IL PROGETTO del QUARTIERE CITTA’ DELLA SCIENZA negli EX STABILIMENTI MILITARI di Via Guido Reni (II Municipio)
Il “Progetto Flaminio” prevede di realizzare negli ex stabilimenti militari di Via Guido Reni, di fronte al MAXXI e a pochi passi dall’Auditorium, il quartiere della “Città della Scienza”. Un nuovo pezzo di città che dovrebbe sorgere su un’area passata dal Demanio(*1) alla proprietà di Cassa Depositi e Prestiti (CDP Sgr) (*2) , con quasi metà della superficie destinata all’uso pubblico, attraverso la realizzazione, a fianco di residenze, negozi e un albergo privati, di una piazza pubblica, servizi per il quartiere, una quota di alloggi per housing sociale e, secondo il progetto della Giunta Marino, la Città della Scienza.(*3)
A dicembre 2014 viene pubblicato il bando indetto da Cassa Depositi e Prestiti per la realizzazione della parte privata, a cui viene dedicato un sito, Progetto Flaminio e a gennaio 2015 viene presentato il concorso internazionale per il masterplan, poi vinto dal progetto dello Studio 015 Viganò (Paola Viganò) di Milano il 24 giugno 2015. (*4)
Le associazioni e i comitati di quartiere che hanno fatto parte di un tavolo partecipato per le linee guida per il masterplan (*5), dopo l’insediamento della Giunta Raggi (*6) sollecitano l’Amministrazione a proseguire il percorso per l’elaborazione del progetto delal parte pubblica. Tuttavia non ci sarà più confronto a livello comunale: le associazionipartecipano a un secondo tavolo promosso dal II Municipio – alla presenza di un rappresentante di Cassa Depositi e Crediti – nella primavera 2017, nel quale viene messo a punto un progetto per la parte dei servizi locali, cioè per il quartiere. Il tavolo elabora una proposta per i due capannoni degli stabilimenti che sarebbero rimasti a memoria dell’archeologia industriale, dove propone di realizzare una biblioteca e un centro polifunzionale/Casa del quartiere, con spazi destinati alla socializzazione degli abitanti.
Progetto che verrà mantenuto per le destinazioni, ma che per la parte architettonica il Comune decide di sottoporre a un nuovo concorso che, oltre a dilatare i tempi della realizzazione, vedrà un progetto vincitore che snatura sensibilmente l’obiettivo di conservazione della memoria di una parte degli stabilimenti militari.
A fine novembre 2019 L’Assemblea Capitolina discute una seconda Proposta di Deliberazione: nel dibattito per la adozione della Proposta un fronte PD/M5S recepisce alcune delle richieste che le Associazioni del Tavolo partecipato aveva avanzato, ma resta al palo la parte destinata alla Città dells Scienza, che resta confermata come destinazione senza però che vengano avviate le procedure per la sua realizzazione, anche dopo l’approvazione definitiva della delibera nel dicembre 2020.
Con la Giunta Gualtieri il progetto riprende il suo iter: a novembre 2022 è annunciato un concorso internazionale per la parte che riguarda il Museo della Scienza, e il 20 luglio 2023 viene proclamato il vincitore: si tratta dello studio ADAT di Antonio Atripaldi e Andrea Debilio con il progetto “Science Forest” , di un gruppo che comprende Schiattarella Associati, Nemesi Studio, Labics e lo studio di Luigi Franciosini.Una volta terminate le verifiche amministrative, in autunno il progetto vincitore sarà approvato dalla Giunta di Roma Capitale, con la prospettiva di iniziare i lavori entro il 2025 e procedere in parallelo con l’edificazione della parte private che comprende anche la realizzazione di un Polo Civico. Il progetto del Museo mantiene parte delle facciate esterne degli stabilimenti militari, che il tavolo delle associazioni del Flaminio aveva chiesto di conservare, insieme alla facciata interna del corpo principale. Nel icembre 2023 è stato approvato dalla Giunta il progetto di fattibilità
(ultimo aggiornamento 31 dicembre 2023)
QUARTIERE CITTA’ DELLA SCIENZA, CRONOLOGIA e MATERIALI
GLI EX STABILIMENTI MILITARI E IL QUARTIERE FLAMINIO
Lo “Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione”(SMMEP) (in altra versione “Macchine elettriche”) di Via Guido Reni, un complesso industriale dell’inizio del ‘900 (1), si trova nel quartiere Flaminio (II Municipio) in un’area che negli anni si è arricchita di nuove strutture al servizio della città – basti citare MAXXI e Auditorium – in una zona che già vantava opere architettoniche di eccellenza come lo Stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport, a ridosso del polo sportivo (e di grande pregio) del Foro Italico, a cui è collegata da qualche anno dal Ponte della Musica. Si tratta quindi di un pezzo di città a grande valenza culturale, già dotato di numerose infrastrutture della mobilità pubblica, con un quartiere sicuramente privilegiato rispetto ad altre zone cittadine, che tuttavia risente di vari problemi, dalla sosta selvaggia, alle sacche di degrado, a un’abbondanza di verde scarsamente utilizzabile perchè poco mantenuto, alla carenza di servizi per i residenti (luoghi di incontro, servizi sanitari etc). Inoltre gli stessi ex stabilimenti militari, e i numerosi grandi edifici contigui (2), hanno creato di fatto una cesura nel quartiere, che rende un lungo tratto di Via Guido Reni una “landa” desolata e destinata prevalentemente al parcheggio, da cui emergono le “isole” del MAXXI e della Chiesa, completamente staccata dall’altra metà di quartiere, quella del Villaggio Olimpico e dell’Auditorium
LA STORIA
[le informazioni contraddistinte dal’asterisco* sono ricavate dal testo della Proposta di delibera del 15 maggio 2019, scaricata dal sito comunale nel novembre 2019, sezione Convocazioni e proposte Assemblea Capitolina, file denominato CB20190139105-Prot.+n.+23842-19]
Sui progetti sulle ex caserme girano molte “leggende metropolitane”, a partire da quella che appartenessero al Comune. Invece gli stabilimenti di Via Reni sono passati dalla Difesa al Demanio (statale) (3) e non sono mai entrati nella disponibilità di Roma Capitale.
Il 4 giugno del 2010 viene siglato un Protocollo d’Intesa fra il Comune di Roma (Giunta Alemanno) e il Ministero della Difesa, che prevede la “valorizzazione” di 15 caserme della Capitale, tra cui lo SMMEP, che viene poi approvato dall’Assemblea Capitolina con la Delibera 8/2010 (4), che “per fare cassa” prevede la realizzazione di cubature private con una risicata quota di strutture pubbliche, anche tramite demolizione e ricostruzione. In realtà – si scoprirà in seguito – la Delibera è puramente virtuale, essendo nata come escamotage, concordato tra il Sindaco Alemanno e l’allora Ministro della Difesa La Russa, per trovare una “contropartita” all’intervento del Governo sul debito della Capitale, tanto che il Protocollo non viene neanche rinnovato alla scadenza della validità di un anno dalla sottoscrizione (nè vengono “controdedotte” dall’Assemblea Capitolina le osservazioni pervenute a seguito della pubblicazione della variante approvata nel 2010)
Il 25 settembre 2013 la nuova Giunta Marino approva una memoria con il seguente indirizzo per le utilizzazioni degli ex stabilmenti militari di Via Guido Reni: “Museo della Scienza 30 mila mq. di S.U.L., residenziale, compresi gli alloggi sociali, pari al 20% della superficie utile complessiva; quota flessibile, da definire nell’ambito della formulazione del progetto di fattibilità, 35 mila mq. di S.U.L., servizi pubblici anche di quartiere”
Ma con il Salvaroma del 2013, l’allora ministro Saccomanni inserisce gli stabilimenti tra gli edifici pubblici da “valorizzare” per riportare il debito italiano nei parametri europei, da cedere a Cassa Depositi e Prestiti investimenti SGR, probabilmente con l’intenzione di confermare quel florilegio di cubature private virtualmente piazzate dalla delibera di Alemanno nel 2010 (5) . Invece l’accordo poi raggiunto dal Comune di Roma (6) prevede che quasi metà della superficie diventi pubblica, e che, con il contributo straordinario di urbanizzazione, venga finanziata la costruzione di opere pubbliche, quindi a costo zero per il Comune e per i cittadini. Un risultato che si differenzia nettamente da quello delle altre “valorizzazioni” operate su altri immobili pubblici del resto d’Italia da Cassa Depositi e Prestiti (7). Dopo una nota di Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR che comunica a Roma Capitale “la condivisione degli scenari di trasformazione edilizia e urbanistica e conferma la disponibilità ad assumersi gli obblighi e gli oneri previsti dalle norme urbanistiche di Roma Capitale“, il 27 dicembre, la Giunta approva la Proposta 84/2013, che prevede, da un lato di revocare la Delibera “farlocca” del Sindaco Alemanno, dall’altro di introdurre una variante del PRG che permetta di avviare la trasformazione degli ex stabilimenti militari (8)
[il 24 dicembre 2013 il MIBACT , ad esito del procedimento di Verifica di Interesse Culturale attesta che gli immobili non hanno rilevanza storico/artistica. Nella “Carta per la Qualità del PRG, i beni dell’area sono individuati nelle famiglie: 1. “Edifici con tipologia edilizia speciale ad impainto seriale” relativamente ai capannoni dell’ex SMMEP (tav. G1b); 2 “Morfologie degli impianti urbani dell’espansione otto/novecentesca/impianti con progetto unitario e disegno urbano a struttura geometrica regolare (TAV. G1a); nel PTPR , nella Tav. A l’area è classificata come “Paesaggio degli insediamenti urbani” (disciplinato dall’art.27 del PTPR adottato del 2008) ma non sono presenti vincoli; nella tavola B “Beni Paesaggistici” l’immobile è classificato come Aree urbanizzate del PTPR; nella Tavola C “Beni del patrimonio culturale”, l’area dell’attuale Hangar [a sinistra dell’ingresso, in corrispondenza dell’area pubblica a destinazione culturale] è classificata come bene puntuale (con fascia di rispetto di 100 mt) facente parte dell’insediamento contemporaneo.*]
IL PROGETTO DEL SINDACO MARINO E DELL’ASSESSORE CAUDO
L’Assessorato alla Trasformazione Urbana dichiara che il Progetto Flaminio deve rispondere a tre requisiti fondamentali: l’interesse pubblico dell’operazione, il governo pubblico della trasformazione e la democraticità del percorso. Interesse pubblico e governo pubblico per utilizzare capitali privati per la rigenerazione urbana, ma soprattutto per assicurare il vantaggio dell’operazione per la città. In questo caso restituire metà della superficie dell’area a un uso pubblico, costruendo una città della Scienza, una piazza, servizi per il quartiere e alloggi a canone calmierato per giovani coppie, assicurando la sostenibilità degli interventi rispetto alla vivibilità del quartiere. Democraticità del percorso, attraverso il coinvolgimento dei cittadini (non solo residenti) nella stesura dei criteri per il Masterplan e nella istituzione di un concorso per la sua elaborazione, con una serie di tappe che garantiscano il “governo” di tutte le fasi, in sinergia con i cittadini.
