’acqua, quale bene comune da preservare per le future generazioni.
Concorrenza
Nessun riscontro alla parola chiave (nè a servizio pubblico)nella versione sintetica
pag 12 1.1 VERSO UN NUOVO UMANESIMO (…)
A livello nazionale dobbiamo individuare gli strumenti per la realizzazione dell’Amministrazione condivisa ed incoraggiare una gestione virtuosa dei beni comuni. C’è bisogno di introdurre nuovi strumenti a vantaggio dei cittadini come, ad esempio, le cooperative di comunità e i buoni di solidarietà territoriale.
Ma sui beni comuni serve anche una legge apposita che dia loro una definizione giuridica e una disciplina apposita. I beni comuni sono tutte quelle risorse di cui i cittadini devono godere appieno e che devono essere messe al riparo da ogni forma di privatizzazione o mercatizzazione. Il tema non ha una definizione né una chiara disciplina giuridica. Una legge siffatta andrà a colmare questo vuoto e a metterli definitivamente al riparo da ogni forma di saccheggio privato, nell’interesse di tutti i cittadini.
Coalizione centrosinistra
PD Insieme per un’Italia Democratica e Progressista
Pag.16 Approveremo una legge sul consumo di suolo e introdurremo una serie di interventi per la difesa dell’uso del suolo agricolo, con un Piano nazionale per l’acqua, la siccità e il dissesto idrogeologico che metta al centro la costruzione e dislocazione strategica territoriale di nuovi invasi e investimenti volti a ridurre della dispersione idrica.
Concorrenza
1. Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale
(…) pag. 7 Crediamo che, al fine di sviluppare una relazione virtuosa tra Stato, Mercato e Comunità, occorra garantire una frontiera efficiente tra concorrenza e universalità dei servizi, attribuendo un ruolo crescente al Terzo settore e al protagonismo civico che anima le nostre comunità nei diversi ambiti della vita civile. Vogliamo essere portatori di una visione, complessiva e non frammentaria, capace di valorizzare la persona dentro la famiglia, le reti parentali e di vicinato, i corpi intermedi, le varie forme associative, mutualistiche e cooperative, il sindacato, i servizi pubblici locali, le piccole imprese locali e quelle partecipate e responsabili, il civismo, il municipalismo.
Vogliamo rilanciare la visione strategica dell’intervento pubblico nei tanti ambiti di fallimento di mercato esposti all’esercizio di monopoli, abusi di posizione dominante e di cartelli, anche su scala globale. (…)
Gli strumenti li abbiamo e sono molteplici, ma tutti fondati su uno stesso prerequisito: la stabilità necessaria a pianificare investimenti e scelte strategiche che guardano al futuro. Questo a partire dal PNRR e dal suo percorso di riforme interrotto bruscamente per la caduta del governo Draghi. Ciò significa portare a termine nei tempi previsti le tante riforme che l’Italia aspetta da tempo – cominciando da Fisco, Giustizia, Pubblica Amministrazione e Concorrenza – e tutti gli investimenti previsti dal PNRR, per non perdere neanche una delle opportunità offerte dai finanziamenti europei.
PAG. 4 Trasformazione del dipartimento più importante della Commissione europea, la DG Competition, da mero custode della concorrenza interna, in un vero e proprio Ministero europeo dello sviluppo economico, capace di promuovere una politica industriale europea e la formazione di “campioni europei”. Ciò è essenziale, in particolare, in settori a più forte innovazione tecnologica e competizione internazionale, in cui la riproposizione della vecchia ortodossia ordoliberale, fondata sul divieto assoluto di intervento pubblico e sull’affidamento integrale alla concorrenza di mercato, renderebbe impossibile qualsiasi obiettivo di “autonomia strategica” e di “sovranità tecnologica” dell’Europa.
(…) Un piano di investimenti contro la dispersione idrica dei nostri acquedotti che perdono il 40% di acqua, circa 104 mila litri al secondo ed un piano che acceleri la realizzazione dei sistemi di depurazione considerata la condanna della corte di Giustizia europea sulla violazione della direttiva in materia di trattamento delle acque.
