Il futuro di Roma secondo l’ACER e secondo l’Assessore Berdini (i video)
Autore : Redazione
Il 1 dicembre si è svolta l’assemblea annuale dell’ACER, Associazione Costruttori Edili Roma e provincia, a cui non hanno partecipato la Sindaca Raggi nè il Presidente della Regione Lazio Zingaretti, rappresentati dagli assessori Berdini e Refrigeri. Stridente il confronto tra l’introduzione a cura del CRESME,(Centro ricerche economiche e sociali del mercato dell’edilizia) che già dal titolo – World cities vision 2030-2050 – apre scenari per Roma fantascientifici, e gli interventi che sono seguiti, caldeggianti obiettivi decisamente minimalisti, che nelle “world cities” non andrebbero in scena in una convention, ma si risolverebbero in qualche riunione organizzativa di routine. Più che il futuro, a Roma continua ad essere inevitabile dover fare i conti con la pesante eredità di un passato pluridecennale e di un presente in cui persino la gestione dei serivizi e la manutenzione ordinaria sono problemi quasi insormontabili. Ha concluso l’assemblea il Presidente dell’ANAC Raffaele Cantone, che ha individuato – lucidamente – il motivo del suo essere tirato continuamente in ballo per le decisioni amministrative nel bisogno del Paese di trovare qualcuno che “si prenda la responsabilità”. Pubblichiamo il video dell’intervento del dell’Assessore Berdini e del Presidente dell’ACER Edoardo Bianchi e rimandiamo all’interessante analisi del Cresme su come le grandi capitali europee su stanno preparando al futuro (Vai al post Nelle città europee che pensano al 2030)
Paolo Berdini, nel doppio ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica di Roma Capitale, ha risposto a chi chiedeva una visione della città che “il modello è la Torino del 1860“. “Negli ultimi anni non ho dubbi che sia mancata una visione pubblica di Roma. Stiamo per rendere pubblico il patto per Roma. Li c’è una visione pubblica della città” ha spiegato. E se Milano, “ha avuto 1,5 miliardi di contributi pubblici per costruire l’Expo, poi con il patto per Milano il governo ha dato un altro miliardo e mezzo” per Berdini il modello è quello della “Torino del 1860. Roma torna ad una vocazione, con un nuovo polo tecnologico o di eccellenza a Tor Vergata. Nel patto per Roma diremo anche questa cosa”. Berdini intende chiedere “al Governo infrastrutture su ferro leggere che permettano a questa città di uscire dal diluvio di automobili. Vogliamo un grande sistema infrastrutturale che dia respiro alla città“. Il problema sono i soldi: “Se io avessi 3 miliardi, più o meno quanti ce ne erano in programma per le Olimpiadi, questa città cambierebbe molto“. E continua: “Il dipartimento Lavori Pubblici diventerà la centrale unica degli appalti” .”So qual è lo stato difficilissimo delle imprese edili a Roma. Per anni gli appalti pubblici sono stati assegnati senza gara per oltre l’80% dei casi. Ma nel giro di un anno e mezzo, non per meriti miei, il sistema degli appalti sta cambiando in modo enorme e positivo. Abbiamo inserito un meccanismo di premialità per la qualità delle imprese e il modo in cui vengono trattate le maestranze” ha aggiunto. “Stiamo scemando finalmente la parte che finirà nel cestino di quelle imprese che hanno lucrato nel mondo degli appalti” e attuando “la revisione del secondo piano di edilizia residenziale pubblica”. “Ci sono servizi da ripensare e lotti non realizzati. Questo passaggio sarà assolutamente coerente con la nostra volontà di dialogo. Per ogni piano di zona vogliamo chiudere ferite per sempre. E lo stesso lavoro lo stiamo facendo per le 200 convenzioni urbanistiche private” (1)
Li c’è una visione pubblica della città”. Così l’assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici, Paolo Berdini, nel corso dell’Assemblea annuale dell’Acer.
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