LA DELIBERA APPROVATA DAL II MUNICIPIO E IL TAVOLO DI LAVORO PARTECIPATO CON LE ASSOCIAZIONI E I CITTADINI
Dopo la presentazione dell’Assessore Caudo, che il 28 gennaio 2014 illustra il progetto alla cittadinanza (9), comincia un percorso di vari incontri pubblici su diverse tematiche (10) e soprattutto un tavolo di lavoro condiviso tra l’Assessorato, il II Municipio e i rappresentanti di varie associazioni (11), che nel luglio 2014 porta all’elaborazione di un documento comune che raccoglie le dettagliate proposte delle realtà del territorio (scarica tavolo Via Guido Reni luglio 2014 documento-finale-07072014). Dal canto suo il Consiglio Municipale, l’11 febbraio 2014, dà parere favorevole alla proposta allegando alcune osservazioni/raccomandazioni (12)
LA DELIBERA SI FERMA Intanto però, la Proposta 84, che era arrivata in Commissione Urbanistica a inizio gennaio, resta ferma sei mesi, e viene inviata all’Assemblea Capitolina solo il 20 giugno 2014: la sua approvazione da parte dell’Assemblea è il presupposto indispensabile per l’avanzamento del progetto, cioè il passaggio a Roma Capitale dell’area destinata all’uso pubblico e il lancio del concorso per la stesura del masterplan (13)
Il cammino della Delibera in Aula Giulio Cesare, tuttavia è decisamente accidentato. Alcuni esponenti del PD (14) a quel punto mettono in dubbio la formula scelta dall’assessorato della variante, avanzando proposte alternative – accordi di programma(15) e PRINT (16)– a loro giudizio più efficaci. Il capogruppo PD D’Ausilio e il presidente della Commissione urbanistica Stampete il 2 luglio chiedono il ritiro del provvedimento (17) e la proposta non viene più portata al voto in attesa di approfondimenti. Il Presidente del Municipio II Giuseppe Gerace conferma la sua posizione a favore del progetto (18) e molti cittadini e comitati intervengono sollecitando un impegno della maggioranza (19). Comitati e le associazioni del tavolo partecipato diramano un comunicato in cui chiedono ai consiglieri comunali di procedere al più presto all’approvazione della delibera (20)
I PUNTI MESSI IN DISCUSSIONE DA ALCUNI CONSIGLIERI – agosto 2014 I punti su cui si concentrano le critiche o le perplessità riguardano alcuni aspetti che l’Assessore Caudo chiarisce poi in varie occasioni, come l’incontro con le associazioni del tavolo partecipato che si svolge il 15 luglio, e la Commissione Urbanistica del II Municipio che si tiene il 23 luglio.(21)
LA DELIBERA VIENE APPROVATA
Il 6 agosto 2014 viene approvata dall’Assemblea Capitolina la Delibera 54, con l’inserimento di un emendamento che prevede nel percorso da seguire, dopo il Concorso Internazionale, il ricorso al Piano di Recupero e un contributo straordinario versato da Cassa Depositi e Prestiti che non potrà in ogni caso essere inferiore ai 43.000.000 di euro, con destinazione pubblica volta alla realizzazione del Museo della Scienza e di Attività ed Attrezzature di quartiere (22). Gli accordi con CDP ed il Protocollo d’intesa che dovranno essere resi ufficiali dopo l’approvazione della Delibera contengono, secondo l’Assessore Caudo, altre due cose importanti:
la prima è che si faccia un “Concorso Internazionale” per elaborare il progetto del Masterplan dell’Area intera degli Stabilimenti Militari e che le linee guida per il Concorso vengano “tracciate” dai responsabili degli uffici tecnici competenti del Comune di Roma, insieme ad un “Laboratorio di progettazione partecipata” formato da cittadini, movimenti ed associazioni del quartiere Flaminio.
la seconda è che il costo relativo al Concorso Internazionale di Progettazione sarà completamente a carico di Cassa Depositi e Prestiti, e non peserà sulle risorse economiche del Comune di Roma.
Il 3 ottobre 2014 è stipulato un protocollo di intesa (in base al punto 4) della DAC 54/20149) tra Roma Capitale e Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR (prot. QI 149398). All’articolo 5 il Protocollo prevede che “…successivamente alla redazione del Masterplan e in relaizone all’approvazione della Variante Urbanistica relativa all’area, Roma Capitale e CDPI procederanno in maniera autonoma all’attuazione degli interventi di rispettiva competenza, in base alle norme applicabili ad ognuno di essi. In particolare il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica bandirà concorsi di progettazione per gli edifici e gli spazi pubblici e per la Città della Scienza e CDPI sgr affiderà l’incarico di progettazione defintiiva ed esecutiva di edifici e spazi privati direttamente o mediante concorsi ad inviti a soggetti vincitori assumendo ogni conseguente onere di natura economica e procedurale…”*.
IL CONCORSO INTERNAZIONALE E LE PREOCCUPAZIONI DEI CITTADINI E DEI COMITATI
A fine dicembre 2014 viene pubblicato il bando indetto da Cassa Depositi e Prestiti, a cui viene dedicato un sito, Progetto Flaminio. Il 14 gennaio 2015 viene presentato il concorso a una conferenza stampa al MAXXI > vai ai video della presentazione
Il 7 febbraio 2015 i rappresentanti dei comitati e delle associazioni del tavolo partecipato che ha elaborato le Linee Guida del Masterplan scrivono all’Assessore Caudo, chiedendo approfondimenti sul ruolo e sul rapporto del tavolo e dei suoi elaborati rispetto allo sviluppo del concorso (> vai a Progetto Flaminio: la lettera dei comitati), esprimendo alcune preoccupazioni sugli esiti concreti del lavoro del tavolo partecipato e riprendendo in parte alcune obiezioni avanzate in una lettera aperta da Amate l’Architettura in merito alle modalità del concorso, suddiviso in due fasi, in cui si l’associazione rivendicava una giuria dedicata anche per la prima fase e criteri più chiari e stringenti di quelli illustrati nel bando (>Vai all’articolo e alla letteraProgetto Flaminio: critiche, domande e preoccupazioni)
Il 23 e il 24 marzo 2015 i finalisti intraprendono un percorso guidato con la giuria, composta da Paola Di Biagi (presidente), Christian Sumi, Giacomo Borella, Marco Sangiorgio, Giovanni D’Onofrio, Béatrice Jullien (membro supplente), Francesco Garofalo (membro supplente) attraverso il quale sviluppare le diverse visioni per poi elaborare il masterplan, che dovrà essere consegnato il 16 Giugno. Sempre il 23 marzo i finalisti incontrano alcuni rappresentanti dei comitati e delle associazioni che hanno elaborato le linee guida per il masterplan nel tavolo partecipato.(> vai alla pagina con le registrazioni degli interventi) Un successivo incontro delle associazioni con la giuria si tiene il 28 aprile. .[Sul sito Progetto Flaminio sono stati inseriti i materiali per la seconda fase del Concorso con il DPP, Documento di Progettazione Preliminare (scarica il Progetto-Flaminio-DPP) posto a base dell’elaborazione dei progetti che saranno presentati dai 6 finalisti.
Il progetto vincitore del concorso per il masterplan (Studio Viganò)
https://www.youtube.com/embed/3OHW1lbBN0A Progetto Viganò Flaminio citta della scienza
Il 4 agosto 2015, secondo quanto previsto dal “Regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana” ( Allegato A alla Deliberazione C.C. n. 57 del 2.03.2006 ), per “garantire la conoscenza dei contenuti qualificanti del piano di recupero, l’Assessorato alla Trasformazione Urbana e il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica avviano formalmente la prima fase del processo partecipativo riguardante la Proposta di “a) Revoca della deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 8 del 28/29 ottobre 2010 – b) Individuazione della zona di recupero del patrimonio edilizio esistente e dell’ambito per la formazione del Piano di Recupero ai sensi degli artt. 27 e 28 della L. n. 457/1978 dell’ex “Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione” sito in Via Guido Reni – c) Indirizzi urbanistici prescrittivi per la successiva adozione del Piano di Recupero in variante al PRG vigente.“ Il 7 settembre 2015 si tiene il primo incontro pubblico presso la Casa della Città, in cui viene illustrato alla cittadinanza il programma urbanistico e sono stati raccolti i contributi partecipativi (osservazioni e proposte, anche scritte), che saranno recepiti nel Documento della Partecipazione, che accompagnerà la Proposta di deliberazione in tutto l’iter procedurale.(Vai all’ascolto dell’incontro pubblico del 7 settembre 2015)
[il 1 novembre 2015 si insedia in Campidoglio il Commissario Tronca, dopo lo scioglimento dell’Assemblea Capitolina in seguito alle dimissioni di 24 consiglieri capitolini per sfiduciare il Sindaco Marino: i poteri di Sindaco, Giunta e Assemblea capitolina passano al Commissario ]
30 dicembre 2015 Lo Studio Viganò, vincitore del concorso per il masterplan e incaricato da CdP investimenti sgr della redazione del Piano di recupero (ai sensi della legge 457/1978), consegna il progetto al Comune (prot. QI 213396)*.
Così scrivevamo nel dicembre 2015: Se il progetto non verrà bloccato, modificato o abbandonato, dovrebbe essere completato il Piano di Recupero, che dovrebbe poi essere approvato – dall’Assemblea Capitolina o – essendo stata sciolta alla fine di novembre – dal Commissario Tronca (26).Invece, nonostante lo Studio Viganò abbia consegnato gli elaborati richiesti nel dicembre 2015, per mesi l’iter non fa passi avanti, anche se nel settembre 2015 è stata aperta la conferenza dei servizi. (la dead line era l’agosto 2017)
25 settembre 2016 Su Il Sole 24 ore appare un articolo in cui si dice che “secondo indiscrezioni, CdP starebbe per mettere sul mercato un portafoglio di alcuni asset immobiliari adatti a investitori opportunistici” in cui ci sarebbe anche “la caserma di Via Guido Reni di Roma“.
Il 12 settembre 2016 viene convocata la Conferenza dei Servizi (la riunione conclusiva si terrà il 12 dicembre 2016)
29 settembre 2016 Cittadinanzattiva Flaminio e le altre associazioni che hanno partecipato al tavolo scrivono alla Sindaca, all’Assessore all’Urbanistica Paolo Berdini, alla Presidente del II Municipio Del Bello e all’assessore Giovannelli, invitandoli a partecipare a un incontro pubblico per fare il punto della situazione, e chiedendo il proseguimento del percorso partecipativo avviato, oltre alla pubblicazione degli elaborati dello Studio Viganò . L’incontro avviene il 30 novembre presso il MAXXI.
Il 26 ottobre 2016 l’Assessore Berdini partecipa all’ incontro al MAXXI sul tema della rigenerazione urbana degli ex stabilimenti militari e si dichiara favorevole al proseguimento del progetto, ma dice di non condividere la destinazione della parte pubblica a Città della Scienza, senza tuttavia precisare quale altra destinazione abbia in mente la Giunta Raggi. Secondo l’Assessore Berdini il Flaminio ha già molti poli di eccellenza, a differenza delle periferie e anche oneri e contributi ricavati dalle nuove urbanizzazioni dovrebbero essere spesi in quartieri meno privilegiati (> Vai al video)
Nel dicembre 2016 si chiude la conferenza dei servizi, con una serie di riunioni operative a cui partecipano rappresentanti della Direzione regionale Territorio urbanistica e Moivlità, della Città Metropolitana di Roma capitale, del Dipartimento Urbanistica, della Sovrintendenza Capitolina.
