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GRAB Grande Raccordo Anulare delle Bici, partirà a settembre?

Mappa GRAB

mappa del Grab dal sito velolove

Il GRAB, il Grande Raccordo Anulare delle Bici della Capitale, è il progetto per la realizzazione di un anello ciclopedonale di circa 45 chilometri accessibile a tutti che si sviluppa completamente all’interno della città di Roma.

È un modo innovativo di valorizzare la città. Antitesi del G.R.A. delle auto, è un’infrastruttura leggera e ad alta redditività economica e culturale, un investimento capace di attrarre nuovi turismi a impatto ridottissimo, dai cicloviaggiatori agli amanti del trekking urbano, una via car free per la mobilità interquartiere, il prologo dello sviluppo di una vera rete ciclabile metropolitana e di diffusi interventi di manutenzione e rigenerazione territoriale.
Una ciclovia urbana e  insieme un moderno Grand Tour, una lezione itinerante di storia: parte da Romolo e Remo e dalla millenaria magia della Regina Viarum – la via Appia – e arriva alle architetture contemporanee di Zaha Hadid e diRenzo Piano e alla street art del Quadraro e di Torpignattara unendo tra loro Colosseo, San Pietro, Trastevere e il centro storico, la Galleria Borghese, l’Auditorium, il MAXXI e tantissimi altri punti di interesse, attraversando parchi e inaspettati paesaggi bucolici (a 3.000 metri dal Foro Romano ci sono pastori e greggi di pecore), costeggiando i fiumi Tevere, Aniene, Almone… leggi tutto scaricando lo studio per la realizzazione del GRAB.
Pubblichiamo l’articolo di Roma Today con l’intervista ad Alberto Fiorillo, responsabile Aree Urbane di Legambiente e portavoce del progetto Grab- Grande Raccordo Anulare delle Biciclette. In calce tutte le informazioni sul Grab dal sito Velolove . (AMBM)

Roma Today 30 luglio 2017 Grab, tra premi e critiche al progetto rivisto: tutto sul raccordo delle bici che verrà

I cantieri dovrebbero aprire entro la fine del 2018. Alberto Fiorillo, responsabile Aree Urbane di Legambiente e portavoce del progetto, a Roma Today: “Stravolto: manca la pedonalizzazione dell’Appia antica” di Angela Gennaro

foto dal post Fb di GRAB via Giulia

foto dal post Fb di GRAB via Giulia

„Roma e il traffico. Roma e la quotidianità. “L’auto è IL mezzo di trasporto. E per questo, a parte i motorini, tutti gli altri mezzi di trasporto sono in difficoltà, e a farne le spese è il trasporto pubblico”. Parola di Alberto Fiorillo, responsabile Aree Urbane di Legambiente e coordinatore del progetto Grab, il Grande Raccordo Anulare delle biciclette. Un progetto oggi di VeloLove in collaborazione con Touring Club Italiano, Legambiente, Parco Regionale Appia Antica, Rete Mobilità Nuova per la realizzazione di un anello ciclopedonale di quasi 45 chilometri all’interno della Capitale.

L’idea sembra vedere – finalmente – un principio di fine del tunnel: il Grab è stato inserito tra le ciclovie di interesse nazionale finanziabili dalle legge di stabilità 2016 (destinati 91 milioni di euro nel triennio 2016-18). Il progetto esecutivo non è ancor definitivo: il Comune ci sta lavorando, mentre le associazioni storcono il naso per lo “stravolgimento” dell’idea. E i cantieri? Potrebbero vedere la luce l’anno prossimo.

Fiorillo, a che punto siamo?
Abbiamo presentato un’idea non da libro dei sogni ma con degli standard di qualità adeguati per un percorso accessibile, sicuro, attraente per romani e turisti con una serie di proposte puntuali che la città ha mostrato di apprezzare. Prima di tutto c’è la pedonalizzazione dell’Appia antica, insieme alla creazione di un percorso ciclo-pedonale dal Colosseo all’Appia antica. La pedonalizzazione di via Giulia, con un intervento di sistemazione a vantaggio dell’utenza non motorizzata nell’asse Flaminio fra l’Auditorium, il Maxxi, il ponte della Musica e il Foro Italico che peraltro è nel piano regolatore. Sono tutte progettualità che non ci siamo inventati noi, ma di cui la città discute da anni e che da anni aspetta. Il nostro progetto prevede un’area 30 al Quadraro Vecchio, perché c’era una progettualità del Comune di Roma che stava per ottenere i finanziamenti del ministero dell’Ambiente per la mobilità sostenibile. Poi c’è l’area della stazione Serenissima in via Herbert Spencer al Collatino: lì ci sono, non utilizzati e al centro di un contenzioso, i fondi delle opere di compensazione ferroviaria per l’alta velocità in quella zona che dovevano trasformare via Herbert Spencer e una lunga fascia che corre lungo la linea Alta Velocità Roma-Napoli in quello che all’epoca veniva definito come il futuro Central Park di Roma. L’area di Viale Tiziano, pure interessata dal Grab, oggi è in lunga e larga parte inagibile perché nel 2007 c’è stata una frana. È un progetto che nasce per ricomporre decine di progettualità che a Roma esistono già, come ad esempio il ponte di collegamento tra Monte Sacro e Conca d’Oro finanziato dai lavori della linea B1 della metropolitana. Trasformazioni che fino ad oggi non sono state recepite dalla relazione tecnica preliminare sul Grab presentata dal Comune di Roma al MIT.