Politica industriale
(…) Riteniamo inoltre che sia tempo di ripensare ad un ritorno al controllo pubblico di tutte le reti infrastrutturali e di servizi essenziali del paese, a partire dall’acqua e dall’energia.
11. L’ITALIA, BELLEZZA
Concorrenza
Difesa del patrimonio demaniale
Diciamo no alla privatizzazione della Città e dei Beni Comuni, che arricchiscono le multinazionali e producono maggiori costi al cittadino. La cultura neoliberista ha contaminato anche il pensiero progressista e di sinistra, così il nostro Paese è stato svenduto a società multinazionali. Dall’acqua a beni storici di immenso valore, a paesaggi montani, spiagge, a pezzi di città consegnati alla speculazione, in nome della “rigenerazione”, dell’efficienza, della modernità, che hanno privato i cittadini di beni che a loro appartengono per diritto e che devono poter trasmettere alle generazioni future
Per questo proponiamo che venga bloccato l’articolo 6 del “Decreto Concorrenza” e riviste le “Cartolarizzazioni “che mettono in vendita i Beni Demaniali (fra i quali caserme, abbazie, castelli)
16. L’ITALIA IN SALUTE
La nostra azione politica e la nostra mobilitazione non possono non farsi carico nei prossimi mesi del tema del diritto alla salute e conseguentemente del SSN che ha subito un progressivo indebolimento tale da mettere in discussione proprio questo diritto fondamentale sancito dalla Costituzione. Come è noto a tutti noi il SSN si è presentato impreparato alla fase pandemica, penalizzato da anni di de-finanziamento, tagli dei posti letto (non bilanciati da una adeguato potenziamento della sanità territoriale e delle cure intermedie), riduzione del personale, e politiche che hanno inciso negativamente sulla tenuta dei servizi territoriali e di prevenzione.
(…) Poi si è inserita addirittura la previsione di un DDL per l’attuazione della autonomia differenziata. E ancora poi il feroce Ddl Concorrenza. La sostanza del provvedimento è concentrata nell’art. 6: la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Un provvedimento che accantona definitivamente quanto la pandemia ha evidenziato: il mercato non funziona, non protegge, separa persone e comunità. Questo decreto e’ un attacco ai diritti delle persone e ai beni comuni, Draghi all’assalto dei beni comuni. Questa pandemia ha invece messo in evidenza la necessità di una solida cornice unitaria dei servizi sanitari regionali e di un potenziamento della capacità – politica e tecnica – di indirizzo programmatorio nazionale; è pertanto indispensabile espellere il tema Sanità dalla eventuale attuazione dell’autonomia regionale differenziata.
(…) 16. di promuovere l’utilizzo di depuratori d’acqua per ridurre l’acquisto di bottiglie in plastica e favorire gli investimenti sia pubblici che privati nelle reti idriche, secondo le linee guida del PNRR per ridurre drasticamente la dispersione d’acqua. (,…)
Concorrenza
6. CONCORRENZA, IMPRESA PUBBLICA E POLITICA INDUSTRIALE
Aprire i mercati a più e nuovi soggetti in concorrenza tra loro porta ad accrescere investimenti privati, innovazione, produttività, occupazione, efficienza, domanda e crescita. I settori più concorrenziali sono quelli che prima riprendono a crescere e a recuperare competitività a seguito di crisi economiche. La politica per il mercato e la concorrenza rappresenta una componente fondamentale per consentire che le misure intraprese con il PNRR contribuiscano appieno a fare uscire il nostro paese dalla crisi di crescita trentennale, determinata dalle rigidità che ancora caratterizzano molti settori dell’economia italiana. Crediamo che le modalità di intervento lascino quanto più possibile alle decisioni private e al mercato di individuare le modalità più appropriate a raggiungere gli obiettivi, ad esempio tecnologie o modalità organizzative.