Il 30 dicembre2016 viene redatto il verbale conclusivo della CdS in cui si introduce il ricorso alla procedura del Programma Integrato di Intervento (PII) (27)quale “più idoneo strumento urbanistico esecutivo particolareggiato per l’attuazione degli interventi di riqualificazione del tessuto edilizio, urbanistico ed ambientale in variante del PRG dell’ex SMMEP, in luogo dell’adozione del “Piano di recupero (28) in variante” (previsto dalla Delibera 54/2014). L’immobile assume la destinazione di un nuovo “Ambito di valorizzazione B19” della Città Storica, disciplinato dall’art. 43 delle NTA del PRG“*. Il motivo è in particolare è che “Il programma integrato di intervento ai sensi della normativa regionale 22 1997 a valere quale piano attuativo dello strumento urbanistico generale, consiste in un progetto operativo complesso, con rilevante valenza urbanistica ed edilizia, caratterizzato dalla presenza di pluralità di funzioni, dall’integrazione di diverse tipologie, ivi comprese le opere di urbanizzazione e le infrastrutture necessarie per assicurare la completezza e la piena funzionalità dell’intervento stesso, ed a dimensioni tali da incidere sulla riorganizzazione del tessuto urbano interessando immobili e aree con destinazioni produttive o terziarie dismesse, parzialmente utilizzati o degradate, ma con una forte capacità di polarizzazione urbana”*; “La deliberazione 54/2014…ha, tra le premesse, individuato la necessità di “imprimere all’area ex stabilimenti una diversa destinazione urbanistica in quanto quello attuale risulta incompatibile con il nuovo impianto urbanistico e limitativa delle potenzialità dell’area”, senza tuttavia provvedere a tale nuova definizione; di conseguenza, per il complesso immobiliare di che trattasi, con la variante oggetto del presente provvedimento si prevede la variazione della destinazione urbanistica da “Sistema insediativo – città storica – edifici complessi speciali – grandi attrezzature ed impianti post unitari (C3)” ad “Ambito di valorizzazione B 19” della città storica sito in via Guido reni per il quale valgono le indicazioni derivate dalla data 54 2014 come meglio descritto nella relazione tecnica urbanistica d’Ufficio“*
> Vedi il Programma Integrato di Intervento PII ai sensi della normativa regionale (LR 22/1997) (27)
> vedi il Piano di Recupero Piano di Recupero ai sensi degli artt. 27 e 28 della L. n. 457/1978 (28)
(> NOTA SU STRALCIO CARTA DELLA QUALITA’ IN COSTRUZIONE)
L’Assessore Berdini lascia l’incarico il 14 febbraio 2017; il 6 marzo viene nominato al suo posto Luca Montuori.
Intanto, a partire dal 10 gennaio 2017 (fino al 3 aprile 2017) si svolge una nuova serie di incontri organizzati dal Municipio II con i rappresentanti delle associazioni del quartiere e di CDP per la progettazione della parte riguardante i servizi locali. I cittadini propongono che nel “capannone e mezzo” che dovrebbe essere mantenuto nella sagoma originale a memoria del complesso industriale/militare, sia realizzata una Casa del quartiere con una Biblioteca polifunzionale, una sala per eventi pubblici, un punto ristoro e un’area a verde destinata alla convivialità di quartiere.
Il 23 marzo 2017 viene consegnato da CDP il progetto con le modifiche richieste dalla Conferenza dei servizi. Viene dato incarico da CDP Investimenti sgr della progettazione delle parti pubbliche al servizio del quartiere allo studio Viganò.
3 aprile 2017 il II Municipio trasmette al Dipartimento PAU il verbale della conferenza conclusiva del processo di partecipazione di iniziativa municipale relativa alla progettazione dei servizi pubblici a livello locale di pertinenza del Municipio: “Nell’ambito del processo partecipativo municipale sono stati indicati per la prevista dotazione pari a mq 3172 di SF e mq 2045 di SUL necessari per il fabbisogno del quadrante territoriale e dell’intero quartiere, una biblioteca di nuova concezione che integri e razionalizzi la biblioteca Flaminio attualmente ospitata nella scuola Alessi, da realizzare in una porzione del padiglione 16, ed una struttura di servizio denominata a “casa del quartiere” da realizzare in una porzione del magazzino 20″*
[31 luglio 2017 Il responsabile del procedimento predispone il Documento di partecipazione che riassume le informazioni sui temi emersi e le trascrizioni degli interventi istituzionali, di cittadini singoli e associazioni*]
Il Piano di Recupero dovrebbe essere approvato entro luglio 2017 dalla Giunta, poi dovrebbe passare all’Assemblea, ma diventa evidente che non sarà rispettato il termine fissato dalla delibera dell’inizio agosto; continua a non essere pubblicato il progetto definitivo nè sul sito del Dipartimento urbanistica, nè su quello dedicato di CDP. I comitati di quartiere tentano più volte – invano – di organizzare un nuovo incontro pubblico a giugno con gli assessori Bergamo e Montuori, per capire la destinazione dello spazio inzialmente indicato come Città della Scienza, che sembra ormai decaduto.Tentativo rinnovato nel settembre 2017, senza alcun esito
Per i successivi due anni, non viene più data alcuna informazione sullo stato del progetto e della relatica Delibera di variante che doveva essere approvata dall’Assemblea. Intanto CDPI affitta i locali a mostre, fiere ed eventi, per un periodo viene installato un piaino bar che provoca proteste dei residenti per la musica ad alto volume fino a tarda ora nel periodo estivo.
Gli uffici continuano l’iter delle varie autorizzazioni e pareri per il progetto, in particolare per la viabilità, i parcheggi e le problematiche per il rischio idraulico della zona, inizialmente classificata R3 nel PAI (Piano Assetto idrogeologico) e in attesa di deprimetrazione dopo la costruzione del “muretto di sponda” tra Ponte Milvio e Ponte Flaminio (sintesi da Proposta delibera*).
19 gennaio 2018 Viene trasmessa al Comune da CDP la bozza di Atto d’obbligo e la stima el contributo straordinario* La parte che sarà ceduta al pubblico – “Comparto B” – è aumentata a scapito di quella privata per motivi funzionali di organizzazione dei lavori: sul 27000 mq, che prevede revede un “programma funzionale” in 3 fasi di attuazione: “la fase zero, che prevede il riuso delle strutture esistenti, la fase uno, che realizza il programma fino a 12.000 mq di S.U.L., la fase 2 che prevede il completamento fino a 27.000 mq di S.U.L., fasi che prevedono la demolizione/sostituzione degli edifici esistenti, anche per realizzare i parcheggi e gli archivi interrati“*.
21 febbraio 2019 Viene sottoscritto l’Atto d’obbligo tra Comune e CDP (prot. QI314) nel quale si stabiliscono le modalità attuative per la progettazione e realizzazione degli spazi pubblici a livello locale, che adesso si prevde di “assoggettare a concorso di progettazione ai sensi dell’art.5 della DAC 54/2015“*[la realizzazione, a scomputo, delle urbanizzazioni primarie e secondarie sono comunque a carico di SGR NDR]. Nello specifico Roma Capitale ha concordato che “L’individuazione del progettista a cui a fare affidare la progettazione definitiva dei servizi pubblici di livello con locale [biblioteca casa del quartiere, opere di urbanizzazione secondaria NDR] e della porzione di verde pubblicoprospiciente via del Vignola individuata nella tavola 3.2. C bis, sarà operata da Roma capitale mediante concorso di progettazione svolto a sua cura e spese della medesima …” e che “la realizzazione delle medesime opere sarebbe rimasta a totale carico del soggetto attuatore [CDP]” ; quanto “ ai tempi di attuazione dei comparti privati che necessitano della ultimazione dell’esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria [strade, fognature, illuminazione NDR] dell’avvio della procedura di affidamento dell’appalto per le opere di urbanizzazione secondaria scomputo, CDP investimenti sgr ha precisato che, nel caso in cui la procedura concorsuale a cura e spese dell’amministrazione capitolina non fosse risultata completata la data di approvazione del Programma integrato di intervento, avrebbe proceduto tramite il versamento in contanti dei relativi oneri secondo le modalità indicate nella nell’atto d’obbligo”*
30 aprile 2019 Diretta della trasmissione “Buongiorno Regione (RaiTre) agli Stabilimenti militari di Via Guido Reni, durante la quale intervengono Marco Sangiorgio, Direttore Generale di CDP sgr, el’Assessore all’urbanistica Luca Montuori, che assicurano che il progetto sta andando avanti. e che a breve la Delibera con il Piano particolareggiato, che secondo Montuori non presenta variazioni rispetto alla prima delibera dell’amministrazione Marino, dovrebbe essere portata in Assemblea Capitolina per l’adozione, per poi continuare il suo iter con la raccolta delle osservazioni e l’approvazione del progetto e delle controdeduzioni. Sangiorgio parla di possibile inizio dei lavori nel 2021, ma c’è l’incognita di quale privato acquisterà da CDP l’area e il progetto, e se tale soggetto rispetterà il masterplan selezionato dal concorso del 2014/2015, del vincitore Studio Viganò, che aveva in parte tenuto conto anche delle indicazioni del tavolo partecipato dei cittadini. Nessuna indicazione viene data da Montuori invece per la parte a destinazione pubblica dove Ignazio Marino prevedeva una Città della Scienza, mentre per la parte dei servizi per il quartiere, oggetto di un progetto partecipato con le associazioni civiche nel 2016/2017, si parla di un concorso per individuare i progettisti per il mettere a punto il progetto esecutivo, che dovrebbe rispettare le indicazioni dei cittadini.
Video: Stralcio degli interventi di Montuori Sangiorgi e e Antonio Gagliardi dell’Associazione Progetto Roma Insieme del 30 aprile 2019
IL 10 maggio 2019 gli uffici predispongono la nuova Proposta di deliberazione (prot. 49089)
Il 18 (?) ottobre 2019 la Giunta Raggi approva la Proposta con una Decsione di Giunta.
19 ottobre 2019 Su La Repubblica appare un articolo di Paolo Boccacci che comunica l’approvazione della Delibera di Giunta e alcune dichiarazioni dell’assessore Montuori, che resta sul vago per la parte Museo della Scienza, parlando di un “intervento dedicato alla diffusione della cultura scientifica intorno a cui apriremo una discussione” precisando che si tratta di “capire bene se farne un luogo espositivo qualcosa di più interattivo come si vede in tante città del mondo”. Montuori informa invece dell’intenzione di istituire un Concorso “Internazionale” (sic) per la parte di servizi al quartiere. La destinazione di “un centro civico di nuova generazione” e della biblioteca viene riferita nell’ambito di un dialogo con la “rete delle biblioteche”, nessun cenno alla proposta avanzata due anni prima dal tavolo aprtecipato dei cittadini.
Alla lettura della nuova Proposta di deliberazione, queste le novità presenti (o assenti):
– Adozione da parte dell’assemblea capitolina del Programma integrato di intervento (27)in variante luogo dell’adozione del Piano di recupero in variante (28)
– lo stralcio dei fabbricati ex SMMEP dalla Carta della qualità elaborato G1b, anche sulla scorta dei pareri resi dal MIBACT (…) (29)
– l’introduzione di una flessibilità nel mix funzionale delle destinazioni residenziali pari al 20% della SUL (Superficie Utile Lorda) richiesta da CDP e giudicata compatibile con la flessibilità del PRG (…) per consentire la realizzazione di una struttura ricettiva rispondente agli standard dimensionali dei gestori internazionale di alberghi (10.000 m quadri di SUL non residenziale riallocata in 3900 mq circa per commerciale ca 6000 per ricettivo anziché 5000 m e 5000 mq) . L’albergo previsto avrà un’altezza massima di 32 mt (il più alto degli edifici previsti dal Programma) in deroga al regolamento edilizio;
– sono previste deroghe agli standard urbanistici con riduzione di quelli relativi ai parcheggi pubblici, al verde e ai servizi pubblici (si dicono soddisfatte le dotazioni dei parcheggi pubblici e privati ai sensi delle normative e del PRG, le specifiche si trovano nella Relazione tecnico urbanistica dell’Ufficio)
– il ricorso a una procedura concorsuale (vedi atto d’obbligo) per individuare il “progettista a cui a fare affidare la progettazione definitiva dei servizi pubblici di livello con locale” cioè la biblioteca e casa del quartiere (opere di urbanizzazione secondaria), a spese di Roma capitale (100.000 euro) che risultano già stanziati nel bilancio comunale(30)
Inoltre:
Nella Delibera si sottolinea che il Masterplan del nuovo quartiere, oggetto del concorso internazionale del 2015 “riveste solamente ed esclusivamente natura di documento di indirizzo” e che sarà “necessario con successivo e separato atto, espletare la procedura di evidenza pubblica concorsuale di inziativa di Roma Capitale” per l’area che diventerà pubblica dopo la cessione di CDP sgr.