E ora?
C’è ancora il tempo per fare in modo che il Grasb sia un’infrastruttura di qualità, utile alla città e ai romani: è stata finanziata la realizzazione del progetto esecutivo e il disegno dell’anello ciclabile dovrà puntare alla qualità. Poi quando il progetto esecutivo sarà approvato dal Ministero delle infrastrutture e trasporti d’intesa con il Mibact, saranno disponibili i finanziamenti per la realizzazione del progetto. Il progetto esecutivo dovrebbe essere presentato dal Comune di Roma entro la fine dell’anno. È in capo all’assessorato e alla Città in movimento. E i cantieri dovrebbero aprire entro la fine del 2018.

Qual è stata la gestazione dell’idea? C’è chi vede un antenato del Grab nel Grande Sentiero Anulare ipotizzato dall’attuale assessore alla mobilità e ambiente del Municipio Roma VII Marco Pierfranceschi, che oggi non fa più parte del progetto.
Il Grab è come la settimana enigmistica: è il progetto con più tentativi di imitazione. Tanti si sono attribuiti il progetto, un politico di Forza Italia, uno dei 5S, uno del Pd… I giornali talvolta dicono che è un’idea di Marino, talvolta della Raggi. Fa piacere. E’ un riconoscimento. Vuol dire che il progetto piace ed è davvero fatto bene. Ai tanti inventori del Grab chiediamo di sostenere con forza le caratteristiche peculiari del progetto che parte dalla necessità di pedonalizzare l’Appia antica e di riqualificare o rifunzionalizzare aree importanti della città, in centro e in periferia. In realtà al progetto Grab dal giugno 2014 ha lavorato – gratuitamente – un gruppo di progessionisti che man mano si è ampliato. Lo studio di fattibilità è stato presentato ufficialmente l’8 maggio del 2015. La garanzia del finanziamento è arrivata quello stesso giorno: il ministro alle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio (appassionato ciclista, .ndr) ha visto il progetto, gli è piaciuto e si è impegnato a finanziarlo. Si pensava e sperava che il progetto venisse realizzato in parte, almeno nel tratto dell’Appia antica, entro la fine del giubileo della misericordia del 2016: infatti era stato inserito nell’agosto 2015 tra le opere giubilari. Ma poi è caduta la giunta capitolina, c’è stato il commissariamento, e non tutto ciò che era stato messo in cantiere è sopravvissuto. Non sono sopravvissute soprattutto le opere che non avevano già una progettualità esecutiva.

E poi arriva, un anno fa, Virginia Raggi.
L’amministrazione Raggi poi si trova il progetto Grab sul tavolo e firma il protocollo di intesa nel settembre 2016, dicendo che entro dicembre avrebbe prodotto una stima dei costi. È quello il documento su cui abbiamo concentrato le nostre osservazioni. La relazione tecnica chiarisce alcune cose che l’amministrazione capitolina farà, mentre tutto quello che non chiarisce vuol dire che non verrà fatto. La cosa che si nota di più è l’assenza di pedonalizzazione dell’Appia antica.

Un nodo che non si riesce a sciogliere.
Tutto il mondo ha parlato di questo progetto, e non solo perché si sono affezionati al Grab, ma per l’ipotesi di pedonalizzazione dell’Appia antica, vista evidentemente come un valore aggiunto per Roma e per il paese. Il Grab ha vinto molti premi, recentemente siamo stati inseriti nella shortlist di un concorso fatto in occasione del G7 trasporti. Cerchiamo ora di fare un’attività di sensibilizzazione e valorizzazione di alcune scelte progettuali che non sono scelte nostre, ma decisioni già a lungo dibattute (come la chiusura al traffico di via Giulia o una diminuzione della pressione del traffico sui lungotevere o creazione di un unico parco archeologico tra Appia Antica e Piazza Venezia) che la città attende da troppo tempo.