Proponiamo:
1. interventi che incentivino le imprese ad una crescita dimensionale necessaria a migliorare efficienza e capacità innovativa; 2. che venga esteso il ruolo di stimolo e controllo all’Autorità della Concorrenza e alle Autorità di regolazione dei settori economici;
in merito alle BARRIERE PUBBLICHE all’entrata nei mercati
1. che nella revisione del Codice dei contratti pubblici si dia luogo all’eliminazione di tutte quelle disposizioni che introducono oneri non necessari e più elevati rispetto a quelli previsti dalle direttive europee, secondo i criteri individuati dall’Autorità (utilizzo del principio del copy-out dalle direttive; applicazione stringente del principio di proporzionalità; eliminazione di certificazioni inutili, incluse le autocertificazioni, intensificando il controllo ex post anziché ex ante; revisione dei criteri di responsabilità per danno erariale delle stazioni appaltanti);
2. che si proceda a una revisione del perimetro delle attività in concessione dei beni, affinché esso non conduca all’esclusione dalla concorrenza in aree non necessarie e non dia luogo a ingiustificate protezioni. Ad esempio, è necessario dare attuazione alla riforma delle concessioni balneari approvata dal Governo Draghi; 3. di prevedere un meccanismo periodico di verifica dell’economicità delle funzioni svolte da tutte le pubbliche amministrazioni centrali e locali. Le amministrazioni competenti dovranno mettere periodicamente a gara pubblica, riferendosi al mercato del “business process outsourcing”, le attività di gestione svolte dalle funzioni interne, così da definire un prezzo di mercato per ogni prestazione della PA verso cittadini e/o imprese; 4. di aprire alla concorrenza i servizi pubblici locali e le attività strumentali delle amministrazioni locali. L’apertura alla concorrenza, ove possibile, delle imprese è pertanto un obiettivo cruciale, anche nella prospettiva di creare utilities che competano nell’affidamento dei servizi alle amministrazioni; 5. di ridurre significativamente le partecipazioni pubbliche e allargare il ricorso alle gare: il 93% dei servizi pubblici attivi oggi è stato infatti affidato senza gara e la separazione tra la funzione pubblica di regolatore, di indirizzo e di controllo, e quella di gestore e controllato non si è mai compiutamente realizzata;
6. di procedere finalmente alla dismissione o vendita delle società che non erogano servizi locali di interesse generale e/o di società strumentali agli enti partecipanti che forniscono servizi disponibili sul mercato, nell’ottica di razionalizzazione delle società pubbliche locali;
7. di ripristinare il meccanismo di impugnazione da parte dell’Autorità Antitrust degli affidamenti diretti non giustificatamente sottratti al meccanismo di gara; 8. di rivedere le condizioni che consentono l’affidamento diretto, prevedendo anche che la motivazione qualificata da parte dell’ente locale sia inviata con adeguato anticipo all’Antitrust e resa pubblica, anche per aprire una finestra di tempo utile a che un’altra impresa possa manifestare interesse all’affidamento;
9. oltre ad affiancare e prevedere nel bando complete misurazioni della qualità resa, che la gara sia svolta in tempi congrui per evitare proroghe di affidamenti e rinvii di comodo. È utile inoltre una verifica preventiva del mercato in modo che quanto richiesto sia effettivamente e probabilmente disponibile evitando gare “su misura”. Dove si prevede la realizzazione di un’opera è opportuno non separare la realizzazione e la conseguente manutenzione; 10. in linea con quanto proposto per l’intera pubblica amministrazione, che per le imprese pubbliche locali si dia finalmente conto della gestione, a partire da evidenze sulla qualità del servizio reso; 11. per il settore energetico una semplificazione e accelerazione delle procedure di autorizzazione: il recente provvedimento del governo in materia di autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici è importante; tuttavia esso potrebbe essere vanificato in assenza