Non sono presenti nella Delibera indicazioni e approfondimenti circostanziati sulla destinazione dell’area Città della Scienza (comparto B): in poche righe vengono solo elencate una serie di generiche funzioni collegate al precedente progetto della “Città della scienza”:”La città della scienza, servizio culturale urbano altamente specializzato, dovrà rappresentare tutti gli aspetti multidimensionali della scienza: logico/filosofico e metodologico, sperimentale, applicativo, storico sociale e svolgere un fondamentale ruolo aggregativo, sia per la comunità scientifica cittadina, offrendo luoghi di confronto e condivisione, spazi di co-working e laboratori transitori, incubazione di impresa e assistenza, sia per la partecipazione e l’ascolto del territorio, a servizio dei cittadini e delle strutture scolastiche, come luogo per la formazione-educazione e per l’apprendimento permanente”.Dal punto di vista urbanistico la Delibera si limita a dichiarare che il comparto destinato a “attrezzatura culturale – città della scienza” prevede un “programma funzionale” in 3 fasi di attuazione: “la fase zero, che prevede il riuso delle strutture esistenti, la fase uno, che realizza il programma fino a 12.000 mq di S.U.L., la fase 2 che prevede il completamento fino a 27.000 mq di S.U.L., fasi che prevedono la demolizione/sostituzione degli edifici esistenti, anche per realizzare i parcheggi e gli archivi interrati”
Nell’elenco degli elaborati inserito nella Proposta di delibera sono presenti anche gli elaborati che riguardano un progetto preliminare fornito da CDP in seguito al processo partecipativo municipale della primavera 2017: Tav. 6.14 Servizi pubblici di livello locale, centro civico: Padiglione 16 e Tav. 6.15 Servizi pubblici di livello locale, centro civico: Magazzino 20
nell’elenco degli oneri a favore dell’Amministrazione capitolina, è inserito un “contributo straordinario di urbanizzazione stimato in euro 36.129.000” (importo definitivo da stabilire in seguito) che, viene specificato “...sarà obbligatoriamente utilizzato per finalità di riqualificazione urbana nello stesso ambito in cui ricade l’intervento, di intesa con il competente municipio da formalizzarsi con successivo provvedimento” ; è anche indicato un “contributo straordinario volontario di euro 6.871.000 da incamerare in denaro, di cui quota parte sarà corrisposto quale obbligazione sostitutiva mediante realizzazione delle opere di sistemazione di via Guido Reni nel tratto prospiciente l’intervento, la cui progettazione sarà inviata successivamente all’adozione del Programma“. (31)
7 novembre 2019 Il Consiglio del II Municipio dà parere favorevole (solo consultivo) alla delibera, ma con molte osservazioni critiche, in particolare sulla mancata proposta di un progetto articolato – più culturale che urbanistico – per lo spazio pubblico della Città della Scienza e per il rischio di mancata contestualità tra opere pubbliche e private. I consiglieri Cinque Stelle votano contro, spiegando la loro contrarietà per la possibilità, da sempre avversata dal Movimento,che nell’operazione urbanistica vengano portate avanti le edificazioni private lasciando indietro quelle pubbliche, e anche per la mancanza di un progetto chiaro e dettagliato per lo spazio pubblico più rilevante, che questi tre anni e mezzo di guida pentastellata della città avrebbero consentito di elaborare un progetto “dal basso” coinvolgendo la cittadinanza e anche gli stessi consiglieri municipali.
8 novembre 2019 La Commissione Urbanistica capitolina, riunita per la seconda volta (la prima il 6 novembre) esprime parere favorevole alal Delibera, anche se dopo un lungo dibattito, che ancora una volta ruota intorno agli stessi punti: la preoccupazione che si crei una divaricazione tra il completamento delle opere private e quello delle opere pubbliche, che, come ribadito anche dal capogruppo del PD Pelonzi, sono quelle che conferiscono l’interesse pubblico all’operazione, a partire dalla parte destinata alla Città della scienza. E la stessa Presidente Iorio e i consiglieri pentastellati, pur avendo dato parere favorevole, riconosce la necessità di un “supplemento di lavoro” della Commissione per garantire maggiormente i tempi di realizzazione delle parti pubbliche, e anche quella di avviare un confronto sul progetto della Città della scienza, annunciando l’intenzione di convocare una riunione congiunta della commissione urbanistica con la commissione cultura, alla presenza dell’assessore alla crescita culturale Bergamo. Nel corso della Commissione, sia l’assessore Montuori che la Presidente Iorio assicurano ai membri delle associazioni che le proposte del tavolo partecipativo per i servizi di quartiere saranno tenute in considerazione e poste come base del concorso, anche se dalla delibera non risultano indicazioni in questo senso.Vai alla sintesi del progetto di trasformazione urbanistica e delle modifiche apportate dalla nuova Proposta di Delibera, con una disamina di alcuni punti controversi a cura di Carteinregola scarica la versione PDF Dossier ex stabilimenti militari Flaminio 19 nov
21- 22 novembre 2019 L’Assemblea Capitolina discute la Proposta di Delibera e la adotta. I temi sollevati dal Tavolo delle Associazioni per il Progetto del Quartiere della Città della Scienza sono al centro del dibattito tra tutte le forze politiche e vengono approvati alcuni Ordini del giorno che affrontano i problemi condivisi da maggioranza e opposizione (> vai alla pagina con la registrazione video, il comunicato dal sito comunale e gli articoli)
Il video della diretta dell’Assemblea del 21 novembre (inizio dibattito su proposta di delibera ex stabilimenti militari a 2h 43′ 30″, con presentazione dell’assessore all’urbanistica Montuori a 2 h 44’15’)
https://www.youtube.com/embed/wrFBw94XgW4 Il video della diretta dell’Assemblea del 22 novembre
inizio dibattito 1h 22’40”
30 novembre 2019 Si svolge l’Assemblea pubblica indetta dal Tavolo delle Associazioni per il Progetto del Quartiere della Città della Scienza per informare i residenti e i cittadini degli sviluppi del progetto in seguito all’adozione della Delibera e agli ODG collegati .“Rischi e opportunità per il quartiere e per la città” il titolo scelto per la manifestazione, in cui, accanto all’apprezzamento per il passo avanti verso gli obiettivi di riqualificazione e restituzione alla città di un’estesa area del quartiere, si sono evidenziate alcune criticità, in parte affrontate dagli ODG approvati in Campidoglio> Vai alla pagina con le slides di presentazione del Progetto (Piano di recupero) a cura di Antonio Gagliardi dell’Associazione Progetto Roma Insieme (con audio della presentazione)
il 9 gennaio 2020 è pubblicato sull’Albo Pretorio comunale on line l’atto di adozione del Programma integrato di intervento in variante al PRG: per 30 giorni i cittadini e tutti i soggetti interessati potranno prenderne visione e per ulteriori 30 giorni inviare le proprie osservazioni e opposizioni.> vai all’elenco pubblicato sull’Albo Pretorio comunale. > vai alla pagina
Il 9 marzo 2020 il tavolo delle associazioni manda al Comune le sue osservazioni, che si concludono con la richiesta che siano esclusi, per il comparto “B” interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti, vincolando il reperimento della S.U.L. all’interno strutture edilizie esistenti, prevedendone un riuso compatibile con le nuove funzioni e le norme vigenti; e il reperimento dei parcheggi che si renderanno necessari all’esterno dell’area dedicata alla Città della Scienza (32). Le osservazioni del tavolo saranno le uniche inviate, e saranno bocciate dalla Commissione urbanistica il 27 novembre 2020.
3 settembre 2020 Viene indetto dal Comune di Roma il concorso per il progetto per il Nuovo Polo civico Flaminio per la creazione di nuovi spazi pubblici, diversificati ma integrati all’interno della trasformazione dell’area ex Caserma di via Guido Reni. (> Vai alla pagina sul sito del Comune con i materiali) (> Vai al sito del concorso)
21 dicembre 2020 viene resa pubblica la graduatoria dei progetti, e i relativi nominativi dei progettisti, partecipanti alla seconda fase dei concorsi indetti da Roma Capitale a settembre 2020 per i servizi pubblici – Polo Civico Flaminio – e il Mercato rionale San Giovanni di Dio. Il primo classificato della graduatoria provvisoria è ApiùM2a Architects Studio Associato di Architettura. Sinergo S.p.a., DEMOGO Studio di Architettura di Gobbo, Mottola e De Marchi s.b.arch (> Vai alla sezione del sito concorsi polo civico flaminio con i rendering dei progetti classificati
manca aggiornamento 2020 – 2022
14 novembre 2022 Parte l’iter per la realizzazione del Museo della Scienza scon la presentazione in Campidoglio del Concorso internazionale di progettazione, indetto dall’Assessorato all’Urbanistica che si articola in due fasi: la prima finalizzata all’acquisizione di proposte ideative, a seconda finalizzata all’acquisizione di un progetto di fattibilità tecnica ed economica, scelto tra i primi cinque classificati nella prima fase. Il concorso si concluderà entro maggio 2023 e sarà svolto sulla piattaforma informatica messa a disposizione dall’Ordine degli Architetti di Roma L’investimento messo in campo per la realizzazione dell’opera ammonta a circa 75 milioni di euro. (> vai al comunicato sul sito di Roma Capitale )
2 marzo 2023 Presidente della giuria del Concorso internazionale di progettazione per il Museo della Scienza di Roma è l’architetto Daniel Libeskind. La Giuria comprende l’architetta Benedetta Tagliabue – fondatrice dello studio EMBT di Barcellona, l’architetta olandese Fokke Moerel, e l’architetto e critico d’architettura Alessandro D’Onofrio, docente universitario di progettazione architettonica, scenografia e allestimento, curatore della sezione architettura del MAXXI (> Vai al comunicato sul sito di Roma Capitale ).