I racconti sull’ipotesi di pedonalizzazione dell’Appia antica si perdono nella notte dei tempi.
La pedonalizzazione di via di San Gregorio, cioè tra Colosseo e Circo Massimo, doveva essere realizzata nel 1980. Poi è morto Luigi Petroselli (il “sindaco più amato dai romani” che ha ricoperto l’incarico tra il 1979 e l’81, ndr) e quel progetto è sfumato. Ma è un progetto di cui si è parlato tanto e a più riprese. Si è parlato più volte – ho ritrovato il primo articolo nel 1953 – della pedonalizzazione dell’Appia antica. Che è un museo a cielo aperto. E in un museo a cielo aperto non si entra con l’auto, no? È come fare entrare le auto a Pompei o Ercolano.

C’è un ma, evidentemente.
Credo che Roma sia una città dove chiunque ha governato e chiunque governa debba fare i conti con le forze della conservazione, che sono sempre ben attrezzate e pronte a mettere i bastoni tra le ruote a tutto quello che può significare cambiamento. E la mia impressione è che ci sia stato qualcuno che ad arte abbia stravolto l’idea progettuale per far sì che almeno agli occhi di chi doveva decidere cosa fare apparisse come qualcos’altro, quindi non più interessante. Non c’è un amministratore che non abbia nel tempo prima o poi detto che la pedonalizzazione dell’Appia antica s’ha da fare. Ma nessuno dice mai quando si farà.

Fiorillo, con l’associazione VeloLove ha registrato il marchio Grab. Perché?
Per evitare che qualcuno se ne appropriasse. Resterà per sempre licenza creative common, e una volta che il Grab verrà realizzato ci sarà un disciplinare su come utilizzarlo. Avrei qualche perplessità se il marchio diventasse proprietà del comune di Roma: verrebbe utilizzato per motivi politici. Bene che diventi, invece, di proprietà della città di Roma. È nella disponibilità collettiva. In questo modo lo abbiamo invece sottratto alla politica, e così deve essere.

Come siamo arrivati a questa Roma completamente prigioniera di traffico e lamiere? Qual è il collegamento con la ciclabilità e con il progetto del Grab?
È un risultato frutto di tanti anni di assenza di azioni di qualità dell’amministrazione capitolina. L’ultimo che ha provato seriamente a far crescere una mobilità nuova nella Capitale è stato Walter Tocci (vicesindaco dal 1993 al 2001 ndr). Da allora in poi, niente di significativo da segnalare. Per anni il tema della mobilità non è stato affrontato, con una disattenzione marcata nei confronti del trasporto pubblico locale e delle biciclette. E con strategie, su questi temi, che definirei modo delittuose: penso alla scandalosa gestione dell’Atac e delle risorse per la mobilità. Pedonali, ciclabilità, bus e tram sono le tre risposte alla congestione: funzionano bene quando crescono tutte insieme e quando sottraggono spazio all’auto privata. Oggi è necessario dare risposte sulle scelte e sulle risorse in campo.

Quali risposte vede dall’amministrazione capitolina?
Si è parlato dell’introduzione di un road pricing, un ticket per l’accesso ad alcune aree della città, particolarmente congestionate o in cui c’è una buona presenza di mezzi alternativi, sul modello milanese dell’Area C. Spero non sia un fuoco di paglia, perchè sarebbe un primo passo fondamentale.

Quali tempi per qualche primo risultato?
In tema di ciclabilità romana, il vero spartiacque sarà settembre. I progetti che compongono il grande disegno del Grab sono attesi dalla città da anni. Se effettivamente li vedremo partire a settembre, avremo prova concreta che la ciclabilità comincia ad avere un posto – se non nel cuore – almeno nell’agenda dell’amministrazione capitolina.

grab alcuni luoghi

dal sito Velolove 

Logo GRAB -300x150GRAB

Per la prima volta, con la legge di Stabilità 2016 e grazie all’impegno del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio, è stata prevista la realizzazione di un sistema nazionale di ciclovie turistiche, con priorità per i percorsi Grande raccordo anulare delle biciclette – GRAB di Roma; Verona-Firenze – Ciclovia del Sole; Venezia-Torino – Ciclovia VenTo; da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE) – Ciclovia dell’acquedotto pugliese. Complessivamente oltre 1.500 chilometri di percorsi attraverso 8 regioni e all’interno del comune di Roma. Lo stanziamento è di 91 milioni per il triennio 2016-2018. Nella legge di bilancio 2017, inoltre, per lo sviluppo del sistema di ciclovie turistiche, è stata autorizzata l’ulteriore spesa di 13 milioni di euro per il 2017, di 30 milioni di euro per il 2018 e di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024.