di una capacità tecnica adeguata delle amministrazioni locali; a ciò si potrebbe ovviare attraverso la formazione di una task force di supporto, anche ricorrendo a collaborazioni con Università e Politecnici. È inoltre auspicabile una politica tariffaria che non penalizzi gli investimenti in nuove, più efficienti modalità di produzione energetica; 12. lo sviluppo della mobilità elettrica, funzionale anche allo sviluppo della filiera dei veicoli elettrici; 13. di accrescere le capacità dell’autorità di settore (ARERA) di valutare criticamente i piani di sviluppo infrastrutturali di elettricità e gas proposti dai gestori di rete (Terna e Snam), per indirizzarli a raggiungere una maggiore efficienza per il consumatore, in coerenza con gli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico; 14. in merito alle reti digitali e 5G, l’accelerazione dell’infrastrutturazione nelle aree bianche e grigie, oltreché rimodulando i bandi di gara, ampliando il novero degli operatori a cui è consentita l’installazione di impianti (ad esempio ai gestori di infrastrutture sul territorio come gestori autostradali o ferroviari) e facilitando accordi di cooperazione con gestori tra operatori infrastrutturale e di servizio; 15. che dove il mercato non garantisce la redditività dell’investimento, gli incentivi per lo sviluppo delle reti di telecomunicazione a banda ultralarga siano attribuiti tramite gara a imprese sottoposte alla vigilanza di un’Autorità di regolazione;
16. una riconsiderazione del ruolo di Cassa Depositi e Prestiti come aggregatore di risorse, non di imprese e il recupero del ruolo di sostegno ai processi di cambiamento delle imprese e delle amministrazioni; 17. di facilitare lo sviluppo di strumenti che consentano la crescita e le aggregazioni delle imprese private, in particolare attraverso l’apertura del capitale ai fondi di private equity;
18. di rivedere la normativa sulla Golden Power, strumento che non deve essere esteso in modo abnorme a operazioni intra-europee ed addirittura tra imprese nazionali; 19. di rivedere le norme anti-delocalizzazione che, nella prospettiva dell’investitore estero finiscono per rappresentare un disincentivo all’entrata;
20. di indire per legge nuove procedure concorsuali per l’accesso alla professione di notaio per ovviare alle carenze di organico e superare la previsione di quote ministeriali, liberalizzando le tariffe e permettendo ai notai di esercitare in tutto il territorio nazionale (o almeno in ambiti più ampi di quelli attualmente consentiti), riducendo le esclusive notarili.
in merito alla LIBERALIZZAZIONE DEL MERCATO FERROVIARIO regionale, interregionale e del trasporto su gomma regionale 21. di procedere alla progressiva separazione tra soggetto affidante (e.s. il comune o la regione) e la proprietà dell’incumbent; 22. di ridurre la dimensione dei lotti di gara, indicativamente sub-regionale per il trasporto ferroviario delle regioni più grandi e sub-provinciale per il trasporto su gomma; 23. prima della separazione tra proprietà e regolazione, che comporta tempi lunghi, di mettere a gara almeno i servizi marginali, cioè quelli a minor valore aggiunto per il monopolista (linee minori, linee a basso traffico, etc.), le sottoreti isolate e i servizi aggiuntivi; 24. di muoversi verso sistemi gross cost per le reti più integrate (città, regioni con integrazione tariffaria, etc.); 25. di stimolare l’ente affidante a inserire nei contratti l’obbligo delle aziende a fornire al pianificatore e in forma open i dati di domanda e di ricavi dettagliati
in merito a NCC e TAXI
26. un’effettiva equiparazione (contratti di lavoro, assicurazione, obbligo di rientrare in rimessa dopo ogni prestazione etc) tra i servizi taxi e le altre forme di mobilità non di linea (NCC noleggio con conducente), al netto delle condizioni minime che i taxi devono garantire per i loro obblighi di servizio pubblico, così come l’apertura del settore a servizi a forte contenuto tecnologico (App e piattaforme digitali);