Nella presentazione del concorso si danno i seguenti dati tecnici:
La superficie complessiva del Museo della Scienza sarà di oltre 19.000 mq (compresi spazi di servizio, spazi verdi/serre e terrazza della caffetteria), di cui 9.000 mq per spazi espositivi di varia natura e 1.100 mq di spazi per la ricerca
Il Museo della Scienza dovrà essere sostenibile e dovrà soddisfare i requisiti energetici più restrittivi
Il Museo della Scienza potrà essere un nuovo edificio oppure potrà riutilizzare parte delle strutture storiche delle Officine. A supporto della seconda ipotesi, sono state fornite ai concorrenti del concorso tutte le informazioni necessarie sulle caratteristiche geometriche e strutturali degli edifici esistenti: rilievo, caratterizzazione delle strutture e relazione geotecnica
19 luglio 2023 “Science Forest” di ADAT Studio vince il bando di progettazione per la Città della Scienza Una volta terminate le verifiche amministrative, in autunno il progetto vincitore sarà approvato dalla Giunta di Roma Capitale, con la prospettiva di iniziare i lavori entro il 2025 e procedere in parallelo con l’edificazione della poarte private che comprende anche la realizzazione di un Polo Civico. Il progetto del Museo mantiene parte delle facciate esterne degli stabilimenti militari, che il tavolo delle associazioni del Flaminio aveva chiesto di conservare, insieme alla facciata interna del corpo principale vedi il comunicato di Roma Capitale sul progetto vincitore del concorso internazionale per il Museo della Scienza e la relazione con i rendering e tutti i dettagli. Città della Scienza al Flaminio: il progetto vincitore del concorso
4 dicembre 2023 Inaugurata alla Casa dell’Architettura la mostra con tutti i progetti del concorso pe ril Museo delal Scienza, con glin interventi dell’Assessore Veloccia, del vincitore e dei 4 finalisti, del responsabile del progetti di CVP e altri
* Rispetto al profilo pubblico/privato di CDP, molti hanno sollevato dubbi, tuttavia a oggi non è stato individuato alcun elemento a sostegno dell’obbligo per CDP di rispettare quanto previsto dalle normative per gli enti pubblici, ad esempio – come nel caso del Progetto Flaminio – delle mopdalità di indizione e gestione dei concorsi pubblici
PER APPROFONDIRE:
> VAI ALLA PAGINA CON LA DELIBERA 87/2019 125a Proposta (Dec. G.C. N. 48 dell’11 ottobre 2019) APPROVATA IL 22 NOVEMBRE 2019 Parziale revoca della deliberazione di Assemblea Capitolina n. 54 del 6/7.08.2014. Adozione del Programma Integrato di Intervento in variante al P.R.G. ai sensi della L.R. 22/1997 dell’ex Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione di Via Guido Reni con la procedura dell’art. 4 della L.R. 36/1987 e ss.mm. iiE GLI ELABORATI scarica Delibera 87/2019 Deliberazione Assemblea Capitolina n. 87-2019 GuidoReni
A margine della Commissione Trasparenza Capitolina che si è riunita oggi 11 ottobre 2017 con all’ODG le ex caserme di Roma in attesa di passaggio al Comune e di trasformazione,…Continua#
Pubblichiamo la lettera inviata dalle Associazioni del tavolo partecipato Flaminio all’Assessore Montuori , in cui chiedono che si dia seguito il più presto possibile alla procedura di attuazione del Progetto…Continua#
Da tempo si è conclusa la conferenza dei servizi sul Progetto Flaminio, per la parte che riguarda il nuovo quartiere che dovrebbe sorgere davanti al MAXXI tra Via Guido Reni…Continua#
Associazioni e comitati del quartiere Flaminio (e non solo) hanno scritto a Comune e Municipio per sollecitare il coinvolgimento della cittadinanza nel prosieguo dell’iter del Progetto Quartiere Città della Scienza…Continua#
Intervento dell’urbanista Anna Maria Ceci, dell’Associazione Seniores Lazio, all’incontro “Progetto Flaminio: facciamo il punto”, in cui ha sintetizzato in 5 punti il documento presentato dalle associazioni il 7 luglio 2014…Continua#
Pubblichiamo i video degli interventi dell’incontro che si è tenuto il 30 novembre al MAXXI Progetto Flaminio: facciamo il punto – cittadini e associazioni incontrano Paolo Berdini Assessore all’Urbanistica di…Continua#
Il “Progetto Flaminio” è un progetto di rigenerazione urbana nel quartiere Flaminio-Villaggio Olimpico che prevede di realizzare negli ex stabilimenti militari di Via Guido Reni, di fronte al MAXXI e a…Continua#
(video a cura di Maurizio Geusa) (dal sito del MAXXI) Due incontri per capire come l’architettura può cambiare e riqualificare il territorio mercoledì 26 ottobre 2016, 17:30 – 19:30 Rigenerazione…Continua#
Lascia perplessi la mossa dell’on. Umberto Marroni, deputato del Partito Democratico, fino alla primavera del 2013 capogruppo PD in Campidoglio, che ha presentato pochi giorni fa un’interrogazione a risposta scritta…Continua#
E conferenza stampa successiva con l’Assessore Caudo, il Presidente Gerace e il Direttore Generale di CDP Investimenti Sgr Marco Sangiorgio (video in calce) > vai al sito Progetto Flaminio
Ritorniamo sulla questione del Progetto Flaminio, promosso dall’Assessorato alla Rigenerazione Urbana di Roma Capitale e da Cassa Depositi e Prestiti SGR, che ha acquistato l’area degli ex stabilimenti militari dal…
AProgetto Flaminio: critiche, domande e preoccupazioni Pubblicato il 30/01/2015 Carteinregola ha sostenuto fin dall’inizio il progetto per il quartiere della Città della Scienza, perchè è un’operazione che recupera un’area abbandonata da…
Gli ex Stabilimenti militari di Via Guido Reni a Roma [youtube https://www.youtube.com/watch?v=3OHW1lbBN0A] I video della presentazione Concorso per il Quartiere della Città della Scienza 14 gennaio 2015 Intervento Giovanni Caudo, Assessore…
Ex stabilimenti militari Via Guido Reni (II Municipio) Pubblicato il 24/08/2014 di carteinregola APPROVATA LA DELIBERA SULLA VARIANTE DI P.R.G. PER L’AREA DELL’EX SMMEP (Stabilimento Militare Materiali Elettrici di Precisione) DI VIA GUIDO RENI. Le Associazioni ed i Movimenti – Carteinregola – Cittadinanzattiva Flaminio – “amate l’architettura” – Cromas Flaminio – Seniores Italia … Continua a leggere →
Accade in Campidoglio: una diretta da non perderePubblicato il 06/08/2014 di carteinregolaAlle ore 2 del 7 agosto la delibera sugli ex Stabilimenti militari di Via Guido Reni e’ stata approvata dall’Assemblea Capitolina Ringraziamo i consiglieri comunali, della maggioranza e dell’opposizione. 6 agosto ore 20.30. Oggi è arrivata in Aula, dopo … Continua a leggere →
Delibera Ex caserme Flaminio: un promemoria per ripartirePubblicato il 04/08/2014 di carteinregolaLa “Proposta Dec. G.C. del 27 dicembre 2013 n. 84” relativa agli ex stabilimenti militari di Via Guido Reni al Flaminio, che aveva suscitato molti dubbi nella stessa maggioranza proprio alla vigilia del voto in Aula, dovrebbe arrivare all’Assemblea Capitolina … Continua a leggere
Città della Scienza o città della fatiscenza? Pubblicato il 30/06/2014 di carteinregola Tra le Delibere all’ordine del giorno dell’Assemblea Capitolina del 1 luglio (1), una delibera in particolare, a nostro avviso, merita l’attenzione collettiva, la “Proposta 1/2014” relativa alle ex caserme di Via Guido Reni e al progetto di realizzazione della Città della Scienza (2)
(*1)l’area e gli edifici non sono (nè sono mai stati) di proprietà del Comune di Roma, ma sono stati ceduti dal Demanio direttamente a Cassa Depositi e Prestiti (insieme a molte altre proprietà pubbliche) alla fine del 2013, perchè lo Stato aveve bisogno di “fare cassa” per mantenere gli impegni del Patto di Stabilità.
(*3)I costi di realizzazione delle parti pubbliche – compresa la struttura della Città della Scienza – avrebbero dovuto essere coperti dal contributo strarordinario versato da CDP, che non può in ogni caso essere inferiore ai 43.000.000 di euro
(*4) Il progetto del masterplan del Quartiere della Città della Scienza – e il concorso con cui è stato selezionato – non riguardava gli aspetti architettonici degli edifici del nuovo quartiere (la rappresentazione proposta dal rendering è puramente indicativa), ma, apunto, il masterplan, che rappresenta un’ipotesi di distribuzione dei volumi, degli spazi e delle funzioni nell’area, secondo la suddivisione stabilita dalla Delibera comunale, che prevedeva che, su una superficie di circa 51.000 mq, 24000 mq fossero destinati a spazi e funzioni pubbliche (di cui 14.000 mq alla Città della Scienza e 10.000 mq a strutture per il quartiere) e 27.000 mq a strutture private (su un totale di 72.000 mq di SUL, Superficie Utile Lorda edificata, la parte pubblica è di 28.000 mq, la parte privata di 45.000 mq, in cui sono compresi 6000 mq di alloggi per housing sociale, 29.000 mq di residenziale, 5000 mq di ricettivo – un albergo – , 5000 mq di piccole e medie strutture di vendita).
(*5) A partire dal gennaio 2014 si è costituito un tavolo partecipato che ha messo a punto delle “Linee Guida del Masterplan” consegnate nel luglio 2014 che sono state inserite nei materiali del concorso. L’interlocuzione delle associazioni e dei comitati del tavolo sono proseguiti anche durante i lavori della commissione esaminatrice e successivamente con lo Studio Viganò, vincitore del concorso (anche se con risultati complessivi che alcuni hanno giudicato troppo esigui se non inesistenti)
(*6) Dopo la fine della consiliatura Marino, nel dicembre 2015 lo Studio Viganò ha consegnato al Dipartimento Urbanistica il Piano di Recupero (gli elaborati tecnici necessari per l’approvazione), che avrebbe dovuto essere votato dall’Assemblea Capitolina, dopo essere stato oggetto di istruttoria da parte degli uffici comunali. Tuttavia ci risulta che nel periodo di commissariamento l’iter si sia fermato, fino al settembre 2016, quando l’istruttoria è stata avviata dalla nuova amministrazione.
(*7)Sul sito del Dipartimento Urbanistica sono presenti gli elaborati (e i documenti relativi anche agli incontri e ai materiali del tavolo partecipato) fino all’ottobre 2015. Nonostante le ripetute richieste dei comitati sia al Commissario Tronca, sia ai successivi Assessori Berdini e Montuori, non sono stati resi pubblici gli elaborati consegnati a fine 2015 nè i documenti successivi.
