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Giornata mondiale dell’Ambiente: tra il dire e il fare c’è sempre un abisso (anche a Roma)

Oggi 5 giugno si celebra la giornata mondiale dell’ambiente (1), istituita nel 1972 ma che non sembra aver fermato l’impressionante accelerazione di questi anni verso la catastrofe climatica. L’opinione pubblica è troppo presa da altri problemi, molti molto gravi, che tuttavia sbiadiscono di fronte a quello che è il rischio “Armaggedon“, da cui derivano – e ne arriveranno sempre più – tutte le altre emergenze planetarie: siccità, scarsità di risorse, eventi catastrofici, fame, guerre, emigrazioni di massa, estinzioni di specie, inquinamento irreversibile, epidemie e molto altro. Eppure il mondo prosegue la sua folle corsa, con la differenza che da un po’ di tempo si fanno grandi proclami, convegni, eventi e protocolli senza che poi nelle scelte politiche di ogni livello vengano prese decisioni che invertono davvero la tendenza.

Anche in Italia la mobilitazione degli ambientalisti, soprattutto giovani, sembra destare poco interesse, quando non fastidio e riprovazione sociale. Sicuramente non hanno scelto la strada migliore per raccogliere consensi gli attivisti di Ultima Generazione, con i loro gesti – seppure con conseguenze non permanenti – contro il patrimonio culturale. I ragazzi di Fridays For Future da due settimane hanno piantato le tende di fronte alla Facoltà di Geologia della Sapienza, dopo un’occupazione simbolica di alcuni spazi dell’università e martedì 6 giugno hanno organizzato un corteo cittadino ecologista.

Tentativi che vogliono portare in evidenza la “gravità della situazione” – ormai un eufemismo – anche se evidentemente non sono bastati neanche l’alluvione dell’Emilia Romagna e i tanti disastri precedenti. Disastri che hanno dimostrato, oltre che non c’è più tempo da perdere, che la Terra è una per tutti, e che le conseguenze dello sciagurato stile di vita occidentale non ricadono più solo sui Paesi degli altri mondi, ma sono arrivate anche da noi.

Servirebbero scelte coraggiose – ma basterebbe coerenti – da parte delle nostre classi politiche nazionali, regionali, comunali, nelle decisioni a lungo termine come in quelle di ogni giorno.

E purtroppo anche a Roma l’ambientalismo è buono per i programmi elettorali e per i convegni, come quello che si terrà oggi in Campidoglio, organizzato da Roma Capitale e dal Gruppo editoriale GEDI, delle testate la Repubblica, La Stampa, 10 giornali locali e i diversi portali online.

Il titolo è “Green & blue festival – Earth for All ” Le sfide ambientali e climatiche delle aree urbane”.

Intanto la Giunta Gualtieri e l’Assemblea capitolina con la Delibera che conferisce il pubblico interesse al progetto dello Stadio della Roma a Pietralata hanno cancellato con un colpo di spugna 29.000 mq di verde (ma anche di più, perchè considerano verde l’area di sicurezza intorno allo stadio, suolo impermeabile dove non possono esserci ostacoli visivi), in un’area dove da tempo erano previsti progetti di forestazione per l’alto livello di inquinamento dell’aria (2). E in una città dove il Regolamento del Verde e del Paesaggio urbano, con grande fatica e impegno delle associazioni ambientaliste, è stato approvato solo due anni fa, le sue regole restano ancora lettera morta, poichè non si è ancora trovato il tempo di approvare la tabella delle sanzioni. Per non parlare delle potature che sono spesso capitozzature vietate dal regolamento, e delle quotidiane segnalazioni di potature oltre ogni tempo massimo fissato dal Regolamento (il 1 aprile) per tutelare la salute degli alberi ma anche gli uccelli nel periodo di nidificazione.

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O ancora, l’indifferenza istituzionale rispetto al destino dell’Ex SNIA, un’oasi naturale apparsa dentro la periferia inquinata e cementificata, in parte salvata ma per il resto destinata a diventare un polo logistico, con tutto l’inquinamento che consegue dal via vai di mezzi. Uno scenario che si è aperto anche grazie alla mancata estensione della tutela all’area privata – circa il 40% del totale – da parte della Regione Lazio, promessa nel 2020 dal Presidente Nicola Zingaretti) (3) [in calce segnalamo la manifestazione che si terrà oggi 5 giugno dal Lago Bullicante al Campidoglio]. ma vogliamo ricordare anche la mancata realizzazione del Parco archeologico di Centocelle(4) e del Parco della Serenissima. E non ci esprimiamo nel merito della scelta della realizzazione dell’inceneritore, ma va detto che sicuramente non è una decisione che va nella direzione “green”.

E’ una banalità ricordare la metafora del film Don’t Look Up, che racconta l’impatto astronomico, come il riscaldamento globale, che avanza fino alla distruzione finale della Terra nell’indifferenza dei governi e dei media, alle prese con le contingenze e convenienze politiche.

Servirebbero meno proclami e convegni e più fatti, un pezzo ogni giorno.

Anna Maria Bianchi Missaglia

SEGNALAZIONE:

Pini di Roma allarme potature di Paolo Salonia 4 giugno 2023

NOTE

(1) (DA WIKIPEDIA) La giornata mondiale dell’ambiente (in inglese World Environment Day o WED) è una festività proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e viene celebrata ogni anno il 5 giugno a partire dal 1974 con lo slogan Only One Earth (una sola Terra). È una piattaforma globale per la sensibilizzazione del pubblico, con la partecipazione di oltre 143 paesi ogni anno. Ogni anno, il programma fornisce un tema e un forum per aziende, organizzazioni non governative, comunità, governi e celebrità per sostenere le cause ambientali.

(2) vedi Stadio della Roma, quale verde pubblico – Le slides dell’Audizione di Carteinregola alla Commissione Ambiente

Quale verde pubblico a cura di Anna Maria Bianchi e Paola Loche Il video del webinar: Stadio della Roma, le osservazioni e le richieste di Carteinregola all’Assemblea Capitolina 30 Aprile 2023 Continua#

(3) vedi Lago e area ex SNIA Viscosa – V municipio

(4) vedi Il parco di Centocelle – cronologia e materiali V Municipio

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