27. di eliminare o ridurre le limitazioni alle modalità di prenotazione del serviziodi NCC, le restrizioni territoriale all’operatività delle imprese NCC (in una prima fase permettendo di operare liberamente in tutta la regione dove si è ottenuta la licenza) e le moratorie al rilascio di nuove autorizzazioni; 28. che i comuni – avendo questi nei loro compiti regolatori la determinazione del numero dei veicoli, le modalità per lo svolgimento del servizio, i criteri per la determinazione delle tariffe, le condizioni per il rilascio delle licenze – concedano più licenze affidandole, in una prima fase, ai tassisti che già ne hanno una in modo da compensare la perdita di valore connaturata all’aumento del numero di queste;
in merito al COMMERCIO AL DETTAGLIO
29. di intervenire sulla normativa nazionale per prevenire l’introduzione, a livello locale e regionale, di vincoli e limitazioni, spesso ingiustificate. Si propone la riduzione dei vincoli agli orari di apertura, alle chiusure settimanali dei negozi e alle vendite di fine stagione e promozionali;
in merito alla SIAE
30. la piena liberalizzazione della attività di intermediazione sui diritti d’autore, quindi l’apertura a qualunque forma di organizzazione svolga questa attività, come negli Stati Uniti e in molti stati membri dell’Ue;
in merito alla vicenda ALITALIA/ITA
31. che si completi il percorso, avviato dal governo Draghi, di vendita di ITA Airways
pag. 31 (…) 2) Sostenere ed aumentare l’efficienza delle aziende agricole attraverso una rinnovata gestione della risorsa idrica imprescindibile per mantenere abbondanti rese e quindi elevata redditività aziendale. Oc- corre investire per la realizzazione di grandi invasi e con interventi diffusi sui territori implementando ad esempio il Piano Laghetti.
concorrenza
3. Far funzionare la Pubblica Amministrazione
Pag. 5 (…) È inoltre essenziale implementare il principio secondo cui il settore dei servizi pubblici commerciabili, dai trasporti all’igiene urbana, vanno resi concorrenziali attraverso gare di appalto quinquennali o altri metodi di contestabilità, inclusa la concorrenza diretta come si è fatto e si deve continuare a fare nel trasporto ferroviario ad alta velocità. Per i servizi pubblici locali va riformata la norma sulle partecipate inserendo criteri di trasparenza della governance e sottraendo i consigli di amministrazione alle logiche spartitorie dei partiti.
Va difeso il DDL Concorrenza che fa parte del PNRR e va presentata la legge annuale sulla concorrenza già prevista dalla normativa.
Nessun riscontro delle parole chiave
Coalizione centrodestra
Centrodestra PER L’ITALIA Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra
15. Agroalimentare pilastro del sistema Italia …Efficientamento delle risorse idriche, predisponendo un “piano invasi” per combattere la siccità; riqualificazione e potenziamento delle reti idriche. Realizzazione di nuovi e più potenti dissalatori …per produrre acqua a scopo agricolo. (…)
Concorrenza
18. Ripartire da investimenti e infrastrutture
Pag. 18 Tutela delle infrastrutture strategiche nazionali: garantire la proprietà pubblica delle reti sulle quali le aziende potranno offrire servizi in regime di libera concorrenza, a partire da quella delle comunicazioni. Clausola di salvaguardia dell’inte-resse nazionale, anche sotto l’aspetto economico, per le concessioni di infrastrutture pubbliche, quali autostrade e aeroporti. Tutela delle aziende strategiche attraverso un corretto ricorso al golden power. produrre acqua a scopo agricolo. Sostegno al settore florovivaistico, comparto agricolo d’eccellenza.
Pag 11 Crisi idrica (…) Abbiamo bisogno di mettere subito in cantiere i piccoli e medi bacini di accumulo per aumen- tare la capacità di stoccaggio dell’acqua piovana che oggi si ferma a un dato insoddisfacente dell’11%, ed efficientare la rete idrica che, in media, disperde quasi il 40% della risorsa. Numeri non accettabili, che compromettono la tenuta del sistema agricolo ed economico in generale di fronte alle situazioni climatiche avverse.