NOTE CRONOLOGIA
(1) (dalla proposta 84) scarica la proposta-rc-2013-22497-guido-reni :l’area del complesso dell’ex SMMEP allo stato attuale si estende su di una superficie territoriale di 55.480 mq., su cui insistono fabbricati per una volumetria totale di 267.003 mc. con edifici di altezza variabile da 1 a 4 piani, disposti parallelamente ed ortogonalmente all’asse di Via Guido Reni
(2) come la Scuola di polizia, la caserma PS che ospita il “113”e altre strutture militari ancora in uso alla Difesa
(3) le altre caserme della Capitale sono invece ancora di proprietà e in uso alla Difesa, tranne Papareschi, ceduta alla Corte dei Conti. Ma in seguito saranno siglati altri protocolli tra Difesa e Demanio per la trasformazione di altre quattro caserme: la Ruffo sulla Tiburtina, la Donato al Trullo, quella su viale Angelico e la caserma Ulivelli”. A cui si aggiungono Forte Boccea e l’ex magazzino dell’aeronautica al porto Fluviale. Vedi l’articolo di Roma Today del 28 luglio 2014 Urbanistica, al Comune sei caserme da valorizzare: pronto un protocollo con Difesa e Demanio
(5) (dalla proposta 84) “Il 12 novembre 2013 il Ministro dell’Economia e delle Finanze comunicava al Sindaco di Roma Capitale la possibilità di attivare le procedure di dismissione secondo le modalità previste dall’art. 11 quinquies del Decreto Legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248 relativamente agli immobili di Via Guido Reni e dell’ex Palazzo degli esami di Via Induno. E che l’operazione vede come parte acquirente Cassa Depositi e Prestiti”
(6) (dalla proposta 84) “ in incontri successivi, svoltisi il 13, 14 e 15 novembre 2013 presso l’Agenzia del Demanio con la partecipazione dell’Assessorato alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale e di Cassa Depositi e Prestiti investimenti SGR, si definivano gli scenari di trasformazione edilizia e urbanistica per gli immobili in questione che prevedevano per l’immobile di Via Guido Reni la possibilità di predisporre un piano di valorizzazione per una superficie utile lorda di 72.000 mq. così suddivisi: 29.000 mq. di residenziale libero, 6.000 mq. di residenziale di alloggi sociali, 5.000 mq. di commerciale e 5.000 mq. di ricettivo. I restanti 27.000 mq. destinati alla Città della Scienza; Che tali scenari venivano comunicati da Roma Capitale con nota n. 76158 del 16 novembre 2013 al Ministro dell’Economia e delle Finanze; Che in data 9 dicembre 2013 l’Agenzia del Demanio ha manifestato a Roma Capitale (prot. n. 119871) la piena condivisione degli scenari di trasformazione edilizia ed urbanistica prospettati da Roma Capitale e definiti in sede di concertazione istituzionale e invitava l’Amministrazione Capitolina ad avviare le conseguenti e necessarie procedure amministrative per addivenire all’approvazione di una variante alla pianificazione urbanistica vigente, auspicandone l’avvio del processo di formazione, con una prima sessione deliberativa, entro la conclusione del corrente anno 2013;
(8) SULLA VARIANTE AL PRG (dalla proposta 84): la suddetta area dell’ex SMMEP conserva l’impianto originario delineato nel Piano Regolatore del 1909 e negli elaborati prescrittivi Sistemi e regole 1:5.000 e 1:10.000 del PRG vigente è classificata con la destinazione urbanistica “Sistema insediativo – Città Storica – Edifici Complessi Speciali – Grandi attrezzature ed impianti post unitari; Che la suddetta area dell’ex SMMEP è individuata nell’elaborato gestionale G1 Carta per la Qualità di PRG vigente, esclusivamente nella famiglia Edifici con Tipologia Edilizia Speciale ad impianto seriale – Caserma (CA), e nella famiglia Morfologie degli Impianti Urbani classificato come Morfologie degli impianti urbani dell’espansione otto novecentesca, Impianti con progetto unitario e disegno urbano a struttura geometrica regolare; Che, sempre nel PRG vigente, l’area è individuata nell’elaborato indicativo l7, denominato: Ambito di Programmazione strategica Flaminio-Fori-Eur; Che nella considerazione delle peculiarità definite dal PRG vigente per gli “Ambiti di programmazione strategica” essi individuano tutte quelle aree/ambiti strutturanti che nel tempo hanno marcato lo sviluppo della città ed i suoi piani di trasformazione e, pertanto, sono ritenuti strategici per la possibile attivazione di dinamiche trasformative; Che, secondo il PRG vigente, in tali ambiti, viene data una particolare rilevanza ad una serie di trasformazioni da definirsi con progetti mirati, identificati come “Ambiti di valorizzazione” finalizzati ad assumere un ruolo centrale di promozione dello sviluppo; Che la classificazione degli “Ambiti di valorizzazione” riguarda luoghi che sono caratterizzati dalla presenza di edifici e manufatti non più utilizzati e riconvertibili a nuovi usi o che presentano fenomeni evidenti di degrado fisico e funzionale; Che tali “Ambiti di valorizzazione” per i contesti in cui sono collocati e per il loro valore posizionale, costituiscono rilevanti occasioni di riqualificazione a scala locale e urbana, sia attraverso un innalzamento della qualità morfologica, sia attraverso l’inserimento di funzioni strategiche;Che, in particolare, gli Ambiti di valorizzazione di tipo C, giusto art. 43 comma 2 lett. c) delle NTA, sono “ … costituiti da aree dismesse e insediamenti prevalentemente non residenziali, caratterizzati dalla decadenza dell’uso originario o dalla incongruenza tra gli usi attuali e quelli auspicabili e comunque compatibili con le caratteristiche storiche, fisiche e socio-economiche della Città Storica, alla scala locale e a quella urbana, nei quali si opererà con progetti di completamento/trasformazione finalizzati al raggiungimento di nuove condizioni di qualità morfologico-ambientale e di complessità funzionale, attraverso la localizzazione di funzioni residenziali e non residenziali e di nuovi spazi pubblici”; Che l’intervento di trasformazione dell’ex SMMEP di Via Guido Reni è finalizzato a generare spazio pubblico ed a consentire la realizzazione di funzioni a servizio della città e delle sue prospettive internazionali facendosi carico delle esigenze di prossimità degli abitanti; Che tra gli obiettivi dell’intervento vi è quello di realizzare “un nuovo impianto urbano identificato come cerniera funzionale dei diversi caratteri dei luoghi: culturale, ricettivo, ricreativo, turistico e residenziale. Tutte le nuove funzioni previste devono essere inserite in spazi progettati, in modo organico, con uno sviluppo che parta dalla valorizzazione dello spazio aperto, qualificato nella configurazione architettonica e del verde”; Che, pertanto, sulla base di quanto precede, è stata elaborata una specifica variante al PRG vigente con l’attribuzione della seguente destinazione: “Ambito di Valorizzazione della Città Storica C/15 – Stabilimento militare materiali elettrici di precisione” (come meglio descritta dagli elaborati parte integrante del provvedimento)
di adottare, ai sensi e per gli effetti dell’art. 10 comma 9 della legge 17 agosto 1942 n. 1150 e ss.mm.ii. così come meglio descritto negli elaborati allegati, la variante al PRG consistente nella:
a) modifica della destinazione impressa dal PRG all’ex Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione in Via Guido Reni, da “Grandi attrezzature ed impianti post unitari – Edifici Complessi Speciali della Città Storica” a “Ambiti di valorizzazione della Città storica”;
b) modifica dell’“Appendice 1 alle Norme Tecniche di Attuazione Schede degli ambiti di valorizzazione” con l’introduzione della Scheda “Ambito di valorizzazione C/15 – Stabilimento militare materiali elettrici di precisione – Via Guido Reni”, di cui alla pagina 4 del documento al punto 2) degli Allegati;
c) modifica dell’art. 43 delle NTA del PRG, comma 5, lettera c), secondo quanto sotto indicato:
“Ambiti di valorizzazione di tipo C (da C1 a C15)
– Grandezze urbanistiche:
– S.U.L. realizzabile: S.U.L. o SUV dell’edilizia esistente, salvo l’Ambito C/15, dotato di Scheda in Appendice 1, per il quale valgono le indicazioni in essa contenute e non si applicano le disposizioni dei successivi commi 6-7-8-9;
– Mix funzionale, salvo l’Ambito C/15, dotato di Scheda in Appendice 1, per il quale valgono le indicazioni in essa contenute e non si applicano le disposizioni dei successivi commi 6-7-8-9;
(15) ACCORDO DI PROGRAMMA con i privati. L’accordo di programma è uno strumento atto a coordinare l’azione di più Enti pubblici per realizzare opere, programmi o interventi pubblici o privati di rilevante interesse e complessità, utilizzando procedure semplificate. Gli enti pubblici locali possono concludere anche accordi con i privati per assumere proposte e progetti di interesse per la comunità. In questo caso, questi costituiscono parte dello strumento di pianificazione e pertanto ne determinano previsioni ed effetti solo all’atto dell’approvazione dello stesso strumento. In teoria l’interesse pubblico dovrebbe essere sempre presente e prevalente (da http://www.celestini.it)
(16) PRINT (Programma Integrato): L’Art. 14 delle norme Tecniche di Attuazione (NTA) Stabilisce che “Il Programma integrato ha la finalità di sollecitare, coordinare e integrare soggetti, finanziamenti, interventi pubblici e privati, diretti e indiretti. Il Programma integrato prevede, di norma, incentivi di tipo urbanistico volti a favorire l’integrazione degli interventi, la qualità urbana e ambientale, e il finanziamento privato di opere pubbliche. Il Programma integrato è di iniziativa pubblica, fatto salvo l’intervento sostitutivo dei proprietari . . .”. In altri termini il PRG introduce incentivi (in genere premi di edificabilità e/o possibilità di destinazioni d’uso più remunerative) purché il soggetto privato proponente che risponde al bando con proprie proposte di intervento, contribuisca alla realizzazione di opere pubbliche attraverso il “contributo straordinario”. Inoltre, pur dichiarando che i Programmi integrati sono di iniziativa pubblica, il PRG stabilisce che se il Comune non assume l’iniziativa questa può essere assunta dai proprietari privati che rappresentino la maggioranza assoluta (invece del 75 % del Comparto urbanistico previsto dai Piani attuativi tradizionali) del valore catastale degli immobili interessati dal programma.
(19) “Alla procedura aperta alla partecipazione e controllata attivamente dall’opinione dei cittadini si preferisce tornare ai metodi di sempre: accordi di programma, piuttosto che concorsi, progetti integrati (PRINT, vale a dire trattative dirette tra amministratori e imprenditori), piuttosto che garanzie di interesse pubblico tramite classiche procedure di piano. Si preferisce insomma la presunta scorciatoia dell’accordo di programma col privato piuttosto che l’impegno a mantener fede alle garanzie offerte al pubblico?” da Ex caserme di via Reni: si torna ai metodi di sempre?”Vieri Quilici, Architetto e docente Roma 3, Cittadinanzattiva Flaminio
Le nostre associazioni, che hanno partecipato al tavolo di lavoro condiviso con l’Assessorato alla Trasformazione Urbana, il II° Municipio e gli incaricati di Risorse per Roma, per l’elaborazione delle linee guida del progetto, in questi giorni hanno sottoscritto un documento comune che raccoglie le numerose e dettagliate proposte emerse e anche alcune obiezioni, come è normale nella dialettica amministrazione/cittadini. Di fronte alle impreviste difficoltà che si stanno addensando sull’iter della delibera, teniamo a sottolineare la nostra totale adesione alla linea perseguita finora perseguita dall’Assessorato e al percorso a cui con impegno, creatività e convinzione abbiamo dato e continueremo a dare il nostro contributo, consapevoli di essere diventati protagonisti di una procedura che per Roma si può considerare straordinaria, basata sulla partecipazione dei cittadini alle scelte da compiere e su un concorso internazionale a garanzia della ricerca dell’eccellenza e delle regole uguali per tutti. Chiediamo quindi che i consiglieri capitolini mettano subito al voto e approvino la delibera, oppure che si prendano le proprie responsabilità davanti alla città, che giudicherà se hanno perseguito quegli obiettivi che, magari con visioni differenti, tutti condividiamo: -restituire l’area degli ex stabilimenti militari al quartiere e a Roma, -realizzare opere pubbliche che apportino un effettivo vantaggio alla collettività, -vigilare perché le opere private siano compatibili e sostenibili per quelli che vivono e lavorano al Flaminio/Villaggio Olimpico. Soprattutto fare in modo che tutto ciò sia raggiunto con la partecipazione attiva dei cittadini, e con regole certe e operazioni alla luce del sole
Amate l’Architettura – Amuse – Cittadinanzattiva Flaminio – Italia Nostra Roma – Movimento Cittadino Flaminio Parioli Villaggio Olimpico – Seniores Italia – Villaggio Olimpico 1960 – Villaggio dei bambini – Cromas Flalminio – Carteinregola
I punti su cui si concentrano le critiche o le perplessità riguardano alcuni aspetti che l’Assessore Caudo chiarisce poi in varie occasioni, come l’incontro con le associazioni del tavolo partecipato che si svolge il 15 luglio, e la Commissione Urbanistica del II Municipio che si tiene il 23 luglio.
LA SOSTENIBILITA’ ECONOMICA DEL PROGETTO
L’assessore ha sottolineato la grande opportunità che per la prima volta viene data alla Capitale: acquisire un’area statale senza nessun esborso (a1): l’unico precedente di cessione di un edificio militare dallo Stato al Comune è quello della caserma Sepe all’Esquilino, una quindicina di anni fa, per il quale però il Comune ha dovuto corrispondere il valore di mercato dello stabile al Ministero della Difesa.
In questo caso invece tutta l’operazione non costerà alla città neanche un euro: la proprietà di circa metà del terreno passa al Comune, e il costo della costruzione degli edifici pubblici sarà finanziata dal contributo straordinario. Tale contributo è costituito dalla cifra che ogni privato versa per una trasformazione urbanistica (a2), e proprio la nuova amministrazione, con una delibera, recentemente ha fissato i criteri di calcolo in modo da renderli oggettivi e trasparenti (a3). La cifra esatta che Cassa Depositi e prestiti dovrà versare sarà calcolabile solo sulle cubature previste dal progetto definitivo, che verrà elaborato dopo il concorso per il masterplan. Tuttavia, secondo le previsioni del Dipartimento all’Urbanistica e di Cassa Depositi e Prestiti – che tra l’altro, come soggetto “privato”, investe solo nelle operazioni che ritiene convenienti -, l’importo minimo dovrebbe aggirarsi intorno ai 43 milioni di euro, a cui si sommano i contributi di urbanizzazione. L’assessore tiene a sottolineare che gli obblighi che assumerà Cassa Depositi e Prestiti, in caso di subentro di un altro soggetto, dovranno essere sottoscritti anche dal subentrante, e che lo Schema di Convenzione tra Roma Capitale e Cassa Depositi e Prestiti sarà redatto all’insegna della trasparenza, e sottoposto preliminarmente ai comitati del tavolo partecipativo. E che in ogni caso, se per qualunque motivo il Comune dovesse rinunciare a realizzare il Museo della scienza, le risorse del contributo straordinario saranno obbligatoriamente investite nel quartiere.