All’origine dell’iter che ha portato all’inserimento nella legge di bilancio dello Stato di un fondo stabile per la creazione di una rete ciclabile nazionale c’è senza dubbio la presentazione del progetto GRAB e il successo nazionale e internazionale riscosso da questa ciclovia urbana fin dalla presentazione dello studio di fattibilità (maggio 2015). Il GRAB è stato ideato e promosso da una rete di associazioni, soggetti istituzionali e partner tecnici: VeloLove, Legambiente, Touring Club Italiano, Rete Mobilità Nuova, Vivilitalia, Open City Roma, Parco Regionale dell’Appia Antica, Ente Roma Natura, Free Wheels Onlus, piano B architetti associati, Teamdev. Hanno inoltre offerto il loro contributo volontario alle diverse fasi progettuali professionisti ed esperti di città, paesaggio, verde urbano, mobilità, accessibilità, ciclabilità, turismo e green economy. Questo lavoro collettivo è stato arricchito da continui confronto con la cittadinanza: sono stati decine gli incontri partecipati nei quartieri che hanno raccolto proposte, critiche e osservazioni e permesso di migliorare il progetto.

L’idea del GRAB è quella di un’infrastruttura capace di realizzare un intervento sul paesaggio urbano multidimensionale: funzionale, ambientale, economico, sociale, estetico, culturale. Non è una pista ciclabile, un percorso che attraversa i luoghi. Piuttosto intende modificarli, correggendoli e migliorandoli, attraverso la ricomposizione del frammentato spazio archeologico capitolino, la ricucitura dei bordi con il centro, la creazione di una cintura verde metropolitana, la trasformazione, la rifunzionalizzazione o la valorizzazione di aree trascurate. Obiettivo che si ottiene avendo contemporaneamente cura sia del tracciato per le bici, sia di quello per i pedoni che del paesaggio urbano circostante.

Il GRAB è stato ideato puntando prioritariamente alla realizzazione di un’opera pubblica utile a tutta la città e a tutti i suoi abitanti: non è né una pista ciclabile né un percorso finalizzato all’esclusiva fruizione turistica della Capitale. Il risultato di un’infrastruttura che diventa valore aggiunto per tutti i cittadini si ottiene facendo sì che il GRAB incida realmente e con forza sul paesaggio urbano, riconquistando e restituendo agli abitanti (attraverso interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, riqualificazione del territorio, riduzione in alcuni contesti della superficie occupata dalle auto private) spazi fisici della città oggi trascurati, abbandonati, degradati, recuperando dunque piazze, viali, marciapiedi, giardini e aree verdi alla funzione di luoghi di socializzazione.

Il requisito basilare del progetto non è semplicemente quello di far passare le biciclette in una strada piuttosto che in un’altra, ma di aprire un ciclo virtuoso di ridefinizione dell’ecosistema urbano, dei suoi usi, della sua vivibilità. Il GRAB deve offrire un tracciato di qualità a chi pedala e spazi di qualità a chi non va in bici. Deve essere un valore aggiunto per tutti i romani.

Elementi caratterizzanti del Grande Raccordo Anulare delle Bici – come evidenziano in dettaglio lo studio di fattibilità (in allegato) e le planimetrie pubblicate su www.velolove.it/grab – sono sinteticamente i seguenti:

a) Il GRAB è un percorso pienamente accessibile a persone con disabilità motoria e sensoriale. b) Il GRAB impone la completa e definitiva pedonalizzazione della passeggiata archeologica dalla Colonna Traiana all’Appia Antica, prologo della nascita di un percorso archeologico unitario di Roma che la città e il Paese attendono dagli anni ’60. Questo enorme cuneo monumentale di oltre 18 chilometri unito dal tracciato della via Appia Antica (unico corridoio verde, non urbanizzato di accesso alla Capitale) ingloba Fori, Colosseo, Palatino e Celio, Circo Massimo, Terme di Caracalla, valle della Caffarella e area degli Acquedotti e si spinge verso i Castelli Romani. Togliere il traffico dall’Appia Antica è il primo, necessario passo per liberare il territorio del parco da tante altre emergenze, a partire dall’abusivismo edilizio e dalle attività economiche e commerciali giudicate non compatibili con l’area protetta. c) Il GRAB stimola una mobilità virtuosa, verso il fuori, verso le periferie, dove vive la maggior parte della popolazione e dove è più forte la domanda di cambiamento. L’anello ciclabile cerca di dare un contributo alla ricomposizione dello spezzettamento fisico delle comunità, di quartieri non interconnessi tra loro (la rete della mobilità privata e il Tpl sono quasi esclusivamente radiali) di elementi di marginalità e mancanza di inclusione. Ed è ai bordi del centro storico che il GRAB – senza avere la pretesa di essere l’unica azione positiva – può contribuire a far crescere l’incontro di periferie isolate col resto della città e a scalfire, grazie a un diverso aspetto dei luoghi, precarietà e malessere. d) Il GRAB è un laboratorio di sicurezza stradale. Il progetto prevede la sede protetta ovunque il percorso si muove su strade aperte al traffico, la realizzazione di una Zona 30 che abbraccia tutta l’area del Quadraro vecchio, la messa in opera di piattaforme rialzate a tutti gli incroci per dare continuità fisica e visiva al percorso e ridurre ai minimi termini il rischio per pedoni e ciclisti. e) Il GRAB è fruibile 365 giorni l’anno anche dalle persone inesperte. Il fondo stradale del tracciato deve essere scorrevole e privo di ostacoli (buche, tombini, lampioni) e restringimenti. Quasi tutto il fondo stradale (in sampietrini, asfalto o sterrato) va completamente rifatto o sottoposto a manutenzione straordinaria. f) Il GRAB è il raccordo attorno a cui sviluppare e cucire una vera rete ciclabile metropolitana. Deve diventare la colonna vertebrale della futura rete ciclabile capitolina, legando tra loro i (pochi) percorsi esistenti, quelli che potrebbero essere messi presto in cantiere (come la ciclabile Nomentana) e soprattutto i tanti itinerari ancora da realizzare. g) Il GRAB punta con forza all’intermodalità. Nel definire il percorso si è cercata la migliore interconnessione possibile con la rete del Tpl su ferro: attualmente il GRAB incrocia 8 stazioni delle linee della metropolitana (Colosseo, Circo Massimo, Arco di Travertino, Porta Furba, Teano, Ponte Mammolo, Libia, Lepanto), 13 fermate di 6 diverse linee del tram (2 3 5 8 14 19), 3 stazioni ferroviarie (Serenissima, Togliatti, Nomentana). Inoltre, a meno di un chilometro dal GRAB ci sono altre 3 stazioni ferroviarie (Ostiense, Prenestina, Tor Sapienza), 9 stazioni metro (Flaminio, Ottaviano, Cavour, Piramide, Colli Albani, Numidio Quadrato, Gardenie, Rebibbia, Conca d’Oro) e le stazioni della Roma-Lido, della Roma Nord e della Roma-Giardinetti. h) Il GRAB è un investimento turistico innovativo. Ogni euro speso per realizzare il GRAB ne farà guadagnare cinque alla Capitale e al Paese nel giro di pochi anni. Lo stima lo studio realizzato da Confindustria-Ancma che valuta quanta ricchezza in termini di aumento del tempo di permanenza medio dei turisti può generare la realizzazione della ciclovia della Capitale: i costi di realizzazione del GRAB – caso raro nel campo delle opere pubbliche – si ripagano in un anno con le maggiori entrate che la ciclovia genererà. i) Il GRAB è un esempio virtuoso di progettazione e redistribuzione dello spazio pubblico. Un elemento fisico la cui concezione è guidata da criteri estetici che mirano a valorizzare, senza volumetrie aggiuntive, gli spazi urbani in cui si inserisce, coniugando l’obiettivo di assicurare un forte carattere identitario con la necessità di accordare cromatismi e soluzioni di dettaglio ai diversi contesti.

Nell’ideare e progettare il GRAB abbiamo immaginato non solo le caratteristiche dell’infrastruttura, ma anche la sua vita in futuro, che potrà essere garantita da un approccio partecipato: è un’opera pubblica di cui i cittadini possono prendersi cura. Prendersi cura del GRAB vuol dire collaborare affinché il percorso sia sempre fruibile, pulito, ben manutenuto, accogliente, sicuro, controllato. Significa stimolare e favorire la funzione di luogo di aggregazione per i quartieri e la città che questo spazio gratuito e condiviso può svolgere.

Vedi il nostro studio per la realizzazione della ciclovia della Capitale

Schede allegate allo studio di fattibilità 
1 GRAB – interventi minimi – descrizione sintetica
Planimetrie studio di fattibilità: 
Le planimetrie si trovano su www.velolove.it/GRAB e costituiscono parte integrante dello studio di fattibilitàLe nostre osservazioni alla Relazione Generale sul GRAB del Comune di Roma
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