Occorre ripensare al sistema di risarcimento dei danni attuando una riforma del decreto legisla- tivo 102 del 2004 che permetta l’attivazione immediata degli interventi per il risarcimento del danno alle colture assicurabili colpite dalla calamità naturali e dalla siccità.
È necessario entrare anche nel merito di come funziona l’attuale Strategia Nazionale sul risparmio idrico e dell’efficacia del coordinamento tra i diversi Enti che si occupano di gestione dell’acqua a fini irrigui e produttivi. Nel complesso, nel periodo 2018-2022, sono stati investiti circa 1,24 miliardi di euro per il finanziamento di progetti irrigui e anche il PNRR ne sosterrà le azioni con importanti risorse; numeri non trascurabili che impongono anche la necessità di un approccio di pianificazione coordinato degli interventi.
Partendo dal presupposto che il livello regionale delle competenze in campo appare quello più idoneo ad un’analisi del fabbisogno peculiare calata sulla vocazione specifica dei comparti pro- duttivi, è importante che il Mipaaf si faccia promotore su tutto il territorio delle iniziative efficaci già messe in cantiere a livello locale, come è avvenuto per le Regioni che si sono già dotate di una legge per incentivare recupero delle ex cave come bacini irrigui.
Per mettere in opera una rete efficiente per la gestione della risorsa idrica si deve affrontare, con la regia del governo e dei ministeri competenti, l’esigenza di avere un iter autorizzativo rapido e dedicato, che abbatta i normali tempi di valutazione ambientale pur sempre nel rispetto di una pianificazione razionale.
Occorre valutare la nomina di una cabina di regia nazionale sulla pianificazione delle opere di più rilevante portata e sulle possibilità di sostegno, anche finanziario, all’in- novazione irrigua aziendale con strumenti ulteriori e diversi da quelli previsti dalla Pac. In questo senso è necessario finalizzare e rendere stabile la cooperazione Italia-Israele in tema di innovazione per il recupero, il trattamento e il riutilizzo delle acque reflue
(Pag. 181)
MITIGAZIONE CAMBIAMENTI CLIMATICI ED EMERGENZA IDRICA Il contrasto agli eventi estremi (siccità e dissesto idrogeologico) passa dalla pianificazione, dalla prevenzione e dal monitoraggio che devono essere assicurati dalle autorità di distretto quali enti di governo territoriale sotto la regia del Ministero di Transizione Ecologica. Occorre assicurare la realizzazione delle infrastrutture idriche necessarie (reti, invasi) e dell’impiantistica avanzata a scala industriale per il riuso e la desalinizzazione delle acque. Occorre quindi mettere in campo una serie di azioni che consentano di diversificare le fonti di approvvigionamento dell’acqua per gli usi necessari (irriguo è potabile in primis) come per l’energia. Il comparto agricolo deve essere supportato in una transizione circolare che consenta di mettere a terra investimenti su agricoltura di precisione e risparmio idrico.
(pag.182) DRAGAGGI E SGHIAIAMENTI Le attività di dragaggio di porti, ambiti lagunari, fiumi e invasi necessarie per lo svilup- po della portualitaà e per la gestione sostenibile delle risorse idriche, possono anche ga- rantire nuove filiere di approvvigionamento di materiali da costruzione. In questo sen- so occorre proseguire nell’attività di aggiornamento del quadro normativo in modo da tenere conto dello sviluppo scientifico e tecnologico del settore, mantenendo gli obiettivi di tutela sanitaria e ambientale. Continuare pertanto con le semplificazioni e la rapidità nelle pro- cedure come gia previsto dal Piano dragaggi sostenibili attualmente in fase di chiusura al Mite.