LA CITTA’ DELLA SCIENZA
L‘assessore risponde anche a chi gli chiede se il progetto della Città della Scienza e il Museo non rischino di diventare un costo per la città, nel caso che i circa 43 milioni di Cassa Depositi e Prestiti si rivelassero insufficienti. Per Caudo i fondi per la costruzione dell’edificio ci sono (a4). Per l’allestimento interno del Museo è prevista una superficie di 9000 mq espositivi, la stessa quantità, ad esempio, del Museo della Scienza di Trento, dove accanto alle cubature destinate all’esposizione, sono presenti molte cubature dedicate a uffici, ricettivo etc.(a5)
Per i costi di allestimento della parte museale (a6) l’assessore prefigura varie possibilità progettuali, anche in sinergia con altri soggetti che potrebbero intervenire nella realizzazione degli altri 18000 mq che sarebbero dedicati a laboratori e centri ricerche, come ad esempio il CNR.
IL PROGETTO ARCHITETTONICO DEL NUOVO QUARTIERE, PUBBLICO E PRIVATO
Dopo il concorso per il masterplan i vari “pezzi” del nuovo quartiere potranno essere affidati a progettisti diversi. L’assessore ricorda che la costruzione degli edifici privati rientra in un’operazione immobiliare, è che è quindi nell’interesse di Cassa Depositi e Prestiti realizzare edifici di alta qualità per ottenere il massimo rendimento. E precisa che le opere pubbliche non saranno “ a scomputo”, cioè non sarà l’operatore privato titolare degli altri interventi a realizzarle, ma sarà il Comune stesso, con procedure di evidenza pubblica (Cassa Depositi e Prestiti verserà il corrispettivo direttamente a Roma Capitale). In ogni caso ogni “pezzo” – pubblico o privato – progettato dovrà essere coerente con il masterplan.
I TEMPI E LE PROCEDURE ALTERNATIVE
L’assessore ha spiegato che la scelta della variante al PRG come strumento per l’avvio di tutto il percorso è stata valutata proprio in base alla necessità di portare avanti la procedura nei tempi più brevi possibile, anche perché l’accordo con Cassa Depositi e Prestiti del 17 dicembre aveva tempi di ratifica molto stretti (entro la fine del 2013) , e la delibera di variante dava le garanzie necessarie (dentro la delibera è stato già “messo dentro” tutto il “contenuto pubblico”(a7).
Al contrario, le alternative ventilate in questi ultimi giorni, come l’Accordo di Programma, potrebbero non garantire la medesima celerità procedurale; gli stessi uffici del Dipartimento hanno avuto modo di verificare che tutti gli accordi di programma fatti in passato a Roma non hanno snellito i passaggi burocratici né accelerato i tempi di realizzazione delle opere (a8): valga per tutti l’esempio dell’ex Poligrafico dello Stato di Piazza Verdi, oggetto di un accordo di programma fin dal 2002, che a distanza di 12 anni è ancora in alto mare (a9)…
GLI STEP
Il problema, per l’assessore non è lo strumento, ma la condivisione politica. Ed effettivamente i comitati si sono chiesti come mai siano passati – invano – sei mesi, dato che la delibera poteva andare in assemblea già a marzo, chiedendo a questo punto quali siano i passaggi e i relativi tempi.
L’assessore ha dichiarato che dopo l’ approvazione in assemblea, la delibera dovrà essere pubblicata per raccogliere le osservazioni dei cittadini; poi, con le controdeduzioni dell’amministrazione alle osservazioni pervenute, dovrà tornare all’ Assemblea, che approverà il masterplan definitivo. Quindi la Delibera dovrà essere sottoposta alla Regione, e proprio per accelerare i tempi, l’assessore intende proporre alla Regione una conferenza di copianificazione Regione/Comune (è una pratica che i due enti stanno già applicando sui cosiddetti “Toponimi”). Se tutto va bene, a maggio del 2015 il masterplan dovrebbe essere definitivamente approvato.
Sollecitato a esprimersi sulle alternative ventilate, Caudo ha detto chiaramente che introdurre ora uno strumento come l’accordo di programma vorrebbe dire essere obbligati a predisporre subito un progetto, uccidendo tutto il percorso fatto finora e il concorso internazionale.
Assicurando però che proseguire con la variante non esclude che si possano fare modifiche anche al momento dell’approvazione in Aula: lo stesso assessore ha proposto degli emendamenti da presentare subito, come quello che fissa un minimo per il contributo straordinario che dovrà essere versato da Cassa Depositi e Prestiti (43 milioni), fermo restando che altre modifiche ed emendamenti potranno sempre essere introdotti nel corso dei passaggi approvativi successivi.
L’importante per Caudo è non permettere che il progetto si areni o si trasformi in una cosa diversa: portare fino in fondo e con i tempi giusti la procedura sarebbe senz’altro un segnale positivo e incoraggiante per la Difesa, che potrebbe concedere al Comune altri immobili di sua proprietà, come le altre ex caserme, permettendo di ripetere in altri quartieri l’esperienza “apripista” che si va mettendo a punto al Flaminio. Come di fatto sta accadendo…(a10)
(a1) I Nonostante quello che pensano molti cittadini, le proprietà di enti pubblici diversi possono “passare” da un’amministrazione all’altra solo in seguito a precisi accordi economici, come quelli che intercorrono tra privati.
(a2) Il “contributo straordinario di urbanizzazione» è previsto dal Prg di Roma come onere, «a carico del soggetto attuatore», fissato nella misura massima del 66% «del maggior valore immobiliare conseguibile a fronte di rilevanti valorizzazioni generate dallo strumento urbanistico generale», e destinato alla realizzazione di opere pubbliche o di interesse generale nel territorio interessato dagli interventi.
(a4) Calcolando, per 27000 mq di SUL (Superficie Utile Lorda), un costo di costruzione di circa 1600 euro mq, si raggiunge appunto una cifra intorno ai 43 milioni di euro (43.200.000)
(a6) Il progetto scientifico del Museo è affidato aun gruppo coordinato da Paco Lanciano, già vincitore di un concorso indetto qualche anno fa per la realizzazione del Museo della Scienza della Città di Roma
(a7) scarica la Deliberaproposta-rc-2013-22497-guido-reni
(a10) Roma Today 28 luglio 2014 Urbanistica, al Comune sei caserme da valorizzare: pronto un protocollo con Difesa e DemanioLa giunta capitolina ha approvato la delibera che contiene lo schema di protocollo che verrà firmato il prossimo 7 agosto. Soddisfatto l’assessore Caudo: “Con Guido Reni fanno sette, svolta epocale”http://www.romatoday.it/politica/caserme-comune-roma-valorizzazione.html
(26) e continuavamo con un estratto preso dall’intervento dell’ex Assessore GioVanni Caudo: Avendo chiarito l’assetto unitario di tutta l’area, in seguito possono essere redatti progetti singoli di architettura, nella parte residenziale anche da parte di più progettisti, nella parte pubblica invece si potrebbe dare l’incarico a chi ha vinto il concorso per il masterplan,I diversi progetti di architettura possono essere fatti da soggetti diversi, purchè si attengano alla definizione del masterplan.
Mettiamo in calce il testo ricavato dal video di un intervento dell’Assessore Caudo sui prossimi “steps” a margine di una conferenza che si è tenuta al MAXXI l’11 giugno 2015 per presentare il progetto, questa volta cittadino “IN TOTO – ROMA 2025″
Domanda: Assessore, a che punto è il progetto della Città della Scienza e delle ex caserme di Via Guido Reni?
Assessore Caudo: Martedì prossimo si concluderanno i laboratori di partecipazione con gli abitanti del Flaminio, tra l’altro mi è arrivato uno schema che è lo schema grafico finale, che rappresenta i contributi che sono stati dati, che mi è sembrato particolarmente significativo come esito. Avevamo detto che avremmo indetto un concorso sul lavoro fatto insieme agli abitanti, e questo documento con i “desiderata” sarà allegato al bando di progettazione. Sul bando c’è un impegno con Cassa Depositi e Prestiti [che ha ottenuto l’area dal Demanio qualche mese fa ndr]: proprio lunedì prossimo abbiamo la riunione con il direttore per siglare il testo che contiene le modalità con cui si svolgerà il concorso… “chi paga le cose”… e paga Cassa depositi e prestiti, il rimborso spese ai gruppi che verranno selezionato è a carico di Cassa depositi e prestiti. In quell’accordo si fa riferimento al progetto che oggi abbiamo presentato con il Maxxi, che farà parte della giuria ci assisterà nella stesura del bando vero e proprio. Il concorso non è un concorso in cui “lanciamo la bottiglia nel mare e poi vediamo che succede”, noi selezioneremo , un numero limitato, 6 gruppi probabilmente, e questi gruppi verranno chiamati a fare delle sessioni di lavoro anche tematiche nell’ambito di 90 /120 giorni che daremo di tempo per il progetto, in modo tale che il percorso di progettazione sia conosciuto e sia guidato sulle tematiche che di volta in volta verranno presentate. Ci sarà anche la possibilità di reincotrare il gruppo dell’assemblea dei partecipanti che ha redatto questo documento [il laboratorio dei comitati ndr], quindi il percorso del concorso sarà assistito e poi alla fine i progettisti consegneranno una proposta unitaria sull’area, un masterplan, che comprenderà la parte pubblica e la parte privata, il contenitore (non il progetto) della Città della scienza, e nella selezione sarà individuato il progettista che poi farà il master plan vero e proprio, con cui si conclude la parte urbanistica. L’approvazione definitiva del masterplan costituirà l’esito finale.
A quel punto è previsto, nell’accordo con Cassa Depositi e Prestiti, avendo chiarito l’assetto unitario di tutta l’area, che poi possano essere redatti progetti singoli di architettura, nella parte residenziale anche da parte di più progettisti, nella parte pubblica invece potremmo decidere di dare l’incarico a chi ha vinto il [concorso per] il masterplan, siamo liberi di procedere, un po’ – necessariamente – insieme a Cassa Depositi, ma anche separatemente.
Il modello è alla francese, una volta arrivati al masterplan, i diversi progetti di architettura possono essere fatti da soggetti diversi, purchè si attengano alla definizione del masterplan. Questo lo stato dell’arte. Prima dell’estate dovremmo riuscire a pubblicare il bando vero e proprio, per avere entro l’anno la definizione del masterplan
(27) Il 30 dicembre 2016 viene redatto il verbale conclusivo della CdS in cui si introduce il ricorso alla procedura del Programma Integrato di Intervento (PII) (*)quale “più idoneo strumento urbanistico esecutivo particolareggiato per l’attuazione degli interventi di riqualificazione del tessuto edilizio, urbanistico ed ambientale in variante del PRG dell’ex SMMEP, in luogo dell’adozione del “Piano di recupero (**) in variante” (previsto dalla Delibera 54/2014). L’immobile assume la destinazione di un nuovo “Ambito di valorizzazione B19” della Città Storica, disciplinato dall’art. 43 delle NTA del PRG“*. Il motivo è in particolare è che “Il programma integrato di intervento ai sensi della normativa regionale 22 1997 a valere quale piano attuativo dello strumento urbanistico generale, consiste in un progetto operativo complesso, con rilevante valenza urbanistica ed edilizia, caratterizzato dalla presenza di pluralità di funzioni, dall’integrazione di diverse tipologie, ivi comprese le opere di urbanizzazione e le infrastrutture necessarie per assicurare la completezza e la piena funzionalità dell’intervento stesso, ed a dimensioni tali da incidere sulla riorganizzazione del tessuto urbano interessando immobili e aree con destinazioni produttive o terziarie dismesse, parzialmente utilizzati o degradate, ma con una forte capacità di polarizzazione urbana”*; “La deliberazione 54/2014…ha, tra le premesse, individuato la necessità di “imprimere all’area ex stabilimenti una diversa destinazione urbanistica in quanto quello attuale risulta incompatibile con il nuovo impianto urbanistico e limitativa delle potenzialità dell’area”, senza tuttavia provvedere a tale nuova definizione; di conseguenza, per il complesso immobiliare di che trattasi, con la variante oggetto del presente provvedimento si prevede la variazione della destinazione urbanistica da “Sistema insediativo – città storica – edifici complessi speciali – grandi attrezzature ed impianti post unitari (C3)” ad “Ambito di valorizzazione B 19” della città storica sito in via Guido reni per il quale valgono le indicazioni derivate dalla data 54 2014 come meglio descritto nella relazione tecnica urbanistica d’Ufficio“*
Art. 27. Individuazione delle zone di recupero del patrimonio edilizio esistente
1. I comuni individuano, nell’ambito degli strumenti urbanistici generali, le zone ove, per le condizioni di degrado, si rende opportuno il recupero del patrimonio edilizio ed urbanistico esistente mediante interventi rivolti alla conservazione, al risanamento, alla ricostruzione e alla migliore utilizzazione del patrimonio stesso. Dette zone possono comprendere singoli immobili, complessi edilizi, isolati ed aree, nonché edifici da destinare ad attrezzature.
2. Le zone sono individuate in sede di formazione dello strumento urbanistico generale ovvero, per i comuni che, alla data di entrata in vigore della presente legge ne sono dotati, con deliberazione del consiglio comunale [sottoposta al controllo di cui all’art. 59 della legge 10 febbraio 1953, n. 62] (controllo soppresso dalla legge n. 127 del 1997).
3, Nell’ambito delle zone, con la deliberazione di cui al precedente comma o successivamente con le stesse modalità di approvazione, possono essere individuati gli immobili, i complessi edilizi, gli isolati e le aree per i quali il rilascio della concessione è subordinato alla formazione dei piani di recupero di cui al successivo art. 28.
4. Per le aree e gli immobili non assoggettati al piano di recupero e comunque non compresi in questo, si attuano gli interventi edilizi che non siano in contrasto con le previsioni degli strumenti urbanistici generali. Ove gli strumenti urbanistici generali subordinino il rilascio della concessione alla formazione degli strumenti attuativi, ovvero nell’ambito delle zone destinate a servizi i cui vincoli risultano scaduti, sono sempre consentiti, in attesa di tali strumenti urbanistici attuativi, gli interventi previsti dalle lettere a), b), c) e d) del primo comma dell’art. 31 che riguardino singole unità immobiliari o parti di esse. Inoltre sono consentiti gli interventi di cui alla lettera d) del primo comma dell’art. 31 che riguardino globalmente uno o più edifici anche se modifichino fino al 25 per cento delle destinazioni preesistenti purché il concessionario si impegni, con atto trascritto a favore del comune e a cura e spese dell’interessato, a praticare, limitatamente alla percentuale mantenuta ad uso residenziale, prezzi di vendita e canoni di locazione concordati con il comune ed a concorrere negli oneri di urbanizzazione ai sensi della legge 28 gennaio 1977, n. 10, e successive modificazioni. (il comma 4 ha sostituito gli originari commi quarto e quinto per effetto dell’articolo 14 della legge n. 179 del 1992)
Art. 28. Piani per il recupero del patrimonio edilizio esistente
1. I piani di recupero prevedono la disciplina per il recupero degli immobili, dei complessi edilizi, degli isolati e delle aree di cui al terzo comma del precedente articolo 27, anche attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica, individuando le unità minime di intervento.
2. I piani di recupero sono approvati con la deliberazione del consiglio comunale con la quale vengono decise le opposizioni presentate al piano, [ed hanno efficacia dal momento in cui questa abbia riportato il visto di legittimità di cui all’articolo 59 della legge 10 febbraio 1953, n. 62]
3. Ove la deliberazione del consiglio comunale di cui al comma precedente non sia assunta, per ciascun piano di recupero, entro tre anni dalla individuazione di cui al terzo comma del precedente articolo 27 ovvero non sia divenuta esecutiva entro il termine di un anno dalla predetta scadenza, l’individuazione stessa decade ad ogni effetto. In tal caso, sono consentiti gli interventi edilizi previsti dal quarto e quinto comma del precedente articolo 27.
4. Per quanto non stabilito dal presente titolo si applicano ai piani di recupero le disposizioni previste per i piani particolareggiati dalla vigente legislazione regionale e, in mancanza, da quella statale.
5. I piani di recupero sono attuati: (il comma 5 ha sostituito gli originari commi quinto, sesto e settimo per effetto dell’art.13, comma 1, della legge n. 179 del 1992)
a) dai proprietari singoli o riuniti in consorzio o dalle cooperative edilizie di cui siano soci, dalle imprese di costruzione o dalle cooperative edilizie cui i proprie tari o i soci abbiano conferito il mandato all’esecuzione delle opere, dai condomini o loro consorzi, dai consorzi fra i primi ed i secondi, nonché dagli I.A.C.P o loro consorzi, da imprese di costruzione o loro associazioni temporanee o consorzi e da cooperative o loro consorzi; b) dai comuni, direttamente ovvero mediante apposite convenzioni con i soggetti di cui alla lettera a) nei seguenti casi:
1) per gli interventi che essi intendono eseguire direttamente per il recupero del patrimonio edilizio esistente nonché, limitatamente agli interventi di rilevante interesse pubblico, con interventi diretti; 2) per l’adeguamento delle urbanizzazioni; 3) per gli interventi da attuare, mediante cessione volontaria, espropriazione od occupazione temporanea, previa diffida nei confronti dei proprietari delle unità minime di intervento, in caso di inerzia dei medesimi, o in sostituzione dei medesimi nell’ipotesi di interventi assistiti da contributo. La diffida può essere effettuata anche prima della decorrenza del termine di scadenza del programma pluriennale di attuazione nel quale il piano di recupero sia stato eventualmente incluso.
6. I comuni, sempre previa diffida, possono provvedere all’esecuzione delle opere previste dal piano di recupero, anche mediante occupazione temporanea, con diritto di rivalsa, nei confronti dei proprietari, delle spese sostenute.
7. I comuni possono affidare la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria ai proprietari singoli o riuniti in consorzio che eseguano gli interventi previsti dal piano di recupero.
(29) Sul punto Carta della qualità verranno fatti ulteriori approfondimenti
(30)per la progettazione e realizzazione degli spazi pubblici a livello locale [biblioteca ecc], si prevede di “assoggettare a concorso di progettazione ai sensi dell’art.5 della DAC 54/2015” art. 5 del protocollo d’intesa siglato il 3 ottobre 2014 (punto 4 DAC 54/20149) tra Roma Capitale e Cassa Depositi e Prestiti Investimenti SGR (prot. QI 149398 vedi successiva nota (9)
(31) la realizzazione, a scomputo, delle urbanizzazioni primarie e secondarie sono comunque a carico di CDP SGR. Nello specifico Roma Capitale concorda che “L’individuazione del progettista a cui a fare affidare la progettazione definitiva dei servizi pubblici di livello con locale [biblioteca casa del quartiere, opere di urbanizzazione secondaria NDR] e della porzione di verde pubblicoprospiciente via del Vignola individuata nella tavola 3.2. C bis, sarà operata da Roma capitale mediante concorso di progettazione svolto a sua cura e spese della medesima …” e che “la realizzazione delle medesime opere sarebbe rimasta a totale carico del soggetto attuatore [CDP]”
(32) Le osservazioni del tavolo delle Associazioni inviate il 9 marzo 2020
(32) In qualità di Coordinatore del TAVOLO PARTECIPATO FLAMINIO , in questa occasione in nome e per conto delle Associazioni AMUSE -ASSOCIAZIONE CARTEINREGOLA – CITTADINANZATTIVA FLAMINIO – ITALIA NOSTRA ROMA -PROGETTO ROMA INSIEME – VILLAGGIO DEI BAMBINI – VILLAGGIO OLIMPICO 1960
Presa visione di tutti gli elaborati pubblicati dal Comune di Roma in data 9-1-2020, relativi alla “Parziale revoca della deliberazione di Assemblea Capitolina n. 54 del 6/7.08.2014. Adozione del Programma Integrato di Intervento in variante al P.R.G. dell’ex Stabilimento Militare Materiali Elettronici e di Precisione di Via Guido Reni ai sensi dell’art. 4 della L.R. 36/1987 e ss.mm.ii. di cui alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 87 del 22.11.2019:
Premesso che
la Città della Scienza haun ruolo centrale per l’interesse pubblico nel processo di riqualificazione dell’area dell’ex StabilimentoMilitare Materiali Elettronici e di Precisione di Via Guido Reni di cui all’adozione del programma integrato di intervento in variante del Prg in oggetto;
la variante non definisce le caratteristiche fisiche della Città della Scienza limitandosi a prevedere per l’area ad essa destinata la presenza di un’infrastruttura culturale di livello cittadino;
le quantità previste da detta variantein relazione all’area (comparto B) di circa 12.940 mq destinata all’intervento pubblico per la realizzazione della Città della Scienza sono pari a 27.000 mq di S.U.L. da realizzarsi da parte del Comune con tipologia d’intervento non specificato, ivi compresa la demolizione ricostruzione;
in detta area sono presenti edifici industriali che costituiscono una interessante testimonianza di archeologia industriale dei quali la parte più rilevante è realizzata in calcestruzzo e la restante parte in ferro/acciaio;
che detti edifici presentano condizioni differenziate di conservazione ed ammaloramento ma non tali da imporne la totale demolizione e sostituzione;
che dalla variante non è quantificata ne localizzata la dotazione dei parcheggi indotti dalle cubature previste per la realizzazione della Città della Scienza;
considerato che
ad oggi manca una precisa definizione della Città della Scienza o della infrastruttura culturale di livello cittadino che la potrebbe sostituire;
che un intervento di demolizione e ricostruzione cancellerebbe la testimonianza di questi edifici di archeologia industriale;
che un intervento di demolizione e ricostruzione potrebbe introdurre tipologie edilizie che, per altezza o rapporto fra gli spazi edificati, potrebbe essere in contrasto con le scelte generali che nella variante connotano il resto dell’area per le parti pubbliche o con le caratteristiche di quella parte del quartiere Flaminio;
che un intervento di demolizione e ricostruzione avrebbe costi superiori e annullerebbela progressività di trasformazione nel tempo, impedendo usi compatibili e transitori degli immobili esistenti per il lungo periodo necessario all’esecuzione dell’intervento fino alla sua configurazione finale;
che i parcheggi da prevedere obbligatoriamente come dotazione di standard per l’infrastruttura culturale di livello cittadino potrebbero essere anche collocati all’interno dell’area destinata alla Città della Scienza riducendone qualità ed estensione,
Si osserva e si propone
l’inserimento di prescrizioni nell’elaborato 5.2, relativo alle NTA, e in tutti quelli ad esso legati, che all’interno del comparto B)
escludano un intervento di demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti, prevedendone il restauro nei casi in cui essi presentino le peggiori condizioni di ammaloramento
vincolino il reperimento della S.U.L. all’interno strutture edilizie esistenti, prevedendone un riuso compatibile con le nuove funzioni e le norme vigenti;
prevedano il reperimento dei parcheggi che si renderanno necessari all’esterno dell’area dedicata alla Città della Scienza e, più in generale, dell’intero perimetro della variante, coniugandolo con interventi di riqualificazione delle aree pubbliche limitrofe anche per un migliore e più flessibile servizio di sosta alle residenze ed alle numerose infrastrutture culturali e ricreative che gravitano sul quartiere.