AMBIENTE TERRITORIO E AGRICOLTURA
183
(…)Se il territorio viene abbandonato, lasciato incolto, non curato, il dissesto idrogeolo- gico unito alle sempre più frequenti mutazioni climatiche, si tradurrà in inquietanti conseguenze che già purtroppo conosciamo. Difendere il paesaggio, avere un suolo più capace di assorbire l’acqua e dunque colture più resistenti alla siccità, si traduce in un minor rischio idreogeologico. La difesa del patrimonio boschivo, la salvaguardia ed una gestione equilibrata del territorio, le nostre risorse idriche, la protezione dei prodotti tipici sono fattori per i quali è imprescindibile il nostro impegno (…).
Concorrenza
LA VISIONE STRATEGICA DELLA LEGA SU ENERGIA, SISTEMA ENERGETICO E TRANSIZIONE ECOLOGICA
(…) Pag. 45 Per il sistema energetico del nostro Paese occorre agire:
per ridurre l’elevata dipendenza energetica (e delle materie prime), per ampliare il mix energetico, per diversificare le fonti di approvvigionamento, per rafforzarne la sicurezza e la resilienza,
per potenziare le interconnessioni delle reti con gli altri Paesi, per promuovere la concorrenza in un quadro normativo certo e stabile
pag. 48 Promuovere la concorrenza
In questi anni, grazie alla liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas, sono nate centinaia di imprese che creano occupazione, fanno investimenti e aiutano a mobilitare i consumatori nella transizione ecologica. Queste imprese devono spesso confrontarsi con la concorrenza sleale dei grandi colossi del settore oppure con una regolamentazione che le penalizza sistematicamente. È necessario garantire un qua- dro normativo certo e stabile che consenta alla concorrenza di funzionare bene, come ha fatto in questi mesi, nonostante le enormi difficoltà, garantendo ai consumatori l’accesso a forniture di energia e gas a prezzi bloccati
FORZA ITALIA CONTRO LA SICCITA’ (pag. 27) Promozione di interventi per la riqualificazione fluviale attraverso un piano di manutenzione mirato, efficiente ed efficace del reticolo idrografico e l’introduzione di una “certificazione idrica” dei bacini per un utilizzo responsabile dell’acqua.
Realizzazione del “piano dighe” e del piano strategico contro il dissesto idrogeologico e la fragilità del territorio per passare da una politica dell’emergenza ad un attento programma di prevenzione e di governo dei processi di degrado.
Attuazione e potenziamento della legge Salvamare.
Studio per la realizzazione di desalinizzatori e di invasi per l’acqua piovana a contrasto della siccità. Rimessa a nuovo delle reti idriche nazionali e regionali.
Concorrenza
Nessun riscontro alla parola chiave
Noi Moderati (Noi con l’Italia Maurizio Lupi, Italia Centro con Toti, Coraggio Italia Brugnaro)
Migliorare la gestione delle risorse idriche e aumentare la capacità di raccolta delle acque reflue per combattere la scarsità di acqua: ogni anno in Italia la piovosità si attesta su una media di circa 300 miliardi di metri cubi. Solo 13 miliardi di metri cubi d’acqua però vengono raccolti e, di questi, 11 miliardi di metri cubi vengono utilizzati. Noi vogliamo aumentare la capacità di raccolta dell’acqua piovana fino a 25 miliardi di metri cubi, da utilizzare per l’irrigazione dei campi nei mesi di siccità.
Concorrenza
LAVORO, FISCO E IMPRESA
Pag. 14 (…) 11. Promuovere la concorrenza: è giusto agire sempre nel rispetto degli investimenti pregressi e della tutela dei livelli occupazionali, ma dobbiamo portare avanti una progressiva liberalizzazione del mercato per consentire a tutte le imprese di essere competitive a livello internazionale. Noi vogliamo favorire la concorrenza nel mercato italiano, attuando anche le più recenti direttive europee, per esempio nel trasporto ferroviario regionale.
Pag 8. Fermare l’autonomia differenziata e salvaguardare i beni comuni e i servizi locali
2. Ripubblicizzazione del servizio idrico con legge nazionale che preveda di trasformare la natura di tutte le società, attualmente di diritto privato, in enti di diritto pubblico, dando piena attuazione al Referendum del 2011. Restituire al popolo e alla sua sovranità i beni comuni: dall’acqua pubblica all’ossigeno, dall’energia al mare, dalle spiagge alle foreste.
3. Piano nazionale straordinario per la ristrutturazione della rete idrica, che ad oggi perde oltre il 40% di acqua.
4. Creazione di una azienda pubblica nazionale degli acquedotti che gestisca la rete idrica e metta fine alla piaga delle perdite idriche. L’acqua è il primo bene comune, come ha ricordato Papa Francesco, nella Laudato Sì.
Concorrenza
7. Eliminare l’obbligo di ricorso al mercato per la gestione dei servizi locali.
5. Stralcio del DDL Concorrenza (governo Draghi) che ribadisce la privatizzazione come forma principale e ordinaria di gestione dei Servizi pubblici locali e disincentiva la gestione a livello locale.
6. Garantire servizi pubblici nelle aree interne del paese, dove vive il 20% della popolazione, che soffrono di pesanti disservizi. Un piano di messa in cura del nostro territorio nazionale, manutenendo fragilità soprattutto nelle aree interne e periferiche. Tutela di paesaggio e politiche di rigenerazione urbanistica, stop consumo di suolo e realizzazioni di comunità con un nuovo rapporto tra persona e territorio.
7. Eliminare l’obbligo di ricorso al mercato per la gestione dei servizi locali.
8. Parificare le misure di controllo sull’anticorruzione tra pubblico e privato.
9. Favorire, specie nel Sud Italia, la costituzione di imprese pubbliche che si occupino di gestire le infrastrutture fondamentali per assicurare una funzione sostenibile e circolare dei rifiuti, dell’acqua e del trasporto pubblico.
Pag.7 (…) 5. Completare le riforme sulla concorrenza
Occorre approvare ogni anno leggi sulla concorrenza che gradualmente – e nel rispetto della sostenibilità sociale dei cambiamenti – rendano la nostra economia più libera e meno gravata da barriere all’ingresso e da restringimenti della concorrenza. Lo scopo è favorire l’innovazione, la crescita e la tutela dei consumatori, in modo che possano avere una maggiore quantità di beni e servizi a disposizione e a prezzi inferiori. Occorre dare attuazione alla riforma delle concessioni balneari approvata dal Governo Draghi – prestando particolare attenzione ai nuclei familiari che hanno nella concessione la forma di reddito prevalente e hanno effettuato investimenti nella struttura; bisogna attuare una liberalizzazione del trasporto pubblico non di linea, con particolare attenzione all’adeguamento delle piattaforme tecnologiche alle regole dei servizi del settore e dei relativi mercati di riferi mento (TAXI/NCC)
Il 93% dei servizi pubblici locali oggi attivi è stato affidato senza gara. La mancanza di procedure competitive incide negativamente sulla qualità e sul costo dei servizi, quindi sulla spesa pubblica, sulla produttività e sulla crescita del Paese. I servizi pubblici locali alla scadenza del contratto di servizio devono essere affidati preferibilmente tramite gara, prevedendo, per il caso della facoltà dell’affidamento in house – una valutazione cogente e comparativa della qualità del servizio offerto e che individui i relativi costi per l’utenza. Esistono infine i casi in cui l’intervento pubblico è necessario per rilanciare settori in crisi non strutturale o per assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti. In questi casi il pubblico interviene attraverso strutture indipendenti, gestite con governance privatistica e per il minor tempo possibile. È quindi fondamentale concludere l’iter di privatizzazione di ITA e ri-privatizzare l’ILVA (con le dovute garanzie per lavoratori e ambiente)
NOTA: Alcuni programmi disponibili solo in PDF potrebbero non permettere di individuare le parole chiave. In caso di errore scrivere a laboratoriocarteinregola@gmail.com (in ogni caso stiamo procedendo a una lettura completa dei programmi)
10 settembre 2022 (ultima modifica 14 settembre 2022 ore 15)